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Geografia America del Sud Uruguay

PRESENTAZIONE

Stato dell'America Meridionale, posto sul versante sud-orientale del continente. Confina a Nord e a Nord-Est con il Brasile, a Ovest con l'Argentina; a Sud-Est si affaccia sull'Oceano Atlantico e a Sud sul Río de la Plata. Il suo territorio ha una superficie di 176.215 kmq. Gli abitanti ammontano a 3.313.000, con una densità media di 19 abitanti per kmq. La popolazione è costituita in prevalenza da bianchi (94%), a cui si affianca una modesta percentuale di meticci (3%) e di mulatti (2%). La lingua ufficiale è lo spagnolo. La religione predominante è la cattolica (78,3%) seguita dalla protestante (4,6%). L'Uruguay è una Repubblica presidenziale. In base alla Costituzione del 1966, successivamente emendata, la funzione legislativa è esercitata da un Congresso bicamerale, composto dalla Camera dei deputati, che consta di 99 membri, e dal Senato, formato da 30 membri. Entrambe le camere sono elette ogni cinque anni col sistema proporzionale. Il presidente della Repubblica, il quale esercita il potere esecutivo ed è quindi anche capo del Governo, viene eletto a suffragio universale diretto e resta in carica per cinque anni. Amministrativamente l'Uruguay è diviso in 19 dipartimenti. L'unità monetaria è il peso uruguaiano. La capitale è Montevideo (1.325.968 ab.).

IL TERRITORIO

Il territorio dell'Uruguay è prevalentemente pianeggiante con modesti rilievi collinari che prendono il nome di Cuchillas: i due sistemi principali sono la Cuchilla Grande e la Cuchilla de Haedo. L'Uruguay, geologicamente, appartiene al massiccio cristallino brasiliano ed è percorso da una fitta rete di fiumi. Il principale corso d'acqua è l'Uruguay, che segna il confine con l'Argentina e, confluendo nel Paraná, costituisce l'estuario del Río de la Plata. Suo maggiore affluente è il Río Negro, che attraversa il Paese da Est ad Ovest. Numerosi sono anche i corsi d'acqua minori, tributari dell'Uruguay o della laguna Merín. Le coste sono generalmente basse e presentano varie insenature sabbiose, che spesso racchiudono lagune interne, la più vasta delle quali, la laguna Merín, si estende lungo la costa al confine col Brasile. L'Atlantico esercita notevoli influssi sul clima dal Paese rendendolo temperato e variabile, con precipitazioni uniformemente distribuite nel corso dell'anno.

Trapani Cartina dell'Uruguay

Trapani Il centro balneare di Punta del Este, in Uruguay

L'ECONOMIA

Dopo una fase di prosperità, nei primi decenni del XX secolo, il Paese ha conosciuto un periodo di recessione e l'economia presenta gli stessi problemi della maggior parte dei Paesi sudamericani: inflazione galoppante, indebitamento con l'estero, penetrazione del capitale straniero, arretratezza delle strutture, disoccupazione. La congiuntura del 2004-05 è stata tuttavia incoraggiante: il Paese è uscito da cinque anni ininterrotti di recessione, che avevano praticamente dimezzato il PNL, mentre, grazie alla mediazione del Governo, è stato altresì riavviato il dialogo fra imprenditori e sindacati, cosa che non accadeva da almeno dieci anni. L'Uruguay è un Paese a vocazione agricola. Le produzioni più rilevanti sono quelle di riso, frumento, piante oleifere (girasole, soia, ulivo), vite, frutta (agrumi, mele, pesche, pere) e canna da zucchero. La risorsa principale è però l'allevamento, soprattutto di ovini e bovini, che offre carni, lana e cuoio. Le industrie, per lo più concentrate nelle zone di Montevideo e Paysandú, sono per la maggior parte collegate ai settori agro-zootecnico, alimentare, tessile, della gomma, della carta, del tabacco e della pasta di legno. Mancano le industrie pesanti, a causa della scarsità di risorse minerarie (il territorio offre soltanto limitati quantitativi di gesso, talco, quarzo, marmo e granito). La sola risorsa energetica primaria è l'elettricità: l'Uruguay è dunque costretto a importare carbone e petrolio. In cambio esporta carni, lana, cuoio, pesce, riso e grandi quantitativi di legname (in particolare eucalipto); principali partner commerciali sono USA, Argentina e Brasile. La creazione di zone franche ha ridato slancio ad alcuni settori produttivi incrementando le esportazioni. Una voce importante delle entrate economiche del Paese è costituita dall'attività turistica. Le comunicazioni comprendono una rete stradale di 8.733 km, di cui 7.700 km asfaltati, e una rete ferroviaria di 2.993 km. Il fiume Uruguay è navigabile per circa 300 km. Il porto principale è Montevideo, città che ospita anche l'aeroporto principale.

CENNI STORICI

Agli inizi del VI sec. l'attuale territorio dell'Uruguay era abitato, da oltre 10.000 anni, da tre civiltà: i Charrúa, cacciatori nomadi, i Chaná, che svilupparono l'agricoltura sulle rive del fiume Uruguay, e i Guaraní che, oltre ad alcune tecniche agricole, conoscevano perfettamente l'arte della ceramica e la navigazione fluviale in canoa. Sebastiano Caboto fu il primo europeo a penetrare all'interno del Paese lungo il corso dei fiumi Paraná e Uruguay nel 1527 e a fondare il primo nucleo spagnolo nel territorio, dopo che dieci anni prima Juan Díaz de Solís, spintosi all'interno del Río de la Plata, era stato ucciso dagli Indios. Per oltre un secolo i colonizzatori ignorarono la parte orientale dell'Uruguay, finché nel 1611 l'introduzione dell'allevamento di bestiame ad opera del governatore di Asunción Hernando Arias de Saavedra (Hernandarias) trasformò la regione nel cosiddetto «Pascolo del Mare». L'integrazione tra i faeneros e gli indigeni, le cui culture erano state completamente trasformate dall'introduzione nella loro dieta della carne bovina e del cavallo come animale da lavoro, diede origine alla figura del «gaucho» (mandriano). L'estensione della produzione di bestiame nel XVIII sec. comportò l'estinzione di alcune razze e l'impoverimento del suolo. Gli indigeni vennero cacciati a Nord e subirono un graduale genocidio. Nel 1680 i Portoghesi fondarono la colonia di Sacramento di fronte a Buenos Aires. Per molto tempo tale colonia fu disputata tra Portogallo e Spagna. Quest'ultima nel 1724 ordinò al governatore di Buenos Aires di attraversare il Río de la Plata e fondare una fortezza nella baia di Montevideo. Da allora Montevideo dipese fino al 1776 dal viceré del Perú. Nel 1776 le riforme borboniche crearono il vicereame del Río de la Plata con capitale a Buenos Aires, mentre Montevideo divenne la sede del dipartimento marittimo. Nel 1810 la Rivoluzione di maggio scoppiata a Buenos Aires fu condivisa dai piccoli e medi proprietari terrieri, guidati da José Artigas, che divenne ben presto il capo del movimento indipendentista. Capeggiò infatti la Lega federale formata dalla Banda Oriental e dalle province argentine di Córdoba, Corrientes, Entre Ríos, Misiones e Santa Fé. Il territorio della Banda Oriental fu invaso nel 1816 dai Portoghesi, con il tacito appoggio dell'alta società di Buenos Aires e Montevideo, allarmata da quello che definiva il «caos artighista». Attaccato dai Portoghesi, Artigas abbandonò il territorio della provincia diretto in Paraguay, dove rimase fino alla morte nel 1850. Il Portogallo dominò il territorio uruguayano fino al 1823, quando il Brasile ottenne l'indipendenza e l'Uruguay divenne la «Provincia Cisplatina» del Brasile. Nel 1825 gli abitanti della Banda Oriental lanciarono una campagna militare contro il Brasile e il 25 agosto di quell'anno fu dichiarata l'indipendenza con la decisione di riunire i territori anticamente governati dal viceré. La Costituzione della nuova Repubblica Orientale dell'Uruguay, che entrò in vigore il 18 luglio del 1830, prevedeva il diritto di voto solo per i cittadini di sesso maschile che «non dipendessero dal salario per vivere», ovvero coloro che possedevano una certa fortuna. Fino alla fine dell'Ottocento si susseguirono guerre civili con il lento consolidamento di due forze politiche tra le molte: il Partito blanco o nazionale, legato al caudilllo argentino Juan Manuel de Rosas, e quello colorado, legato al capitale europeo e di tendenze liberali. Nel 1865 il dittatore del colorado Venancio Flores inserì l'Uruguay nella Triplice Alleanza con il Brasile e l'Argentina. Sotto la dittatura del colonnello Lorenzo Latorre tra il 1876 e il 1879 fu completata la recinzione dei latifondi, provocando la scomparsa del gaucho e la sua trasformazione in bracciante agricolo. Il settore privato si impadronì della ricchezza rappresentata dal bestiame e dell'accesso al mercato capitalista mondiale dominato dalla Gran Bretagna. Nel 1903 divenne presidente José Battle y Ordóñez del Partito colorado, che gettò le basi dello Stato uruguayano moderno, accogliendo influenze europee, e del primo welfare state dell'America Latina. Alle innovazioni proposte da Battle y Ordóñez, si aggiunsero successivamente l'introduzione di un'estesa legislazione sociale, che prevedeva, tra l'altro, l'istituzione della giornata lavorativa di otto ore e di un sistema pensionistico e fissava il minimo garantito per i lavoratori agricoli. Nei primi anni Quaranta del XX sec. in Uruguay, dove si sviluppò una numerosa classe media con tendenze liberali e un discreto livello di istruzione, si decise inoltre per la separazione tra Stato e Chiesa, fu approvata la legge sul divorzio e nel 1932 la legge sul suffragio alle donne. In virtù di tutti questi cambiamenti l'Uruguay fu definito la «Svizzera americana». Al benessere economico del Paese dei primi decenni del XX sec., si contrapposero gli anni Trenta, caratterizzati da una fortissima recessione derivata dalla Grande depressione. Il presidente Gabriel Terra assunse allora poteri speciali, governando di fatto da dittatore nel 1933. Il suo successore, il generale Alfredo Baldomir, eletto nel 1938, ripristinò la piena democrazia nel 1942. Nei primi anni Quaranta Le esportazioni uruguayane aumentarono durante i due conflitti mondiali. La carne uruguayana e i suoi derivati furono esportati inizialmente per gli Alleati che lottavano contro il Nazismo e il Fascismo in Europa e poi per le truppe americane in Corea. L'allevamento di ovini e bovini, che costituiva il principale prodotto dell'esportazione, rimase invariato, mantenendosi sostanzialmente sui livelli del 1908. Invece di reinvestire nel miglioramento dei mezzi e dei processi di produzione, i proprietari terrieri portarono i loro guadagni all'estero, riversandoli nella speculazione finanziaria. Ciò comportò l'aumento dell'inflazione, la corruzione e un inasprimento delle tensioni sociali. Verso la metà degli anni Cinquanta si registrò un irreversibile ristagno nel settore industriale. Il Governo del Partito blanco si insediò nel 1959, accettando subito le indicazioni economiche del FMI, accelerando la recessione e generando reazioni nei settori dei lavoratori più colpiti dai provvedimenti. Lo scontro sociale si acuì nel 1968, quando il Governo di Jorge Pacheco Areco del Partito colorado congelò i salari. Un vasto movimento di massa, capeggiato dalla Confederazione nazionale dei lavoratori(CNT), si oppose a questa politica. Parallelamente il movimento di guerriglia tupamaros (MLN) fu protagonista di azioni di impatto nazionale. Nel 1971 fu fondato il Fronte Ampio, coalizione di sinistra formatasi attorno a un programma progressista, che candidò Liber Seregni alle elezioni presidenziali dello stesso anno, vinte tuttavia da Juan María Bordaberry, esponente del Partito colorado, nonostante le denunce di brogli da parte del Partito nazionale. Durante il Governo di Bordaberry i militari assunsero il comando della lotta anti-guerriglia e nel 1972 i tupamaros furono sconfitti da «un'azione lampo» che disgregò l'organizzazione con l'impiego sistematico della tortura. Nel 1973 Bordaberry e le Forze armate organizzarono un colpo di Stato, instaurando un Governo composto di civili e militari, sciogliendo il Parlamento e ponendo sotto il controllo militare le istituzioni civili. Durante la dittatura furono vietate le associazioni, i partiti politici e i sindacati, molti furono i «desaparecidos», con una diffusione della tortura e della detenzione arbitraria. L'economia venne radicalmente trasformata attraverso la liberalizzazione, le privatizzazioni e la promozione dell'industria nazionale e degli investimenti stranieri. Il tenore di vita continuò a peggiorare, mentre la brutale repressione degli oppositori al regime rese la dittatura sempre più insostenibile. In cerca di un minimo di prestigio internazionale, nel 1983 il regime permise la nascita del Plenum intersindacale dei lavoratori (PIT), che chiese con forza il rilascio dei prigionieri politici. Iniziarono anche le consultazioni con i dirigenti dei tre partiti riconosciuti dalla dittatura, mentre il Fronte Ampio, il cui presidente si trovava in carcere dai tempi del golpe militare, continuava ad essere considerato illegale. Nel 1984 ripresero i colloqui tra i politici e la giunta militare, ai quali fu ammesso anche il Fronte Ampio. Il leader del Partito nazionale Wilson Ferreira Aldunate fu arrestato nel 1984 mentre rientrava nel Paese e gli fu intimato, così come a Liber Seregni, di non candidarsi alle elezioni di quell'anno. Con la promessa di cambiamenti positivi, il candidato del Partito colorado, Julio María Sanguinetti, vinse le elezioni nazionali. Durante il primo mese di governo fu approvata un'amnistia per tutti i prigionieri politici. Sanguinetti riannodò i rapporti internazionali, appoggiando varie iniziative diplomatiche nell'ambito sudamericano. I suoi primi due anni di governo coincisero con una congiuntura economica internazionale favorevole. Nel 1986 il Parlamento approvò, con il 75% dei voti, un'amnistia a favore dei militari accusati di violazione dei diritti umani. Alle elezioni del 1989 il Partito nazionale vinse con il 37% dei voti e nominò presidente Luís Alberto Lacalle. Il Fronte Ampio, con Tabaré Vásquez, trionfò a Montevideo e la città, per la prima volta nella storia del Paese, ebbe un'amministrazione di sinistra. Lacalle continuò nella politica neoliberista: aumentò la pressione fiscale e promosse le privatizzazioni delle aziende statali. Nel 1991 l'Uruguay approvò, insieme ad Argentina, Brasile e Paraguay, la creazione del Mercosur. Una commissione convocata dal movimento sindacale raccolse le firme necessarie per sottoporre a referendum una legge di privatizzazione delle aziende statali approvata dal Parlamento. Nel 1992 il 72% dei cittadini votò a favore dell'abrogazione della legge. In ogni caso il Governo tentò ancora di privatizzare alcune aziende; in risposta all'Esecutivo i lavoratori della canna da zucchero organizzarono varie manifestazioni nella capitale. Alle elezioni presidenziali del 1994 fu eletto Julio María Sanguinetti, che era già stato presidente dopo la dittatura militare dal 1985 al 1989. Il Fronte Ampio aumentò ancora il proprio elettorato e riconquistò la maggioranza nella capitale con oltre il 43% dei voti. In ottobre l'Uruguay fu il primo Paese a ricevere ufficialmente il presidente cubano Fidel Castro dopo due decenni. Nel 1996 le strutture dei partiti politici furono scosse dalle accuse di corruzione avanzate contro la moglie dell'ex presidente Lacalle e vari dei suoi più stretti collaboratori. Accompagnato dagli industriali, Sanguinetti andò in visita in Cile, Messico e Malesia proponendo l'Uruguay come centro finanziario per gli investimenti nella futura capitale del Mercosur. Nel 1997 l'Uruguay ebbe alcune difficoltà con il Brasile a causa della decisione unilaterale delle autorità brasiliane di limitare le importazioni, violando, secondo Montevideo, gli accordi del trattato del Mercosur. Nelle elezioni presidenziali del 1999 s'impose il candidato del conservatore Partido colorado, Jorge Batlle, il quale ereditò dall'ex presidente Sanguinetti un tasso di disoccupazione pari all'11% e una forte recessione economica, su cui influì la crisi finanziaria brasiliana. A ciò si aggiunsero nel 2000 le perdite subite dal settore agricolo, dovute alla grave siccità che afflisse il Paese dagli ultimi mesi del 1999. Nel giugno del 2000 i trasporti, gli uffici pubblici, le scuole e le banche rimasero paralizzati dallo sciopero indetto dai sindacati PIT e CNT per protestare contro l'aumento della disoccupazione, salita al 12%. Sempre nel 2000 iniziarono i lavori della commissione speciale istituita col compito di indagare sulla scomparsa di 160 persone durante gli anni del regime militare. Nel 2001-02 la situazione economica continuò a peggiorare, arrivando a un momento di forte contrazione determinato anche dalla recessione argentina e dalla politica di svalutazione monetaria portata avanti dal Brasile. Le cose sembrarono migliorare solo a partire dal 2004. Nello stesso anno, in ottobre, le nuove elezioni presidenziali determinarono una svolta importante a livello politico. Per la prima volta, infatti, un esponente socialista ottenne il diritto a ricoprire la massima carica del Paese: si trattava del medico Tabaré Vazquez, alla testa di un'ampia coalizione di centro-sinistra denominata Incontro progressista-Fronte ampio (EP). Tra i primi provvedimenti presi dal neopresidente (insediatosi nel marzo 2005), si segnalarono la ripresa delle relazioni diplomatiche con Cuba (interrotte dal suo predecessore Jorge Batlle), nuovi accordi con il Venezuela e lo stanziamento di fondi pubblici a sostegno delle famiglie più povere; nonché la promessa di investigare a fondo sui crimini commessi nel Paese durante le dittature degli anni Settanta e Ottanta del secolo passato.

Montevideo

(1.325.968 ab.). Capitale della Repubblica dell'Uruguay e capoluogo del dipartimento omonimo (530 kmq), è il massimo centro commerciale, industriale e culturale del Paese. Gode di un clima temperato-caldo che risente del benefico influsso del mare. Grande importanza riveste il porto, per il quale passa la maggior parte dei traffici del Paese. L'economia della città di basa sulla produzione industriale attiva in particolare nei settori alimentare, conciario, chimico, del cemento, delle calzature, del tabacco, del vetro, tessile. Fondata dagli Spagnoli nel 1724, su una penisola che si protende nell'Atlantico, divenne capitale nel 1828. Assediata a lungo dagli Argentini (1843-51), fu difesa da volontari europei, tra i quali gli Italiani guidati da Garibaldi, che vinsero nel 1845 le forze del generale Oribe. Gli ultimi decenni del XIX secolo segnarono l'inizio del suo sviluppo intensificatosi nel XX secolo. La città ha oggi l'aspetto di una modernissima metropoli con grattacieli imponenti. È inoltre diventata un centro turistico rinomato per la bellezza delle sue spiagge.

Trapani Montevideo: piazza Independencia

Salto

(93.117 ab.). Città dell'Uruguay e capoluogo del dipartimento omonimo (14.163 kmq; 123.100 ab.), è la seconda città del Paese per numero di abitanti. Centro industriale (industrie chimiche, farmaceutiche, conserviere, cantieri navali) e commerciale, è anche un importante nodo ferroviario, aereo e fluviale. Nei pressi della città sorge una centrale idroelettrica.

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