Geografia Italia Territorio Storia Economia del VenetoIL PERCORSO ARTISTICO E CULTURALE - Dall'antichità al Romanico - Il Rinascimento - Il Seicento e il Settecento - L'Ottocento e il Novecento PERSONAGGI CELEBRI- CENTRI MINORI Coronavirus Covid-19.GEOGRAFIA - ITALIA - VENETOIL PERCORSO ARTISTICO E CULTURALEDall'antichità al RomanicoTerra di confine e di passaggio, il Veneto ha conosciuto sin dall'antichità, l'opera di diverse civiltà. Preziosi manufatti della cultura greca classica sono stati rinvenuti nella zona di Adria sulle foci del Po. La cittadina, insieme alla vicina Spina, in territorio emiliano, doveva essere punto di raccolta e smistamento del commercio di tutta la Pianura Padana con l'Oriente. Numerose vestigia romane sono visibili a Verona, la città che ancora conserva la fisionomia urbanistica romana, con porte antiche e monumenti. Ma notevoli rovine romane si trovano anche a Vicenza e Oderzo. La discesa dei Barbari costrinse gran parte della popolazione a fuggire dall'entroterra verso le lagune: di questo periodo non è rimasto praticamente nulla a testimonianza delle opere artistiche. E'lo stile romanico che sancisce, con la sua consistente presenza, la riunificazione con il resto dell'arte italiana, nonostante persista il confronto con Venezia bizantina e sebbene a Verona si respirasse un'aria filogermanica e Padova fosse più vicina agli insegnamenti umanistici.
Il RinascimentoAll'inizio del XIV secolo è Padova il fulcro dell'arte pittorica. In città è attivo, forse sin dal 1302, Giotto, chiamato dal banchiere Enrico Scrovegni a lavorare nella cappella adiacente al suo palazzo. Dopo la metà del secolo operano Giusto de' Menabuoi che dipinge cicli monumentali all'interno del Battistero (1375 circa), il veronese Altichiero attivo nella Cappelle di S. Giacomo (1379) e di S. Giorgio al Santo (1384), e l'artista Guariento (che lavora per un certo periodo anche a Venezia) chiamato dai Carraresi, signori locali. Nella stessa città sono attivi anche pittori riminesi o bolognesi, come Jacopo degli Avanzi, che collabora con Altichiero; a Treviso lavora invece Tommaso da Modena (1348-58). Molti pittori e miniatori bolognesi emigrano per motivi politici nel Veneto e in modo particolare a Verona nella prima metà del '300. Verso la metà del secolo uno degli artisti principali che opera a Verona è il lombardo Turone. In campo scultoreo nella città di Verona lavora, agli inizi del secolo, un grande statuario ancora anonimo, il cosiddetto Maestro di S. Anastasia, (notevoli sono i suoi santi-idoli, giganteschi e policromi, caratterizzati da una monumentalità plastica e fortemente anticlassici: di questo gruppo fanno parte il terribile S. Pietro in cattedra, ora nella chiesa di S. Stefano a Verona, e numerose statue di diversa provenienza, attualmente raccolte nel Museo di Castelvecchio). Altre sculture presentano una novità nel suo stile: un'espressione cortese più colta, raffinata e geniale, come le prime Arche scaligere con le statue equestri di Cangrande I e Mastino II. Degni di nota sono anche i monumenti sepolcrali del primo Quattrocento caratterizzati dal fondersi di scultura e pittura così come dimostrano le tombe Thiene in S. Corona a Vicenza, il sepolcro Serego in S. Anastasia a Verona (pittore Michele Giambono, scultore il fiorentino Pietro Lamberti), il monumento Brenzoni in S. Fermo Maggiore a Verona (Pisanello col fiorentino Nanni di Bartolo). A partire dal XIII secolo si nota un profondo influsso della cultura francese non solo sulla letteratura veneta, ma anche sulle arti figurative. Artisti parigini giungono a Venezia e nell'età del Gotico la città gode veramente di un cosmopolitismo artistico, il cui simbolo è il Palazzo della Ca' d'Oro, opera di Matteo Raverti e di Giovanni e Bartolomeo Bon. Nel XV secolo la regione viene unificata sotto il dominio di Venezia: da allora tutti i maggiori artisti della terraferma vengono chiamati in città. E' il caso del cadorino Tiziano Vecellio o del veronese Paolo Caliari. Fondamentali sono gli incontri e gli scambi con la cultura toscana nella prima metà del '400. Donatello lavora a lungo a Padova, lasciandovi opere notevoli e di grande maturità, come l'altare maggiore nella basilica del Santo e il monumento equestre a Gattamelata. Intorno a lui si sviluppa un movimento figurativo umanistico, caratterizzato sia dalla riscoperta dell'antico sia dai viaggi in Grecia e in Asia. Il pittore Francesco Squarcione nativo di Padova, fonda nella sua città una scuola-bottega per giovani artisti, tra cui spicca Andrea Mantegna. Delle opere di quest'ultimo è rimasto ben poco nella regione: il polittico di S. Zeno a Verona e l'impressionante S. Sebastiano alla Ca' d'Oro di Venezia.
In città operano anche Vivarini e Bellini, nel Vicentino Bartolomeo Montagna, nella zona di Treviso Cima e Conegliano, in quella di Verona Morone, padre e figlio, (degno di nota del primo è il ciclo di affreschi nella Biblioteca Sagramoso in S. Bernardino). Col progredire del secolo emergono altre personalità: Carpaccio, Giovanni Bellini. Lo stile di quest'ultimo nasce dalla fusione di varie esperienze figurative del passato a partire da quella bizantina, fino a quella fiamminga, dando origine, alla moderna scuola veneziana di pittura, di cui la staticità è la caratteristica principale. La scultura ha legami fortissimi con la pittura. A Verona oltre all'opera dei Morone si segnala quella di Giovanni Zebellana (suo il Compianto di Cristo di S. Toscana). Le architetture contemporanee costruite da Pietro Lombardo, come S. Maria dei Miracoli o Ca' Dario, sintetizzano una preziosità cromatica, geometrica e luminosa, classica e bizantina insieme. Degne di nota sono anche le costruzioni di Mauro Codussi, come ad esempio la chiesa di S. Zaccaria, modello fondamentale dell'architettura veneziana. Una costante è l'apporto continuo dei maestri toscani, da Andrea del Verrocchio al Sansovino. Ma il '400 è anche il secolo d'oro della tarsia. Degne di nota sono le opere degli artisti legati a Piero della Francesca, e le realizzazioni di fra' Giovanni da Verona, in S. Maria in Organo. Uno dei più importanti artisti del '500 è sicuramente Giorgione, pseudonimo di Giorgio da Castelfranco Veneto, le cui opere sono sparse un po' in tutto il mondo (a Venezia nelle Gallerie dell'Accademia si può ammirare la sua celebre La tempesta). Pregevoli sono anche gli affreschi di Tiziano nella Scuola del Santo di Padova e le sue pale veneziane ai Frari e ai Gesuiti. Molti dei lavori eseguiti dagli artisti veneti (Giorgione, Tiziano, Pordenone, Tintoretto) per abbellire le facciate degli edifici della città di Venezia, sono andati perduti; più cospicue sono invece le testimonianze conservate a Treviso, Feltre, Bassano e soprattutto a Verona. In questa città continuano a prevalere il classicismo e le influenze provenienti dalla Lombardia e da Mantova. Notevoli sono i dipinti di Paolo Morando, di Giovanni Francesco Caroto, di Battista del Moro e di Domenico e Felice Brusasorci (ammirabili nelle sale di Castelvecchio, nelle chiese di S. Maria in Organo, S. Bernardino, S. Giorgio in Braida), ma ben più importante è l'opera di Michele Sanmicheli, geniale architetto militare, realizzatore della stupenda Cappella Pellegrini in S. Bernardino. A Vicenza opera il Palladio, che per un breve periodo si trasferisce a Venezia, dove lavora alle facciate del Redentore e di S. Giorgio Maggiore. Nell'architettura civile veneziana si segnala l'attività del Sansovino, autore della Libreria Marciana e delle prime Procuratie. Palladio è invece uno dei maggiori realizzatori di ville, decorate poi da scultori e stuccatori, come Bartolomeo Ridolfi, l'autore degli imponenti camini di villa della Torre a Fumane e di Palazzo Thiene a Vicenza, e Alessandro Vittoria che, prima delle opere veneziane, lavora a Vicenza (pregevoli i suoi stucchi di Palazzo Bissari e di Palazzo Thiene). Suoi sono inoltre i ritratti di nobili, intellettuali, ammiragli sempre dipinti come antichi condottieri romani. Altri pittori degni di nota sono il Veronese (affreschi di villa Barbaro a Masèr e della chiesa di S. Sebastiano a Venezia ), Jacopo Bassano (dipinti rappresentanti la campagna veneta e la vita agreste, pastorale e artigianale dell'area settentrionale della regione), Pietro Marescalchi. Il pittore tuttavia più significativo, è il Tintoretto. Le sue grandi tele, sono in diverse chiese veneziane, come le sue favolose cene, sempre crepuscolari o notturne. Degne di nota sono anche le opere della chiesa della Madonna dell'Orto e di S. Cassiano, mentre quelle di Palazzo ducale, con poche eccezioni come le Allegorie della Sala dell'Anticollegio, sono opera di artisti appartenenti alla sua bottega, come il quadro del Paradiso, realizzato forse quasi interamente dal figlio Domenico.
Il Seicento e il SettecentoL'arte più diffusa nel '600 è la pittura. Gli artisti lavorano tra Verona, Padova, Vicenza e Venezia. A Verona si diffonde una corrente più naturalistica, di influenza romana ed emiliana: meritevoli di attenzione le cappelle decorate da stuccatori lombardi nella prima parte del secolo, con dipinti di Pasquale Ottino, Alessandro Turchi, Claudio Ridolfi, Pietro Bernardi, Antonio Giarola. A Padova si segnalano Pietro Damini da Castelfranco e il reggiano Luca Ferrari. A Vicenza invece sono attive due personalità completamente antitetiche il 'classicista' Giulio Carpioni e il pittore 'anticlassico' Francesco Maffei, (singolari sono i suoi dipinti nell'oratorio delle Zitelle a Vicenza e in S. Tomaso, a Padova). Anche nel XVII sec. Venezia è punto d'incontro di diversi artisti provenienti da ogni parte d'Italia e d'Europa, con una produzione vastissima di dipinti sia per l'abbellimento di edifici sia per il collezionismo delle gallerie. Oltre alla pittura si evidenzia una vasta produzione scultorea, opera di Francesco Pianta il Giovane (autore del basamento della Sala del Capitolo nella Scuola Grande di S. Rocco) e del bellunese Andrea Brustolon, che diverrà il padre dell'arredo ligneo veneziano. In campo architettonico degna di nota è l'opera di Baldassarre Longhena, progettatore di alcuni edifici della città come la chiesa della Salute o Palazzo Pesaro. Verso la fine del Seicento inizia il periodo d'oro della decorazione in stile francese, i palazzi di Venezia, Treviso, Verona, Padova, Vicenza vengono abbelliti dall'attività di Louis Dorigny. Il Barocco tramonta a poco a poco anche ad opera di artisti veneti, primo fra tutti Gian Battista Tiepolo (notevoli sono gli affreschi di Villa Baglioni a Massanzago, di Villa Pisani a Stra, e di Villa Cordellina e Villa Valmarana a Vicenza, così come i dipinti di alcune chiese di Venezia). Altri pittori degni di nota sono Canaletto, Rosalba Carriera, Pietro Longhi, Sebastiano Ricci, Ignazio Pellegrini, Girolamo Pittoni e Antonio Balestra. Tra i bolognesi determinante è la presenza di quadraturisti e architetti quali Francesco Bibiena (costruttore del Teatro Filarmonica di Verona). Per quanto riguarda la scultura di questo periodo si registra un'elevata qualità, splendide le opere della bottega dei Marinali, attiva a Verona e Vicenza, e quelle della bottega di Antonio Corradini nel Veneto orientale. Nel XVIII secolo si sviluppa notevolmente anche la ceramica soprattutto a Este, Treviso e Bassano, dove alcuni musei conservano esempi pregevoli.
L'Ottocento e il NovecentoL'Ottocento si apre con un evento importantissimo per la storia del Veneto: l'arrivo di Napoleone. Dal punto di vista artistico l'opera dei maestri veneti si afferma principalmente al di fuori della regione. Antonio Canova, uno dei più grandi scultori del secolo, è attivo a Roma; il veneziano Francesco Hayez lavora a Milano così come gli scultori veronesi Innocenzo Fraccaroli e Torquato Della Torre (presenti anche a Firenze). L'unico scultore autoctono operante sul territorio è il trevigiano Arturo Martini, i cui lavori sono esposti al Museo Civico di Treviso. Notevole è anche l'attività architettonica di questo periodo: degni di nota i palazzi e i giardini di Giuseppe Jappelli, rappresentante della nuova borghesia emergente, e le fortezze austriache erette nella zona veronese. La nuova pittura, più che nelle chiese, trova espressione nelle collezioni private. A Verona si forma un gruppo intorno al giovane Felice Casorati, influenzato molto dall'opera di Gustav Klimt. L'attività musicale della Fenice, le rappresentazioni teatrali, le mostre dell'Accademia di Belle Arti o della Ca' Pesaro, fanno di Venezia il centro dell'arte per eccellenza dopo l'Unità d'Italia. Il Novecento è segnato anche dall'opera dell'architetto veneziano Carlo Scarpa, caratterizzata dalla fusione di elementi orientali e viennesi (un esempio è la tomba Brion ad Altivole, Asolo).
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