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Geografia Italia Territorio Storia Economia del Veneto |
Geografia Italia Territorio Storia Economia del Veneto... trapaninfo.it TweetGEOGRAFIA - ITALIA - VENETOIL TERRITORIO CENNI STORICI LE CITTÀ BELLUNO PADOVA ROVIGO TREVISO VERONA VICENZA ITINERARIO ENOLOGICO LUNGO IL BRENTA IN VIAGGIO SUL BURCHIELLO PICCOLO LESSICO
PRESENTAZIONEIl Veneto è situato nella parte nord-orientale della penisola. La sua superficie è di 18.391 kmq. Confina a Nord con l'Austria per un breve tratto, a Ovest con il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, a Sud con l'Emilia-Romagna, a Nord-Est con il Friuli-Venezia Giulia e a Sud-Est è bagnato dal Mare Adriatico. Ospita una popolazione complessiva di 4.527.694 abitanti, con la densità di 246 abitanti per kmq. Il suo territorio prevalentemente pianeggiante è suddiviso in sette province: Venezia, Verona, Padova, Vicenza, Treviso, Rovigo e Belluno, di cui Venezia è il capoluogo di regione. Regione che in passato si presentava tra le più arretrate dell'Italia Settentrionale, negli ultimi decenni ha visto il decollo economico di alcune aree, mentre altre sono rimaste ai margini della vita produttiva.
Belluno(35.050 ab.). La città di Belluno si trova al centro della conca omonima alla destra del Piave. È un mercato agricolo (frutta, vino, legno, bestiame) con industrie alimentari, conciarie, del cemento e del mobile. Belluno è anche un centro di sport invernali.STORIA. Fondata dai Veneti, Bellunum fu municipio sotto i Romani e nel corso del Medioevo divenne Comune. Dopo essere stata Signoria dei da Romano, dei da Camino e dei della Scala, nel 1404 passò alla Repubblica di Venezia e ne seguì le vicende storiche fino all'annessione al Regno d'Italia (1866). ARTE. Tra i punti più caratteristici della città, in cui sono frequenti i portici bassi con arcate ogivali, è da citare la piazza del Mercato, ornata al centro da una fontana quattrocentesca e cinta da edifici rinascimentali (Monte di Pietà, 1501). Il complesso monumentale della piazza del Duomo è costituito dallo splendido Palazzo dei Rettori (attuale Prefettura) in stile rinascimentale-veneziano, che ingloba sul fianco destro la Torre civica (XI-XII sec.), appartenente all'antico Palazzo dei Vescovi-Conti (1190). Il Duomo, che occupa l'area di una preesistente chiesa del XIV secolo (anch'essa edificata su un'antico edificio religioso) fu costruito all'inizio del '500 su disegno di T. Lombardo; il campanile, progettato dallo Juvarra, appartiene agli anni 1732-43.L'interno a tre navate conserva pregevoli tele di J. Bassano, Palma il Giovane, A. Schiavone; nella cripta arca tombale del XIV sec. e due sculture in marmo attribuite a T. Lombardo. Da ricordare sono inoltre le chiese di S. Stefano (1486), tardo-gotica, con sarcofago romano all'esterno e nell'interno affreschi (1487) di J. da Montagnana e candelabri scolpiti di A. Brustolon; S. Pietro (1736, nell'attiguo Seminario Gregoriano, affreschi del bellunense Sebastiano Ricci, XVII-XVIII sec.); S. Rocco (XVI sec., restaurata nell'800). Il Museo Civico ospita, oltre a reperti archeologici d'età romana, opere di scultura e pittura in prevalenza veneta dal XV al XIX sec. (tra cui notevoli sono due Madonne col Bambino di B. Montagna), bronzetti, medaglie e altre testimonianze storiche.
LA PROVINCIA. La provincia di Belluno (209.550 ab.; 3.678 kmq) si estende sul territorio dell'alto bacino del Piave e comprende il Comelico e il Cadore.Principale risorsa è l'agricoltura che produce foraggi, frutta, patate, granoturco. L'allevamento è diffuso. Tra le principali industrie vanno citate le distillerie, le fabbriche di birra, le concerie, le industrie meccaniche ed idroelettriche. Importante è l'industria turistico-alberghiera nelle località di sport invernali. Fra i centri principali ricordiamo Agordo, Auronzo, Cortina d'Ampezzo, Feltre, Pedavena, Pieve di Cadore.
PadovaLa città di Padova (204.870 ab.) è situata nella zona della pianura padano-veneta compresa fra i fiumi Brenta e Bacchiglione. È un importante centro economico e commerciale. Principali industrie sono quelle alimentari, metalmeccaniche, delle fibre tessili artificiali, delle materie plastiche, editoriali e poligrafiche. Padova è anche un centro turistico e per le sue tradizioni religiose è meta di molti fedeli.STORIA. Alleatasi con Roma per difendersi dai Galli, la capitale dei Veneti, Patavium, divenne municipio romano nel 49 a.C. e durante l'Impero fu un importante centro agricolo e commerciale. Occupata da Ostrogoti, Bizantini e Longobardi, la città decadde e si riprese solamente dopo la conquista da parte dei Franchi (fine VIII sec.). Nel XII sec. si costituì in Comune partecipò alle lotte contro Federico Barbarossa (Lega Veronese, 1164) e contro Federico II (seconda Lega Lombarda, 1226). Il periodo comunale fu molto felice per Padova che divenne un importante centro economico e culturale (affermazione della borghesia mercantile e fondazione dell'università nel 1221). Nel 1237 la città fu conquistata da Ezzelino III da Romano che, con il suo dominio (123756), accelerò il passaggio dal Comune alla Signoria, che si affermò con la famiglia dei da Carrara (13181405). Nel 1405 fu occupata da Venezia che la annetté al suo territorio.Padova fu una delle principali città della Repubblica di Venezia di cui seguì le vicende storiche fino all'annessione al Regno d'Italia (1866). ARTE. Centro monumentale della città è la vasta piazza del Santo, dalle caratteristiche case a portici, dove si trovano la basilica di Sant'Antonio, la Scuola di Sant'Antonio e il monumento al Gattamelata. Sulla destra della basilica sono l'oratorio di San Giorgio (XIV secolo, inizialmente mausoleo della famiglia dei Lupi di Soragna; con affreschi di Altichiero storie dei Ss. Caterina e Giorgio, 1377) e la Scuola di Sant'Antonio (1427 e successivi rimaneggiamenti 1504-1505, '700) che conserva affreschi raffiguranti la vita del santo, opera di pittori veneti, fra cui Tiziano. Nel giardino pubblico dell'Arena, dove si trovano i resti dell'anfiteatro romano, è la Cappella degli Scrovegni (1305) il cui interno, completamente affrescato da Giotto, rappresenta una delle vette della pittura italiana di ogni tempo. Altri importanti edifici religiosi di Padova sono il Duomo (XVI sec.), il Battistero (XIII sec.; con affreschi di Giusto de' Menabuoi, XIV sec.), la chiesa degli Eremitani (ricostruita dopo i bombardamenti del 1944), che conserva affreschi di A. Mantegna e la chiesa di Santa Giustina (XVI sec.) che chiude da un lato la splendida spianata di Prato della Valle. Centro della vita cittadina è l'animata piazza Cavour nei pressi della quale è il famoso Caffè Pedrocchi. Percorrendo la via VIII Febbraio si incontrano i palazzi dell'Università con un bel cortile, e del Municipio (XIII sec.; ricostruito nel XVI sec.). Caratteristiche sono piazza delle Erbe e piazza della Frutta, separate dal Palazzo della Ragione (detto il Salone, XIII sec.) dove si svolgevano le riunioni del Parlamento comunale. Da visitare sono anche la piazza dei Signori con la loggia della Gran Guardia (1446-1523), la tomba di Antenore (principe troiano considerato il mitico fondatore della città, 1233), la chiesa di Santa Sofia (XI sec.) e il Museo Civico che possiede una ricca raccolta di dipinti della scuola veneta realizzati dal XIV al XVIII sec.
LA PROVINCIA. La provincia di Padova (849.857 ab.; 2.141 kmq) occupa il territorio del Veneto meridionale compreso fra le province di Vicenza, Treviso, Venezia, Rovigo e Verona. Unici rilievi sono i Colli Euganei. Prodotti dell'agricoltura sono cereali, frutta, foraggi, barbabietole da zucchero, patate, ortaggi; sono inoltre coltivati gli alberi da frutta e la vite (produzione di vini pregiati). Sviluppato è l'allevamento di suini e bovini. Sviluppate sono le industrie vinicole, dolciarie, alimentari, metalmeccaniche, i liquorifici e i pastifici. Fra i centri principali ricordiamo Abano Terme, Cittadella, Este, Monselice, Montagnana, Piove di Sacco. Stra (Padova): la reggia sul Brenta
Luoghi d'interesseS. AntonioLa basilica del Santo (1232-metà XIV sec.), costruita per ospitare la tomba di Sant'Antonio, morto a Padova nel 1231, è una costruzione romanico-gotica su cui si innestano otto cupole in stile bizantino. L'interno è a tre navate ed ha una ricca decorazione. Custodisce sontuosi reliquiari, i magnifici bronzi di Donatello (1443-1450) che ornano l'altare maggiore, e le belle Cappelle di San Felice (affrescata dall'Altichiero e da Iacopo Avanzo, 1377), del beato Luca Belludi (con affreschi di G. de' Menabuoi, 1382), di Sant'Antonio (con rilievi di T. e A. Lombardo e I. Sansovino, 1500-1549; dietro l'altare è l'arca del santo). I monumenti al cardinale Pietro Bembo e al nobile veneziano Alessandro Contarini, sono opera di Michele Sanmicheli. In un'altra cappella è conservato il corpo di Gattamelata. Degno di nota è anche l'organo tardo-ottocentesco, dalle 4189 canne, e l'imponente candelabro (1507-1515) con immagini sacre e allegoriche, realizzato da Andrea Briosco.Monumento al GattamelataQuesta statua equestre fu commissionata a Donatello dalla famiglia del celebre condottiero della Repubblica di Venezia (il cui vero nome era Erasmo da Narni), morto nel 1443. Il monumento al Gattamelata è il capolavoro dello scultore (1453) che seppe infondere un'eroica solennità al gruppo del cavallo e del cavaliere.Cappella degli ScrovegniIn onore del padre, usuraio ricordato anche da Dante nella "Divina Commedia", Enrico Scrovegni fece costruire nel 1303-1305, di fianco al maestoso palazzo della potente famiglia di mercanti e banchieri demolito nel 1827, uno dei monumenti più importanti di Padova, affrescato da Giotto (storie della Vergine e di Cristo) con un ciclo di 38 episodi di straordinario valore per l'innovativo realismo utilizzato dal toscano nell'arte figurativa del tempo. Nello zoccolo delle pareti sono le sette Virtù e i sette Vizi capitali, alla parete d'ingresso, il Giudizio universale. All'altare, Madonna e due angeli, statue di Giovanni Pisano, nelle due nicchie dell'abside, Madonne allattanti di Giusto de' Menabuoi dietro l'altare, sepolcro di Enrico Scrovegni.Padova: l'arte di Giotto nella Cappella degli Scrovegni DuomoL'imponente Cattedrale dedicata a S. Maria Assunta, di origini altomedievali ma rimaneggiata dopo il saccheggio degli Ungari dell'889 e nuovamente dopo il sisma del 1117, venne modificata a metà '500, su disegno molto alterato di Michelangelo. La consacrazione avvenne solo nel 1754. La facciata è in cotto; l'interno a tre navate custodisce dipinti dei Bassano, di Paris Bordon, di Giandomenico Tiepolo, Girolamo Forabosco e del Sassoferrato. Pregevoli anche il trittico di Giorgio Schiavone, una Madonna di Giusto de' Menabuoi e una serie di tavolette trecentesche di Nicoletto Semitecolo, collaboratore di Guariento. Un armadio di metà '500 conserva il Tesoro, il cui pezzo principale è una Croce processionale in argento dorato a bassorilievi del 1228.
BattisteroL'edificio eretto nel secolo XII, divenne mausoleo dei Carraresi nel 1378. All'originaria struttura cubica, ampliata nel 1260, venne aggiunto l'attuale coronamento a tamburo sovrastato da cupola. In seguito fu decorato internamente per volere di Fina Buzzaccarini, consorte di Francesco il Vecchio da Carrara, che venne sepolta qui per prima (nel 1405 i veneziani demolirono la sua tomba e quella del marito), con eccezionale ciclo di affreschi di Giusto de' Menabuoi. Nella volta della cupola il Paradiso, sul tamburo episodi della Genesi, alle pareti episodi del vita di S. Giovanni Battista, di Maria e di Cristo.S. GiustinaL'imponente basilica (1532-79) edificata su precedenti edifici religiosi, ha facciata incompiuta. Il vastissimo interno (è considerata l'undicesima tra gli edifici di culto cristiano per grandezza) suddiviso in tre navate, è ricco di pregevoli opere d'arte, tra cui pala all'altare di fondo, Martirio di S. Giustina, del Veronese, 1575 circa, arca di S. Luca opera pisana del 1316 con straordinari rilievi in alabastro.Chiesa degli EremitaniDedicato ai Ss. Giacomo e Filippo, questo enorme edificio conventuale della fine del Duecento fu gravemente danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Rifatto in seguito conserva ancora pregevoli affreschi di Giusto de' Menabuoi e nella Cappella Ovetari dipinti di Andrea Mantegna, Antonio Vivarini e altri.Chiesa di Santa SofiaEdificio di origini antichissime, l'impianto attuale risale al XII secolo. Esternamente in stile romanico, internamente in stile bizantino, conserva una splendida Madonnadel XIII secolo.Palazzo della RagioneCostruito nel 1218-1219 come sede delle magistrature comunali, è caratterizzato da un ampio spazio interno, il cosidetto Salone. Il tetto a carena di nave è un rifacimento di quello originario sradicato da una tromba d'aria nel 1759; i dipinti di Giotto, andati persi nel 1420 a causa di un grave incendio, sono stati sostituiti da un ciclo di affreschi di scuola giottesca di argomento astronomico. All'interno del Salone si trova la riproduzione della statua equestre del Gattamelata, alcuni pezzi cinque-seicenteschi e la pietra del Vituperio, dove si sedevano i commercianti falliti.Loggia della Gran GuardiaConosciuta anche come loggia del Consiglio, poiché qui all'epoca della Serenissima si riuniva il Maggior Consiglio cittadino, fu iniziata nel 1496 e conclusa solo nel 1553 grazie all'intervento di Giovanni Maria Falconetto, che modificò lo stile dell'edificio (notevole l'influsso lombardesco del secondo periodo di costruzione). All'interno pregevoli affreschi seicenteschi che narrano le origini leggendarie della città e alcuni avvenimenti storici.UniversitàL'edificio principale, detto il Bo per via dell'insegna di una precedente locanda, rappresentante un bue, iniziò ad essere costruito nel 1493. La facciata è stata attribuita a Vincenzo Scamozzi. All'interno alcuni luoghi e pezzi importanti, come ad esempio il primo Teatro anatomico d'Europa, voluto da Girolamo Fabrici d'Acquapendente nel 1594, e la cattedra di Galileo Galilei.
Rovigo(50.289 ab.). La città di Rovigo si trova nella zona centro-settentrionale del Polesine. È un centro agricolo e commerciale con attive industrie alimentari, enologiche, tessili, dei laterizi, delle calzature, dei mobili.STORIA. Il centro di Rovigo sorse intorno al castello fondato nel 920 da papa Giovanni X come presidio per difendere la zona dagli Ungari. Ottone I diede la città agli Este durante il X sec. e nel 1395, dopo la breve Signoria di Francesco Novello da Carrara (1391-93), Niccolò III d'Este la cedette a Venezia. Nel 1438 Rovigo ritornò agli Este e venne definitivamente assoggettata a Venezia nel 1484. Seguì poi le vicende storiche della Repubblica di Venezia fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1866. ARTE. Monumento principale è la chiesa della Beata Vergine del Soccorso , detta anche Rotonda, (1594-1602) opera di F. Zamberlan, con planimetria ottagonale e campanile del 1655 eretto su disegno di Baldassarre Longhena. Nell'interno ricca collezione di dipinti secenteschi veneti. In Piazza Vittorio Emanuele, cuore della vita cittadina, si trovano il Palazzo del Municipio (XVI sec., rimaneggiato nel XVIII), con a fianco la settecentesca Torre dell'Orologio di P. Puttini; il Palazzo Roverella, di cui è conservata parte della costruzione originaria quattrocentesca (di B. Rossetti) e il Palazzo dell'Accademia dei Concordi (1814). Quest'ultimo è sede della Pinacoteca, notevole per l'importanza delle opere esposte tra le quali citiamo l'Incoronazione della Vergine di Nicolò di Pietro, Madonna col Bambino di G. Bellini, ritratti del Piazzetta, Tiepolo e R. Carriera; Venere allo specchio del Mabuse; Morte di Cleopatra di S. Mazzoni. Si possono visitare inoltre anche le raccolte del Museo Archeologico (materiali egizi; reperti protostorici e romani dell'arca polesana). La Pinacoteca del Seminario accoglie dipinti di scuola veneta specie dei secc. XVI-XVII (Cristo al martirio, di Palma il Giovane; San Giovanni Battista, del Piazzetta; Contadinello, di P. Longhi). Di qualche interesse sono la chiesa di S. Francesco, di origine romanico-gotica, trasformata nell'800; il Palazzo Roncale, opera di M. Sanmicheli (1555 ca.); il Duomo, edificato dal Frigimelica (1696), con facciata incompiuta. Nell'interno, a croce latina, sculture e dipinti (Cristo risorto, di Palma il Giovane). LA PROVINCIA. La provincia di Rovigo (242.538 ab.; 1.789 kmq) occupa la parte Sud-orientale della regione e confina con le province di Verona, Padova, Venezia, Ferrara e Mantova ed è bagnata dal mare Adriatico. Il territorio, noto con il nome di Polesine, è attraversato da moltissimi canali naturali ed artificiali ed è stato reso fertile dopo varie bonifiche. L'agricoltura (cereali, barbabietole da zucchero, frutta, foraggi) alimenta l'attività industriale (zuccherifici, molini, industrie alimentari e conserviere). Caratteristica è la lavorazione artigianale della canapa e dei giunchi. Il turismo balneare è diffuso nelle località lungo la costa. Fra i centri principali ricordiamo Adria, Ariano nel Polesine, Arquà Polesine, Badia Polesine, Lendinara, Porto Tolle. Il tempio di Santa Maria del Soccorso a Rovigo
Treviso(80.144 ab.). La città di Treviso è situata nella zona centrale della pianura veneta, alla sinistra del fiume Sile. È un attivo mercato agricolo (cereali, foraggi, vino, frutta, ortaggi) e un centro commerciale con sviluppate industrie nei settori alimentare, metallurgico, meccanico, chimico, della ceramica, dei materiali da costruzione, del vetro.STORIA. Fondata verso la metà del I sec. a.C. Tarvisiumvenne nominata da Carlo Magno capoluogo della marca omonima. Nell'XI sec. si diede un ordinamento comunale e nel XII si schierò contro Federico Barbarossa aderendo alla Lega Veronese (1164). Verso la fine del secolo si affermò la Signoria dei da Camino a cui succedettero i da Romano. Dopo un breve ritorno all'autonomia comunale (uccisione di Alberico da Romano nel 1260) nel 1283 ritornarono a capo della città i da Camino. Durante la Signoria di Gherardo da Camino, Treviso conobbe un periodo di prosperità economica. I successori di Gherardo non continuarono la politica del padre e vennero cacciati da Arrigo VII a cui i Trevigliani avevano chiesto aiuto. Il XIV sec. vide avvicendarsi a capo di Treviso numerose famiglie (conti di Gorizia, della Scala) finché nel 1389 la città entrò a far parte della Repubblica di Venezia di cui seguì le vicende storiche fino all'annessione al Regno d'Italia (1866). ARTE. Il centro storico di Treviso presenta una caratteristica unità stilistica dovuta anche agli affreschi che decorarono le facciate degli edifici medievali e rinascimentali e alle vie a portici. Molto bella è la medievale piazza dei Signori cinta dal Palazzo dei Trecento (1217, così chiamato perché qui si riunivano le assemblee comunali composte appunto da 300 uomini), dal Palazzo del Podestà e dal Palazzo Pretorio. Proseguendo per la centralissima Calmaggiore, con portici e case dei secc. XV e XVI, si arriva al Duomo, ricostruito dal XV al XVIII sec. e preceduto da un pronao neoclassico (1836). Altro importante monumento è la chiesa gotica di San Nicolò (XIII-XIV sec.) con affreschi di Tomaso da Modena (XIV sec.). L'artista fu molto attivo in città e i suoi dipinti sono conservati in numerosi edifici religiosi. Interessanti sono anche le chiese comunicanti di Santa Lucia (XIV sec.) e San Vito (XII-XVI sec.), di San Francesco (XIII sec.), di Santa Caterina dei Servi di Maria (XIV sec.), di Santa Maria Maggiore (XV sec.), la romanica Loggia dei Cavalieri e la Porta San Tomaso (XVI sec.). Il Museo Civico custodisce dipinti di scuola veneta. Treviso: il Palazzo dei Trecento
LA PROVINCIA. La provincia di Treviso (795.264 ab.; 2.477 kmq) occupa la zona centro-orientale del Veneto compresa fra le province di Belluno, Vicenza, Padova, Venezia e Pordenone. Il territorio è pianeggiante; unici rilievi sono il Massiccio del Monte Grappa e le Prealpi Trevigiane. L'economia della provincia è prevalentemente agricola (granoturco, frumento, uva da vino, patate, barbabietole da zucchero, frutta, ortaggi, allevamento del bestiame); le industrie sono legate alla produzione agricola (alimentari, enologiche vini pregiati della zona sono Merlot, Cabernet, Cartizze distillerie grappa di Conegliano). Altre industrie sono quelle metalmeccaniche, tessili, della carta, dei materiali da costruzione, della ceramica. Il turismo è sviluppato nelle località di villeggiatura e di sport invernali, e in quelle di interesse artistico ed enologico. Fra i centri principali ricordiamo: Asolo, Castelfranco Veneto, Conegliano, Mogliano Veneto, Montebelluna, Oderzo, Roncade, Valdobbiadene, Vedelago, Villorba, Vittorio Veneto.
Luoghi d'interesseDuomoCostruito tra l'XI e il XII secolo sulle fondamenta di un edificio religioso paleocristiano, e rimaneggiato più volte, il Duomo è un misto di stili e forme. Le cappelle absidali, opera di Pietro Lombardo risalgono, furono realizzate tra il '400 e il '500; le cupole vennero aggiunte nel XVIII secolo da Andrea Memmo e Giovanni Antonio Selva, nello stesso periodo avvenne anche una generale ristrutturazione, mentre il pronao neoclassico della facciata fu eseguito attorno al 1840. L'interno a tre navate custodisce pregevoli opere d'arte (Adorazione dei Pastori di Paris Bordone, Annunciazione di Tiziano, sculture di P. e T. Lombardo, affreschi del Pordenone).S. Lucia e S. VitoLa chiesetta di S. Lucia venne costruita a metà del Trecento, come ampliamento della chiesa di S. Maria delle Carceri, andata in seguito distrutta. L'interno a tre navate custodisce dipinti pregevoli tra cui una Madonna con Bambino di Tommaso da Modena. L'attigua chiesa di S. Vito, più antica di circa tre secoli, subì un radicale cambiamento nel '500. Degni di nota la cappella dell'impianto originario (a destra dell'altare maggiore) e il dipinto di Marco Vecellio, cugino e collaboratore di Tiziano.S. NicolòQuesta imponente chiesa, iniziata nel 1231 dai Domenicani, fu terminata solo grazie alla sovvenzione di Papa Benedetto XI, trevigiano di nascita. L'interno, a tre navate, suddiviso da 12 colonne, è ricco di affreschi opera del maestro Tommaso da Modena (fine Trecento), e di altri artisti. Degno di nota l'altare del Cristo Risorto, in marmo, proveniente dalla scomparsa chiesa di S. Chiara. Attiguo è l'antico convento, oggi sede del seminario vescovile (da visitare la Sala del Capitolo, con gli splendidi ritratti di Domenicani illustri, eseguiti da Tommaso da Modena).S. FrancescoLa chiesa custodisce i membri della famiglia Da Camino e il corpo della figlia di Francesco Petrarca, inoltre si trova il sepolcro del figlio di Dante Alighieri. Pregevoli gli affreschi eseguiti da allievi della scuola di Tommaso da Modena e dal maestro stesso.S. Caterina dei Servi di MariaChiesa del complesso conventuale fondato nel 1346 sulle fondamenta di un vecchi palazzo dei Da Camino. L'edificio intero chiuso da Venezia nel 1772 e gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale, fu restaurato in seguito anche grazie all'opera di Carlo Scarpa. All'interno della chiesa pregevoli dipinti di Tommaso da Modena (storie di S. Orsola) una volta proprietà della chiesa di S. Margherita. Degno di nota due affreschi attribuiti a Pisanello: Le storie di S. Eligio e Madonna fra santi.S. Maria MaggioreConosciuta anche come Santuario della Madonna Granda, la chiesa originaria dell'VIII sec. fu più volte ricostruita in seguito alle demolizioni per la costruzione delle mura (1511). All'interno degni di nota monumento a Mercurio Bua opera di Bambaja (1522) e tempietto della Madonna (1492) in stile lombardesco.
Verona(253.208 ab.). La città di Verona è situata ai piedi dei Monti Lessini ed è attraversata dal fiume Adige. È un importante centro agricolo e commerciale con industrie della carta, grafiche ed editoriali, meccaniche, chimiche ed alimentari. È anche un frequentato centro turistico per il suo patrimonio artistico e le manifestazioni culturali che vi si svolgono.STORIA. Verona era probabilmente un centro dei Galli Cenomani quando venne conquistata dai Romani che ne fecero una loro colonia nell'89 a.C. Durante le invasioni barbariche fu occupata da Ostrogoti e Longobardi. Nel XII sec. venne costituito il Comune che partecipò attivamente alle lotte contro Federico Barbarossa (Lega Veronese del 1164). Nel XIII sec. fu governata da Ezzelino da Romano (1232-59) e poi dai Della Scala, sotto la cui Signoria divenne molto potente e importante. Nel 1405 fu sottomessa dalla Repubblica di Venezia della quale seguì le vicende storiche fino all'occupazione francese del 1796. Ceduta all'Austria col trattato di Campoformio, ritornò ai Francesi nel 1805 e dopo il Congresso di Vienna fu nuovamente assegnata all'Impero Austriaco. Nel 1866 venne annessa al Regno d'Italia.
ARTE. La città di Verona riveste grande importanza sotto il profilo artistico e storico in quanto sede di una delle più fastose corti rinascimentali, quella degli Scaligeri. Il volto attuale di Verona deve gran parte del suo fascino alla stratificazione, lungo l'arco dei secoli, di testimonianze artistiche romane, gotiche, rinascimentali, barocche tutte di notevole rilievo ad iniziare dalla ben nota Arena. Oltre a Piazza Bra che presenta l'Arena, il neoclassico Palazzo del Municipio e quello della Gran Guardia, barocco, mete turisticamente molto frequentate sono la Piazza dei Signori, sede in passato delle più importanti istituzioni pubbliche, che avevano sede nel Palazzo del Comune o della Ragione (XII sec.), sormontato dall'imponente Torre dei Lamberti (XII-XV sec.), nel Palazzo dei Tribunali, nel Palazzo del Governo, con bel portale del Sanmicheli (1532) e nella Loggia del Consiglio (XV sec.), raffinato capolavoro dell'architettura veneto-rinascimentale, adorna di un elegante decorazione a fresco e scultorea. Nel suggestivo angolo compreso tra il palazzo dei della Scala e la chiesa di S. Maria Antica, in stile romanico (XII sec.) sorgono le Arche Scaligere, tombe monumentali degli antichi Signori della città. In stile gotico domenicano venne costruita anche la chiesa di S. Anastasia (1290) conclusa nel 1481 e nota per i dipinti che ne ornano l'interno. Meritano una visita non affrettata anche il Duomo (1139-87); S. Fermo Maggiore, costituita da due edifici l'uno romanico (XI-XII sec.) e l'altro gotico (XIV), sovrapposti; SS. Nazaro e Celso (1483, nell'interno bel repertorio di pittura veneta rinascimentale); S. Bernardino (1451-66); S. Maria in Organo (con le tarsie di Fra Giovanni da Verona negli stalli del coro) e San Zeno Maggiore (XII sec.), romanica. La Verona cinquecentesca, sfondo della drammatica vicenda di Romeo e Giulietta narrata da Shakespeare, si ritrova soprattutto nelle opere di Michele Sanmicheli, architetto e urbanista veronese, autore delle porte monumentali (Porta Palio, 1542-57) della cinta muraria, dei Palazzi Pompei (attuale sede del Museo di Storia Naturale, con i famosi fossili eocenici di Bolca), Bevilacqua, Canossa e la cupola di S. Giorgio in Braida (nell'interno della chiesa sono custoditi due dipinti pregevoli di Tintoretto, Battesimo di Gesù, e di Veronese, Martirio di San Giorgio). Sede del Civico Museo d'Arte è oggi il maestoso Castelvecchio, residenza fortificata fatta erigere da Cangrande II nel XIV sec. sulla sponda dell'Adige e unita alla riva opposta del fiume dal ponte Scaligero. I dipinti esposti appartengono principalmente alla scuola veronese dal XIV al XVIII sec. Ricordiamo: la Madonna del Roseto di Stefano da Verona; la Madonna della quaglia di Pisanello; due Madonne di G. Bellini; il Concerto all'aperto di Tintoretto; Ritratto di fanciullo di G.F. Caroto. Verona: veduta sull'Adige
LA PROVINCIA. La provincia di Verona (826.582 ab.; 3.121 kmq) si estende su un territorio in parte pianeggiante in parte montuoso e collinare, nella zona Sud-occidentale del Veneto. Confina con il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e le province di Rovigo, Padova, Vicenza e comprende la sponda orientale del lago di Garda. Fiume principale è l'Adige. l'economia della provincia è essenzialmente agricola (vigneti, barbabietole da zucchero, ortaggi, frumento, mais, frutta, foraggi, allevamento). Importante è l'industria della trasformazione dei prodotti agricoli; altre industrie sono quelle enologiche, chimiche, del mobile, tessili e delle calzature. Notevole è la lavorazione artigianale dei mobili d'arte, del ferro battuto, del vimini e della paglia. L'industria turistico-alberghiera è sviluppata lungo il Garda (Riviera degli Ulivi) e nelle località climatiche delle colline e dei Monti Lessini. Fra i centri principali ricordiamo: Cerea, Isola della Scala, Legnago, Peschiera del Garda, San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto, Villafranca di Verona.
Luoghi d'interesseArenaAnfiteatro tra i meglio conservati, è il terzo in Italia per grandezza (può ospitare fino a 25.000 persone). Edificata nei primi decenni del I sec. a.C., è con tutta probabilità il simbolo della città. In epoca romana si svolgevano qui le lotte tra i gladiatori o le battaglie navali; poi durante le persecuzioni dei cristiani fu teatro di molti martiri. Dopo un lungo periodo di abbandono l'Arena tornò ad ospitare spettacoli teatrali nel Settecento, ma fu solo dopo il 1913 che riacquistò grande prestigio grazie a una celebre edizione dell'"Aida" che inaugurò la prima Estate veronese voluta dal tenore veneto Giovanni Martinelli. Da allora l'Arena ospita ogni anno manifestazioni e spettacoli - in particolare lirici - di fama internazionale, eseguiti da personalità eccezionali: Maria Callas debuttò qui nel 1947 e Luciano Pavarotti, Placido Domingo e José Carreras hanno più volte cantato in questo grande spazio all'aperto.Arche scaligereRicche di rilievi scultorei sono un singolare esempio di arte funeraria gotica, sormontate dalle statue equestri dei cavalieri a cui le arche sono dedicate. Quella di Cangrande I, opera del Maestro di S. Anastasia, ha una cuspide molto alta sulla quale svetta una copia della statua equestre che lo rappresenta; quella di Mastino II è caratterizzata da un sarcofago con statua del defunto, presidiata da quattro angeli e sopra un baldacchino ben decorato, in cima si trova la statua equestre; l'arca di Cansignorio, realizzata da Bonino da Campione , è costituita da un sarcofago con statua e decorazioni sulla vita di Gesù.DuomoEdificato sul sito di antiche chiese cristiane (IV-IX sec.) in seguito al terremoto del 1117, fu rimaneggiato nel 1444 e terminato alla fine del VI secolo. La facciata in stile romanico, venne completata solo tra il 1565-1606. Elemento caratteristico è il protiro su due piani: il primo arco è in marmo sorretto da colonnine e grifoni, il secondo è in tufo con colonne che poggiano su leoni stilofori. Numerosi sono i dipinti, fra i quali spicca l'Assunta di Tiziano. Degna di nota è l'acquasantiera sorretta da cariatidi del XII secolo. Il campanile è purtroppo rimasto incompiuto.S. AnastasiaImponente chiesa in stile gotico fatta costruire dai Domenicani tra il 1290-1481, fu rimaneggiata alla fine dell'Ottocento. All'esterno è caratterizzata da un bel portale gemino in marmo policromo, decorato da rilievi e affreschi nelle lunette, e dal campanile attiguo. L'interno a tre navate, è ricco di dipinti e decorazioni varie (le volte a crociera sono adorne di motivi vegetali e immagini di santi), la decorazione del pavimento è opera di Pietro da Porlezza (1462). Particolari sono le acquesantiere, dette dei Gobbi (XVI sec.). Tra i numerosi e pregevoli dipinti, degno di nota è S. Giorgio che parte per liberare la donzella dal drago di Pisanello.
S. Fermo MaggioreQuesta basilica, parte di un monastero benedettino prima e francescano poi, è composta da due edifici sovrapposti, costruiti a partire dal 1065. La facciata gotica (1350 circa) è divisa in due da una serie d'archetti in parte cieca: sotto è in tufo e appartiene all'antica chiesa romanica; sopra si tratta di un rivestimento murario a fasce alternate di tufo e cotto. Il portale alla sommità della gradinata è romanico; nella lunetta si trova una statua di S. Francesco, del XV sec. La porta bronzea di Luciano Minguzzi è moderna (1984-88). Il bel portale laterale ad arco acuto e marmi policromi (1363) è abbellito da sculture del XIV-XV sec. ed è preceduto da un ampio protiro del XV sec. Straorinario il complesso absidale, affacciato su un giardino nei pressi dell'Adige. La parte più antica dell'edificio è quindi quella inferiore, in stile romanico, con elementi originari: l'interno a croce latina, è diviso in tre navate e caratterizzato da volte a crociera e dipinti del XI-XIII secolo. La chiesa superiore, datata 1320, in stile gotico, a croce latina e navata unica, è caratterizzata invece da uno splendido soffitto ligneo (1314), numerosi affreschi e monumenti funebri (XIV-XVI sec.), alcuni dei quali opera di Michele Sanmicheli (1523). Degno di nota è il pulpito (fine XIV sec.), in marmi policromi con cuspide in legno dipinto. Il campanile eretto nel XIII secolo, ha la cella campanaria costituita da trifore, e cuspide conica.S. Zeno MaggioreImponente basilica romanica della fine del IX sec., danneggiata gravemente durante il terremoto del 1117, fu ricostruita tra il 1120-38 e rimaneggiata in seguito. E' caratterizzata da un magnifico portale bronzeo scolpito, con ai lati rilievi di maestro Nicolò (1138), in cima alla facciata un enorme rosone scolpito da Briotolo agli inizi del Duecento. All'interno è conservato uno dei capolavori di Andrea Mantegna: il trittico raffigurante Madonna e Santi (1456-59); il soffitto è a carena di nave (1386). Particolare il battistero di fine XII sec., caratterizzato da un'enorme vasca in porfido proveniente dalle terme romane. Il campanile in tufo e cotto risale al XII secolo, l'abside gotica è invece del 1398.S. BernardinoEdificio in stile gotico-rinascimentale costruito verso la metà del '400, è sormontato da pinnacoli in forma gotica e caratterizzato da un portale rinascimentale (1474) adorno di statue. L'interno a due navate asimmetriche è decorato con dipinti opera di maestri veronesi del XV-XVI sec. La mano di Michele Sanmicheli è visibile nella Cappella Pellegrini.S. Maria in OrganoQuesto antico edificio benedettino dell'VIII sec. fu rimaneggiato nel 1481 e l'impianto attuale risale proprio a quel periodo, tranne la facciata modificata da Sanmicheli, che la ricoprì di marmo e vi aprì tre arcate, rendendola simile al Tempio malatestiano di Rimini. L'interno a croce latina suddivisa in tre navate, è ricco di dipinti rinascimentali. La cripta è un esempio del preromanico italiano con resti della chiesa altomedievale.CastelvecchioImponente fortezza del Trecento, fu edificata per volere di Cangrande II della Scala, sul sito occupato da un antico castrum romano. La sua funzione era duplice: residenza signorile e presidio difensivo sia verso attacchi dalla città sia verso il ponte che permetteva il collegamento con la strada per il Tirolo. Costituito da due nuclei, divisi da un tratto delle mura duecentesche e sette torri perimetrali; a destra c'era il cortile maggiore, e la piazza d'armi; a sinistra si trovava la vera e propria reggia scaligera, con cortile più stretto e doppia cinta muraria. Al centro, l'alta Torre del Mastio (1375), da cui si accede al Ponte Scaligero sull'Adige. Dopo la caduta degli Scaligeri Castelvecchio divenne deposito d'armi per i veneziani e nel '700 ospitò l'Accademia Militare della Serenissima; in seguito, sotto il dominio francese e quello austriaco, fu utilizzato come caserma. Nel 1923 avvenne un restauro con il quale si limarono via i caratteri militari del monumento, si introdussero elementi architettonici tardo-gotici e rinascimentali di reimpiego e si ricollocarono le merlature e le coperture delle torri, eliminate in epoca napoleonica. Dal 1928 è sede del Civico Museo d'Arte.
Vicenza(107.223 ab.). La città di Vicenza si trova ai piedi dei Monti Berici ed è un centro agricolo e commerciale con attive industrie alimentari, tessili, siderurgiche, meccaniche, farmaceutiche.STORIA. Il centro romano di Vicetia divenne ducato sotto i Longobardi e nel XII sec. si diede ordinamenti comunali. Il Comune di Vicenza partecipò alla Lega Veronese contro Federico Barbarossa (1164). Durante il XII e il XIII sec. fu travagliato da lotte interne che portarono alla dominazione di Ezzelino da Romano (1236-59), alla fine della quale la città divenne Signoria dei della Scala. Occupata nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti, Vicenza entrò nel 1404 a far parte della Repubblica di Venezia di cui seguì le vicende storiche fino all'annessione al Regno d'Italia (1866). ARTE. Arteria principale di Vicenza è corso Andrea Palladio, dedicato al grande architetto (1508-80) che diede un nuovo volto all'architettura cittadina, realizzando uno stile classicheggiante nobile e luminoso. Lungo il corso si possono ammirare i Palazzi Bonin-Thiene, Capra, il Palazzo del Comune, opera di Vincenzo Scamozzi (1592) continuatore della tradizione palladiana, e il Palazzo Da Schio (Ca' d'Oro), capolavoro dello stile gotico-veneziano (XV sec.) come i Palazzi Thiene e Braschi (entrambi XV sec.). Edifici in stile gotico-veneziano fiancheggiano Contrà Porti (Cavalloni-Thiene, Thiene, Casa Sperotti-Trissino, Palazzo Porto-Breganze, Colleoni Porte) e Contrà Zanella (Casa Fontana-Sesso Zen). Di Andrea Palladio sono il Palazzo Porto-Barbaran (1570), il Palazzo Valmarana (1566), la loggia del Capitanio (1571) e i grandi monumenti cittadini: la basilica, il Palazzo Chiericati e il Teatro Olimpico. Da visitare sono anche il Duomo (XIV-XVI sec.) con un'elegante abside rinascimentale (1402-1508) e le chiese di San Lorenzo (XIII sec.) e di Santa Corona (1261). Poco distante da Vicenza è un altro capolavoro del Palladio, La villa de la Rotonda, terminata dallo Scamozzi nel 1606. È una costruzione a pianta quadrata sormontata da una grande cupola. Il nome è dovuto alla forma circolare della sala centrale a cui conducono i corridoi che partono dai quattro ingressi. Vicenza: la villa La Rotonda del Palladio (1550)
LA PROVINCIA. La provincia di Vicenza (794.3177 ab.; 2.722 kmq) occupa la zona centro-settentrionale del Veneto e confina con le province di Verona, Padova, Treviso, Belluno e Trento. Il territorio è montuoso (altopiano di Asiago, Monti Lessini, Monti Berici), collinare e pianeggiante ed è attraversato dai fiumi Brenta e Bacchiglione. Prodotti dell'agricoltura sono frumento, granoturco, uva da tavola e da vino (Tocai, Cabernet, Pinot, Durello), patate, frutta e ortaggi. Attive sono le industrie tessili, della lana, del cotone, dell'abbigliamento, della vinificazione ed alimentari. L'industria turistico-alberghiera è sviluppata nelle località di montagna (altopiano di Asiago, Piccole Dolomiti) e di interesse artistico. Fra i centri principali ricordiamo: Asiago, Arzignano, Bassano del Grappa, Lonigo, Marostica, Montecchio Maggiore, Recoaro Terme, Schio, Thiene, Valdagno.
Luoghi d'interesseBasilicaLa basilica (1549-1617), nella bella piazza dei Signori, è uno dei più importanti edifici del Rinascimento veneto. Venne realizzata dal Palladio che rivestì con marmi sontuosi il preesistente Palazzo della Ragione conferendogli un solenne aspetto classico. I loggiati sono coronati da una balaustra con 23 statue e da una cupola a forma di carena di nave, in piombo e legno. Al piano superiore si accede per mezzo di due scalinate, una del XV sec. e l'altra del 1612; l'ampio salone è caratterizzato da 24 finestre ogivali. Attigui alla basilica sono la torre di Piazza, alta 82 metri, e il nucleo antico del Palazzo del Podestà (XII sec.), rimaneggiato una prima volta nel 1293 in forme gotiche e successivamente nel '500, con una nuova facciata e una scala che porta alla basilica, alla quale fu collegato durante il restauro del 1611.Palazzo ChiericatiPalazzo Chiericati, altro esempio della solennità dello stile palladiano, con portico a colonnati che scandiscono lo spazio (1551). È sede del Museo Civico che ospita una bella pinacoteca con dipinti di scuola veneta dal XIV al XVIII sec.Teatro OlimpicoLa realizzazione del Teatro Olimpico venne affidata al Palladio nel 1580, pochi mesi prima della sua morte e venne completata dal figlio Silla e da Vincenzo Scamozzi. Al teatro, inglobato all'interno di Palazzo del Territorio, si accede per mezzo della postuma Porta dell'Armamentario (1600). L'interno si ispira ai teatri romani con gradinata ellittica e ha una bella scena fissa, opera dello Scamozzi. La decorazione degli spazi è pregevole: statue, colonne, fregi, pilastri e timpani. La cavea occupa quasi metà dello spazio intero, l'orchestra è dominata dalla fronte scenica; la sala attigua, l'Odeo, opera di Scamozzi, veniva usata per le riunioni dell'Accademia degli Olimpici, una delle associazioni più importanti della Vicenza tardo-rinascimentale.DuomoEdificato nel 1267-90 su un precedente edificio religioso del V secolo, venne rimaneggiato nel 1444-80 con l'introduzione di elementi tardo-gotici. La facciata risale a questo periodo (1467), la tribuna di Lorenzo da Bologna e la cupola del Palladio sono invece più recenti (rispettivamente 1482 e 1574). Attigua è il campanile romanico dell'XI secolo. L'interno a navata unica conserva dipinti e statue datate tra il XIV e il XVIII sec. opera di artisti veneti quali Francesco Maffei, G.B. Maganza il Vecchio, Lorenzo Veneziano, Alessandro Maganza, Bartolomeo Montagna, Giovanni da Porlezza e Girolamo Pittoni. Nella cripta si possono ammirare resti di una strada e di antiche abitazioni romane.S. LorenzoCostruita a partire dal 1280, questa chiesa francescana ha facciata a capanna e portale decorato in lunetta e colonne abbellite da statue di personaggi biblici opera di Andriolo de' Santi e compagni (1324-44). L'interno a tre navate è caratterizzato da dipinti e bassorilievi eseguiti da maestri veneti tra la fine del Quattrocento e la metà del Seicento circa.Santa CoronaEdificata tra il 1260-70 per ospitare le reliquie di Santa Spina, venne rimaneggiata più volte (prima volta tra il 1480-82). La facciata odierna risale al 1872. All'interno pregevoli opere: Beato Carrerio di Francesco Maffei, Adorazione dei Magi del Veronese, dipinti di Maganza il Giovane e allievi. Stupende sono anche Cappella Thiene realizzata nel 1390 e modificata in seguito da Francesco Muttoni nel 1725 in stile rococò, e Cappella Valmarana del Palladio (1576). Degni di nota anche i diversi altari.
ITINERARIO ENOLOGICONonostante anche il Veneto abbia subito considerevoli modificazioni in seguito al processo di industrializzazione, l'agricoltura ha largo posto e la produzione vinicola è tra le più significative. La tradizione enologica della regione è millenaria: nei fossili rinvenuti a Bolca, Cisano, Fimon vi sono resti di viti e vinaccioli, che testimoniano di una attività di viticoltura tra le più antiche. Nell'antichità furono certamente i Romani a dare ulteriore impulso alla viticoltura veneta, già avviata nei secoli precedenti dalle genti Atestine prima e dagli Etruschi poi. Nei secoli successivi la produzione di buon vino divenne una vera e propria arte, all'insegna della qualità. Oggi il Veneto occupa uno dei primissimi posti nella graduatoria delle regioni viticole italiane: nel 1981 la superficie destinata alla coltura della vite era di circa 175.000 ettari, di cui 119.000 a coltura specializzata. Nel Veneto sono produttrici di vini a denominazione di origine controllata (DOC) le province di Padova, Treviso, Vicenza, Venezia e Verona; quest'ultima con 1.200.000 ettolitri detiene il primato esclusivo della produzione vinicola DOC fra tutte le province italiane. Tra l'élite dei vini DOC meritano una menzione particolare: nel Veronese, il Recioto della Valpolicella, rosso, il Recioto di Soave, bianco, vino liquoroso, pregevoli vini da dessert; l'Amarone della Valpolicella, vino da arrosti; nel Vicentino, il Breganze-Cabernet, il Tocai rosso; nel Padovano, il Moscato dei Colli Euganei; nel Trevigiano, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene di cui il Tipo Superiore Cartizze rappresenta il più pregiato; nella terraferma veneziana, il Tocai di Lison e il Merlot di Piamaggiore, vino fine da pasto. Alcuni tra i vini prodotti nel Veronese si sono affermati in tutto il mondo. Bardolino, Soave, Valpolicella sono tre fra i cinque vini italiani tutelati dalla legislazione statunitense: questo significa che nessuno può, all'estero, produrre vini che abbiano tale denominazione, e ciò è indice dell'alta qualità di questi prodotti veneti.
LUNGO IL BRENTA IN VIAGGIO SUL BURCHIELLONiente è più dolce e riposante che lasciarsi trasportare dalle acque di un fiume e intanto poter ammirare la natura circostante, ancora intatta o arricchita da splendidi monumenti che si fondono armoniosamente con essa. È questo l'itinerario seguito dal Burchiello, il battello fluviale che parte da Padova e, scendendo lungo il fiume Brenta, arriva sino a Venezia. Quest'imbarcazione che collega le due città venete esisteva già nel Settecento e offriva un viaggio e uno svago molto amato dai personaggi dell'epoca, come Goldoni, Casanova, Goethe e Byron. Il battello rappresentava non solo un luogo di incontri e di piacevoli conversazioni, ma anche il mezzo che permetteva di far visita a tutte le ville patrizie che si affacciano sulle rive del fiume, così come accade oggi. Si parte da Padova, dal pontile Bassanello. Poi, tra anse silenziose che attraversano la campagna coltivata o la natura incontaminata, il Burchiello tocca Noventa Padovana, con le ville Giovanelli, Grimani-Valmarana e Giustiani; Stra, ove tra gli innumerevoli edifici spicca il gioiello architettonico di villa Pisani, detta "La Nazionale"; Fiesso d'Artico (ville Olivieri, Soranzo e Barbariga, ricche di tesori d'arte) e Mira, con villa Widman-Foscari. Il lento battello, giunto a Oriago, compie una sosta, utile non solo per ristorarsi, ma anche per prepararsi a visitare l'ultima famosa costruzione, la perla delle ville venete. Si tratta della Malcontenta, superba opera di Andrea Palladio, edificio dalla struttura architettonica perfetta, situato in uno scenario naturale splendido. Il Burchiello prosegue poi verso la laguna, dove il Brenta sfocia nel mare, e approda finalmente a Venezia.
PICCOLO LESSICOCampielloA Venezia è la piazzuola nella quale sboccano le calli.GardalandPosto sulle rive del lago di Garda, da cui prende il nome, è uno dei parchi di divertimenti più grandi e famosi d'Italia e d'Europa: la risposta italiana al celebre Disneyworld. Numerose sono le attrazioni che ogni anno catturano bambini e adulti.GondolaSpeciale imbarcazione di legno a remi, in uso per il trasporto delle persone nella laguna di Venezia; ha scafo elegante e slanciato ad estremità molto rialzate, munita a prora di un caratteristico ornamento (ferro), al centro, spesso, di un riparo amovibile (felze) per i passeggeri, a poppa di un ripiano per il gondoliere; il colore tradizionale è il nero: la propulsione è ad un solo remo.MerlettoGuarnizione caratterizzata da motivi decorativi a punte e piccoli trafori, usata come ornamento nell'abbigliamento o nella biancheria. È un tessuto ottenuto intrecciando, annodando o cucendo fili di seta, di refe, d'oro, d'argento, ecc.È detto anche trina. L'arte del merletto è stata fin dall'antichità strettamente connessa con l'arte del ricamo, ed è dal ricamo a intaglio che il merletto trae la sua origine. Il suo nome è dovuto alla somiglianza coi merli degli edifici medievali. Il merletto è costituito di due parti: il fondo e il disegno. Il disegno, o toile, viene eseguito contemporaneamente al fondo oppure separatamente, e in questo caso si dice applicato. I punti che decorano i trafori di un disegno si chiamano jours. Vi sono varie specie di merletti: ad ago o trina, a fuselli e ago o misti, all'uncinetto.
PolesineRegione corrispondente alla provincia di Rovigo, compresa fra i fiumi Adige e Po nei tratti terminali del loro corso: copre una superficie di circa 1.800 kmq. la zona, costituita da terre alluvionali recenti, è soggetta a lente ma costanti modificazioni per l'estendersi del delta del Po e per un continuo abbassamento del terreno; richiede accurate strutture idrauliche, organizzate con una fitta rete di canali. La popolazione è andata diminuendo negli ultimi anni per le continue emigrazioni verso aree economiche più sviluppate. L'agricoltura produce soprattutto frumento, mais, riso, barbabietola, canapa. Tra le altre attività: pollicoltura, piscicoltura, bachicoltura; zuccherifici.PolentaLa polenta è il simbolo popolare della cucina veneta; in questa regione si sono sperimentate tutte le variazioni gastronomiche possibili di questo cibo. A Venezia esistevano dolci rustici, molto comuni, fatti con farina gialla prima della scoperta dell'America. Probabilmente il mais arrivò nel Veneto grazie ai traffici veneziani con l'Oriente, sin dai tempi più remoti. Diverse sono le ricette: polenta impastizada, polenta infasolà, polenta onta e altre ancora. La polenta accompagna il pesce del litorale (meglio se bianca e di solito grigliata), così come gli insaccati della montagna (gialla e piuttosto molle) e non solo.Radicchio di TrevisoQuesta varietà d'insalata dai colori bianco e purpureo, ottenuti per mezzo di un processo d'imbianchimento al chiuso, è uno dei vanti della città, che la celebra annualmente con una festa prima di Natale. Secondo alcuni studiosi la coltivazione del radicchio in provincia di Treviso, iniziò a partire dalla seconda metà del Cinquecento; attestazioni scritte si hanno dal 1850 in poi. La consacrazione ufficiale del radicchio rosso come pregiato ortaggio invernale simbolo di Treviso e protagonista delle tavole avviene per opera di Giuseppe Benzi, un agronomo di origine lombarda trasferitosi nel 1876 a Treviso come insegnante e che, divenuto responsabile dell'Associazione Agraria Trevigiana, darà vita, nel dicembre del 1900, alla prima mostra dedicata alla "rossa cicoria". Il radicchio, croccante e dal sapore amarognolo, è molto apprezzato crudo in insalata, cotto o ai ferri, inoltre viene usato in molte ricette. Se molto amaro si consiglia di tenerlo a bagno nell'acqua per due-tre ore prima di assaporarlo. Inoltre le radici seccate, ridotte in polvere o in sciroppi e decotti, vengono usate come sostanza digestiva o depurativa; anche le foglie sottoforma di infusi o sciroppi, vengono utilizzate per stimolare le funzioni digestive, per depurare il fegato e per facilitare la diuresi; infine i fiori, in infuso, favoriscono la secrezione della bile. Due sono le varietà del radicchio di Treviso, "Precoce" e "Tardivo", la prima qualità viene raccolta a settembre, l'altra dalla metà di novembre fino alla metà di dicembre. Dal 1996 la coltivazione del radicchio rosso é salvaguardata a livello comunitario con il marchio I.G.P., Identificazione Geografica Protetta.
RialtoIsola nella parte centrale dell'abitato di Venezia. È considerata tradizionalmente il luogo del primo insediamento della futura Venezia, dove si stanziarono, giungendo dalla terraferma, i fuggiaschi di fronte alle invasioni barbariche. Famoso il ponte di Rialto sul Canal Grande, lungo 48 m, largo 22, con un solo arco di 28 m di luce; fu iniziato nel 1588, su disegno di Antonio Del Ponte, e fu finito nel 1591. È il primo ponte che congiunse le due sponde, ed è percorso da tre strade; ai lati della mediana si allineano botteghe.ValpolicellaUna delle varietà di vini veronesi più pregiata e famosa in tutto il mondo, il Valpolicella ha guadagnato la denominazione DOC già nel 1968. I rossi di questo genere sono eccellenti: il Recioto dolce e il Recioto Amarone, secco. Dopo la vendemmia, l'uva viene lasciata appassire per 60-90 giorni, con la vinificazione si ottengono i due diversi tipi di vini che vengono lasciati riposare in botti di rovere per almeno un anno. Il vino acquista così un gusto e un profumo caratteristico. Il Recioto dolce, vino dal lungo passato, all'inizio era l'unica qualità che il produttore desiderava ottenere con l'appassimento delle uve e se la fermentazione era più lunga del solito così da esaurire gli zuccheri, era considerato come un'alterazione del prodotto. Quindi, se addietro l'Amarone era ritenuto un "difetto" del Recioto, oggi non è più così. Il nome "Recioto" deriva dall'espressione dialettale "recia" cioè grappolo piccolo o parte del grappolo. Quello dolce ha un profumo misto di viola mammola, amarene, giaggiolo e spezie; il sapore è vellutato, caldo e avvolgente. Nel Recioto giovane prevale il gusto dei frutto; in quello affinato emergono maggiormente essenze di vaniglia e di frutta in confettura. L'Amarone invece è la versione secca del Recioto, data dalla lunga fermentazione degli zuccheri fino alla completa sparizione della sensazione dolce, da qui il nome "Amarone" che significa appunto assenza di dolce ma non dal gusto amaro, quanto invece secco. Il tasso alcolico dell'Amarone è piuttosto elevato (almeno 14°, ma mediamente dai 15 ai 16 gradi, con punte di oltre 17 gradi), il profumo quasi etereo con l'invecchiamento, il colore granato, con note speziate.VetroSoluzioni solide di vari silicati che compongono masse amorfe, omogenee, trasparenti, con lucentezza speciale, impermeabili e resistenti alla maggior parte dei reagenti chimici. Le materie prime che servono per la fabbricazione del vetro sono: silice, alcali (soda e potassa), carbonato di calcio, ossido di piombo, acido borico. Tali sostanze, macinate e mescolate insieme in proporzioni variabili a seconda della qualità del vetro che si vuole ottenere, vengono sottoposte a fusione in forni a 1300-1500 °C. Si ottiene così una pasta di vetro fusa che, lasciata raffreddare fino a 800° ca., serve poi a fabbricare gli oggetti più svariati, sia artigianalmente (soffiatura, manipolazione, ecc.) sia industrialmente (stampaggio, colata in lastre ecc.).
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