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Geografia Italia Territorio Storia Economia della Sicilia
GEOGRAFIA - ITALIA - SICILIA IL PERCORSO ARTISTICO E CULTURALELE CITTÀCENTRI MINORIAcireale(50.190 ab.). Città in provincia di Catania, sorge sul versante orientale dell'Etna. Il prefisso "Aci" deriva da un corso d'acqua sotterraneo, sparito a causa delle eruzioni vulcaniche. Il primo insediamento fu stabilito dai Romani, in seguito il borgo passò nelle mani dei Bizantini, ma presto fu distrutto da un terremoto e dalla incursioni provenienti dal mare. Così nel 1326 fu fondato un nuovo centro, a 9 km di distanza dal precedente. Dopo il 1640 Acireale divenne città demaniale e fu asservita direttamente alla corona. Dopo il terremoto del 1693 la città fu ricostruita per volere del duca di Camastra, e nuovi edifici ecclesiastici vennero edificati ad opera di diversi ordini religiosi. Acireale ha due sorgenti minerali conosciute e frequentate fin dall'antichità: una sulfurea radioattiva (malattie della pelle e del ricambio, affezioni ginecologiche), l'altra alcalina. Vanta una fonte Galatea e una caverna detta del Ciclope Polifemo. Degni di nota sono anche il Duomo (1597-1618, dedicato all'Annunziata e a S. Venera,), la basilica di S. Sebastiano (del Seicento ma ristrutturata dopo il terremoto del 1693), la basilica dei Ss. Pietro e Paolo (1642) e il Palazzo comunale (1659).Acireale: veduta panoramica del golfo Viaggio tra le meraviglie paesaggistiche e artistiche di Acireale Viaggio tra le meraviglie paesaggistiche e artistiche di Acireale (english version)
Augusta(33.820 ab.). Città in provincia di Siracusa, sullo Ionio. Base navale e militare, porto commerciale e per la pesca. Possiede una raffineria per il petrolio proveniente da Ragusa, una centrale termoelettrica ed estese saline. Produce vino, olio, grano e mandorle. Conserva numerosi monumenti come il Castello di Federico II, il Palazzo comunale e il Duomo del '700. Fondata nel 42 a.C. da Augusto, fu dominio dei Saraceni, dei Normanni e degli Svevi. Durante la dominazione angioina (iniziata nel 1268), acquistò sempre maggiore importanza grazie alla sua posizione. Passò poi nelle mani degli Aragonesi e fu dominata dalle grandi famiglie siciliane (Moncada, Londogna). Divenne un grande porto militare: da qui salpò la flotta cristiana che sconfisse i Turchi a Lepanto. Dal 1675 al 1681 fu dominio francese, poi ancora degli Spagnoli. Fu danneggiata da due scosse telluriche, nel 1693 e nel 1848, in seguito alle quali fu completamente ricostruita e infatti ha un aspetto moderno. Durante la seconda guerra mondiale, da Augusta iniziò l'avanzata alleata in Sicilia. Meritevole di attenzione sono il Castello svevo, a pianta quadrata con quattro torri angolari, nel corso dei secoli più volte rimaneggiato e divenuto prigione dal 1890 al 1978; Palazzo del Municipio (1699) ornato dall'aquila imperiale sveva; la chiesa delle Anime Sante (XVII sec.) in stile barocco e quella Madre, eretta nel 1644 e ricostruita dopo il terremoto del 1693.Bagheria(50.854 ab.). Città in provincia di Palermo. In ridente posizione, circondata da fiorenti agrumeti e vigneti, fu il centro di villeggiatura preferito dei patrizi palermitani, che vi eressero splendide ville fra cui ricordiamo la Villa Palagonia, fatta costruire dal principe Ferdinando Francesco Gravina nel 1715. L'edificio, ammirato da Goethe, vanta una splendida facciata ornata da una particolare scalinata e da decorazioni in tufo giallo sull'intonaco bianco. Il centro abitato si sviluppò invece intorno a Villa Butera, eretta dal principe Giuseppe Branciforte nel 1658 dopo aver messo a coltura i terreni circostanti. Altri due pregevoli palazzi sono Villa Valguarnera e Villa Cattolica, entrambe edificate nel XVIII secolo, la prima ospita la Galleria comunale d'Arte moderna e contemporanea (istituita nel 1973 la raccolta offre tele di pittori famosi come Renato Guttuso), l'altra è la più sontuosa fra tutte, circondata da uno splendido parco e da una balaustrata.
Caltabellotta(4.448 ab.). (dall'arabo Qal'at-al-ballut: rocca delle querce). Centro in provincia di Agrigento, sulla destra del fiume omonimo. Nel 1302 venne qui firmato il Trattato di Caltabellotta fra Federico II d'Aragona e Carlo di Valois, che pose fine alla Guerra dei Vespri, dichiarando decaduti gli Angioini ed assegnando la corona di Sicilia a Federico II. La sua posizione rivela il perché della funzione militare che svolse fin dalla nascita. In origine fu terra dei Sicani, dei Fenici e dei Greci che la chiamarono Triocala, cioè "tre cose belle" riferite all'abbondanza delle acque, all'ottima posizione e alla fertilità della terra. Durante la loro occupazione gli Arabi costruirono una moschea con annessa una torre usata prima come minareto ed in seguito come postazione per gli avvistamenti. Anche la dominazione normanna ha lasciato alcune testimonianze architettoniche, quali la Cattedrale, o chiesa Madre, e l'arco di Salvoporto. Durante il periodo spagnolo si registrò la presenza di una colonia ebrea che fondò il proprio quartiere ed edificò una sinagoga, ancora presente in paese. Un altro edificio degno di nota è l'Eremo di S. Pellegrino, ampliato nel Settecento nel sito dove secondo la leggenda San Pellegrino sconfisse il drago divoratore dei giovani caltabellottesi. La parte artisticamente migliore è la cappella del XVII secolo.Caltagirone(37.373 ab.). (dall'arabo Qal'at-al-ghiran: castello delle grotte). Centro in provincia di Catania. Nei dintorni della città non solo si trovano necropoli greche ma sono anche stati scoperti numerosi reperti archeologici risalenti all'Età del Bronzo, a testimonianza che il sito fu abitato sin dall'antichità più remota. Della dominazione araba è rimasto il castello, mentre del periodo normanno, iniziato con la conquista di Ruggero nel 1090, vittorioso sui Saraceni, si può ammirare ancora la chiesa di S. Giacomo ricostruita dopo il terremoto del 1693. Anche Caltagirone subì in seguito la dominazione sveva e quella angioina, dalla quale si liberò grazie alla rivolta dei Vespri (1282). Durante il periodo spagnolo alla città vennero concessi diversi privilegi e divenne anche possedimento demaniale. Se nel 1542 un terremoto di lieve entità arreccò solo alcuni danni a chiese, palazzi e opere d'arte in generale, quello del 1693 sconvolse gravemente l'intera città, che necessitò di una pronta ricostruzione. Così gran parte degli ancora oggi mirabili edifici sono il risultato di una profonda opera di rifacimento e ristrutturazione. Tra questi ricordiamo il Duomo e la chiesa di San Giorgio. Il primo, edificato su un antico luogo di culto normanno e modificato in seguito più volte, custodisce al suo interno uno splendido Crocifisso ligneo del Quattrocento e una statua marmorea della Madonna con Bambino attribuita alla scuola di Antonello Gaggini; la seconda, eretta dai genovesi nel 1030 e rimasta incompleta dopo la ricostruzione del 1693, ospita un magnifico dipinto della scuola fiamminga Mistero della Trinità . Degne di nota sono anche la chiesa di S. Francesco d'Assisi, quella di Santa Maria del Monte, le due chiese di S. Domenico e del SS. Salvatore, poste una in fronte all'altra in largo S. Domenico (la seconda ospita dal 1963 le spoglie di Don Luigi Sturzo, noto sociologo, sindaco della città nei primi del Novecento e fondatore del Partito Popolare Italiano). Caratteristica di Caltagirone è l'antica industria di terrecotte artistiche, divenuta una tipica tradizione mostrata ad ogni angolo della città, dove vasi, decorazioni d'ogni tipo, indicazioni turistiche, balaustre e persino scalinate (nota è la Scala di Monte con i suoi 142 gradini, rifatti in pietra lavica e adornati di maioliche che rappresentano la storia della ceramica calatina) sono fatte o ricoperte da questo materiale policromo.
Canicattì(31.713 ab.). Centro in provincia di Agrigento, le origini sono molto antiche e il nome sembra derivi dall'arabo. Antico feudo dei Bonanno, che governarono la città per circa tre secoli a partire dal Cinquecento, vi si ammirano i resti di un castello normanno, intorno al quale si costituì il borgo medievale. Nel Seicento, sotto il principe Giacomo I Bonanno, Canicattì fu arricchita di numerose costruzioni: fontane, chiese e conventi, in parte ancora oggi ammirabili (pregevole è quel che resta della Fontana barocca del Nettuno). La città, colpita tra l'altro dal terremoto e da epidemie di colera, seguì le sorti dell'isola fino all'Unità d'Italia. Tra i monumenti degni di nota la chiesa Madre costruita intorno alla metà del XVIII secolo e ristrutturata nel Novecento e parte della chiesa seicentesca dello Spirito Santo demolita perché pericolante ma con una splendida facciata barocca. Oggi Canicattì è importante centro agricolo (soprattutto per la coltivazione della vite) e industriale con fabbriche e opifici.Cefalù(13.789 ab.). Cittadina in provincia di Palermo, presso la riva tirrenica, fu fondata intorno al V sec. a.C. in un sito abitato sin dall'antichità, numerosi sono infatti i ritrovamenti a testimonianza di ciò, come ad esempio le tracce rinvenute in alcune grotte dei dintorni, i resti delle mura megalitiche e il Tempio di Diana. Durante i periodi romano, bizantino e arabo ebbe un ruolo politico importante principalmente per via della sua posizione sul mare. Nel 1064 la città fu invasa dai Normanni, che cancellarono ogni caratteristica orientale e la ricostruirono totalmente secondo i loro criteri: divenne così emblema dei nuovi conquistatori e di una cristianità restaurata. Nel XIII-XIV secolo Cefalù passò nelle mani dei Ventimiglia. Tra il XVI e il XVII secolo furono costruiti i conventi dei Domenicani, degli Osservanti e dei Carmelitani. Alla fine del XIX secolo quando i diversi regimi feudali scomparvero, Cefalù visse un certo declino in seguito ad una profonda crisi economica. La città conserva nei suoi monumenti evidenti tracce delle varie dominazioni, specialmente di quella araba. Tra gli edifici degni di nota si ricordano: la cattedrale fatta costruire da Ruggero II nel 1131, ricca di pregevoli mosaici bizantini; i resti della residenza trecentesca dei Ventimiglia; i ruderi del cosiddetto Tempio di Diana e quelli di numerose fortificazioni come il Bastione di Marchiafava e la Rocca.
Centuripe(5.903 ab.). Centro in provincia di Enna. Di antichissima origine, fu abitata dai Siculi e dal V sec. divenne prima colonia greca e successivamente alleata di Roma. Inizialmente Centuripe godette di questa posizione ma in seguito, durante la guerra tra Ottaviano e Sesto Pompeo, subì un grave declino. Dopo essersi schierata nel 1232 contro Federico II di Svevia, la cittadina fu completamente distrutta da Carlo I d'Angiò nel 1268. La città attuale fu fondata nel 1548 da Francesco Moncada. Tra gli edifici degni di nota: la secentesca chiesa Madre, il Castello di Corradino e i resti degli Augustales (II sec.) edificio adibito al culto imperiale. Il territorio è fertile; notevole la produzione di zolfo. Nel 1943 vi si svolsero lunghi ed aspri combattimenti.Comiso(29.076 ab.). Centro agricolo in provincia di Ragusa, situato su un colle delle propaggini Sud-occidentali dei Monti Iblei, presso le sorgenti del fiume Ippari. Cave di pietra da costruzione e da calce. Fabbriche di sapone e di vasi di terracotta. Nelle vicinanze di Comiso nel 1980 fu impiantata un'importante base NATO, oggi smantellata. Città di origine antica, come testimonia il ritrovamento nei pressi della Fonte di Diana di mosaici pavimentali del II sec, e nota in età bizantina, passò nel XIII secolo dalla Signoria dei Lubera a quella dei Chiaromonte; nel 1453 fu acquistata dai Naselli della Mastra, che la tennero fino all'abolizione della feudalità in Sicilia (1813). Nel frattempo, nel 1571 era divenuta contea e nel 1693 rimase duramente colpita dal terremoto. Fra i monumenti dell'età medievale e moderna vanno ricordati il battistero bizantino di San Gregorio al Castello; la chiesa di San Francesco del XIII sec., quella dell'Annunziata e la chiesa Madre; il castello del XIV-XVI secolo.
Corleone(11.393 ab.). Centro agricolo in provincia di Palermo, a 542 m s/m. sul fiume omonimo. Cereali, olio. Industria casearia e molitoria. Probabilmente già esistente in epoca bizantina, ebbe una grande importanza economica nel periodo saraceno. In seguito fu feudo dei Normanni (venne conquistata nel 1080), passò poi nelle mani dei vescovi di Palermo e infine in quelle dei vescovi di Monreale (1176). Nel 1418 una frana investì gran parte della città alta e nel corso dei secoli successivi proprio il terreno argilloso su cui poggiava il borgo, franò spesse volte arrecando notevoli danni alle costruzioni e all'assetto urbano. Decadde sotto gli Aragonesi soprattutto a causa delle ingenti tasse e più volte si oppose alla vendita da parte del re. Tra gli edifici degni di nota: la chiesa Madre del 1382, dedicata a S.Martino e ampliata tra il XV e il XVII sec.; la chiesa di S. Rosalia costruita nel XVII sec., al cui interno si possono ammirare numerose opere d'arte.EgadiIsole situate ad Ovest della Sicilia e, geologicamente, appartenenti al sistema orografico della Sicilia occidentale. Anticamente si chiamavano Aegates. Il gruppo è formato da 8 isole di cui le principali sono Favignana, Levanzo e Marettimo. Le minori si chiamano S. Pantaleo, Mozia, Isola degli Asinelli, Maraone e Formica. Recentemente sono diventate meta turistica ambita, tanto da far istituire nel 1991 l'Area marina protetta Isole Egadi, a salvaguardia dello straordinario ambiente naturale. I graffiti ritrovati nella Grotta Genovese a Levanzo dimostrano che le isolette sono state abitate sin dall'antichità più remota, in seguito furono insediamento fenicio-punico e nel 241 a.C. divennero territorio romano. A metà del XVI sec. gli Spagnoli vendettero le isolette a una nota famiglia genovese, i Pallavicino-Rusconi, che a loro volta le passarono ai Florio e questi ai Parodi.
Eolie o Lipari, IsoleArcipelago (114,8 kmq) del Mar Tirreno, a Nord della Sicilia: comprende sette isole principali, tra cui le tre maggiori, Lipari, Salina e Vulcano, formano un gruppo molto ravvicinato. Le altre sono Alicudi, Filicudi, Stromboli e Panarea. Tutte di origine vulcanica e di straordinaria bellezza, nel 2000 sono state dichiarate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.Erice(29.338 ab.). Centro in provincia di Trapani in suggestiva posizione panoramica; fino al 1934, Monte San Giuliano. Di origine antichissima, la città era sacra già agli elimi e divenne celebre per il Tempio di Venere fondato da Enea e distrutto durante le guerre puniche. Dopo il periodo di splendore raggiunto con i Cartaginesi, decadde in epoca romana per poi risollevarsi sotto gli Arabi e con i Normanni. A questi ultimi si deve la costruzione del castello (XII-XIII sec. ancora visibile), il rifacimento delle mura di cinta erette dai Cartaginesi (V sec. a.C.) e il ripopolamento del borgo. Altri monumenti sono il Castello Pepoli (XII-XIII sec.), la chiesa Matrice (1314), San Giovanni Battista, con opere di A. Gaggini e San Martino (fatta erigere da Ruggero il Normanno nel XIII sec. e ristrutturata tra il Seicento e il Settecento).
Gela(72.774 ab.). Città in provincia di Caltanissetta, sul golfo omonimo, tra capo Scaramia e capo Sant'Angelo. Centro agricolo e commerciale; nel 1961 è stato costruito un grande impianto petrolchimico, che se da una parte ha portato lavoro, dall'altra ha incrementato l'inquinamento e ha aggravato la costruzione abusiva. La piana di Gela è per estensione la seconda pianura della Sicilia dopo quella di Catania. Fu fondata da coloni di Rodi e di Creta nel 688 circa a.C., secondo la tradizione. Primo tiranno di Gela fu Cleandro (V sec.), cui successe il fratello Ippocrate e più tardi Gelone che, impadronitosi di Siracusa, vi trasferì la capitale del suo Stato; gli succedettero i fratelli Gerone e Trasibulo. La città riacquistò l'indipendenza nel 466. Nel 456 vi morì Eschilo. Divenuta possesso dei Siracusani, fu distrutta nel 282 dai Mamertini. Nel 1230 venne fondata da Federico II la città attuale, che ebbe il nome di Terranova di Sicilia, rimastole fino al 1927. In località Caposoprano, è stato recentemente ritrovato un tratto di 200 m della cinta meridionale di mura, databile alla seconda metà del V sec. a.C., e restaurato al tempo di Timoleonte. Ricco il materiale archeologico rinvenuto nella necropoli e nella città, tra cui i resti del tempio arcaico (VI sec. a.C) e quelli del tempio dorico (V sec. a.C.) scoperti nelle vicinanze dell'acropoli. Degne di nota sono la chiesa Madre rifatta nel 1766, quella del SS. Salvatore e del Rosario, la chiesa del Carmine (del '500), la chiesa di S. Francesco d'Assisi (XVII sec.) e quella di S. Francesco di Paola (XVII sec.).LampedusaPiccola isola del Mediterraneo nel gruppo delle Pelagie. Appartiene alla provincia di Agrigento. È un grande scoglio scosceso dal suolo sterile; importante l'allevamento di conigli, abbondante la pesca. Nonostante siano stati ritrovati resti che attestano l'antica presenza di Fenici, Greci, Romani e Arabi, l'insediamento vero e proprio sull'isola avvenne solamente nel 1843, quando Ferdinando II di Borbone vi impiantò una colonia. L'isola è oggi metà di un crescente turismo, facilitato dal collegamento aereo recentemente attivato tra Palermo e Lampedusa.
Lampedusa e Linosa(5.725 ab.). Centro in provincia di Agrigento, formato dalle due isolette omonime, le quali costituiscono il gruppo delle isole Pelagie. Vennero occupate dai Borboni nel 1843 e nel 1845. Pesca delle sardelle e delle spugne.Lentini(24.748 ab.). Centro agricolo in provincia di Siracusa, sulle prime propaggini collinari al margine meridionale della piana di Catania. Commercio agricolo (agrumi, prodotti ortofrutticoli). Industrie alimentari, del vetro e del cemento. È l'antica Leontinoi, una delle prime colonie greche in Sicilia, fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi, caduta poi in potere dei Siracusani. Decadde sotto i Romani che l'avevano conquistata durante la seconda guerra punica. Occupata dagli Arabi nell'848, passò poi ai Normanni. Devastata da diversi terremoti, tra i quali il più distruttivo fu quello del 1693, venne ricostruita nello stesso luogo. Notevoli resti archeologici.Licata(37.976 ab.). Centro agricolo ed industriale in provincia di Agrigento su un promontorio, posto all'estremità occidentale del golfo di Gela. Commercio agricolo (cereali, ortaggi, mandorle, cotone). Pesca. Industrie chimiche (concimi), dello zolfo, del cemento, cantieristiche, alimentari. Sorge sulle rovine dell'antica Phintias, fondata dai Greci nel III sec. a.C. presso il capo Ecnomus (attuale Capo Sant'Angelo) nelle cui acque Attilio Regolo sconfisse la flotta cartaginese (256 a.C.). Fiorente di traffici sotto gli Svevi (XII-XIII sec.), riprese importanza tra il XVII e il XVIII sec. dopo la quasi completa distruzione da parte dei Turchi nel 1553. Tra gli edifici degni di nota ricordiamo il Palazzo del Municipio (costruito nel Novecento da Ernesto Basile, in stile Liberty), la chiesa del Carmine (eretta nel XIII sec. subì in seguito numerose ristrutturazioni), la chiesa Matrice (edificata nel primo Quattrocento ) e sul colle S. Angelo il Castello omonimo costruito nel XVII secolo.
Marsala(77.784 ab.). Città in provincia di Trapani, presso il Capo Boeo, è l'antica Lilibeo, situata all'estremità più occidentale della Sicilia. Nota per la produzione del vino omonimo. È sede di un importante istituto agrario. Attivo porto. Estrazione di salgemma. Il monumento principale è il Duomo, con facciata barocca; notevoli anche la chiesa del Carmine (XVI sec.) e quella di Santa Maria della Grotta, di stile romanico siculo, con affreschi bizantini. Degni di nota sono anche Palazzo VII Aprile (1576), il monastero di S. Pietro e l'Insula romana costituita dai resti di una villa del III sec. e di un complesso termale (pregevoli sono i mosaici pavimentali). Museo comunale. La città fu costruita dai Cartaginesi al principio del IV sec. a.C. e fortificata in modo inespugnabile. Occupata dai Romani dopo la prima guerra punica (241), divenne un importante centro commerciale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la città decadde. Gli Arabi la ricostruirono e le diedero il nuovo nome di Marsa Alì (porto di Alì), dal quale proviene il nome attuale. Fu emporio commerciale fiorente sotto i Normanni, nel XII sec. Prospera nei secc. XV e XVI, in seguito decadde, per risorgere alla fine del XVIII sec. come centro di commercio vinicolo. A Marsala sbarcò, l'11 maggio 1860, Garibaldi coi Mille.Mazara del Vallo(50.377 ab.). Centro in provincia di Trapani sulla riva del mare. Di origine molto antica, costruita forse sulle rovine dell'emporio di Selinunte, la città prosperò soprattutto durante la dominazione araba. Nel periodo normanno Mazara divenne vescovato, fu fortificata da mura e da un castello (ridotto oggi a rudere), e fu arricchita da una cattedrale, dalla chiesa di S. Nicolo Regale e dalla chiesetta di S. Maria della Giummare. Tra il '600 e il '700 furono costruiti numerosi edifici religiosi quali la chiesa di S. Michele (fondata nell'XI sec. ma ristrutturata nel 1637), quella di S. Ignazio (inizi del XVIII sec.) e quella di S. Veneranda (antica costruzione normanna rifatta nel Settecento, la facciata è tipica barocca), il seminario dei Chierici (costruzione a portici del 1710), il collegio dei Gesuiti (1675-86) e il Palazzo vescovile (eretto nel 1596 ma ampliato e rimaneggiato nel '700). Stazione balneare, centro agricolo e importante porto peschereccio.Menfi(12.783 ab.). Centro agricolo in provincia di Agrigento, a 119 m s/m. Allevamento. Ricordata dai tempi di Giacomo d'Aragona, re di Sicilia (m. 1327); dal 1654 al 1812 appartenne, col titolo di contea, ai Pignatelli, duchi di Monteleone. La città ha un impianto urbanistico secentesco che dopo il terremoto del 1968 è stato danneggiato e in parte ricostruito. Tra i monumenti degni di nota: la torre Federiciana, parte di un antico castello svevo fatto costruire nel 1238 da Federico II e andato distrutto; il Palazzo baronale Pignatelli e il Palazzo Ravidà del 1700; la chiesa Madre dedicata a S. Antonio da Padova (iniziata nel 1660 circa e gravemente danneggiata durante il sisma).
Milazzo(32.108 ab.). Città in provincia di Messina. È sede di industrie chimiche, tonnare, industria conserviera, ed è il più importante centro vinicolo della provincia di Messina. Grande importanza ha il porto. Nel territorio si producono limoni, vino, olio, pomodori e ortaggi, che vengono esportati. Milazzo, colonia di Zancle (l'antica Messina), fondata nel VII sec. a.C., rimase sempre dipendente da questa città. Dopo essere stata possedimento romano, la città sotto i Bizantini divenne sede vescovile. Nel periodo saraceno i commerci subirono un incremento e la città divenne sempre fiorente. L'epoca di splendore perdurò con i Normanni, che giunsero nel 1061, e anche durante le dominazioni successive degli Svevi e degli Aragonesi. Gli Spagnoli rimasero a Milazzo fino al 1713 quando furono cacciati dalla conquista sabauda. Vano fu il loro tentativo di rientrare al posto dei Piemontesi e degli Imperiali nel 1718, così gli Austriaci, sbarcati con imponenti forze presso Milazzo, costrinsero gli assedianti a ritirarsi su Messina. Tra il 1820-21 la città fu teatro di alterne vicende, mentre nel luglio del 1860, proprio a Milazzo le truppe garibaldine sconfissero le truppe di Francesco II di Borbone. Con l'avvento del Regno d'Italia, la città perse la sua importanza strategico-militare e durante la seconda guerra mondiale subì pesanti bombardamenti, che danneggiarono gravemente e addirittura distrussero diversi edifici. Tra i monumenti degni di nota vi sono: il Castello di Federico II di Svevia, costruito nel 1237-40 sopra a precedenti nuclei, fu rimaneggiato in seguito dagli Spagnoli che vi aggiunsero la cinta muraria a torrioni circolari (dopo il 1880 la fortezza fu trasformata in carcere: nel periodo della prima guerra mondiale esso divenne campo di prigionia per i militari austroungarici, nel periodo fascista, luogo di detenzione politica e, fino al maggio 1960, prigione giudiziaria); il Duomo antico iniziato nel 1608 su progetto di Camillo Camilliani, che ampliò anche la cinta aragonese; i ruderi del trecentesco Palazzo dei Giurati, un tempo sede del Senato e del Municipio della città; la chiesa della Madonna del Rosario (1538) eretta dai Domenicani, fu sede del tribunale dell'Inquisizione e del Sant'Uffizio; il Santuario di S. Francesco di Paola, fondato dal santo stesso nel 1465; la chiesa di S. Giacomo apostolo eretta nel 1434 per un voto fatto in seguito alla liberazione della città, ad opera degli Aragonesi, dall'assedio angioino, fu in seguito più volte rimaneggiata (pregevole l'altare maggiore del Duomo antico trasferito qui nel 1866); la chiesa del Carmine eretta nel 1574 su due vecchi templi, gravemente danneggiata durante l'assedio spagnolo del 1717-19, fu successivamente ricostruita tra il 1726 ed il 1752.Modica(52.639 ab.). Cittadina in provincia di Ragusa; è situata a 381 m s/m., sulle pendici meridionali dei Monti Iblei. Mercato agricolo (cereali, legumi, uve, olive, ortaggi) e del bestiame; industrie connesse. Fu la Mòtyka dei Siculi, fiorente anche in epoca romana. Occupata dagli Arabi che la ribattezzarono Mohac, raggiunse con i Normanni il suo massimo splendore data la sua posizione strategica (non solo per l'altitudine ma anche perché circondata da due torrenti oggi coperti, per via dei numerosi straripamenti conseguenti alle alluvioni). Divenuta contea sotto Pietro I d'Aragona, fu in seguito uno dei feudi più potenti della Sicilia. Passò in mano ai Chiaramonte, ai Cabrera, agli Henriquez-Cabrera. Dopo il terremoto del 1693, che distrusse molti edifici storici, la ricostruzione cambiò l'assetto urbano e furono innalzate diverse residenze barocche. Meritevoli di attenzione sono la cattedrale barocca, o chiesa di S. Giorgio, più volte ricostruita e inaugurata definitivamente nel 1738 (notevole la scalinata di 250 gradini); la chiesa del Carmine riedificata dopo il terremoto del 1693, (della struttura originaria sono rimasti il portale ad arco acuto e il rosone); la chiesa di S. Domenico ricostruita dopo il terremoto del 1613 e risparmiata dal sisma del 1693, con all'interno pregevoli stucchi settecenteschi; la chiesa trecentesca di S. Pietro, rifatta dopo il 1693 e introdotta da una elegante scalinata adornata dalle statue dei dodici apostoli; la chiesa di S. Maria di Betlemme, eretta nel XV sec. e riedificata dopo i terremoti del '600 (splendida la Cappella del Sacramento di architettura tardo-gotica rinascimentale); Palazzo Polara, in stile barocco introdotto da un'elegante gradinata.Noto(23.065 ab.). Città in provincia di Siracusa, presso la fiumara omonima. Ricostruita dopo il terremoto del 1693 sul colle Meti, lontana quindi dal vecchio sito, ha edifici e numerose chiese con pregi artistici, di spiccato carattere settecentesco. Ricordiamo il Duomo (XVIII sec.) affiancato da due torri campanarie e con un ricco interno; l'ex Convento dei Domenicani (1727); il Monastero del SS. Salvatore (1706) che ospita il Museo Civico; il Palazzo Ducezio o comunale (1746); il Palazzo Villadorata (1737) in stile barocco; la chiesa di Santa Chiara (1743); la chiesa del Santissimo Crocefisso (1715) con all'interno la statua della Madonna della Neve (1471) di Francesco Laurana. Noto è stata dichiarata "capitale del Barocco" dal Consiglio d'Europa.
Pantelleria(7.224 ab.) Isola (83 kmq) del Mediterraneo centrale. Ha morfologia accidentata e culmina, al centro, nella Montagna Grande (836 m). La sua origine vulcanica è rivelata dalla natura delle rocce, dai frequenti movimenti sismici e da fenomeni secondari. Quasi del tutto priva d'acqua potabile, ha tuttavia un suolo molto fertile. L'isola è costituita in comune dipendente amministrativamente dalla provincia di Trapani, e ha per capoluogo il centro omonimo. Agricoltura (uve pregiate, cereali, fichi, capperi, cotone), con una buona produzione di vini. Allevamento di pecore e asini. Pesca. Movimento turistico in sviluppo. L'isola fu abitata inizialmente dai Fenici, poi dai Cartaginesi e dai Romani (217 a.C.). Nel 700 circa venne conquistata dagli Arabi che regnarono per 400 anni, trasformandola in una terra fertile riccamente coltivata grazie alle loro tecniche innovative di irrigazione e terrazzamento. Ancora oggi gli abitanti dell'isola sono più dediti all'agricoltura che alla pesca e notevole è la produzione della famigerata uva Zibibbo e di capperi.Il paese vero e proprio, ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, è gremito delle tipiche case cubiche di pietra lavica, i dammusi, risalenti al X secolo. L'isola vanta una costa meravigliosa caratterizzata da spiaggette e calette stupende, faraglioni, grotte, la cui natura incontaminata offre spettacoli straordinari come ad esempio l'incantevole scultura naturale dell'Arco dell'Elefante e le favare, getti di vapore acqueo espulsi dai crepacci delle rocce.Patti(13.108 ab.). Cittadina in provincia di Messina, alle falde dei Nebrodi; è situata a 153 m s/m. Fu edificata dai Normanni di Ruggero I nell'XI sec., nei pressi della distrutta Tindari. Qui costruirono un'abbazia che diventò presto sede vescovile. Schieratasi dalla parte degli Angioini, fu messa a fuoco e fiamme da Federico II d'Aragona e nel 1544 fu saccheggiata da un pirata detto il Barbarossa. Degna di nota è la Cattedrale (XVIII sec.) sorta su un'antica chiesa normanna fatta costruire da Ruggero II come luogo di sepoltura della madre, morta a Patti nel 1118.Piazza Armerina(21.038 ab.). Centro in provincia di Enna; è situato a 697 m s/m sulle pendici del colle Armerino, presso il torrente Nociara. Centro agricolo (uva, olive) e minerario (solfatare). Industrie alimentari. Abitata sin dall'VIII-VII sec. a.C., la cittadina conobbe la presenza dei Romani, dei Bizantini e degli Arabi. Nell'XI secolo giunsero i Normanni (il cui insediamento viene ricordato tutti gli anni con il Palio a metà agosto), che costruirono il borgo. Dell'antica cittadella rimangono il Duomo, eretto nel 1604 su un precedente edificio religioso, la chiesa di S. Pietro dall'interno piuttosto regale, quella di S. Rocco in stile barocco, e la chiesa di S. Andrea edificata nel 1096, il settecentesco Palazzo di Città con balconate in ferro battuto e Palazzo Trigona del XVIII sec., il Castello Aragonese (XIV sec.) a pianta quadrata con imponenti torri agli angoli. Nella contrada Casale, interessanti sono i resti di una villa romana (IV sec. d.C.) con pregevoli pavimenti a mosaico, dichiarata patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.Porto Empedocle(15.957 ab.). Centro in provincia di Agrigento. Porto artificiale per l'imbarco dei prodotti dell'interno (zolfo, gesso, fertilizzanti, salgemma) e per l'importazione di prodotti chimici e carbone. Centrale termoelettrica. Attiva è la pesca. Fiorente il turismo. Nel XV secolo il paese era chiamato Marina di Girgenti e poiché era considerato uno dei principali caricatori di grano della Sicilia, il re Carlo V vi fece costruire un'imponente torre quadrangolare. Nel 1749 fu costruito il primo molo artificiale con pietre prelevate dal tempio di Giove Olimpico di Agrigento.
Sciacca(40.240 ab.). Centro in provincia di Agrigento, alle falde del monte Cronio. Venne fondata tra il VI e il V secolo a.C. come stabilimento termale dipendente dalla vicina Selinunte, infatti all'inizio era chiamata Thermai Selinuntinae o Thermae Selinuntinae, poi gli Arabi le diedero il nome attuale (IX sec.). Distrutta nel 409 a.C. dai Cartaginesi, si risollevò in epoca romana, durante la quale ci fu un incremento della popolazione dovuto principalmente ai miglioramenti dell'attività agraria. La città divenne così un importante centro economico e culturale. Sotto i musulmani e i Normanni l'assetto urbano fu modificato sostanzialmente, vennero erette mura tra i vari quartieri e il territorio cittadino si estese a tal punto da contenere le più diverse etnie abitanti nella città. Degni di nota sono l'antico Castello dei Conti Luna (fatto costruire nel 1380 dal conte di Caltabellotta, passò in seguito nelle mani dei Luna), il Palazzo Steripinto eretto nel 1501 in stile siculo-spagnolo, e varie chiese, tra cui la chiesa Madre (eretta nel 1108 e rimaneggiata nel 1656), quella di San Domenico (fondata nel 1534 e rifatta nel Settecento), la chiesa e il collegio dei Gesuiti (oggi Municipio), la chiesa di S. Michele Arcangelo (XIV sec., rifacimenti del '600) e quella di S. Margherita (del XIV sec. ma ricostruita nel Settecento). Costruzioni navali; fabbriche di terraglie, artigianato figulino. Salnitro, soda, zolfo. Pesca delle sardelle. Celebri e piuttosto frequentate sono le terme sul Monte Cronio (395 m), perforato da molte caverne dalle quali si ricava il salnitro, ottimo per la cura delle malattie respiratorie e reumatiche.SegestaAntica città della Sicilia, a Nord-Ovest dell'odierna Calatafimi, fondata dagli Élimi, popolazione mista di sicani e di stranieri immigrati. Fu l'eterna nemica di Selinunte, contro la quale combattè a lungo a causa di problemi di confine e che sconfisse grazie all'aiuto dei Cartaginesi. Nel 307 a.C. fu distrutta dal siracusano Agatocle, si risollevò in epoca romana, ma in seguito fu abbattuta dai Vandali e dai Saraceni, finché non scomparve definitivamente nel Medioevo. Importanti sono i resti archeologici risalenti in gran parte al V sec. a.C.: il tempio dorico (fra i meglio conservati della Sicilia), privo di cella interna; il santuario circondato da un grande muro e con all'interno ruderi di un altro tempio dorico; e il teatro, probabilmente di epoca ellenistica. Non lontano dal sito archeologico ci sono le Terme segestane avvolte nella leggenda, secondo la quale Ercole vi si immerse insieme ai buoi di Gerione, mentre era diretto da capo Peloro all'agro ericino.
SelinunteAntica città greca, a poca distanza del mare, nel settore Sud-occidentale dell'isola (nel territorio dell'odierna Castelvetrano). Fu fondata nella seconda metà del VII sec. a.C. da coloni provenienti da Megara Hyblaea come caposaldo difensivo contro l'espansionismo fenicio nell'occidente dell'isola. Durante la prima guerra punica cadde in mano ai Cartaginesi, alleati di Segesta sua acerrima rivale; e quando costoro vennero costretti a ritirarsi, la città fu di nuovo distrutta e la popolazione evacuata (409 a.C.).Da allora Selinunte, città già fiorentissima, fu soltanto un borgo che sopravvisse stentatamente in epoca romana, bizantina e musulmana. Gli scavi iniziati nel 1823 ad opera di due inglesi, William Harris e Samuel Angell, e divenuti sistematici nel 1864, hanno messo in luce le rovine imponenti dell'antica città, sì che oggi Selinunte è uno dei centri archeologici più importanti d'Italia.La zona archeologica è compresa tra due corsi d'acqua, il Gorgo Cottone e il Modione (antico Selinon, da cui deriva il nome, che a sua volta si rifà al nome greco del prezzemolo selvatico, selinon appunto, molto abbondante nell'area dell'antico insediamento), alle foci dei quali si trovavano due porti, oggi completamente interrati.L'importanza di Selinunte nella storia dell'arte greca è dovuta soprattutto ai suoi otto templi (il Tempio C, è il più grande e il più antico dell'acropoli, metà VI sec. a.C.) che presentano caratteristiche architettoniche tali da distinguerli nettamente dalle contemporanee costruzioni d'altre città siceliote e più ancora da quelle della Grecia. Di grande interesse sono anche le necropoli e il santuario della Malophoros, costituito da diversi altari di varie dimensioni. Selinunte è l'unico centro della Sicilia che abbia lasciato resti di valide sculture eseguite sul luogo; anche in questo settore è evidente un gusto locale che interviene a modificare forme di importazione ellenica.Famoso l'efebo bronzeo ora conservato nel municipio di Castelvetrano (è databile verso la metà del V sec.); grande importanza hanno anche le metope conservate nel Museo Nazionale di Palermo.Taormina(10.780 ab.). Centro climatico in provincia di Messina; è situato a 204 m s/m. su un terrazzo del Monte Tauro, in posizione dominante il Mar Ionio. Per il suo incantevole scenario di bellezze naturali è stazione turistica di fama internazionale dotata di buona attrezzatura alberghiera. Rinomato il lido di Mazzarò con l'isola Bella.Miniere di zolfo. Fondata dai Siculi, fu centro della Magna Grecia e in seguito colonia romana. Nel Medioevo conobbe le dominazioni bizantina (durante la quale divenne sede dell'arcivescovado) e araba (dal 962 al 1079). Occupata dai Normanni nell'XI sec., fu prospero centro commerciale fiorente con gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi. Nel XV sec. ebbe inizio la sua decadenza. Conserva parte del Teatro greco, eretto in epoca ellenistica lungo il pendio della collina e ricostruito dai Romani, che lo usarono come arena per i gladiatori; l'Odeon edificato in età imperiale su un edificio già esistente, le Terme e la Naumachia, complesso di raccolta delle acque. Numerosi anche i monumenti medievali quali il castello, la Cattedrale (eretta nel XIII sec. e rimaneggiata in seguito), le chiese di Santa Caterina (XVII sec.) e di Sant'Agostino, il Palazzo Corvaia in stile arabo normanno (sec. XI-XV) e quello normanno dei Duchi di S. Stefano, decorato con particolari musulmani.Suggestivi scorci di Taormina (english version)
Ustica(1.335 ab.) Isola (8,1 kmq) del Mar Tirreno, a Nord delle coste settentrionali della Sicilia, in provincia di Palermo. Unico centro il paese omonimo. Viti, cereali, ortaggi e frutta. In crescita il turismo. Abitata sin dalla preistoria, fu terra di Fenici, Romani, Normanni e Saraceni. Questi ultimi la dominarono dall'VIII sec. sino al 1763, anno durante il quale il governo borbonico riuscì a difendere il borgo, respingendo gli aggressori e ripopolando l'abitato. Durante il ventennio fascista, fu luogo di confino. Nel 1986 nelle acque dell'isola è stata creata la prima area marina protetta d'Italia, seguita nel 1997 dall'istituzione della Riserva naturale Isola di Ustica a tutela della parte terrestre. Sulla cima di Capo Falconara si può ammirare la fortezza borbonica, in paese invece degna di nota è la torre di S. Maria eretta in difesa del territorio e oggi ospitante il Museo Archeologico. Da ricordare l'acquario in località Spalmatore e alcuni siti naturali di straordinaria bellezza come ad esempio la Grotta Azzurra, così chiamata per il colore delle sue acque, e la Grotta della Pastizza, con alti scogli piramidali, conosciuta per i suoi particolari fenomeni sonori. Infine interessante è l'itinerario archeologico marino, che permette ai sub di vedere reperti di epoca romana adagiati sui fondali. A largo di Ustica il 27 giugno 1980 precipitò e andò a fondo un aereo Dc9 dell'Itavia con 81 passeggeri a bordo. Nessuno si salvò e ancora oggi le cause di tale disastro sono in parte misteriose.
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