Geografia Italia Territorio Storia Economia del Piemonte

 

 
    

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Geografia Italia Territorio Storia Economia del Piemonte

  

Geografia Italia - Indice

Geografia Italia Territorio Storia Economia del Piemonte

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GEOGRAFIA - ITALIA - PIEMONTE

LE CITTÀ

ALESSANDRIA

ASTI

BIELLA

CUNEO

LANGHE E MONFERRATO

NOVARA

VERBANIA

ISOLE BORROMEO

VERCELLI

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PRESENTAZIONE

Posta ad Occidente della Pianura Padana, la regione piemontese occupa quella parte dell'arco alpino, che va dal Colle di Cadibona al Passo di San Giacomo, e la prima parte dell'Appennino Ligure fino al Monte Antola. La sua superficie è di 25.399 kmq. Il Piemonte confina a Nord-Ovest con la Valle d'Aosta, a Nord con la Svizzera, a est con la Lombardia, e con l'Emilia, a Sud con la Liguria e a Ovest con la Francia. Il suo territorio piuttosto vario ospita una popolazione di 4.231.334 abitanti (densità: 169 abitanti per kmq). Le province, oltre a Torino, che è il capoluogo, sono sette: Alessandria, Novara, Asti, Cuneo, Biella, Verbania e Vercelli. È una delle regioni più periferiche rispetto all'asse centrale della Penisola ed è la più occidentale; questa sua posizione l'ha resa aperta alle influenze culturali d'Oltralpe, specialmente francesi. Per lunghi secoli politicamente separato dall'Italia, il Piemonte è stato inizialmente unito alla regione francofona della Savoia, sotto il governo dell'omonima dinastia sabauda fondata a Chambéry da Umberto Biancamano. Circondato su tre lati dai monti, ha preso l'appellativo di Pedemontium (ai piedi dei monti), da cui deriva l'attuale nome di Piemonte.

Cartina del Piemonte

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Alessandria

(90.672 ab.). La città di Alessandria sorge in territorio pianeggiante non lontano dalla confluenza dei fiumi Tanaro e Bormida. È un importante mercato agricolo (vini, ortaggi, legumi, cereali) e un attivo centro commerciale. Le principali attività industriali sono la fabbricazione dei cappelli di feltro (Borsalino) e le industrie alimentari, meccaniche, siderurgiche, tessili, chimiche, poligrafiche e cartarie.

STORIA.

Fondata nel 1168 in un punto-chiave per il controllo dell'area Sud-orientale della Pianura padana, fu piazzaforte militare strategica fino al secolo XIX. Questo ruolo ha condizionato lo sviluppo urbanistico, ostacolando la conservazione dei monumenti antichi: quasi del tutto scomparsi gli edifici medioevali, ben più rappresentato è il '700, secolo che conferì un volto nuovo alla città, come testimoniano numerosi edifici barocchi e la Cittadella militare, edificata nel 1726-28 per volere di Vittorio Amedeo II (la sua costruzione costò la perdita dell'antico sobborgo di Borgoglio, preesistente alla fondazione della città). Alessandria nacque dall'unione dei quattro borghi rurali di Rovereto, Borgoglio, Marengo e Gamondio; la sua fondazione fu promossa dalla Lega lombarda come avamposto per contrastare l'egemonia sulla regione dell'imperatore Federico Barbarossa (uno dei suoi avversari più tenaci era papa Alessandro III: da qui il nome della città). Nel 1174-15 Alessandria resistette con successo all'assedio delle truppe imperiali e negli anni successivi acquisì crescente influenza politica ed economica. Nel '200, ormai divenuta un potente Comune con mire egemoniche sul territorio circostante, entrò in conflitto con i marchesi di Monferrato e con le città di Asti e Pavia. Legata da sempre alla Lombardia (non solo politicamente, ma anche culturalmente), passò nel 1348 sotto il dominio dei Visconti, seguendo le sorti politiche del ducato di Milano fino al 1524; fu quindi dominata dagli Spagnoli per oltre un secolo e mezzo e nel 1707 passò ai Savoia. Dopo la battaglia di Marengo appartenne alla Francia napoleonica (1800) e ritornò ai Savoia dopo il Congresso di Vienna (1814). Importante piazzaforte nel secolo XIX, ebbe un ruolo di rilievo nei moti liberali del 1821 e nella cospirazione mazziniana del 1833.

ARTE.

In comune con Torino e buona parte delle città piemontesi Alessandria ha un assetto urbanistico piuttosto regolare, caratterizzato da ampie piazze, alcune porticate come la piazza Garibaldi, e belle vie su cui prospettano imponenti palazzi con cortili interni. La neoclassica Cattedrale è stata costruita nel 1805 sui resti di un antico edificio romanico, distrutto durante l'occupazione napoleonica. Sul lato sinistro l'alto campanile, in cui si fondono stili architettonici diversi, si deve ad un disegno di G. Boidi Trotti. Nell'abside è collocata una pala cinquecentesca di Callisto Piazza da Lodi. Interessanti sono anche le chiese di Santa Maria di Castello, risalente all'XI sec. e restaurata nel XIV, con portale del Rinascimento; di Santa Maria del Carmine (XIV sec.), in stile gotico-lombardo e di Sant'Alessandro, settecentesca, con pregevole coro intagliato e confessionali rococò. Attuale sede della Prefettura è Palazzo Ghilini (1733), opera di Benedetto Alfieri in severe forme barocche, a due ordini, con bell'atrio d'ingresso. Meritano una visita anche il Palazzo municipale (1775-1824) eretto da G. Caselli e modificato nel 1826 con l'aggiunta di un frontone in facciata su cui spicca un singolare orologio a tre quadranti sormontato da una campana in ferro battuto, con un piccolo gallo (rapito secondo la tradizione ai casalesi nel 1719); il Palazzo Cuttica di Cassine; il Palazzo Inviziati, sede vescovile; il Museo Civico e la Pinacoteca. In quest'ultima sono conservati dipinti di scuola piemontese dal XV sec. ai giorni nostri, tra cui si segnalano, in particolare, quelli di Angelo Morbelli, nativo di Alessandria (1853-1919), Pellizza da Volpedo e Giovanni Migliara, anch'egli originario di Alessandria (1785-1837).

LA PROVINCIA.

La provincia di Alessandria (431.988 ab.; 3.560 kmq) si estende su un territorio comprendente parte dell'Appennino ligure e del Monferrato e la zona pianeggiante alla destra del Po. Principale risorsa è l'agricoltura con produzione di cereali, vini tipici e riso. Diffuso è l'allevamento dei bovini. I più importanti centri industriali sono Acqui, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona, Valenza (rinomata per le oreficerie).

Il centro di Alessandria

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Asti

(73.311 ab.). La città di Asti sorge su un colle (123 m s/m.) nella valle del Tanaro. È un importante centro agricolo (vigneti, frutteti, ortaggi), commerciale e industriale. Industria principale e rinomata è quella dei vini, ma non mancano altre attività industriali (setifici, linifici, industrie del legno, del vetro, del sughero e dei concimi chimici).

STORIA.

Il municipio romano di Asti (Hasta Pompeia) divenne un importante ducato durante la dominazione longobarda e sotto i Franchi fu nominato contea. Nel XII sec. si diede un ordinamento comunale e aderì alla Lega Lombarda contro Federico Barbarossa che la distrusse (1155). In seguito la città si assoggettò all'imperatore che ne riconobbe l'autonomia comunale. Iniziò per Asti un periodo di prosperità economica che durò fino al XIII sec. e le permise di diventare il Comune più potente del Piemonte. Il declino iniziò nel XIV sec. e a capo della città si succedettero varie signorie (Savoia, Angiò, Visconti, i duchi di Orléans, Sforza). Nel 1529 Carlo V la cedette a Beatrice del Portogallo, moglie di Carlo III di Savoia. Asti entrò a far parte dello Stato sabaudo nel 1575 e ne seguì le vicende storiche con la sola interruzione dovuta all'annessione alla Francia dal 1799 al 1814.

ARTE.

Delle numerose torri (circa 120, secondo la tradizione) che conferivano un inconfondibile aspetto alla città durante l'età comunale oggi ne restano ben poche, tra cui ricordiamo la Comentina, la Troyana, la Rossa (XI sec.) e quella più recente (XIV sec.) dei De Regibus. Nel centro storico le antiche strutture di portici, palazzi e cortili medievali sono ritornate o stanno ritornando alla luce grazie all'intelligente opera di recupero e di restauro, intrapresa dall'amministrazione cittadina. La pregevole Cattedrale gotica, in cotto, risale al XIV sec. ed è stata rimaneggiata nella parte absidale durante il XVIII sec., epoca cui data anche il complesso di decorazioni ed affreschi interni. Nel chiostro annesso alla Cattedrale si possono visitare i resti dell'antica chiesa di S. Giovanni del VII sec., oggi interrata. Sotterranea è anche la suggestiva cripta unica parte superstite della basilica di Sant'Anastasio, costruzione originaria dell'VIII sec., successivamente ingrandita nel XII sec. e distrutta nel 1907. A San Secondo patrono di Asti è dedicata l'omonima chiesa gotica la cui facciata fu terminata nel 1462: nell'interno sono da citare gli stalli del coro e gli armadi della sagrestia, bell'esempio d'arte barocca, oltre ad un polittico di Gandolfino d'Asti. La cripta sotto l'altar maggiore si fa risalire al VI-VII sec. e custodisce il corpo di San Secondo. Tra i più celebri monumenti religiosi astigiani si annovera inoltre il battistero di S. Pietro (XII sec.), detto anche La Rotonda, capolavoro del romanico piemontese, a pianta ottagonale. Dal battistero si accede alla chiesa gotica quattrocentesca del Santo Sepolcro, attuale San Pietro in Consavia, notevole per il fregio in cotto intorno alle finestre e l'altare ricavato da un bassorilievo marmoreo del XIV sec. Il palazzo in cui nacque il più grande tragediografo italiano, Vittorio Alfieri, ospita la Biblioteca Civica, il Museo Storico e il Centro Nazionale di Studi Alfieriani. Nel Palazzo Mazzetti di Bellino (ristrutturato nel XVIII sec. dall'architetto Benedetto Alfieri) sono collocati la Pinacoteca Civica, ricca di collezioni pittoriche e d'arte minore e il Museo del Risorgimento. All'Alfieri spetta anche il grandioso e severo Palazzo del Seminario.

LA PROVINCIA.

La provincia di Asti (210.238 ab., 1.511 kmq) occupa il territorio collinare del Monferrato compreso tra il Tanaro e il Po. Coltura principale è quella della vite che alimenta l'industria enologica (produzione di vini tipici quali Moscato, Barolo, Barbera, Grignolino, Freisa, Brachetto, Dolcetto). Altri prodotti dell'agricoltura sono ortaggi, frutta e foraggi. Diffuso è l'allevamento bovino. Industrie importanti sono quelle metallurgiche e vetrarie. Fra i centri principali ricordiamo: Canella, Nizza Monferrato, San Damiano.

Il centro di Asti

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Biella

(47.465 ab.). La città di Biella, divenuta capoluogo di provincia dal 1991, è situata a 420 m s/m. allo sbocco in pianura della valle del Cervo. È un importante centro tessile in particolare per la lavorazione della lana che viene importata dall'Australia, dalla Nuova Zelanda e dall'America Latina.

STORIA.

È la medievale Bugella già importante centro romano di origine celtica. Dall'882 feudo dei vescovi di Vercelli, nel 1245 divenne un libero Comune. Nel 1357 dal dominio dei Fieschi passò nelle mani dei Visconti. Nel 1379 accettò la Signoria dei Savoia ai quali in seguito restò sempre legata.

ARTE.

La città di Biella si articola su due nuclei principali: Biella Piazzo, situata a 475 m e Biella Piano, situata sulla destra del fiume Cervo in pianura. Mentre la prima conserva i caratteri della città medievale per l'impossibilità di espandersi, la seconda, pur conservando alcuni monumenti di rilievo come il battistero preromanico in ciotoli e cotto, ha assunto un aspetto moderno. Sulla sinistra del Cervo sorge inoltre un terzo quartiere: Chiavazza

LA PROVINCIA.

La provincia di Biella (189.529 ab.; 913 kmq) comprende 83 comuni e con le sue 2000 imprese tessili copre circa il 30% del territorio nazionale. In funzione di questa attività si sono sviluppati altri settori industriali come quello meccanico-tessile e chimico. Tra i centri principali ricordiamo: Cossato e Vigliano Biellese.

Biella: il Duomo

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Cuneo

(54.696 ab.). La città di Cuneo è situata a 534 m s/m., su una terrazza a forma di cuneo all'incontro dei fiumi Stura e Gesso. È un importante centro agricolo (produzione di castagne, vino, frutta, allevamento del bestiame), commerciale e industriale (industrie casearie, tessili, metalmeccaniche, dei pneumatici, della carta e dei laterizi).

STORIA.

Le origini di Cuneo sembrano risalire ad una ribellione contadina dell'XI sec. Ribellatisi ai signori della zona, i contadini si rifugiarono nel territorio delimitato dalla confluenza della Stura e del Gesso e qui fondarono un centro che nel 1198 divenne libero Comune e rimase indipendente fino alla seconda metà del XIII sec. In seguito la città fu sottoposta a varie dominazioni (Angioini, Marchesi di Saluzzo, Conti di Provenza, Visconti) finché non si sottomise volontariamente ai Savoia (1382). Alla fine del XVIII sec. cadde in mano dell'esercito napoleonico e dopo la battaglia di Marengo fece parte dei territori francesi fino alla Restaurazione (1814) quando ritornò ai Savoia.

ARTE.

Vista dall'alto Cuneo rivela con chiarezza il motivo del suo nome, dovuto alla posizione dell'abitato su di una terrazza che si incastona a punta nella confluenza dei fiumi Gesso e Stura. Le origini romane sono documentate dalla presenza del decumano che taglia in due settori distinti buona parte della città. Dalla principale via Roma, lungo cui si allineano tipici portici ogivali, si giunge all'imponente piazza Galimberti, non lontano dalla Cattedrale cittadina. Eretto nel XII sec., l'edificio venne ricostruito nel 1662 dopo essere stato distrutto durante gli assedi francesi; presenta una facciata neoclassica (1865) e custodisce all'interno un fonte battesimale del XV sec. Risalente al 1227 la chiesa di S. Francesco, in stile romanico gotico, con fronte quattrocentesca e portale in marmo del 1481. La costruzione sacra subì varie trasformazioni nel corso dei secoli che la videro divenire un mercato (1793), successivamente un deposito militare (1858) e infine un magazzino del Comune. Tra le altre chiese, interessanti sono quelle barocche di S. Ambrogio (1703-43), S. Chiara (1719) e S. Croce (1712) con facciata concava e timpano ricurvo, tutte opere dell'architetto F. Gallo. Nel Museo Civico di Palazzo Audifreddi si conservano importanti reperti preistorici, raccolte storico-artistiche e del folclore locale. A conclusione della visita della città, un giro lungo i viali alberati che si snodano sui cosiddetti baluardi eretti a difesa di Cuneo permette di godere un bel panorama del paesaggio circostante.

LA PROVINCIA.

La provincia di Cuneo (555.444 ab., 6.903 kmq) comprende il territorio piemontese situato fra il Monferrato e il confine francese. Risorsa principale è l'agricoltura che produce foraggi, castagne, frutta, vini tipici (Barbaresco, Nebbiolo, Barolo), canapa, granoturco e ortaggi. Importante produzione della zona di Alba è il tartufo. Diffuso è l'allevamento ovino e bovino. Sul patrimonio agricolo si fondano industrie alimentari ed enologiche. Altre industrie sono quelle tessili, meccaniche, conciarie, chimiche, della carta, del legno, del vetro e delle ceramiche. Fra i centri principali ricordiamo Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano.

Il centro di Cuneo

 

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LANGHE E MONFERRATO

Le Langhe sono piccole catene montuose situate nella zona centro-meridionale del Piemonte. Originatesi, come le colline del Monferrato, dal sollevamento e dal corrugamento del fondo marino, sono costituite da terreni impermeabili che sono poi stati erosi con facilità dal Tanaro e dai suoi affluenti. Il paesaggio che ne deriva è assai vario: vi si trovano dorsali (in dialetto langa è sinonimo di cresta) dalle scarpate alte e franose e valli strette e pittoresche nelle Alte Langhe; colline tondeggianti e forme più morbide nelle Basse Langhe, in prossimità della città di Alba. Nel Monferrato le fragili colline sono costituite di sabbie marnose, calcaree e giallastre con terreni fragili e vulnerabili all'erosione. I centri, numerosi, sono dominati dai resti di antichi castelli feudali, situati sulla sommità dei colli. I centri più importanti sorgono nel fondo vallivo, lungo il quale corrono diverse vie di comunicazione. Il paesaggio agrario e le risorse economiche differiscono nelle Alte o Basse Langhe e nel Monferrato. Nelle Alte Langhe le aziende agricole sono ampie, ma a basso reddito, poiché la coltura della vite (dolcetto) è in riduzione; diffusa la coltura di cereali e zone a pascolo per l'allevamento di ovini da lana e da latte, attiva la produzione casearia. L'introduzione di noccioleti nei dintorni di Alba (dove si è sviluppata l'industria dolciaria) ha dato buone produzioni. Differente il paesaggio della Bassa Langa e del Monferrato: come coltura i vigneti specializzati, con filari a spalliera, che producono alcune fra le qualità più pregiate di vini piemontesi: barbaresco, nebiolo, barolo, barbera (soprattutto nel Monferrato) dolcetto e moscato. Nella zona collinare sulla riva sinistra del Tanaro, la coltura del pesco è importante e diffusa. In pianura si è andata diffondendo la pioppicoltura e dovunque è attivo l'allevamento di bestiame da carne.

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Novara

(102.289 ab.). La città di Novara sorge presso il confine tra il Piemonte e la Lombardia e, grazie alla sua posizione geografica, è un primario nodo stradale e ferroviario. È un importante mercato cerealicolo ed un centro agricolo, commerciale e industriale (industrie metalmeccaniche, elettromeccaniche, meccaniche, tessili, chimiche, dell'abbigliamento, dolciarie).

STORIA.

La città ligure-gallica di Novara fu sotto i Romani un prospero centro commerciale. Divenuta capoluogo della contea omonima nel X sec., nell'XI sec. si diede un ordinamento comunale. A causa delle lotte con Vercelli e per difendersi da Pavia, si assoggettò al ducato di Milano sotto cui rimase fino all'occupazione francese del 1495. Ceduta per un breve periodo agli Sforza (1495-1499) ritornò ai Francesi e venne coinvolta nelle lotte fra Francia e Spagna. Nel 1538 venne assegnata a Pier Luigi Farnese. Nel XVIII sec., dopo alterne vicende passò ai Savoia che la perdettero alla fine del secolo durante la Campagna d'Italia di Napoleone. Con la Restaurazione ritornò allo Stato sardo. Con la battaglia di Novara si concluse la I guerra di Indipendenza italiana (1849) che vide l'abdicazione di Carlo Alberto in favore di Vittorio Emanuele II.

ARTE.

Città dal volto prevalentemente neoclassico, Novara deve alcuni dei suoi monumenti più tipici il Duomo e la chiesa di S. Gaudenzio allo stesso architetto, A. Antonelli, che edificò la Mole di Torino. Il primo è un edificio costruito sul luogo di una chiesa d'età paleocristiana (seconda metà del V sec.) di cui resta solo il battistero, a pianta ottagonale con nicchie decorate da affreschi (scene dell'Apocalisse) del X sec., emersi in seguito ad un recente restauro. La parte superiore fu modificata in epoca romanica con l'aggiunta di una cupola impostata su un alto tiburio. Il rimaneggiamento del battistero si colloca nel quadro di un più generale piano di ricostruzione del Duomo, consacrato nel 1132. Di questa fabbrica romanica, totalmente riedificata nell'800, sono documenti superstiti l'atrio-nartece, il campanile e l'oratorio di S. Siro, con preziosi affreschi del XIII-XIV sec. Il Chiostro della Canonica (X sec., modificato nel '400) ospita un Museo Lapidario Archeologico (marmi e reperti romani, paleocristiani e medievali). S. Gaudenzio, iniziata nel 1577 su progetto di P. Tibaldi, fu completata nel 1888 con la cupola antonelliana alta 121 m, notevole per l'audacia strutturale e la novità delle soluzioni tecniche adottate. Nell'interno della chiesa affreschi di Tanzio da Varallo nella Cappella dell'Angelo Custode, tela del Morazzone (Giudizio Universale), polittico di San Gaudenzio (1514-16), opera di Gaudenzio Ferrari, Cappella-scurolo dedicata a S. Gaudenzio, in fastoso stile barocco (16731711). L'elegante Broletto riunisce i principali edifici pubblici della Novara medievale: l'Arengo o Palazzo del Comune (XIII sec.), il Palazzo del Podestà (XIV-XVI sec.), l'edificio di Referendaria (XV-XVI sec.), il Palazzo dei Paratici (XIII sec.), con portico e loggia settecenteschi. Tra i musei ricordiamo la Galleria d'Arte Moderna, ospitata nel palazzetto dei Paratici, (pittori italiani dei secc. XIX e XX, tra cui Fattori, Lega, Ranzoni); il Museo Civico, nella stessa sede della Galleria, con raccolte di dipinti e oggetti d'arte dal '300 al '700 (opere di Antonello da Messina, G. Ferrari e Tanzio da Varallo).

LA PROVINCIA.

La provincia di Novara (342.460 ab.; 1.339 kmq) si estende dalle Alpi (massiccio del Monte Rosa) alla Pianura Padana, al confine con la Lomellina. Notevole è l'agricoltura che produce cereali, frutta, vino; diffuso è l'allevamento del bestiame. Importanti sono le industrie tessili, chimiche, grafiche, alimentari e metallurgiche. Il turismo è diffuso nelle località della Val d'Ossola e del Lago Maggiore. Fra i centri principali ricordiamo Arona, Borgomanero, Galliate, Oleggio.

Novara: Piazza della Repubblica

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Verbania

(30.307 ab.). La città di Verbania, diventata capoluogo di provincia nel 1991, dista 70 km da Novara ed è situata sulla sponda occidentale del Lago Maggiore (Verbano), da cui il nome. È formata dalla fusione di Intra e Pallanza, situate rispettivamente a Est e a Ovest della punta di Castagnola. Intra è il maggiore scalo commerciale del lago ed è un notevole centro industriale (tessile e dolciario) e turistico. È collegata con Laveno, sulla sponda lombarda, grazie a un regolare servizio di traghetti. Pallanza si trova di fronte alle Isole Borromeo, sotto il massiccio del Mottarone. Per il suo clima mite e per la bellezza della posizione, è frequentata stazione di villeggiatura invernale ed estiva. Fra i palazzi e monumenti degni di nota segnaliamo l'antico Palazzo del Pretorio, la chiesa di San Leonardo (XVI sec.), il Mausoleo a Cadorna, il settecentesco Palazzo Dugnani, del 1700, ora sede del Museo storico del Verbano e del Museo del Paesaggio e Villa Taranto. Famosissimo è inoltre il Parco botanico nazionale, aperto al pubblico, ricchissimo di piante esotiche.

LA PROVINCIA.

La provincia di Verbania (161.016 ab.; 2.255 kmq) consta di 77 comuni e comprende la sponda occidentale del Lago Maggiore e il Lago d'Orta. Tra i centri principali, Cannobbio, Baveno e Stresa.

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ISOLE BORROMEO

Le Isole Borromeo si trovano presso la riva occidentale del Lago Maggiore; fanno parte del territorio comunale di Stresa, in provincia di Verbania. Comprendono quattro isole di diversa estensione, che ospitano complessivamente poche centinaia di abitanti. La più estesa, l'Isola Madre, ospita un giardino botanico; la più famosa, l'Isola Bella, rappresenta uno dei più tipici esempi di giardino all'italiana; l'Isola dei Pescatori dove si trova un antico villaggio di pescatori ed infine, coperto da una ricchissima vegetazione, l'isolino di San Giovanni, la più piccola delle quattro isole. Le Isole Borromeo costituiscono, senza dubbio, una delle più note attrazioni dell'Italia Settentrionale sia dal punto di vista paesaggistico che per motivi di carattere culturale. Nell'Isola Bella, un tempo brulla e trasformata nel XVII sec. in uno splendido giardino all'italiana dal conte Carlo Borromeo, sono di particolare interesse il Palazzo Borromeo e la Pinacoteca. Il Palazzo Borromeo, costruito a partire dal 1630 circa è opera di numerosi architetti; prospiciente al lago conserva al suo interno mobili raffinati, una collezione di armi e una di arazzi. La Pinacoteca ospita dipinti rinascimentali di Boltraffio, Bramantino, Bergognone, Gaudenzio Ferrari e opere di pittori del '600-'700 tra cui Van Dick, Tempesta e Tiepolo. Sotto il palazzo, meta di visitatori, è l'appartamento originalissimo formato da grotte di tufo naturalmente ornate da incrostazioni di marmo, stalattiti, conchiglie e pavimenti di mosaico, in una scenografia di giochi d'acqua.

Veduta del Lago Maggiore

Panorama dell'Isola Bella, sul Lago Maggiore

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Vercelli

(47.926 ab.). La città di Vercelli è situata sulla destra del fiume Sesia. È un importante centro agricolo e commerciale ed è uno dei principali mercati risieri europei. Le industrie principali sono quelle tessili, chimiche, meccaniche, alimentari e della carta.

STORIA.

Vercellae fu fondata dai Libici, una popolazione celto-ligure, e in seguito divenne municipio romano. Nel XII sec. si diede un ordinamento comunale e fu centro delle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Nel 1427 entrò a far parte degli Stati sabaudi. Occupata dai Francesi, nel 1798, venne restituita ai Savoia dal Congresso di Vienna (1814) e seguì le vicende storiche del Regno di Sardegna.

ARTE.

Scarse tracce rimangono dello splendido passato artistico e architettonico della romana Vercellae se non resti di statue, mosaici iscrizioni e soprattutto splendidi esemplari di vetrerie (anfore, coppe) conservati nel Museo Leone. Da Piazza Cavour, cuore del centro storico, si inizia la visita alla città, recandosi innanzitutto al principale monumento di Vercelli, la basilica di Sant'Andrea (1219-1227 circa). Celebre opera di forme cistercensi presenta, insieme ai ricordi del settentrione francese, anche le persistenze della tradizione romanico-padana (doppio ordine di loggette e facciata a capanna). Nell'interno, caratterizzato dagli slanciati pilastri polistili, si trova il monumento sepolcrale dell'abate Tommaso Gallo, decorato con affreschi gotici. All'Antelami e alla sua scuola appartengono i bassorilievi nelle lunette dei portali (Martirio di Sant'Andrea). Il campanile a torre, poggiato sull'alto tiburio, è del 1407. Del coevo complesso abbaziale, fondato dal cardinale Bicchieri, rimangono il chiostro rettangolare cistercense, annesso alla basilica, la sala capitolare e la sagrestia con volte costolonate. Notevole è anche il Duomo, dedicato a Sant'Eusebio, progettato da P. Tibaldi nel 1572 e profondamente rimaneggiato nel XVIII sec. e il campanile romanico (XII sec.). Lo Juvarra ha disegnato la Cappella interna del Beato Amedeo di Savoia (1723) in stile rococò mentre spetta al suo seguace B. Alfieri la facciata, d'impronta classicheggiante. Begli affreschi del pittore Guadenzio Ferrari (nativo di Valduggia in provincia di Vercelli) raffiguranti Storie della Maddalena e Storie della Vergine si ammirano nella chiesa di S. Cristoforo. Attuale sede del Palazzo di Giustizia è il duecentesco castello, fatto erigere da Matteo Visconti, capitano della città. Dopo essere stato oggetto di vari rimaneggiamenti, alla fine del '400 divenne residenza dei duchi sabaudi. Insieme al Museo Civico Borgogna importante Pinacoteca con opere di scuola piemontese (Gesù in croce, di G. Ferrari), veneta (Deposizione di Tiziano) e fiammingo-tedesca (Madonna di Hans Baldung Grien) dei secc. XIV-XVIII, ricordiamo la Galleria d'Arte Moderna Luigi Sereno e il già citato Museo Leone, con raccolte d'arte medievale e moderna.

LA PROVINCIA.

La provincia di Vercelli (180.794 ab.; 2.088 kmq) si estende su un territorio compreso fra il Monte Rosa a Nord ed il Po a Sud. La risorsa più importante della provincia è l'agricoltura il cui prodotto principale è il riso. Altri prodotti sono: vino (gattinara), frutta, legumi, castagne, foraggi. Diffuso è l'allevamento di bovini e pollame. Attive sono le industrie (tessili, risiere, meccaniche, edili, della carta, del legno, del mobile). L'industria turistico-alberghiera è sviluppata nelle località di villeggiatura e di sport invernali. Fra i centri principali ricordiamo: Santhià, Gattinara e Varallo.

Facciata della chiesa di S. Andrea a Vercelli

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