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Glossario dei termini usati frequentemente in medicina

Cancro della Bocca Borsite Dolore alle Braccia Bronchite Broncospasmo Bulimia

Dolori alle Articolazioni Artrite Asma Aterosclerosi Il piede dell'Atleta Deficit dell'Attenzione Mal d'Auto o di mare Cinetosi Anoressia nervosa Ansia Punture di Api e Vespe Appendicite Aritmie cardiache

Acne Dolore all'Addome Problemi delle Adenoidi Aids Abuso di Alcol

Tecniche di digitopressione Le aree del piede per Riflessologia I punti della Digitopressione Le posizioni Yoga

ANEMIA A CELLULE FALCIFORMI.

SINTOMI.

- Episodi di dolore intenso, principalmente alle articolazioni, all'addome, o lungo le braccia e le gambe. - Stanchezza, pallore o ittero, battito cardiaco accelerato: questi sintomi indicano anemia.

- Suscettibilità alle infezioni.

- Nei bambini affetti, rallentamento della crescita e anche della maturazione sessuale.

- Priapismo, cioè erezione persistente e dolorosa; talvolta colpisce anche adolescenti e adulti.

DITELO AL MEDICO SE...

- Le mani e i piedi di un lattante si gonfiano ed il bambino mostra segni di anemizzazione;

questi sintomi spesso rappresentano i primi elementi che fanno sospettare questa malattia.

- Il bambino ha febbre alta che spesso rappresenta un indice di infezione batterica (che può rapidamente diventare fatale);

oppure il bambino ha convulsioni, segni di irritabilità, letargia: questi sintomi sono suggestivi di un problema neurologico.

Rivolgetevi immediatamente ad un Pronto Soccorso.

- Si verifica un quadro addominale caratterizzato da distensione e difficile trattabilità in un bambino affetto da questa malattia e con segni di anemia; questi elementi possono indicare una situazione pericolosa per la vita a causa dell'accumulo di sangue nella milza.

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Rivolgetevi immediatamente ad un Pronto Soccorso.

- Gli episodi di dolore persistono per più di qualche ora;

può essere necessaria la somministrazione intramuscolare o endovenosa di antidolorifici e persino il ricovero in ospedale.

L'anemia a cellule falciformi è una tra le più frequenti patologie ereditarie del sangue.

I soggetti a maggior rischio sono i discendenti degli africani.

Per sviluppare la malattia è necessario che un individuo erediti due geni patologici.

Quando solo un gene è presente, l'individuo è un portatore di anemia a cellule falciformi; questa condizione di solito non dà sintomi se non occasionalmente e in condizioni di bassa percentuale d'ossigeno come si verifica nelle immersioni subacquee o in luoghi ad elevata altitudine.

Il gene patologico, e talvolta la malattia, possono essere trasmessi ai figli.

Oltre ai sintomi dell'anemia, i pazienti possono anche avere episodi acuti, che colpiscono varie parti dell'organismo.

La frequenza di queste crisi varia tra i diversi individui.

Il recidivare delle crisi può determinare insufficienze d'organo e persino la morte.

Le crisi vaso-occlusive sono dolorose e sono in assoluto le più frequenti.

Sono caratterizzate dalla comparsa di un dolore variabile da lieve a molto intenso nei tessuti, organi o articolazioni che ricevono scarse quantità di ossigeno.

La crisi dolorosa può anche essere scatenata dalla disidratazione, da un'infezione, dallo stress, da un trauma, dal freddo, da un'attività fisica estenuante.

Le crisi aplastiche e quelle emolitiche si possono riscontrare in una grave anemia.

Nelle crisi aplastiche, il midollo osseo interrompe temporaneamente la produzione dei globuli rossi.

Nelle crisi emolitiche, i globuli rossi vengono distrutti troppo rapidamente e non vengono adeguatamente sostituiti.

Il quarto tipo di crisi è il sequestro splenico, tipico dell'infanzia e caratterizzato da intrappolamento del sangue nella milza con conseguente ingrossamento di questa.

Visto che questa malattia può essere pericolosa per la vita, diagnosi e trattamento precoce sono fondamentali.

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CAUSE.

I pazienti con la malattia a cellule falciformi ricevono da entrambi i genitori un gene che codifica una emoglobina anormale (l'emoglobina è la proteina che trasporta l'ossigeno nei globuli rossi).

Fisiologicamente, i globuli rossi sono rotondi e flessibili.

Le cellule con emoglobina anormale hanno la forma di una falce e sono meno flessibili e quindi si rompono facilmente causando anemia.

Le infezioni virali possono scatenare crisi aplastiche ed emolitiche.

Le crisi dolorose sono causate dall'accumulo di cellule a falce nei vasi sanguigni più piccoli;

questo accumulo impedisce all'ossigeno di raggiungere i tessuti circostanti.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

Lo screening neonatale è fondamentale.

Con l'esame del sangue si possono identificare gli individui portatori del tratto patologico oppure i soggetti malati.

Test prenatali possono porre diagnosi prima della nascita del bambino.

Test genetici sono disponibili per tutte le coppie che intendono avere un figlio.

TRATTAMENTO.

Attualmente, non esistono cure;

con una gestione corretta, i pazienti possono condurre una vita regolare.

Nel caso venga posta la diagnosi di questa malattia è importante scegliere un medico specialista in ematologia per gestire la patologia e le sue eventuali complicanze.

MEDICINA CONVENZIONALE.

È importante proteggere i bambini affetti dalle infezioni, potenzialmente pericolose.

Visto che la milza non funziona correttamente, i bambini malati hanno un maggior rischio di contrarre infezioni gravi come la meningite, l'epatite, la peritonite, l'osteomielite (infezione dell'osso), la polmonite.

Oltre alle vaccinazioni previste, questi bambini dovrebbero essere immunizzati contro l'influenza e lo pneumococco.

Il pediatra potrà prescrivere un ciclo preventivo di penicillina assunta ogni giorno per via orale, dall'età di 2 mesi fino ai 5 anni.

Saranno date utili informazioni sui passi da seguire per prevenire le crisi (vedi alla voce Prevenzione).

Inoltre potrebbe essere utile che tutta la famiglia si rivolga ad uno psicologo per imparare a gestire i problemi emotivi che questa malattia può scatenare.

Per gestire le crisi può essere necessario il ricovero in ospedale.

L'idrossiurea, un farmaco utilizzato per il trattamento di altre malattie ematologiche, è stato provato in pazienti adulti affetti da anemia a cellule falciformi;

sembra che sia risultato efficace nel ridurre l'intensità delle crisi dolorose.

Globuli Rossi alterati

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SCELTE ALTERNATIVE.

Non si sa molto sull'efficacia dei trattamenti alternativi per questa malattia.

L'agopuntura può aiutare ad alleviare le crisi dolorose.

Consultate un esperto.

STILE DI VITA.

I genitori di un bambino malato desiderano aiutarlo a crescere il più normalmente possibile.

È quindi necessario informare gli insegnanti della malattia del bambino, dare loro le informazioni su come gestire la crisi e chiedere loro di fornirvi i compiti e l'assistenza educativa quando il bambino è a casa da scuola.

PREVENZIONE.

Un fondamentale passo preventivo è evitare tutto ciò che può scatenare una crisi.

Per prevenire la disidratazione, la stanchezza e mantenere in buona salute l'organismo occorre: seguire una dieta corretta, bere grandi quantità di liquidi, fare esercizio fisico moderato con regolarità, dormire a sufficienza.

Per prevenire le infezioni: disinfettare le ferite, mantenere una buona igiene orale, fare visite di controllo regolari.

I bambini ammalati dovrebbero fare i richiami delle vaccinazioni previste nei tempi prestabiliti.

ANEURISMA.

SINTOMI.

- Anche se la maggior parte degli aneurismi non danno a lungo disturbi, in alcuni casi possono insorgere i seguenti sintomi:

- un dolore improvviso e intenso, spesso descritto come "uno strappo o una lacerazione", o un'insolita sensazione di pulsazione, di dolore o un rigonfiamento in una qualsiasi parte del corpo dove sono localizzati i vasi sanguigni;

- un dolore all'addome o alla parte bassa della schiena, che si irradia all'inguine o alle gambe, può indicare un aneurisma addominale, che può talvolta essere visto o sentito come un rigonfiamento pulsante ed essere accompagnato da perdita di appetito o perdita di peso;

- un dolore al petto, raucedine, voce bitonale, tosse persistente e difficoltà a deglutire possono indicare un aneurisma toracico;

- una sensazione di pulsazione o un rigonfiamento situati direttamente dietro al ginocchio possono indicare un aneurisma periferico; il ginocchio è una localizzazione comune di questo tipo di aneurisma, soprattutto nei fumatori;

- un violento mal di testa, quale non avete mai provato nella vostra vita, accompagnato da un dolore irradiato al collo, può indicare un aneurisma a ciliegia cerebrale dissecante.

L'aneurisma dissecante, di solito caratterizzato da un intenso dolore, può insorgere in una qualsiasi parte del corpo ed è sempre una situazione di emergenza.

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DITELO AL MEDICO SE...

- Sospettate di avere un aneurisma.

Molti aneurismi sono gravi e richiedono l'esame di un medico.

Un aneurisma che si rompe costituisce un pericolo per la vita. L'aneurisma è un rigonfiamento permanente nella parete di un'arteria.

La pressione del sangue in transito può spingere in fuori la parete indebolita di un'arteria formando una bolla dalle pareti sottili.

Anche se qualsiasi vaso sanguigno debole può essere colpito, gli aneurismi solitamente si formano principalmente nella porzione addominale o toracica dell'aorta, il vaso sanguigno principale che porta il sangue lontano dal cuore, o nelle arterie che nutrono il cervello.

Gli aneurismi localizzati in queste posizioni sono gravi, mentre quelli delle arterie periferiche sono spesso meno a rischio.

La minaccia più grave rappresentata da un aneurisma sta nel fatto che potrebbe scoppiare e causare un ictus, o un'emorragia tale da mettere sicuramente a rischio la vita.

Anche se non si rompe, un grosso aneurisma può impedire una corretta circolazione e favorire quindi l'indesiderata formazione di coaguli di sangue o trombi.

Scoprire da soli la presenza di un aneurisma è difficile, perché i sintomi sono particolarmente scarsi.

Alcune persone corrono però un maggior rischio di sviluppare degli aneurismi e quindi la strategia migliore è quella di sapere se si è a rischio, conoscere i sintomi e prendere le necessarie misure preventive.

CAUSE.

Ogni condizione che crea un indebolimento o un deterioramento delle pareti arteriose può dare come risultato un aneurisma.

Cause più frequenti sono l'aterosclerosi e l'ipertensione, ma anche le ferite penetranti e le infezioni. In alcuni casi, come gli aneurismi a ciliegia, la responsabilità è dovuta a una debolezza congenita o ereditaria delle pareti arteriose.

TRATTAMENTO.

L'unico modo di eliminare un aneurisma è asportarlo con un intervento chirurgico: questo metodo è spesso rischioso, ma altamente efficace quando ha successo.

Talvolta, invece, l'intervento chirurgico è impossibile, o può essere più rischioso dell'aneurisma stesso.

In questo caso il controllo attento della situazione e la terapia farmacologica possono essere la scelta migliore.

MEDICINA CONVENZIONALE.

Il medico curante determinerà le dimensioni, il tipo e la localizzazione dell'aneurisma impiegando una delle varie tecniche radiologiche in uso.

Se l'aneurisma è inoperabile, il medico prescriverà dei farmaci che abbassano la pressione del sangue o riducono la forza di contrazione del cuore, minimizzando così il rischio di una rottura.

Se l'aneurisma è operabile, il medico potrà comunque prima tentare una terapia farmacologica e consigliare una tattica di attesa, con esami periodici per controllare l'eventuale crescita dell'aneurisma.

Una delle tecniche chirurgiche può essere quella di applicare una graffa che blocchi l'afflusso di sangue nella zona interessata.

Altra tecnica consiste nell'asportare il tratto di arteria e sostituirlo con uno in materiale sintetico.

Tipi di Aneurismi

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SCELTE ALTERNATIVE.

Le seguenti terapie, tutte principalmente volte a prevenire gli aneurismi, devono essere seguite insieme alle prescrizioni del medico convenzionale e non al loro posto.

OMEOPATIA.

In caso di aneurisma piccolo e relativamente benigno o, come misura preventiva nelle persone ad alto rischio di sviluppare un aneurisma, un omeopata può consigliare Baryta carbonica per dar tono e rinforzare le pareti arteriose.

MEDICINA PSICOSOMATICA.

Mantenere la mente e il corpo rilassati può prevenire il peggioramento di un aneurisma.

Provate con esercizi che potete fare a casa come lo yoga e la meditazione.

NUTRIZIONE E DIETA.

I cambiamenti della dieta che abbassano la pressione del sangue e rallentano l'aterosclerosi possono aiutare a prevenire la comparsa di un aneurisma.

Vedi alle voci Aterosclerosi, Trombosi, Ipertensione e Problemi di colesterolo.

PREVENZIONE.

Cercate di sapere se siete a rischio e prendete le misure necessarie per impedire la formazione di un aneurisma.

Se avete una storia familiare di ictus o cardiopatie, cambiate la dieta.

Fate regolarmente esercizio fisico, fate attenzione a quello che mangiate e, se fumate, smettete.

ANGINA.

SINTOMI.

- Un dolore che può essere oppressivo, costrittivo, strangolante, soffocante, acuto o bruciante;

normalmente localizzato al petto, ma può anche insorgere o irradiarsi a zone periferiche come la mandibola o l'addome.

La localizzazione e le sensazioni specifiche variano da persona a persona ma sono di solito costanti per ogni attacco.

- Un dolore che compare sotto sforzo e regredisce con il riposo.

- Debolezza, sudorazione, fiato corto, ansia, palpitazioni, nausea, sensazione di avere la testa vuota sono sintomi che possono essere associati a un attacco di angina, come appartenere anche ad altre patologie.

DITELO AL MEDICO SE...

- L'attacco dura più di 15 minuti; potrebbe essere un infarto.

Chiamate subito il 118 o il pronto soccorso più vicino.

- Pensate che sia il vostro primo attacco di angina;

dovete esserne certi.

- Gli attacchi diventano più intensi, frequenti, prolungati e imprevedibili; sono i segni dell'angina instabile.

- State prendendo un beta bloccante e provate dei fastidiosi effetti collaterali

(vedi alla voce Bloccanti beta-adrenergici).

- State assumendo farmaci a base di nitrati e vi sentite sul punto di svenire, confusi, deboli, pallidi, irrequieti o iniziate a vomitare o a sudare eccessivamente.

Sono chiari segni di ipersensibilità o sovradosaggio.

- State prendendo un calcio-antagonista e notate effetti collaterali come crampi allo stomaco, rallentamento del battito cardiaco, aritmia, mal di testa, stipsi, debolezza o persino mancanza di respiro.

L'angina è il modo che il cuore ha di comunicare che non riceve sufficiente ossigeno.

Questo può avvenire perché le arterie coronarie, che forniscono il sangue al cuore, sono occluse o perché il cuore è stato sottoposto a sforzi eccessivi e quindi ha bisogno di una maggior quantità di ossigeno rispetto alla norma.

Il termine medico angina pectoris significa letteralmente "sensazione di soffocamento al petto".

Di solito, l'angina è un dolore oppressivo o costrittivo che parte dal centro del petto, in profondità sotto allo sterno, e può irradiarsi ad altre parti del corpo.

Chi ne soffre dice di avere la sensazione di "un peso sul petto" o "una morsa che stringe il petto".

Alcune persone sentono il dolore anginoso solo in localizzazioni periferiche quali le mandibole, l'addome o il braccio.

Il dolore può essere confuso anche con un'indigestione, perché le sensazioni di pesantezza, costrizione e di bruciore sono simili.

L'angina può inoltre essere confusa facilmente anche con un infarto;

il dolore è simile ma nell'angina non si protrae a lungo, di solito non supera i cinque minuti.

Dei molti, l'angina stabile o classica, scatenata dallo sforzo e fatta regredire dal riposo, è la più comune.

Se siete affetti da angina stabile, siete in grado di prevedere quale tipo di attività potrà causare un attacco.

Un secondo tipo, l'angina instabile, è invece una condizione più acuta; insorge imprevedibilmente, anche a riposo, e deve essere interpretata come un segnale d'allarme di problemi cardiaci più gravi.

Un tipo raro, chiamato angina variabile, che implica degli spasmi delle arterie coronarie, interessa di solito le donne.

Circa seicentomila italiani sono affetti da angina, che è più diffusa fra le persone di oltre trent'anni.

L'angina di per sé non causa danni permanenti perché il cuore è privato di ossigeno solo temporaneamente, in caso di peggioramento, bisogna valutare se vi può essere un maggior rischio di infarto.

Le preoccupazioni aumentano se si sviluppa un'angina instabile.

Le Aree del Dolore Anginoso

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CAUSE.

La causa principale alla base di questa patologia è l'aterosclerosi delle arterie coronarie, per cui i vasi vengono occlusi o ristretti da depositi calcificati di grasso, le placche ateromasiche.

L'angina può anche derivare da altre malattie che sottopongono il cuore a un carico eccessivo, come l'anemia, le malattie della valvola aortica (vedi alla voce Cardiopatie), aritmie cardiache e ipertiroidismo (vedi alla voce Problemi della tiroide).

L'angina stabile è chiamata anche angina "da sforzo" perché è scatenata da attività, che accelerano i battiti cardiaci. L'attività fisica è spesso la causa più comune degli attacchi.

A seconda dell'individuo, lo sforzo capace di causare un attacco può variare da una semplice passeggiata al sollevare un peso notevole, all'attività sessuale.

Anche un pasto abbondante può anche causare un attacco, poiché la digestione richiede un maggior lavoro da parte del cuore.

Altre cause scatenanti frequentemente citate sono l'eccitazione emotiva e l'esposizione al freddo.

Più di venti farmaci possono inoltre notoriamente scatenare l'angina, da medicinali decongestionanti da banco e vari farmaci in vendita dietro prescrizione a sostanze illegali come, per esempio, la cocaina.

Alcuni fattori di rischio per le cardiopatie e le malattie delle arterie coronarie rendono più probabile la comparsa dell'angina.

Questi comprendono l'ipertensione, lo stress, l'eccesso di colesterolo (vedi alla voce Problemi di colesterolo), il fumo, l'obesità, il diabete e una storia familiare di malattie cardiache.

Tutti questi fattori sono legati all'aterosclerosi.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

Se avvertite un dolore sospetto per angina, il vostro medico vi sottoporrà a un completo esame fisico e a numerosi test. Un elettrocardiogramma (ECG) a riposo risulterà di solito normale, ma può servire a escludere altre cause.

Probabilmente sarete sottoposti a un test da sforzo, di solito associato a una tecnica diagnostica come l'ecografia o la scintigrafia, che può rivelare dei problemi del cuore o delle arterie.

Se questi test indicano la possibilità di un problema, il passaggio successivo potrà essere un'angiografia per determinare la localizzazione e l'estensione delle occlusioni delle arterie coronarie.

TRATTAMENTO.

I farmaci possono alleviare i sintomi dell'angina, ma cambiamenti essenziali della dieta e delle abitudini di vita sono una parte importante di ogni programma terapeutico.

Prima di prendere qualsiasi farmaco, controllate attentamente con il medico le sue proprietà e la vostra storia medica (anamnesi).

Molti farmaci non devono essere associati ad altri o a medicine naturali ed è necessario che vi accertiate che il vostro medico conosca ogni eventuale vostra condizione patologica preesistente.

MEDICINA CONVENZIONALE.

Il vostro medico vi citerà certamente l'importanza delle corrette abitudini di vita, che comprendono una dieta equilibrata, l'esercizio fisico, il controllo del peso e la rinuncia al fumo.

La maggior parte delle persone affette da angina prende, dietro prescrizione medica, anche dei farmaci, che vengono divisi in tre classi principali: nitrati, bloccanti beta-adrenergici e calcio-antagonisti.

Spesso viene usata una combinazione dei tre.

I nitrati, che dilatano le coronarie e consentono un maggiore flusso di sangue, sono una terapia ben rodata ed economica.

La nitroglicerina è il nitrato di gran lunga più usato;

può essere presa tutte le volte che è necessario e in genere dà sollievo entro pochi minuti.

Può causare mal di testa in circa la metà dei pazienti.

I bloccanti beta-adrenergici, usati per ridurre la frequenza cardiaca, abbassare la pressione del sangue e ridurre il consumo di ossigeno da parte del cuore, sono efficaci in associazione con i nitrati o da soli.

I calcio-antagonisti calmano gli spasmi delle arterie coronarie e alcuni rallentano anche la frequenza cardiaca.

I pazienti con una grave angina instabile sono spesso trattati inizialmente con l'eparina (un anticoagulante) in associazione con acido acetilsalicilico, nitrati e betabloccanti.

Se la terapia farmacologica non è efficace o non è sufficiente, può essere presa in considerazione l'angioplastica delle arterie coronarie o il bypass.

La prima è una tecnica basata sull'uso di un catetere che allarga le arterie occluse; è diventata oggi una tecnica abituale; il secondo, oltrepassa l'ostruzione arteriosa mediante un ponte che devia il flusso sanguigno.

È riservato ai casi molto gravi.

SCELTE ALTERNATIVE.

Se sospettate di avere l'angina consultate sempre un medico.

Le terapie alternative sotto elencate possono aiutare ad alleviare i sintomi o a prevenire gli attacchi, ma devono essere considerate come un complemento delle cure mediche convenzionali e non la loro sostituzione.

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DIGITOPRESSIONE.

Applicare una pressione per almeno un minuto sui punti PE 6 e MI 6 ( Vedi foto DIGITOPRESSIONE ) può alleviare i sintomi dell'angina.

 Consultate la voce Appendice e l'apposita figura seguente per la localizzazione dei punti.

 Digitopressione%20angina%201.jpg

1 Per aiutare a calmare i nervi e ridurre la sensazione di disagio, premete Pericardio 6. Mettete il pollice al centro del lato interno del polso, a due dita di distanza dalla piega del polso e fra le due ossa dell'avambraccio.

 Premete con decisione per un minuto, da tre a cinque volte; ripetete sull'altro braccio.

Digitopressione%20angina%202.jpg

2 La pressione su Milza 6 può aiutare a regolare la pressione del sangue. Il punto è a quattro dita di distanza dal malleolo interno, vicino al bordo della tibia. Premete delicatamente con il pollice per un minuto, quindi scambiate le gambe. Non usate questo punto in gravidanza.

MEDICINA AYURVEDICA.

Una miscela ayurvedica di erbe e minerali detta  A b a n a  si è mostrata capace di ridurre significativamente la frequenza e la gravità degli attacchi; consultate un medico esperto per quanto riguarda la prescrizione specifica.

TERAPIA CON C H E L A N T I.

Sebbene sia controversa, la terapia con  c h e l a n t i  è estremamente diffusa all'estero. I suoi difensori proclamano che questa terapia è più sicura ed economica dei farmaci convenzionali e del trattamento chirurgico ed è altrettanto efficace. I critici chiedono che sia sottoposta a esami scientifici più rigorosi prima di poter essere parificata al trattamento abituale per l'angina e l'aterosclerosi. Se volete sottoporvi a questa terapia, accertatevi che chi la pratica sia un medico esperto.

(Vedi alla voce Aterosclerosi)

FITOTERAPIA.

Il biancospino (Crataegus laevigata) è un eccellente tonico a lungo termine per l'angina perché simultaneamente dilata le arterie coronarie e calma il cuore. È spesso usato come ingrediente nelle terapie erboristiche per l'angina prescritte dai naturopati.

OMEOPATIA.

Per ottenere un immediato sollievo, durante un attacco acuto, è consigliato il Cactus grandiflorus. Può dare sollievo se, durante un attacco, vi sentite il petto come se fosse costretto da un nastro d'acciaio. Fra i rimedi a lungo termine che possono essere prescritti da un medico omeopatico vi sono la Nux vomica e l'Arsenicum album.

ABITUDINI DI VITA.

Alcune sostanze inquinanti presenti nell'aria, in particolare il monossido di carbonio, notoriamente aggravano e intensificano l'angina. Per evitare il monossido di carbonio, state alla larga dal fumo di tabacco e state in casa nei giorni in cui lo smog è più fitto. Evitate gli alcolici o bevete con parsimonia se state prendendo farmaci contro l'angina perché potreste avere degli affetti collaterali. Un moderato esercizio fisico aerobico è molto benefico per le persone affette da angina. Ponetene gradualmente le basi e fate ginnastica in casa nella stagione fredda. Chiedete sempre consiglio al medico prima di intraprendere un programma di esercizio fisico.

MEDICINA PSICOSOMATICA.

Se avete difficoltà a controllare i vostri livelli di emotività o di stress, imparate a rilassarvi. Diverse tecniche di rilassamento, biofeedback, yoga, possono essere di enorme aiuto. Scegliete e dedicatevi al metodo che vi fa sentire a vostro agio; l'efficacia delle tecniche di rilassamento varia da persona a persona e migliora col tempo.

NUTRIZIONE E DIETA.

I principali scopi della terapia nutrizionale per l'angina sono quelli di migliorare il flusso sanguigno verso il cuore e il metabolismo energetico del cuore in modo che richieda meno ossigeno. Il metodo migliore per agevolare il flusso sanguigno è tenere sotto controllo l'aterosclerosi e consumare meno grassi saturi e colesterolo. Per migliorare il metabolismo energetico, accertatevi di assumere sufficienti quantità di magnesio. Potreste anche chiedere al medico di consigliarvi un supplemento appropriato di L-carnitina e coenzima Q10, sostanze nutritive presenti nel corpo che migliorano il metabolismo energetico, spesso carenti nei pazienti affetti da disturbi cardiaci. Per ulteriori consigli dietetici specifici, vedi alle voci Aterosclerosi, Trombosi, Problemi di colesterolo e Ipertensione.

PROVA DA SFORZO.

Fare esercizio fisico con l'angina è una faccenda complicata. Se eseguito correttamente, può prevenire un peggioramento dell'angina; se eseguito troppo ambiziosamente, può aggravare la situazione. Come conoscere il limite? Se volete iniziare un programma di esercizio fisico, dovete prima sottoporvi a una prova da sforzo, chiamata anche "test di tolleranza allo sforzo" o "test col cicloergometro". Il test dura circa mezz'ora. Sarete equipaggiati con degli elettrodi sul petto e un bracciale per il controllo della pressione sanguigna e quindi inizierete ad allenarvi su un tapis roulant o una cyclette; a mano a mano che passa il tempo, l'esercizio diventerà progressivamente più faticoso. Controllando la vostra frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e i tracciati ECG, il medico sarà in grado di determinare i vostri limiti. Armati di questa conoscenza, potrete quindi progettare un salubre regime di diversi esercizi fisici utili per il vostro benessere.

RIMEDI DOMESTICI.

- Se avete frequenti attacchi di angina di notte, provate a sollevare il letto dalla parte della testa di una decina di centimetri. Diminuisce in questo modo il carico di lavoro sul cuore derivante dal ritorno venoso. - Se, mentre siete coricati, sentite che è in arrivo un attacco, sedetevi e posate i piedi sul pavimento. Se il dolore dovesse persistere, prendete i farmaci prescritti.

- Una compressa di acido acetilsalicilico al giorno, con il permesso del medico, può ridurre significativamente il rischio di un attacco cardiaco e dell'angina instabile.

- Dedicate almeno un'ora a digerire i pasti abbondanti; gli sforzi dopo mangiato causano notoriamente gli attacchi.

- Non prendete pillole contraccettive se siete affette da angina: gli estrogeni sono associati a un maggiore rischio di trombosi.

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PREVENZIONE.

Scegliete cibi poveri di grassi e colesterolo.

 Fate ginnastica. Le persone che fanno esercizio fisico sono meno soggette a ingrassare e a essere colpite dall'aterosclerosi.

- Imparate a controllare le vostre emozioni, piuttosto che lasciare che siano le emozioni a controllarvi. Molte persone affette da angina citano le crisi emotive come cause scatenanti degli attacchi.

- Il fumo è assolutamente controindicato.

ANORESSIA NERVOSA.

SINTOMI.

- Significativa perdita di peso.

- Timore di diventare grassi, anche quando si è emaciati.

- Continuo stare a dieta; eccessivo esercizio fisico.

- Immagine del proprio corpo distorta. Eccessive preoccupazioni riguardanti il cibo, come contare tutte le calorie o consultare ossessivamente libri di cucina.

- Stipsi.

- Pelle secca e pallida.

- Aumento dei peli del viso e del corpo; perdita di capelli.

- Scomparsa dei flussi mestruali.

- Soppressione del desiderio sessuale.

- Mani e piedi freddi, anche se la temperatura esterna è confortevole.

- Insonnia cronica; inspiegabile aumento o diminuzione dei livelli di energia.

DITELO AL MEDICO SE...

- Vostra figlia è ossessionata dalla dieta e continua a sentirsi grassa, di solito dopo un'evidente perdita di peso.

- Vostra figlia usa abitualmente lassativi, diuretici, emetici (sostanze che inducono il vomito ) o assume pillole per dimagrire.

- Vostra figlia si sottopone a un esercizio fisico continuo per perdere peso.

- Vostra figlia si preoccupa eccessivamente del cibo, delle calorie e della preparazione dei cibi. L'anoressia nervosa è un disturbo alimentare centrato su un travolgente terrore di ingrassare. Il risultato di questa paura infondata è l'auto-denutrizione e una grave perdita di peso; oltre al deperimento, l'insufficiente nutrizione può causare disturbi ormonali, anemia, irregolarità del battito cardiaco, fragilità delle ossa e molti altri problemi. Di solito questa condizione insorge dall'inizio dell'adolescenza alla prima età adulta, anche se può colpire più tardi. Circa il 90 per cento degli anoressici sono ragazze; l'un per cento solo delle donne sono affette da questa malattia. L'anoressia è pericolosa e l'aiuto di un medico deve essere ricercato prima possibile. Una terapia precoce solitamente impedirà l'aggravarsi della situazione, ma alcuni casi sono molto resistenti alla terapia e possono richiedere il ricovero in ospedale. Circa il 15 per cento degli anoressici muore a causa delle complicazioni. Anche se si focalizza sul cibo, l'anoressia è una malattia della mente. Spesso inizia con un desiderio relativamente normale di perdere qualche chilo, ma dal momento che lo stare a dieta risolve solo temporaneamente i sottostanti problemi psicologici, ben presto diventa compulsivo; l'assunzione di cibi viene gradualmente diminuita fino alla quasi totale astinenza. La vittima è ossessionata dall'immagine del suo corpo e spesso si vede grassa anche quando è vero il contrario. Ironicamente, ritualizza la preparazione e il consumo dei cibi. Diventa affascinata dalle ricette e dalla cucina, pur non mangiando il cibo, soprattutto in presenza di altri. Può intercalare al digiuno periodiche bisbocce seguite da purghe e vomito

(vedi alla voce Bulimia), soprattutto quando sta cercando di riguadagnare delle normali abitudini alimentari. Circa metà degli anoressici va incontro a un certo punto alla bulimia. Gli anoressici provengono di solito da famiglie molto ambiziose e sono spesso perfezionisti, compulsivi in molti aspetti della loro vita, soprattutto a scuola. L'accanimento sul loro obiettivo di restare magri è spesso accompagnato dalla negazione: gli anoressici tipicamente rifiutano di ammettere che qualcosa non va e possono diventare aggressivi o chiudersi sulla difensiva di fronte alle altrui espressioni di preoccupazione.

CAUSE.

Mentre alcuni studi indicano che i geni possono avere un ruolo nella predisposizione all'anoressia, la maggior parte dei ricercatori ritiene che i fattori psicologici siano la chiave principale. Gli anoressici tendono ad avere una scarsa autostima e non si sentono degni dell'amore altrui. Durante l'adolescenza, questi sentimenti possono essere esacerbati dai cambiamenti sessuali, dai messaggi culturali che esaltano la magrezza e da pressioni o tensioni all'interno della famiglia. Il digiuno marcato può essere la tattica dell'anoressico per esercitare il controllo sulla sua vita, non solo modellando il proprio aspetto, ma anche ritardando la maturazione e lo sviluppo sessuale.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

Anche se alcune tecniche diagnostiche, come l'eating attitude test (test di attitudine al mangiare), possono aiutare a identificare i potenziali anoressici, l'indizio più importante è il deperimento, senza altre evidenti ragioni fisiche oltre al digiuno. Devono essere eseguiti esami completi del sangue e delle urine per escludere altre possibili cause della perdita di peso e, il che è ancora importante, per evidenziare squilibri ormonali e diminuzione dei livelli di importanti sostanze essenziali quali potassio, zinco e acidi grassi. La carenza di zinco, comune negli anoressici, soprattutto in quelli vegetariani, può danneggiare molte delle funzioni biochimiche dell'organismo, ritardando la crescita e lo sviluppo sessuale e contribuendo in ultima analisi all'anoressia stessa. Dal momento che gravi squilibri ormonali e nutrizionali possono portare alla morte, il frequente e costante controllo medico è essenziale.

TRATTAMENTO.

La psicoterapia, il regolare controllo medico e le indicazioni nutrizionali devono far parte di ogni programma terapeutico per l'anoressia. La stretta collaborazione fra tutti i medici e gli psicologi coinvolti è importante.

 MEDICINA CONVENZIONALE.

La terapia dell'anoressia varia a seconda dello stadio in cui la malattia è riconosciuta e della volontà del paziente a collaborare. Il ricovero in ospedale è solitamente necessario se il paziente ha perso più del 25 per cento del normale peso corporeo. Il nucleo principale del trattamento è la psicoterapia individuale, per mettere allo scoperto i problemi emotivi e le difficoltà interpersonali che possono essere alla base del disturbo. La terapia familiare è anche importante se il paziente vive in famiglia. Degli integratori a base di solfato di zinco possono correggere la carenza di zinco. Spesso vengono prescritti anche altri integratori alimentari, stimolanti dell'appetito, antidepressivi e farmaci ansiolitici.

SCELTE ALTERNATIVE.

Le terapie alternative possono alleviare alcuni sintomi dell'anoressia e contribuire positivamente al trattamento nutrizionale e psicologico della malattia.

FITOTERAPIA.

Vedi alla voce Ansia per una descrizione delle erbe sedative. Per rilassare i muscoli dello stomaco, provate la genziana (Gentiana lutea) o qualche altra erba amara digestiva; preparate un infuso versando dell'acqua bollente su 1-3 cucchiaini di erbe secche o una manciata di erbe fresche. Lasciate riposare per 10-15 minuti. Assumetene una tazzina tre o quattro volte al giorno.

MEDICINA PSICOSOMATICA.

Lo yoga, il t'ai chi, la danza e il nuoto sono alcuni fra gli esercizi fisici e le tecniche di rilassamento che possono ridurre l'ansia e aumentare la consapevolezza del corpo. Il biofeedback può aiutare a tenere sotto controllo l'ansia e le abitudini alimentari. L'ipnoterapia può anche essere utile per esplorare i problemi emotivi sottostanti.

I M P O R T A N T E !

Se siete parente o amico di qualcuno che sta lottando contro l'anoressia, evitate di fare commenti sul cibo, sul peso, sulla cura di sé o sui risultati scolastici se non vi viene chiesto. Dimostrategli che apprezzate lui e gli altri per le qualità interiori, come l'intelligenza e la sensibilità.

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ANSIA.

SINTOMI.

- Palpitazioni cardiache.

- Sensazione di imminenza di eventi gravi.

- Incapacità a concentrarsi.

- Tensione muscolare; dolore muscolare.

- Diarrea.

- Dolore toracico.

- Secchezza della bocca.

- Sudorazione eccessiva.

- Aumento o riduzione dell'appetito.

- Insonnia.

- Irritabilità.

- Sensazione di mancanza di respiro; iperventilazione (aumento del ritmo del respiro).

- Perdita del desiderio sessuale (vedi alla voce Impotenza).

Per i bambini in età scolare:

- paura di essere allontanati dalla famiglia;

- rifiuto di andare a scuola;

- paura degli estranei;

- preoccupazioni inspiegabili.

DITELO AL MEDICO SE...

- L'ansia sembra irrazionale e superiore rispetto a quanto richiesto dalla situazione.

- L'ansia riduce le normali attività quotidiane.

- Persiste da diverse settimane una lieve ansia.

- I sintomi improvvisamente diventano gravi o incontrollabili. Potrebbe verificarsi un attacco di panico.

- L'ansia è accompagnata da perdita di peso o da protrusione degli occhi; si potrebbe trattare di problemi della tiroide. Chiunque prova ansietà prima o poi. Quando si verifica una minaccia di qualsiasi tipo, l'ansia è normale, è una parte integrante del modo con cui l'organismo si prepara ad affrontare il pericolo: l'adrenalina e il cortisone vengono rilasciati nel torrente circolatorio; la frequenza cardiaca aumenta; la respirazione diventa rapida e superficiale; i muscoli si tendono; gli zuccheri vengono rilasciati dal fegato; la mente si rivolge verso una situazione di allarme totale. Quando l'ansia non è legata ad una minaccia identificabile oppure è più importante e duratura rispetto a quanto necessario, diventa una patologia clinica debilitante e distruttiva. Sono stati riconosciuti diversi tipi di disturbi legati all'ansia:

le fobie (la paura di alcune situazioni, come gli spazi chiusi oppure cose particolari come gli insetti); gli attacchi di panico (la comparsa improvvisa di una paura o di una tensione estrema per una causa non evidente);i disturbi ossessivo

- compulsivi (pensieri irrazionali e persistenti, per esempio una paura importante di contrarre un'infezione, oppure un comportamento ripetitivo come controllare di continuo se le porte sono chiuse); la malattia da stress post-traumatico (l'ansia prolungata dopo un trauma); l'ansia generalizzata (una sensazione inspiegabile di apprensione che dura diversi mesi). I disturbi d'ansia hanno una grande varietà nella loro espressione di gravità; possono essere lievi o completamente immobilizzanti. Anche l'incidenza delle diverse patologie cambia: le fobie, gli attacchi di panico e la malattia ossessivo

- compulsiva, per esempio, sono meno frequenti dell'ansia generalizzata (che colpisce le donne con frequenza doppia rispetto agli uomini). Queste patologie di solito diventano evidenti durante l'adolescenza o i primi anni dell'età adulta e sono considerevolmente più frequenti nell'adulto che nel bambino. Alcune forme di ansia sono difficilmente trattabili; altre invece rispondono molto bene ai farmaci, alla psicoterapia e alle terapie alternative. Ciò che veramente non è efficace per alleviare i sintomi è l'autotrattamento con alcol o con farmaci. Molti pazienti scelgono questa strada, ma alla fine si verifica solo un peggioramento della situazione.

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CAUSE.

L'ansia può essere causata da uno stress riconoscibile, come un incidente, la morte di un familiare, la perdita del lavoro; in questi casi il trascorrere del tempo permetterà di superare il problema. In altri casi, lo stress non è evidente, un ricordo inconscio di un evento spiacevole terrorizzante dell'infanzia rimasto latente al di sotto del livello di coscienza, che però rivela costantemente la sua presenza attraverso episodi d'ansia. L'ereditarietà genetica può predisporre in alcuni casi: numerosi studi sui gemelli identici (monozigoti) hanno dimostrato che, se uno dei due soffre di ansia, vi sono almeno il 50% di probabilità che ne sarà colpito anche l'altro. Anche la sensibilità ai cibi può contribuire all'insorgenza dell'ansia sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per confermare questa correlazione. Inoltre questo stato d'animo spesso segue un'improvvisa interruzione dell'assunzione di alcol, tabacco, farmaci.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

Il primo passo è escludere la possibilità che i sintomi siano correlati con una malattia organica. Tra le patologie che determinano sintomi simili a quelli dell'ansia troviamo: l'ipertiroidismo

(vedi alla voce Problemi della tiroide);

l'ipercalcemia oppure l'ipocalcemia (troppo o poco calcio); la coronaropatia

(vedi alla voce Cardiopatie);

la tachicardia (aumento della frequenza cardiaca,vedi alla voce Aritmie cardiache); e altri disturbi cardiaci. Una visita completa dal medico permetterà di stabilire se la causa può essere imputata a una di queste malattie. Se non si trova un problema organico e i sintomi sembrano di proporzioni superiori rispetto alle situazioni che vengono affrontate, il quadro verrà classificato come una malattia d'ansia.

TRATTAMENTO.

L'ansia può essere trattata con farmaci convenzionali, con la psicoterapia e con molti approcci alternativi. È spesso efficace la combinazione di metodi convenzionali e alternativi.

MEDICINA CONVENZIONALE.

Sia la psicoterapia che la psicanalisi hanno lo scopo di identificare i conflitti e gli altri stress, forse a lungo sepolti, che possono stare alla base dell'ansia. La modificazione comportamentale è una terapia che si basa sul cambiamento dei comportamenti e può aiutare in un certo modo il paziente ad evitare l'ansia o a gestirla meglio; alla stessa maniera è efficace la terapia cognitiva che si basa sui cambiamenti del modo di pensare. Alcuni farmaci sono efficaci per alleviare i sintomi e vengono prescritti in combinazione con altre terapie. I più promettenti ansiolitici sono le benzodiazepine;

tra queste troviamo il lorazepam, il diazepam, l'alprazolam e il clonazepam. Hanno anche alcuni effetti collaterali: sonnolenza, irritabilità, vertigini, dipendenza. Comunque, negli anni recenti hanno ampiamente sostituito i barbiturici che non solo causavano un evidente pericolo di dipendenza, ma potevano anche essere pericolosi per i pazienti con ideazione suicida.

Un altro ansiolitico è il buspirone. Ha minori effetti collaterali delle benzodiazepine, ma non dovrebbe essere utilizzato in corso di malattie epatiche o renali. In gravidanza o durante l'allattamento deve essere assunto sotto controllo medico.

SCELTE ALTERNATIVE.

Molti trattamenti e procedure alternative possono alleviare i sintomi. La meditazione, gli esercizi fisici (soprattutto aerobici) e forse le tecniche di rilassamento sono tra i più efficaci. La loro utilità, però, varia tra i diversi individui. Per esempio, i soggetti con sintomi fisici - come il mal di stomaco o la sudorazione - migliorano con gli esercizi fisici, mentre coloro che hanno sintomi mentali traggono maggior beneficio dalla meditazione o da altre forme di rilassamento mentale.

La medicina cinese ed ayurvedica utilizzano varie preparazioni a base di erbe con effetto tonico per l'intero organismo e per diminuire la tensione.

Il massaggio delicato aiuta a rilassare quasi chiunque.

DIGITOPRESSIONE. (Ansia Vedi Foto)

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Sembra che un gran numero di punti della digitopressione aiutino a calmare il corpo e la mente. Per gli altri, consultate un esperto. L'efficacia dei particolari punti di pressione dipende dalla causa sottostante dell'ansia

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1 L'ansia scatenata dai problemi del sonno migliora premendo il punto Cuore 7, situato lungo la faccia interna della piega del polso, in corrispondenza del mignolo. Premete con fermezza per un minuto tra pollice e indice e poi ripetete sulla mano contro-laterale.

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2 Per calmare i nervi e ridurre l'irrequietezza, premete il punto Pericardio 6. Mettete il pollice al centro della faccia interna del polso due dita al di sopra della piega e tra le due ossa dell'avambraccio. Premete con decisione per 1 minuto da 3 a 5 volte e poi ripete sul braccio contro-laterale.

AGOPUNTURA.

I trattamenti settimanali di agopuntura possono essere efficaci se mirati alla causa dell'ansia. Consultate un agopuntore esperto nel trattamento delle patologie mentali.

AROMATERAPIA.

Si ritiene che l'aromaterapia possa essere molto efficace nell'ansia. Provate gli oli essenziali di lavanda, di gelsomino, o di camomilla. Mettetene 1 o 2 gocce su un panno ed inalate oppure utilizzate gli oli per l'inalazione dei vapori oppure nell'acqua calda del bagno. È anche possibile frizionare le tempie con una goccia.

RIMEDI CON I FIORI  D I  BACH.

Questi rimedi sono utilizzati per trattare un gran numero di problemi psicologici e sono stati sviluppati all'inizio del Ventesimo secolo da Edward Bach, un batteriologo e omeopata inglese. In totale, sono 38 rimedi, ognuno specifico per una particolare patologia emotiva. Sono in formulazione liquida e vengono preparati mettendo a bagno i fiori che galleggiano in una bacinella di acqua esposta al sole per diverse ore; questa procedura, secondo gli esperti, permette ai fiori di rilasciare le proprie energie nell'acqua. I rimedi di Bach possono essere acquistati nei negozi specializzati. L'agrimonia e il pioppo tremulo sono considerati efficaci per i casi lievi o moderati. I mirabolani (Prunus cerasifera) da soli sembrano efficaci per i casi gravi oppure possono essere utilizzati come costituenti di un rimedio cosiddetto "di aiuto",

- una combinazione raccomandata per qualsiasi tipo di situazione che causi ansia, da un appuntamento dal dentista allo shock dopo un incidente stradale. Mettete da 1 a 10 gocce in una bevanda oppure 1 goccia direttamente sulla lingua. Utilizzate questo rimedio ogni volta che lo riterrete necessario.

FITOTERAPIA.

La camomilla (Matricaria Recutita), la melissa (Melissa officinalis) e i fiori del tiglio (Tilia spp) sono considerati blandi rilassanti e tranquillanti. La melissa è particolarmente utile per i problemi digestivi correlati all'ansia. La scutellaria (Scutellaria Iateriflora) è un poco più potente mentre la valeriana (Valeriana officinalis), il luppolo (Humulus lupulus) e la passiflora (Passiflora incarnata) hanno tutti un effetto anche più rilevante sul sistema nervoso centrale. Queste ultime 3 erbe sono efficaci anche contro l'insonnia e possono essere utilizzate in varie combinazioni per avere vantaggi maggiori. Il luppolo non dovrebbe essere utilizzato in caso di evidente depressione; la valeriana per essere efficace dovrebbe essere utilizzata a dosaggi abbastanza alti (da 1/2 a 1 cucchiaino di tintura). Quando l'ansia è associata a palpitazioni, è consigliata la cardiaca (Leonurus cardiaca). Se invece è accompagnata da ipertensione, utilizzate la corteccia di viburno (Viburnum opulus) e i germogli di tiglio. Con queste erbe, preparate un infuso versando acqua bollente su 1-3 cucchiaini di erba essiccata o su una manciata di prodotto fresco. Lasciate riposare per 10-15 minuti; assumetene una piccola tazza da 3 a 4 volte al giorno. È possibile acquistare le tinture a base di queste erbe nelle erboristerie; seguite le indicazioni del foglietto illustrativo.

OMEOPATIA. Quando l'ansia dipende da una paura improvvisa o da uno shock, provate l'Aconitus.

L'Ignatia è detta "il rimedio per il lutto", perché sembra efficace per coloro che hanno avuto una perdita improvvisa.

Il gelsomino è raccomandato per l'ansia correlata al pensiero di dover fare qualcosa, come la paura del palcoscenico oppure l'agorafobia (la paura degli spazi aperti). Se nessuno di questi rimedi si dimostra efficace, rivolgetevi ad un omeopata. Un esperto potrebbe suggerirvi una miscela costituita dagli ingredienti e dai tonici più appropriati per il vostro tipo di problema.

MEDICINA PSICOSOMATICA.

Un grande numero di trattamenti e di procedure psicosomatiche possono alleviare l'ansia. La chiave della terapia consiste nel trovare uno o due rimedi che voi preferite e di utilizzarli in modo continuativo. Tra le tecniche di rilassamento e meditazione più utili vi sono il rilassamento progressivo muscolare, il training autogeno, la risposta di rilassamento, la meditazione trascendentale o le tecniche di esercizi orientali come lo yoga, il t'ai chi e il qigong.

Per avere risultati migliori, bisognerebbe sottoporsi quotidianamente o persino 2 volte al giorno a queste procedure. Visto che l'ansia è quasi sempre accompagnata da respiro superficiale, possono essere efficaci esercizi volti ad aumentare la profondità della respirazione; è impossibile essere ansiosi quando si respira profondamente e lentamente. Provate il seguente tipo di respirazione yoga: sdraiatevi supini in un luogo comodo. Respirate lentamente con il naso utilizzando il diaframma per inspirare aria nei polmoni e favorendo l'espansione dell'addome (mettete una mano sull'addome subito al di sotto dell'ombelico per assicurarvi che l'addome si muova insieme al diaframma). Dopo l'espansione dell'addome, continuate ad inspirare il più profondamente possibile. Quando espirate, fate i movimenti opposti: contraete i muscoli addominali mentre espirate lentamente e completamente. È bene ripetere questi esercizi diverse volte.

Il Contatto terapeutico (che non implica il tocco diretto) è particolarmente efficace per i pazienti costretti a letto e per coloro affetti da malattie croniche oppure da lesioni che li rendono troppo sensibili per permettere un contatto diretto. Oltre ad alleviare l'ansia, il Contatto terapeutico si è rivelato utile a ridurre il dolore. Il biofeedback elettroencefalografico è utilizzato per rieducare il pensiero e può essere molto utile nelle situazioni che comportano sintomi sia fisici che mentali, come accade nell'ansia. Grazie ad una serie di sedute con un terapista il paziente segue le caratteristiche delle proprie onde cerebrali su un elettroencefalogramma e impara gradualmente a controllarle. Gli esperti ritengono che dopo circa 12 sedute il paziente sia in grado di controllare le proprie attività mentali senza l'aiuto del terapista o dell'apparecchio di controllo.

L'ipnoterapia è raccomandata per le fobie specifiche come la paura di volare, di recitare su un palcoscenico, degli esami e delle gare sportive. Può anche essere utile in generale per l'ansia. I bambini e gli adolescenti imparano l'autoipnosi molto più rapidamente degli adulti forse perché sono più abituati ad utilizzare la propria immaginazione. L'ipnosi non è un processo né magico né sinistro e soprattutto il paziente non cade sotto il controllo dell'ipnotizzatore; al contrario, è un tipo particolare di concentrazione. Si tratta sempre di autoipnosi; l'ipnotizzatore è presente solo per insegnare al paziente come utilizzare al meglio questo tipo di tecnica. L'ipnoterapia può essere spesso più efficace se utilizzata in combinazione col biofeedback.

RIMEDI DOMESTICI.

- L'esercizio fisico quotidiano può essere il trattamento più potente per i sintomi dell'ansia. Se ritenete che gli esercizi vi aiutino, convincetevi a fare camminate decise oppure a sottoporvi a sport attivi che vi divertano.

- Le supplementazioni con magnesio sono utili, soprattutto per gli spasmi muscolari. Non prendete più di 300 mg per 3 volte al giorno perché un eccesso di magnesio può causare diarrea.

- Evitate l'alcol e riducete o eliminate lo zucchero e la caffeina.

- Riducete i vostri impegni all'essenziale e fate il possibile per evitare le attività che non sono rilassanti.

- Se iniziate ad iperventilare, respirate in un sacchetto di carta, perché in questo modo aumenta la quantità di anidride carbonica che inalate riducendo quindi la necessità di iperventilare e diminuiscono anche le vertigini e i formicolii che potreste avere.

DIGITOPRESSIONE. (Vedi Foto)

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1 L'ansia scatenata dai problemi del sonno migliora premendo il punto Cuore 7, situato lungo la faccia interna della piega del polso, in corrispondenza del mignolo. Premete con fermezza per un minuto tra pollice e indice e poi ripetete sulla mano contro-laterale

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2 Per calmare i nervi e ridurre l'irrequietezza, premete il punto Pericardio 6. Mettete il pollice al centro della faccia interna del polso due dita al di sopra della piega e tra le due ossa dell'avambraccio. Premete con decisione per 1 minuto da 3 a 5 volte e poi ripete sul braccio contro-laterale.

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API E VESPE, PUNTURE D I. (Vedi foto tipi di Api e Vespe)

SINTOMI.

Nella maggior parte dei casi, le punture di api e vespe causano solo dei sintomi di scarsa entità in sede di puntura, quali: - dolore; - gonfiore; - rossore; - prurito o bruciore. Le reazioni allergiche possono produrre un gonfiore esteso. Sono anche responsabili di una situazione ancora più grave, e potenzialmente letale, chiamata shock anafilattico (vedi alla voce Shock Emergenze/Pronto Soccorso).

Delle punture multiple possono causare una reazione tossica, con gli stessi sintomi:

- comparsa rapida di gonfiore attorno agli occhi, alle labbra, alla lingua, o alla gola;

- difficoltà a respirare;

- affanno o raucedine;

- prurito, crampi improvvisi o grave intorpidimento;

- stordimento; eruzione cutanea rossastra o orticaria;

- crampi allo stomaco;

- perdita di conoscenza.

DITELO AL MEDICO SE...

- Siete stato punto e presentate qualcuno dei sintomi dello shock anafilattico elencati sopra. - Siete allergici alle punture di ape o di vespa e siete stati punti. Correte il rischio di uno shock anafilattico, anche se le vostre reazioni alle precedenti punture sono state lievi, potreste avere bisogno di una terapia medica d'emergenza. Il veleno di una puntura di ape o di vespa causa un gonfiore localizzato, dolore e rossore che generalmente svaniscono nel giro di qualche ora. Alcune persone allergiche al veleno vanno incontro a reazioni locali più ampie, con un gonfiore più esteso. In circa il 3 per cento delle persone, d'altra parte, una puntura può scatenare una reazione allergica pericolosa per la vita, chiamata anafilassi.

L'orticaria e il gonfiore possono svilupparsi rapidamente fino a bloccare le vie aeree, causando il collasso cardiocircolatorio e talvolta la morte. In Italia, circa 10 persone muoiono ogni anno per shock anafilattico, prevalentemente persone di più di quarant'anni con cardiopatie preesistenti.

Se siete punti da uno sciame di 50 o 100 api, l'effetto può essere simile a uno shock anafilattico. I soli insetti con veri pungiglioni appartengono all'ordine Hymenoptera, che comprende Apidae (api e bombi) e Vespidae (vespe e calabroni). Il meccanismo di puntura, localizzato nell'addome delle femmine, consiste in un pungiglione attaccato a un sacchetto pieno di veleno. Il pungiglione dell'ape ha delle barbe multiple, così da restare solitamente nella ferita, causando la morte dell'ape. Le vespe, i cui pungiglioni non hanno barbe, pungono più volte.

CAUSE.

Il veleno degli imenotteri contiene tossine e agenti infiammatori che causano dolore localizzato e gonfiore che svaniscono dopo poche ore. Alcune persone, d'altra parte, sono allergiche ai costituenti del veleno e hanno reazioni più gravi, che possono variare da un gonfiore più esteso allo shock anafilattico, potenzialmente letale. Il processo delle allergie indotte dalle punture è poco conosciuto. Come altre allergie, quella alle punture sembra essere diffusa in alcune famiglie. Non si capisce però perché solo il 60 per cento degli adulti allergici e solo l'8 per cento dei bambini allergici vanno incontro allo shock quando sono punti. Una persona può essere punta più volte e avere solo delle reazioni normali, poi improvvisamente una sola puntura può causare una reazione allergica intensa. I medici non sanno perché una persona sviluppi improvvisamente questa ipersensibilità o perché l'ipersensibilità possa durare meno di 3 mesi o più di 25 anni.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

Il vostro medico può stabilire se siete allergici alle punture di api e vespe con un semplice test cutaneo, usando del veleno depurato e liofilizzato. D'altra parte però, solo il 20 per cento circa delle persone con un test cutaneo positivo va incontro a reazioni gravi in seguito a una puntura.

TRATTAMENTO.

Per la maggior parte delle punture è sufficiente un trattamento minimo, come un impacco freddo o una borsa del ghiaccio. In caso di punture multiple o di una grave reazione allergica, avete bisogno dell'immediato aiuto di un medico.

MEDICINA CONVENZIONALE.

Per il dolore, prendete dell'acido acetilsalicilico o del paracetamolo. Per le reazioni intense, provate con la difenidramina o con un altro antistaminico.

Nei bambini evitate l'acido acetilsalicilico per il rischio della sindrome di Reye.

Per lo shock anafilattico, il trattamento abituale è l'adrenalina.

Se necessario, fatevi da soli l'iniezione; ma dopo l'iniezione, andate subito da un medico per l'ulteriore terapia. (Attenzione: nei bambini può essere necessario somministrare solo una parte della fiala;

leggete bene il foglietto illustrativo).

SCELTE ALTERNATIVE.

FITOTERAPIA.

Applicate dell'aloe (Aloe barbadensis) o delle foglie fresche schiacciate o del succo di plantago. O, ancora, applicate dell'unguento alla calendula (Calendula officinalis) quattro volte al giorno.

OMEOPATIA.

Un omeopata può consigliare di applicare poche gocce di tintura di Pyrethrum, disponibile in farmacia. Per il gonfiore, prendete Apis (30 CH) ad intervalli da mezz'ora a 2 ore.

RIMEDI DOMESTICI.

Se il pungiglione resta nella pelle, grattatelo via con un coltello o una limetta per le unghie; se usate delle pinzette, potreste schiacciare più veleno nella pelle. Per le punture di ape, dell'ammoniaca può alleviare il prurito. Le punture di vespa sono alcaline e possono essere neutralizzate da aceto o succo di limone. Se siete distanti da casa, applicate dell'argilla; seccando, estrarrà parte della tossina.

PREVENZIONE.

Per evitare lo shock indotto dalle punture, se siete allergici, portate sempre con voi una fiala di adrenalina (accertatevi di essere capaci di farvi un'iniezione da soli). Dovreste anche indossare un braccialetto o una piastrina che descrivano la vostra allergia. Se avete avuto una reazione grave a una puntura e siete positivi al test cutaneo per il veleno, l'immunoterapia con il veleno (una serie di iniezioni settimanali del veleno) è molto efficace nel prevenire l'anafilassi. Riducete le vostre probabilità di essere punti evitando i vestiti di colori brillanti, pastello o bianchi. Non usate cosmetici o profumi con aromi floreali. L'odore dei cibi attira gli insetti, soprattutto le vespe, quindi fate attenzione se cucinate o mangiate all'aperto.

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APPENDICITE.

SINTOMI. (vedi Foto Sintomi di Allarme)

I sintomi classici dell'appendicite comprendono: - dolore sordo vicino all'ombelico oppure nei quadranti addominali superiori, ma che diventa più acuto in corrispondenza della fossa iliaca destra. Di solito questo è il primo sintomo; - perdita di appetito; - nausea e/o vomito subito dopo la comparsa del dolore addominale; - temperatura febbrile; - stipsi o diarrea con emissione di gas. Nella maggior parte dei casi, compaiono altri sintomi, quali: - dolore sordo o acuto in qualsiasi punto dell'addome, della schiena oppure a livello del retto; - dolore ad urinare; - vomito che compare prima del dolore addominale.

DITELO AL MEDICO SE...

- Avete un dolore che corrisponde ai sintomi sopra elencati. L'appendicite acuta è un'urgenza che può diventare fatale. Spesso è fondamentale l'intervento chirurgico immediato. Non mangiate, non bevete e non utilizzate antidolorifici, antiacidi, lassativi o impacchi caldi che possono causare la rottura dell'appendice infiammata. - Avete i sintomi tipici, ma siete già stati appendicectomizzati.

Potreste avere una malattia infiammatoria della pelvi, un cancro colo-rettale, la diverticolite, una gravidanza extrauterina, la gastroenterite, o un qualsiasi problema al colon.

Rivolgetevi immediatamente ad un medico.

L'appendicite è l'infiammazione dell'appendice, un piccolo tratto intestinale lungo circa 8 cm, collegato all'intestino crasso. È costituita da tessuto linfoide e quindi può produrre anticorpi; comunque non vi sono certezze sulle sue funzioni. Una cosa è chiara: è possibile tranquillamente vivere senza l'appendice. In molti casi l'appendicite è una situazione d'urgenza che richiede l'intervento chirurgico immediato per asportare il tessuto infiammato. Se non trattata, può perforarsi disseminando l'infezione nella cavità addominale. In questo caso si verifica la peritonite, un'infezione della membrana che riveste la cavità addominale (il peritoneo); tale eventualità può anche essere fatale se non trattata rapidamente con potenti antibiotici. Qualche volta si forma un ascesso pieno di pus all'esterno dell'appendice infiammata. Una sorta di tessuto cicatriziale crea una barriera tra l'appendice e il resto dell'addome, impedendo la disseminazione dell'infezione. La presenza di un ascesso rappresenta una patologia meno urgente ma, sfortunatamente, non può essere fatta la diagnosi senza l'intervento chirurgico. Sebbene possa colpire a qualsiasi età, è rara sotto i due anni ed è più frequente tra i 10 ed i 30 anni, circa un individuo su 15 ne viene colpito.

CAUSE.

Questo tipo di infezione si verifica quando l'appendice, una struttura cava, viene ostruita, spesso dalle feci, da un corpo estraneo, oppure da un cancro. Come altri tessuti linfatici, l'appendice aumenta di dimensioni in risposta a una infezione e, tumefacendosi, si ostruisce.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

La diagnosi può essere difficile. Il tempo è un fattore critico perché i sintomi spesso sono vaghi o molto simili a quelli che caratterizzano altre patologie meno urgenti (cistite, colite, morbo di Crohn, gastrite, gastroenterite, problemi dell'ovaio).

Palpando con delicatezza la fossa iliaca destra, il medico può talvolta sentire l'appendice infiammata e ispessita. L'appendicite può causare dolore al retto invece che a livello addominale e quindi il medico di solito esegue anche una esplorazione rettale introducendovi un dito. Gli esami del sangue mostrano se è aumentato il numero di globuli bianchi, il che indica con certezza che l'organismo sta combattendo un'infezione. La TAC e l'ecografia, sebbene veloci nel porre la diagnosi, non vengono utilizzate perché non sempre danno un risultato affidabile.

TRATTAMENTO.

Il trattamento standard per questa patologia è l'intervento chirurgico chiamato appendicectomia.

MEDICINA CONVENZIONALE.

Se si sospetta la presenza di un'appendicite, i medici preferiscono muoversi rapidamente verso l'intervento chirurgico per evitare la rottura dell'appendice. Se si è formato un ascesso, sono possibili 2 tipi di procedure: il drenaggio del pus e del liquido dell'ascesso e poi l'asportazione dell'appendice.

Gli antibiotici di solito vengono somministrati prima dell'appendicectomia per combattere l'eventuale peritonite. L'intervento chirurgico prevede l'anestesia generale e l'esecuzione di un taglio di pochi centimetri. Dopo circa 12 ore dall'intervento, il paziente può alzarsi dal letto e muoversi e la ripresa delle normali attività avviene entro 1-2 settimane. Se l'intervento chirurgico viene eseguito in laparoscopia (con l'utilizzo di un sottile apparecchio che permette di vedere l'interno dell'addome), l'incisione è molto più piccola e la guarigione più veloce.

SCELTE ALTERNATIVE.

L'intervento del medico è necessario in caso di appendicite, ma le terapie alternative possono aiutare a prepararsi all'intervento chirurgico oppure a favorire la guarigione dopo l'appendicectomia.

DIGITOPRESSIONE.

Massaggiare i punti sotto indicati può aiutare ad accelerare la guarigione dopo l'intervento chirurgico. Per migliorare l'appetito e le funzioni dell'intestino, massaggiate i punti Stomaco 36 e Vescica 25; il punto Intestino 4 fa ridurre il dolore; il punto Fegato 3 diminuisce il gonfiore dell'addome; il punto Milza 6 migliora la guarigione in generale. Vedi alla voce Appendice per ulteriori informazioni sulla precisa localizzazione dei punti.

 OMEOPATIA.

Prima dell'intervento chirurgico, assumere una dose di Phosphorus (30 CH) può ridurre al minimo la nausea causata dall'anestesia; se necessario, assumetene ogni 2 ore dopo l'operazione, finché la nausea scompare.

Applicare da 3 a 4 volte al giorno una soluzione a base di Hypericum e di Calendula (4 gocce di entrambe in una tazza di acqua) facilita notevolmente la guarigione della ferita.

CURE A DOMICILIO.

- Tenete pulita la ferita per facilitare la guarigione ed evitare l'infezione.

- Dopo che la ferita si è chiusa, aprite una capsula di vitamina E ed applicate il gel direttamente sulla ferita per ridurre al minimo la cicatrice.

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ARITMIE CARDIACHE.

SINTOMI.

Ricordate che disturbi occasionali ed isolati del battito cardiaco sono comuni ed usualmente innocui. I sintomi di un'aritmia più grave includono: la tachicardia, o battito cardiaco eccessivamente veloce:

- palpitazioni ricorrenti. Queste possono causare una forte pulsazione al collo, la sensazione che il cuore batta con irregolarità o la sensazione di pulsazioni intense e rapide nel petto;

- debolezza, svenimento, sudorazione, difficoltà respiratorie, vertigini; la bradicardia, o battito cardiaco eccessivamente lento:

- affaticamento, difficoltà a respirare, vertigine, perdita di conoscenza.

DITELO AL MEDICO SE...

- Vi accorgete che il vostro battito cardiaco è irregolare e tale situazione è ricorrente o produce disagio. Qualsiasi aritmia prolungata o intensa dovrebbe sempre essere valutata per determinarne la gravità. - Durante l'assunzione di farmaci per il trattamento di una qualsiasi forma di aritmia, notate un nuovo tipo di irregolarità del battito. Alcuni farmaci antiaritmici possono di fatto peggiorare la situazione cardiaca originaria. - Durante l'assunzione di farmaci antiaritmici, compaiono effetti collaterali come debolezza, vomito, nausea, vista offuscata, ronzii nelle orecchie, diarrea, perdita di appetito, perdita di conoscenza. La prescrizione di nuovi farmaci in sostituzione spesso risolve il problema. Un cuore sano ha un'efficienza incredibile: pompa circa 5 litri di sangue ogni minuto attraverso la contrazione regolare e potente delle sue quattro camere. Ogni battito cardiaco percepito in realtà è il risultato di due battiti, uno delle camere superiori, o atri, e l'altro delle camere inferiori, o ventricoli. Le contrazioni sono indotte da impulsi elettrici che originano, a livello del nodo del seno, un gruppo specializzato di cellule situato nell'atrio destro. Qualsiasi alterazione del normale battito cardiaco è chiamato aritmia. Chiunque occasionalmente ha provato un qualche tipo di aritmia, usualmente sotto forma di una palpitazione o di un battito cardiaco saltato (infatti, ciò che si percepisce come il salto di un battito cardiaco è in realtà un battito precoce, talmente debole da non essere sentito, seguito da una pausa di uno o due secondi e poi da un battito relativamente potente; lo spazio tra i due battiti si apprezza come un salto). Questi disturbi isolati e clinicamente irrilevanti sono normalmente innocui. Se invece l'aritmia è ricorrente dovrebbe essere controllata da un medico. Le aritmie possono essere divise in due grandi categorie:

la tachicardia o battito cardiaco accelerato, e la bradicardia, o battito cardiaco rallentato. Entrambe le condizioni si riferiscono esclusivamente ad un aumento o ad una riduzione eccezionali della frequenza cardiaca e non alle normali variazioni che si verificano nell'arco della giornata e che dipendono dal riposo o dall'attività fisica. La frequenza cardiaca normale a riposo è tra i 60 ed i 100 battiti al minuto. Si parla di tachicardia se vi sono più di 100 battiti al minuto, di bradicardia se meno di 60 battiti al minuto. Sia la tachicardia che la bradicardia possono ricorrere o essere una condizione persistente. La maggior parte delle aritmie rientrano nella categoria delle tachicardie. Alcune originano negli atri, altre nei ventricoli, e queste ultime sono più gravi. Particolarmente gravi sono le fibrillazioni ventricolari, nelle quali l'attività dei ventricoli è così scoordinata che questi hanno brevi spasmi muscolari e l'attività di pompa si riduce drasticamente. La fibrillazione ventricolare è mortale in pochi minuti se non interrotta. Le bradicardie possono essere causate da problemi dei nervi che controllano i battiti cardiaci nel nodo del seno, dove origina l'impulso elettrico, o da problemi legati alla trasmissione di questi impulsi attraverso il muscolo cardiaco. In quest'ultima condizione, nota come blocco cardiaco, i segnali elettrici che partono dagli atri non riescono a raggiungere i ventricoli a causa di un problema di conduzione. I segnali possono essere bloccati in modo continuativo o in modo intermittente. Nella situazione peggiore l'attività elettrica si ferma completamente e il cuore cessa di battere.

Il PaceMaker naturale (Il Cuore). (Vedi Foto)

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CAUSE.

Qualsiasi patologia che colpisce la struttura del muscolo cardiaco o le sue valvole o che alteri l'attività elettrica è in grado di interferire con la regolarità del battito cardiaco. Come ci si può aspettare, molti tipi di cardiopatie causano aritmia. Le gravi malattie delle coronarie sono una causa frequente poiché producono cicatrici che possono interrompere la trasmissione del segnale elettrico. Malattie congenite cardiache, patologie del muscolo cardiaco, alterazioni delle valvole, o malattie del polmone, o l'ipertiroidismo, possono determinare aritmia. Danni esterni, come uno shock elettrico o un trauma grave al petto, sono note cause scatenanti di aritmia. Le aritmie ventricolari sono spesso dovute a malattie cardiache e anticipano una grave complicanza come l'infarto. Anche le aritmie atriali sono generalmente associate con malattie cardiache ma possono non avere una causa apparente. La fibrillazione atriale è frequentemente associata ad ipertensione. Spesso la bradicardia è associata a blocco cardiaco. Una disfunzione del sistema nervoso vegetativo (che regola tutte le funzioni corporee involontarie, compreso il battito del cuore) può causare aritmia. Un efficace controllo da parte del sistema nervoso vegetativo dipende da un buon equilibrio tra i nervi del sistema simpatico, che danno l'indicazione di aumentare le attività, ed i nervi del sistema parasimpatico, che danno l'indicazione di ridurre le attività. Anche l'infusione improvvisa di alcuni agenti chimici od ormoni nel torrente circolatorio può alterare la frequenza cardiaca. Alcuni farmaci, la caffeina, la nicotina, l'alcol, la cocaina e l'inalazione di propellenti degli aerosol possono causare variazioni della frequenza cardiaca e ciò può accadere anche in risposta a condizioni che aumentano rapidamente la produzione di adrenalina come lo shock, la paura, l'ansia.

PROCEDURE E TEST DIAGNOSTICI.

L'elettrocardiogramma è utile solo se l'aritmia si verifica durante il test, cosa che non succede molto spesso. Nel caso si sospetti un'aritmia, è utile che il paziente venga monitorato a domicilio con un Holter, un apparecchio portatile che registra l'attività elettrica cardiaca delle 24 ore. I test che provocano aritmia rendono la diagnosi più semplice. L'esercizio fisico su una piattaforma mobile, ad esempio, può scatenare un episodio di aritmia consentendone la diagnosi. Anche i test elettrofisiologici sono utili nella diagnostica dell'aritmia. Sottili cateteri con elettrodi - introdotti attraverso le vene o le arterie sino a vari punti del cuore - registrano la trasmissione di segnali elettrici. La "mappa elettrica" prodotta dal catetere descrive dei diagrammi con la sede, la direzione e la velocità del segnale cosicché il medico è in grado di determinare l'origine del problema o dove è localizzato il blocco o l'alterazione del segnale.

TRATTAMENTO.

Una volta che l'aritmia viene confermata, il medico deciderà se la patologia richiede trattamento farmacologico o chirurgico. Il trattamento dipende non solo dal tipo di aritmia, ma anche dall'età e dalle condizioni fisiche del paziente e dalla storia della malattia.

MEDICINA CONVENZIONALE. Per le forme meno severe, il medico può suggerire alcune cose per controllare l'aritmia

(vedi alla voce Rimedi Domestici).

Se necessario, alcuni farmaci possono essere prescritti sulla base del tipo di aritmia, dell'anamnesi del paziente e dell'eventuale presenza di altre malattie cardiache. I farmaci antiaritmici, come la chinidina, l'amiodarone e anche la digitale, sono molto potenti e possono causare effetti collaterali seri, quindi non possono essere prescritti di routine. Di solito vengono somministrati durante i test elettrofisiologici per determinare se sono efficaci o causano reazioni avverse. Nelle situazioni d'emergenza, un defibrillatore può essere utilizzato per interrompere un episodio aritmico e ripristinare la fisiologica frequenza cardiaca, poi il trattamento sarà farmacologico. La defibrillazione può essere anche usata quando non c'è risposta alla terapia farmacologica o per anticipare una eventuale emergenza causata dalla coesistenza di un'altra patologia cardiaca. Spesso vengono utilizzati, per controllare a lungo termine l'aritmia, degli apparecchi impiantabili nel cuore. Nel caso di bradicardia sintomatica si impianta un pacemaker. Nel caso di tachicardia ventricolare si utilizza un defibrillatore per la cardioversione, che mediante degli elettrodi fornisce automaticamente in caso di necessità uno shock elettrico. Nel caso coesistano in un unico soggetto tachicardia e bradicardia può essere utile un pacemaker defibrillatore che, grazie allo shock elettrico, ripristina la frequenza cardiaca normale e la mantiene in una condizione stabile. Talvolta sono necessari trattamenti più invasivi. Se il tessuto cardiaco presenta una zona responsabile dell'aritmia, la rimozione della zona durante un cateterismo può correggere la patologia: le onde radio provenienti da un apparecchio inserito in una vena o in un'arteria eliminano la parte di tessuto responsabile. In qualche caso è necessaria la chirurgia cardiaca a cielo aperto per rimuovere il tessuto cardiaco malato.

SCELTE ALTERNATIVE.

Per il trattamento d'emergenza e la terapia preventiva a lungo termine delle aritmie gravi, consultate un cardiologo. Le terapie alternative possono associarsi, ma non sostituire il trattamento standard di patologie cardiache gravi. Con il supporto della medicina alternativa è possibile diminuire la dipendenza dai farmaci antiaritmici e controllare le aritmie di scarsa rilevanza clinica.

AROMATERAPIA

Gli oli di agrumi aggiunti nell'acqua della vasca da bagno riescono a ridurre le palpitazioni. Provate poche gocce di olio di fiori d'arancio.

ERBE CINESI.

Numerose miscele di erbe cinesi trattano i sintomi dell'aritmia, ma alcune erbe - come l'efedra (Ephedra sinica) - possono peggiorare la patologia. Consultate un esperto qualificato e comunicate al vostro medico qualsiasi tipo di erba voi decidiate di assumere anche per altri problemi.

FITOTERAPIA.

Molte erbe contengono sostanze che rafforzano le pulsazioni cardiache e normalizzano la frequenza cardiaca. Alcune erbe, come la digitale (Digitalis purpurea), sono troppo potenti per essere consigliate. Il biancospino (Crataegus laevigata) è un'erba delicata, ma efficace nel trattamento delle diverse patologie cardiache e quindi indicata per l'uso a domicilio; dilata i vasi e stimola il muscolo cardiaco stabilizzando l'aritmia. Lasciate in infusione 2 o 3 cucchiaini da tè di questa erba in una tazza di acqua bollente e bevetene 4 tazze al giorno.

OMEOPATIA.

La medicina omeopatica offre rimedi sia per la terapia immediata che per il trattamento a lungo termine delle aritmie non gravi.

Lachesis, Digitalis e Aconitum controllano le palpitazioni. Consultate un omeopata per i dosaggi.

ABITUDINI DI VITA.

La frequenza cardiaca aumenta in risposta all'esercizio per poi tornare a frequenze più basse. Le persone sedentarie tendono ad avere a riposo una frequenza cardiaca intorno agli 80 battiti al minuto, mentre gli sportivi tra i 60 ed i 65 battiti al minuto. L'esercizio aiuta ad eliminare l'eccesso d'adrenalina, un ormone che stimola sia il cuore che il resto del corpo. La nicotina è un potente stimolante e può provocare aritmia nei soggetti suscettibili. Se vi viene diagnosticata una tachicardia e siete fumatori, smettete.

MEDICINA PSICOSOMATICA.

Le tecniche di rilassamento aiutano a prevenire o controllare alcune forme di aritmia riducendo lo stress che aumenta la frequenza cardiaca e può scatenare alcuni disturbi del battito cardiaco. Esercizi che comprendono la meditazione e lo yoga aiutano a rilassarsi. Trovate qual è l'esercizio migliore per voi e perseverate; gli effetti positivi del rilassamento richiedono del tempo.

NUTRIZIONE E DIETA.

I minerali come calcio, magnesio e potassio giocano un ruolo fondamentale nel controllo dell'attività cardiaca. Bassi livelli di questi minerali possono causare aritmia (anche livelli troppo alti possono rappresentare un problema, soprattutto per il calcio). Le arachidi, i fagioli, la soia, la crusca, le verdure con foglia verde scuro e il pesce contengono molto magnesio. La frutta e la verdura sono ricche di potassio. Non abbassate le riserve di magnesio e di potassio, ingerendo eccessive quantità di sale, di grassi saturi o utilizzando forti dosi di diuretici o lassativi.

RIMEDI DOMESTICI.

- Il miglior rimedio per un attacco di tachicardia è il riposo. Fate un respiro profondo e cercate di rilassarvi.

- Una lieve pressione sull'arteria carotidea esterna destra al lato del collo può interrompere un attacco di tachicardia. Consultate il medico per sapere esattamente dove e come premere.

- In caso di aritmia atriale eseguite la "manovra vagale". Sedetevi piegando il corpo, fate un profondo respiro e poi soffiate. Con questa manovra disattivate il sistema nervoso simpatico, che accelera le funzioni corporee, e invece attivate il sistema nervoso parasimpatico che le rallenta.

PREVENZIONE.

Riducete l'uso di caffeina, nicotina, alcol e farmaci stimolanti che accelerano la frequenza cardiaca. In caso di diagnosi di tachicardia, evitate totalmente queste sostanze. Riducete lo stress attraverso l'esercizio, la meditazione e qualsiasi altra tecnica di rilassamento. Se vi è stata posta diagnosi di malattia cardiaca, seguite tutte le indicazioni per controllarla; questo può prevenire o controllare l'aritmia.

ACQUA FREDDA IN FACCIA.

Vi siete mai chiesti come i leoni marini sopravvivano allo shock di tuffarsi nell'acqua ghiacciata? Come gli altri mammiferi sono protetti dalla immediata risposta del loro sistema nervoso vegetativo che rallenta la frequenza cardiaca. Anche gli uomini possiedono questa caratteristica che può essere particolarmente utile se si soffre di attacchi occasionali di tachicardia. Quando avete un attacco, immergete il viso in acqua fredda: la frequenza cardiaca si ridurrà temporaneamente, interrompendo la tachicardia.

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