«Una rivoluzione radiologica» di Pino Donizetti
A sancire la grande importanza diagnostica di una nuova apparecchiatura radiologica, la «Tomografia Assiale Computerizzata» (T.A.C.), è stato assegnato ai suoi scopritori il premio Nobel per la medicina 1979, quantunque nessuno dei due fosse medico ma entrambi fossero invece laureati in ingegneria. Protagonista di questa autentica «rivoluzione dei raggi X», una sofisticata macchina formata dall'assemblaggio di un tomografo (stratigrafo assiale) con un elaboratore elettronico che riesce a tradurre in immagini visibili le minime differenze di densità di un cervello radiografato per sezioni e che il nostro occhio non è in grado di cogliere in «diretta». Siamo nell'anno 1967 e l'ingegnere Godfrey N. Hounsfield, progettista del reparto elaboratori elettronici nei laboratori di Hayes in Inghilterra, di proprietà di società che si occupano dei più diversi campi industriali, si interessa ad un problema che lo sta appassionando: la «pattern recognition», tecnica di programmazione del computer per il riconoscimento di immagini e voci messe in memoria codificate, da utilizzare in seguito. In particolare resta colpito dalla incompletezza delle immagini fornite da una radiografia, e valuta a non più dell'uno per cento, rispetto al contenuto potenziale, le informazioni ricavate dalla lettura di una pellicola tradizionale realizzata con le più aggiornate tecnologie radiologiche. La sua ricerca si focalizza su questo problema specifico e con un gruppo di collaboratori si butta alla ricerca di una soluzione pratica. Sulla strada di Roentgen, del quale diventa in breve l'ideale continuatore, elettronico e rivoluzionario, usando come rivelatori dei cristalli che gli forniscono in modo completo le informazioni, studia il sistema di immetterle nella memoria di un elaboratore che gliele possa tradurre in immagini. E' noto come la ricerca sia il giocattolo più costoso: a un certo punto Hounsfield ebbe delle difficoltà con la EMI, la massima proprietaria di Hayes, giunta ai fasti più gloriosi anche in sterline, durante il periodo dei Beatles, con l'incisione di numerosi dischi delle loro celebri canzoni, e che non vedeva mai la fine del lavoro per il quale aveva avuto delle forti spese. La burocrazia anche in campo scientifico non crea e se mai inventa ostacoli alla creazione degli altri, ma anziché scoraggiarsi Hounsfield si butta con maggior ostinazione nel lavoro e tramutato un tornio in rudimentale stratigrafo, riesce ad ottenere qualche immagine abbastanza sconvolgente che gli conferma la bontà della sua invenzione e del principio che la sorregge. A sua volta nel 1964 l'americano McLeod Cormack, nato in Sudafrica, fisico dell'Università Tuffs nel Massachusetts, aveva analizzato la possibilità di computerizzare in termini matematici le radiografie. Dalla convergenza di questi studi è nato così il tomografo, in seno appunto ai laboratori di Hayes, con il nome di Emiskanner. Il cranio sezionato per strati mostra una cosa che i raggi X del professor Guglielmo Corrado Roentgen non erano mai riusciti a vedere: nell'interno della scatola cranica, circondato dalla barriera ossea protettiva, si «vede» il cervello! Quando si pensi che l'indagine radiologica del cervello deve ricorrere a complessi artifici come l'arteriografia e la pneumoencefalografia, che oltretutto comportano un certo rischio per il paziente, per poter arrivere ad una diagnosi mediata, ci si può rendere conto della rivoluzione che la T.A.C. rappresenta per la diagnostica cerebrale. Per visualizzare ai raggi X stomaco, intestino, vescichetta biliare reni e in generale le cosiddette «parti molli», si rende necessario introdurre artificialmente un mezzo di contrasto ad alto peso atomico, come il bario e certi composti iodati che creano le differenze di trasparenza indispensabili per la lettura delle radiografie. Artifici che se per stomaco, intestino, fegato, non comportano problemi, quando invece si tratta, come per l'arteriografia e altre indagini impegnative, di immettere direttamente nel torrente circolatorio sostanze non sempre innocue, rappresentano per il paziente una componente di rischio non trascurabile. A ciò va aggiunto il fatto che dal punto di vista del rendimento diagnostico questa tecnologia fornisce solo un quadro «mediato» dell'organo da esaminare e, ad esempio, un tumore cerebrale non potrà mai essere visto direttamente, ma solo attraverso le alterazioni create nei vasi sanguigni della zona. La T.A.C. invece i tumori del cervello li vede direttamente, li localizza con precisione, consentendo al neurologo di valutare con esattezza il comportamento da tenere. Inoltre gli esami possono venir eseguiti ambulatorialmente, vengono aboliti i ricoveri inutili, piaga della nostra assistenza ospedaliera, non vi è la minima controindicazione legata a malattie locali o generali o a particolari sensibilità di un ammalato. Ma c'è di più: da esso è nato un discendente che non è meno importante e consente al radiologo esplorazioni fino a ieri inimmaginabili. Si tratta del «Total-body» che, basato sempre sullo stesso principio della tomografia computerizzata, consente l'esplorazione non solo del cervello, ma anche di tutti quegli organi addominali con uno sbocco rapido e relativamente facile alla soluzione del quesito diagnostico. La T.A.C consente inoltre lo studio della regione retroperitoneale e di quella pelvica in generale, non presentando alcuna indicazione per organi ed apparati cavi, come il tubo gastro-enterico per il quale è sempre indispensabile ricorrere alle classiche indagini mediante somministrazione di solfato di bario. Entrambe queste due regioni, ben difficilmente accessibili con altre tecniche, con la nuova metodologia consentono invece la visualizzazione di tumori, specie sarcomi e linfomi, permettendo di valutare l'estensione e di seguirne l'andamento nel corso di terapie antiblastiche. Un enorme progresso, quindi, rispetto non solo al classico esame radiologico normale, ma anche a quello stratigrafico e a tutte le altre indagini più complesse che comportano manualità, tecnologie e rischi, che consente di «vedere» organi come il fegato, la milza e il pancreas. E' però necessario che l'impiego della T.A.C. non diventi un abuso, perché la dose di radiazioni che riceve il paziente, anche a seguito di una minima esposizione, è più o meno di 2 rad, e bisognerà frenare opportunamente l'inevitabile assalto dei numerosi «soggetti informati» che pretenderanno l'esame alla stregua di un diritto costituzionale del cittadino mutuato.
