Anno 2011 Musica leggera e jazz Musica classica Danza Festival

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Anno 2011 Musica leggera e jazz Musica classica Danza Festival

   












Anno 2011 Musica leggera e jazz Musica classica Danza Festival

All together, we can do a better world. World goes where we like and wish He goes. It's up to all of us. Anno 2011.

Musica leggera e jazz.

Il Festival di Sanremo.

Il 61° Festival della Canzone Italiana di Sanremo
si è svolto a Sanremo al Teatro Ariston
dal 15 febbraio al 19 febbraio.
Condotto da Gianni Morandi con Belén
Rodríguez, Elisabetta Canalis, Luca Bizzarri
e Paolo Kessisoglu, vi hanno partecipato ventidue
cantanti con altrettanti brani divisi in
due categorie:Artisti (composta da 14 cantanti
noti) e Giovani (composta da 8 giovani cantanti
emergenti).
La canzone vincitrice della categoria Artisti è
stata Chiamami ancora amore, composta ed
interpretata da Roberto Vecchioni. La canzone
vincitrice della categoria Giovani è stata Follia
d'amore, interpretata e composta da
Raphael Gualazzi.
Nel corso della prima serata si sono esibiti i
quattordici Artisti: i dodici più votati hanno
avuto accesso alla seconda serata. Sono stati
inoltre presentati i partecipanti della categoria
Giovani.
Nella seconda serata si sono esibiti i dodici
Artisti rimasti in gara. Sempre secondo i voti
della giuria demoscopica hanno continuato la
gara i primi dieci classificati. Si sono esibiti
poi quattro concorrenti della categoria Giovani.
Con votazione determinata per il 50% dal
televoto e per il restante 50% da una giuria
tecnica composta dai musicisti della Sanremo
Festival Orchestra, due cantanti della categoria
Giovani sono stati ammessi alla quarta
serata nella quale è stato proclamato il vincitore
della categoria (Raphael Gualazzi).
La terza serata, intitolata "Nata per unire", è
stata dedicata al 150º anniversario dell'Unità
d'Italia. I 14 Artisti hanno infatti partecipato
ad una piccola gara - estranea alla classifica
ufficiale del Festival - in cui ciascuno di loro
ha interpretato una canzone storica della musica
italiana. Con votazione esclusiva del pubblico
attraverso il televoto è stato poi premiato
l'artista autore dell'interpretazione migliore, il
quale ha vinto un riconoscimento dedicato,
ovvero una scultura celebrativa rappresentante
l'Italia. Gianni Morandi per l'occasione ha
cantato Rinascimento, brano inedito scritto da
Mogol e musicato da Gianni Bella. I brani storici
cantati in questa serata, compreso l'inedito
di Morandi, sono stati successivamente raccolti
nella compilation omonima "Nata per
unire". Anche Roberto Benigni, ospite della
kermesse, ha preso parte a questa serata celebrativa,
proponendo una lunga esegesi dell'inno
nazionale di Goffredo Mameli.
Nella serata conclusiva si sono esibiti i dieci
Artisti rimasti in gara: i tre più votati hanno
avuto accesso allo spareggio finale, nel quale
si è proceduto ad un'ulteriore votazione azzerando
il punteggio precedentemente acquisito.
Il vincitore, Roberto Vecchioni, è stato
determinato dal solo televoto del pubblico
spettatore. Sono stati assegnati al cantautore
anche altri due premi: il Premio Mia Martini
della Critica e il Premio della Sala Stampa
Radio e Tv.

Le migliori canzoni del 2011.

Senza ombra di dubbio il 2011 è stato l'anno
di Adele che trionfa con Someone LikeYou sia
in questa classifica di "qualità" che nella Top
100 dei brani di maggior successo. Adele ha
anche trionfato a livello mondiale dove il suo
secondo album (intitolato 21 con riferimento
all'età che aveva quando l'ha inciso) è risultato
il più venduto dell'intero decennio (e quindi
il più venduto sinora degli anni Duemila).
In realtà, probabilmente, il miglior brano del
2011 è quello classificato al 2° posto, l'intrigante
Video Games dell'affascinante Lana
Del Rey, ma la popolarità del pezzo di Adele
era troppo soverchiante rispetto a quella, un
po' da nicchia, della cantante newyorchese.
Le analogie tra questa classifica e quella del
2010 sono piuttosto singolari:
- al 1° posto si è classificata una voce femminile
britannica ("You've got the love" di Florence
nel 2010 e Adele quest'anno)
- predominio delle voci femminili ai primi
posti della Top 100: nei primi 5 posti vi sono
3 brani interpretati da voci femminili
- il miglior brano italiano si posiziona al 3°
posto: "Ricomincio da qui" di Malika Ayane
l'anno scorso, "Io confesso" di Mauro
Ermanno Giovanardi quest'anno
- il miglior brano italiano è di provenienza
sanremese
- la Top 10 è fatta al 50% da brani italiani.
Certo, alcune differenze, o meglio, tendenze
ci sono. L'anno scorso vi erano meno hit da
classifica rispetto a quest'anno: ad esempio, 1
solo brano tra i primi 20 quest'anno (Celentano
di "A Toys Orchestra" e solo al 17° posto)
contro i 5 dell'anno scorso (con il più alto in
10a posizione, "Io e il mio amore" di Paolo
Benvegnù).
Inoltre quest'anno c'è decisamente una maggiore
presenza di brani italiani: quasi la metà
(45 per la precisione) contro i 30 dello scorso
anno. Però l'anno scorso c'era una maggiore
varietà di interpreti: il primo brano di un
interprete già presente con un altro brano si
trovava al 75° posto ("Hello! di Cesare Cremonini
che bissava la presenza di "Mondo") e
Cremonini era l'unico interprete italiano con 2
brani. Quest'anno non si contano gli interpreti
presenti con due o più brani in classifica (Jovanotti
addirittura con 4 presenze, considerando
il featuring di "Non so più cosa fare" di Adriano
Celentano) e la prima presenza di un brano
di un interprete già presente in classifica si ha
già al 12° posto, sempre Jovanotti con "Le
tasche piene di sassi" che bissa il suo miglior
piazzato, "Il più grande spettacolo dopo il big
bang" al 10° posto (il 4° brano è "Ora").
Ma sono tanti gli artisti che bissano (e trissano):
con 3 brani vi sono i Subsonica (Istrice,
La funzione e Quando). Daniele Silvestri (Ma
che discorsi, Questo paese e Sornione) e
sinanche la rivelazione sanremese Raphael
Gualazzi (Follia d'amore, Zuccherino dolce e
Reality and fantasy).
Mentre svariati altri sono presenti con 2 brani:
Tiziano Ferro, Verdena, Caparezza, Vinicio
Capossela, Ivano Fossati, Paolo Benvegnù e
Simona Molinari.
Tendenze che possono essere lette sia positivamente
(classifica di popolarità che premia
maggiormente brani di qualità e maggiore
presenza di brani italiani) che negativamente
(maggiore appiattimento su brani mainstream
e su pochi interpreti).
In genere i brani presenti sono tutti di ottima
fattura, con punte di eccellenza assoluta. Oltre
che per "Video Games", ci fa particolarmente
piacere l'altissima posizione di brani quali
Heaven di Emeli Sandè, I need a dollar diAloe
Blacc, Something for the weekend di Ben
Weestbeech e la massiccia presenza di artisti
semisconosciuti ma raffinatissimi quali James
Blake, Raphael Saadiq, The Weeknd, Little
Dragon, Tyson o Submotion Orchestra.
Altra tendenza che notiamo con moltissimo
piacere è la presenza di svariati brani con
palese influenza jazz, a partire dai 3 brani
citati del vincitore di Sanremo Giovani,
Raphael Gualazzi proseguendo con le swinganti
Caro Emerald di Stuck e That Man o
Simona Molinari di Forse e In cerca di te, proseguendo
con il duo Musica Nuda (Petra
Magoni e Ferruccio Spinetti) con Rimando,
per finire con la sofisticatissima Always della
Submotion Orchestra.



I TOP 100 DEL 2011 IN ITALIA.

1 - Someone like you
Adele
2 - Mr. Saxobeat
Alexandra Stan
3 - On the floor
Jennifer Lopez / Pitbull
4 - Danza kuduro
Don Omar / Lucenzo
5 - La differenza tra me e te
Tiziano Ferro
6 - Paradise
Coldplay
7 - Tutto l'amore che ho
Jovanotti
8 - Eh... già
Vasco Rossi
9 - Without you
David Guetta / Usher
10 - Il più grande spettacolo dopo il
big bang / Jovanotti
11 - Rolling in the deep
Adele
12 - Le tasche piene di sassi
Jovanotti
13 - Moves like Jagger
Maroon 5 / Christina Aguilera
14 - Arriverà
Modà / Emma Marrone
15 - Shimbalaie
Maria Gadú
16 - Set fire to the rain
Adele
17 - We found love
Rihanna / Calvin Harris
18 - Tranne te
Fabri Fibra
19 - Price tag
Jessie J / B.o.B
20 - Ai se eu te pego!
Michel Telò
21 - Ogni tanto
Gianna Nannini
22 - Benvenuto
Laura Pausini
23 - I soliti
Vasco Rossi
24 - Il mio giorno migliore
Giorgia
25 - Born this way
Lady GaGa
26 - I won't let you go
James Morrison
27 - Give me everything
Pitbull / Ne-Yo / Afrojack / Nayer
28 - Vuoto a perdere
Noemi
29 - Manifesto futurista della nuova
umanità / Vasco Rossi
30 - Firework
Katy Perry
31 - Just can't get enough
Black Eyed Peas
32 - Every teardrop is a waterfall
Coldplay
33 - The sound of sunshine
M. Franti / Spearhead / Jovanotti
34 - Grenade
Bruno Mars
35 - La notte dei desideri
Jovanotti
36 - Party rock anthem
LMFAO / Lauren Bennett / Goon Rock
37 - Eclissi del cuore
L'Aura Abela / Nek
38 - The adventures of rain dance
Red Hot Chili Peppers
39 - The lazy song
Bruno Mars
40 - Chiamami ancora amore
Roberto Vecchioni
41 - Brucerò per te
Negrita
42 - Hello
Martin Solveig / Dragonette
43 - Last friday night (T.G.I.G.)
Katy Perry
44 - È l'amore che conta
Giorgia
45 - La notte
Modà
46 - Anger never dies
Hooverphonic
47 - Barbra Streisand
Duck Sauce
48 - Hold my hand
Michael Jackson / Akon
49 - Something in the water
Brooke Fraser
50 - I need a dollar
Aloe Blacc
51 - Vedo nero
Zucchero
52 - Far l'amore
Bob Sinclar / Raffaella Carrà
53 - E.T.
Katy Perry / Kanye West
54 - Il mare immenso
Giusy Ferreri
55 - The edge of glory
Lady GaGa
56 - Ti voglio tanto bene
Gianna Nannini
57 - S&M
Rihanna
58 - It girl
Jason Derulo
59 - What's my name?
Rihanna / Drake
60 - Stuck
Caro Emerald
61 - Uberlin
R.E.M.
62 - Istrice
Subsonica
63 - Papi
Jennifer Lopez
64 - Heaven
Emeli Sandè
65 - Stand
Lenny Kravitz
66 - Ora e allora
Ligabue
67 - Junk of the heart (Happy)
Kooks
68 - Rabiosa
Shakira / Pitbull
69 - Don't wanna miss you
Catalin Josan
70 - Vittima
Modà
71 - Inevitabile
Giorgia / Eros Ramazzotti
72 - Miracle worker
Superheavy
73 - Moneygrabber
Fitz and the Tantrums
74 - The roller
Beady Eye
75 - Sweat [david guetta remix]
Snoop Dogg / David Guetta
76 - Ma che discorsi
Daniele Silvestri
77 - Bright lights bigger city
Cee Lo Green
78 - Il sole di domenica
Dolcenera
79 - Yanez
Davide Van De Sfroos
80 - California king bed
Rihanna
81 - Unica
Antonello Venditti
82 - The golden age
Asteroids Galaxy Tour
83 - The time (Dirty bit)
Black Eyed Peas
84 - Non ho mai smesso
Laura Pausini
85 - Our day will come
Amy Winehouse
86 - Stereo hearts
Gym Class Heroes / Adam Levine
87 - Salvami
Modà
88 - Ready 2 go
Martin Solveig / Kele
89 - Love on top
Beyoncè
90 - Save the world
Swedish House Mafia
91 - Un'emozione inaspettata
Raf
92 - What the hell
Avril Lavigne
93 - You and I
Lady GaGa
94 - A night like this
Caro Emerald
95 - Ora
Jovanotti
96 - If I had a gun...
Noel Gallagher's High Flying Birds
97 - Seven nation army
Ben l'Oncle Soul
98 - Something for the weekend
Ben Westbeech
99 - Goodbye malinconia
Caparezza / Tony Hadley
100 - Tappeto di
Modà


I Più Venduti AL MONDO (2011).

Il 2011, inutile dirlo, a livello di vendite è stato l'anno di Adele che ha letteralmente
schiacciato ogni tipo di concorrenza, dal prodotto per eccellenza (Lady Gaga, seconda)
alla consueta furbata natalizia (Michael Bublè, terzo). La giovane inglese in dodici
mesi ha totalizzato qualcosa come 15,3 milioni di copie con il suo "21" (cifra d'altri
tempi ... è il caso di dirlo) e 2,8 con il suo album di debutto, " 19 ". Il conteggio è
stato effettuato da mediatraffic.de, secondo la quale la cosiddetta United World Chart
è così composta:

1) Adele - 21 - 15.300.000 copie vendute
2) Lady Gaga - Born This Way - 5.400.000 copie vendute
3) Michael Bublè - Christmas - 5.200.000 copie vendute
4) Bruno Mars - Doo-Wops & Hooligans - 4.000.000 copie vendute
5) Rihanna - Loud - 3.400.000 copie vendute
6) Coldplay - Mylo Xyloto - 3.300.000 copie vendute
7) Adele - 19 - 2.800.000 copie vendute
8) Mumford & Sons - Sigh No More - 2.200.000 copie vendute
9) Katy Perry - Teenage Dream - 2.100.000 copie vendute
10) Beyoncé - 4 - 2.100.000 copie vendute
11) Lil Wayne - Tha Carter IV - 2.100.000 copie vendute
12) Foo Fighters - Wasting Light - 2.000.000 copie vendute
13) Justin Bieber - Under The Mistletoe - 2.000.000 copie vendute
14) Justin Bieber - My Worlds (My World+My World 2.0) - 1.800.000 copie vendute
15) Pink - Greatest Hits So Far - 1.800.000 copie vendute
16) Red Hot Chili Peppers - I'm With You - 1.700.000 copie vendute
17) Black Eyed Peas - The Beginning - 1.700.000 copie vendute
18) Rihanna - Talk That Talk - 1.700.000 copie vendute
19) Jason Aldean - My Kinda Party - 1.700.000 copie vendute
20) Jay-Z & Kanye West - Watch The Throne - 1.600.000 copie vendute



TOP JAZZ : I VINCITORI del 2011.

Nato nel 1982 il Top Jazz si propone, attraverso un sondaggio tra circa sessanta critici specializzati
italiani, di offrire un quadro d'insieme del movimento musicale del jazz italiano.

Musicista

Giovanni Falzone
Rita Marcotulli
Franco D'Andrea quartet Ex equo
Livio Minafra Quartet Ex equo
Fulvio Sigurtà
Dino Betti van der Noot
Giovanni Falzone
Francesco Bearzatti
Franco D'Andrea
Lanfranco Malaguti
Enzo Pietropaoli
Zeno De Rossi
Maria Pia De Vito
Stefano Pastor

Categorie

Disco dell'anno
Musicista dell'anno
Formazione dell'anno
Formazione dell'anno
Nuovo talento
Compositore dell'anno
Categoria ottoni
Sassofonista dell'anno
Tastierista dell'anno
Chitarrista dell'anno
Bassista dell'anno
Batterista dell'anno
Voce dell'anno
Miscellanea



Hanno lasciato la vita terrena.

È morto il 18 giugno Clarence Clemons, lo
storico sassofonista della E Street Band di
Bruce Springsteen, dopo essere stato colpito
da un ictus mentre si trovava nella sua casa in
Florida.
Soprannominato da sempre «Big Man» per
via della sua stazza, Clemons, 69 anni, ha
accompagnato Springsteen fin dai primi anni
Settanta ed è stato protagonista di famosi
assolo in brani come "Born to Run", "Thunder
Road" e "Badlands". Ma da tempo aveva
problemi di salute, soprattutto legati alla
schiena e alle ginocchia, per i quali si è dovuto
sottoporre a più interventi. La sua ultima
apparizione sul palco accanto al «Boss» risale
a dicembre, al Carousel House di Ashbury
Park, nel New Jersey, mentre a maggio, in
occasione della finale del talent show televisivo
«American Idol», si era esibito al fianco di
Lady Gaga.

La cantante Cesaria Evora è morta il 17
dicembre nell'isola di San Vincente a Capo
Verde. Aveva 70 anni e aveva di recente
annunciato di aver abbandonato la musica per
problemi di salute, dopo un ricovero a Parigi
dove era stata operata di cuore.
Nata il 27 agosto 1941 a Mindelo, sull'isola
di San Vicente, Capo Verde, Cesaria Evora è
stata la più conosciuta interprete della
"morna", stile che unisce le percussioni dell'Africa
occidentale con il fado portoghese, la
musica brasiliana e i canti di mare britannici.
Grazie alla sua grande voce e al suo aspetto
stupefacente si mise presto in luce, ma le sue
speranze di diventare una cantante professionista
non si realizzarono completamente. La
cantante Bana e l'associazione delle donne di
Capo Verde la invitarono a Lisbona per incidere
qualche brano, ma nessun produttore discografico
si mostrò interessato. Nel 1988
Josê Da Silva, giovane francese originario di
Capo Verde, le propose di recarsi a Parigi per
incidere un album. Nel 1988 la Lusafrica produce
il suo primo album, "La Diva aux pieds
nus", il cui brano "Bia Lulucha", una coladera
con il gusto dello zouk (tutti balli tipici
delle isole), diventa molto popolare presso la
comunità di Capo Verde.
"Mar Azul" esce alla fine dell'ottobre 1991 e
il consenso comincia ad ampliarsi. L'album é
trasmesso dalla FIP Radio da France Inter e
da molte altre radio francesi e anche il suo
concerto al New Morning Club registra il
tutto esaurito. Questa volta il pubblico è composto
in prevalenza da europei entusiasti,
segno che Cesaria Evora ha sfondato davvero,
riuscendo a superare le barriere di gusto e di
genere.
L'anno dopo è la volta di "Miss Perfumado"
che la stampa francese accoglie con calore
proporzionato all'oggettiva bellezza dell'album.
I critici fanno a gara per cercare di definire
questa artista singolare: i paragoni con
Billie Holiday si sprecano. Dopo due anni di
successi arriva anche la consacrazione di un
mostro sacro della musica brasiliana: Caetano
Veloso sale sul palco con lei per accompagnarla
durante un'esibizione a San Paolo,
gesto che equivale ad un battesimo ufficiale.
Cesaria Evora trionfa anche in Spagna, Belgio,
Svizzera, Africa e nei Caraibi. Attraverso
la Lusafrica firma un contratto con la BMG e
l'antologia "Sodade, les plus belles Mornas
de Cesaria Evora" viene pubblicata in autunno.
A questo si affianca l'album "Cesaria",
disco d'oro in Francia e successo internazionale,
soprattutto negli USA, dove ottiene una
"nomination" per il Grammy Award.
Dopo una serie di concerti a Parigi parte per la
sua prima tournèe negli Stati Uniti dove richiama
folle di tutti i generi. Madonna, David
Byrne, Brandford Marsalis e tutti i più grandi
artisti di NewYork corrono per assistere al suo
concerto al Bottom Line. Goran Bregovic invece,
geniale compositore di colonne sonore e di
musiche "balcaniche", la invita a registrare
"Ausencia" per la colonna sonora di "Underground",
diretto da Emir Kusturica. Poi dopo
un massacrante tour in cui tocca mezzo mondo
(Francia, Svizzera, Belgio, Brasile, Germania,
Hong Kong, Italia, Svezia, U.S.A., Canada,
Senegal, Costa d'Avorio e Inghilterra), registra
un duetto con l'ormai fidato Caetano Veloso
per il progetto Red Hot & Rio.
Star di livello internazionale riconosciuta,
Cesaria Evora ha avuto anche il privilegio di
vedersi dedicato un servizio speciale da parte
del canale culturale franco-tedesco "Arte".

È morto il 5 ottobre, in un ospedale di Londra
dove era ricoverato per curare un tumore,
Bert Jansch, chitarrista e co-fondatore dei
Pentangle: aveva 67 anni. Virtuoso della chitarra
acustica, col suo stile Jansch aveva
influenzato alcuni tra i più importanti chitarristi
inglesi come Jimmy Page, Johnny Marr,
Graham Coxon e Pete Doherty, col quale
aveva collaborato nel 2007 suonando su "The
lost art of murder", brano conclusivo di
"Shotter's nation" dei Babyshambles. Nato
nel 1943 a Glasgow, Jansch fu il protagonista
del folk revival britannico degli anni Sessanta.
"Ha completamente reinventato il modo di
suonare la chitarra, portandolo ad un livello
ancora oggi ineguagliato", ha detto di lui
Marr, al quale ha fatto eco un altro guitar hero
inglese, Jimmy Page: "Ero totalmente ossessionato
da Jansch: quando ascoltai il suo
primo disco, nel 1965, non potevo crederci.
Era inarrivabile, nemmeno in America esisteva
qualcuno tanto bravo quanto lui".

È scomparso a Londra il 4 gennaio Mick Karn,
bassista e tastierista dei Japan: l'artista
(Anthony Michaelides, nato a Nicosia, Cipro),
da tempo malato di cancro, è spirato nella propria
abitazione.Aveva 52 anni e si era ritirato da
molti anni. Nella sua carriera aveva collaborato
anche con Peter Murphy, David Torn, Midge
Ure, Kate Bush, Joan Armatrading, Ryuichi
Sakamoto.

È morto l'11 settembre a Firenze, all'ospedale
di Santa Maria Nuova, Gino Latilla, nome
d'arte di Gennaro Latilla. Nato nel 1924, fu
negli anni cinquanta uno dei grandi protagonisti
della canzone italiana. Tra i suoi maggiori
successi - che fecero tutti furore al festival
di Sanremo - figurano "Vecchio scarpone"
(1953, con Giorgio Consolini) al doppio
trionfo del 1954 con "Tutte le mamme"
(insieme a Consolini) ed "...E la barca tornò
sola" (con Franco Ricci), rispettivamente
prima e terza classificata. Celebri i duetti con
la futura moglie Carla Boni - "Casetta in Canadà"
(1957) e "Timida serenata" (1958) - ma
anche pezzi come "Io sono il vento" (1959),
con Arturo Testa e "Il mare nel cassetto"
(1961, con Milva). Fu protagonista anche al
Festival internazionale della canzone di Venezia,
dove vinse nel 1955, insieme alla Boni e al
Quartetto Cetra, con "Vecchia Europa".
Fra gli altri successi, si ricordano "Amico
tango" (1953, con la Pizzi), "Tchumbala bey"
(1954, musiche di Fred Buscaglione),
"Marietta monta in gondola" (1954) e "Serenatella
sciue' sciue'" (1957), entrambe queste
ultime con la Boni. Colse l'ultimo trionfo, in
coppia con la moglie, al Festival della canzone
napoletana del 1961, con "Tu sì comm'a
'na palummella", bissando il successo ottenuto
nel '55 con "E stelle e' Napule" (con Boni
e Maria Paris).
Negli anni sessanta Gino Latilla abbandonò
temporaneamente la carriera artistica per
lavorare come dirigente della Rai, prima a
Roma e poi a Firenze. È tornato a calcare i
palcoscenici negli anni ottanta, formando,
insieme a Nilla Pizzi, Carla Boni e Giorgio
Consolini, il gruppo "Quelli di Sanremo".
Negli stessi anni il suo nome comparve nella
lista della P2 di Licio Gelli.

È scomparso a Levanto il 31 ottobre, in seguito
ad un attacco cardiaco, Piero Milesi, musicista
e compositore di spicco del panorama
avantgarde italiano e storico collaboratore di
Fabrizio De André. Nato a Milano nel 1953,
Milesi studia violoncello e composizione sperimentale
ed elettronica, per entrare - nel
1977 - nel Gruppo Folk Internazionale di
Moni Ovadia, dove offrirà il suo contributo
sia come esecutore che come compositore:
oltre all'opera in due tempi "Modi", composta
a fine anni Settanta, Milesi scriverà anche
le colonne sonore "The nuclear observatory
of Mr. Nanof " e "Camera astratta", pubblicate
entrambe per l'etichetta statunitense Cuneiform
Records. A segnalarsi definitivamente
presso il pubblico italiano sarà la sua collaborazione,
avvenuta a cavallo tra il 1995 e il
1996, con Fabrizio De André, per gli arrangiamenti
di "Le nuvole" e "Anime salve".
Laureato in architettura, Milesi diresse anche
orchestre per artisti come Fiorella Mannoia e
Luciano Ligabue.

Gary Moore è morto improvvisamente il 6
febbraio all'età di 58 anni, mentre si trovava
in vacanza a Estepona, nella Costa del Sol. Il
suo ultimo disco in studio è "Bad For You
Baby", del 2008.
Nato a Belfast (Irlanda del Nord) nel 1952, inizia
a suonare la chitarra sin dall'età di otto
anni, quando il padre, organizzatore di concerti,
gli regala una chitarra acustica da suonare
con la mano destra, nonostante Gary sia mancino.
Si appassiona al rock'n'roll ascoltando la
musica dei Beatles e di Elvis Presley, poi a
quattordici anni compra la sua prima chitarra
elettrica. Nel 1968, si trasferisce da Belfast a
Dublino, per dare vita a una band, gli "Skid
Row", che suona un genere rock-blues sperimentale.
In questa circostanza conosce il cantante
Phil Lynott, che diventa compagno di
viaggio per la sua carriera artistica.
Gli Skid Row si fanno subito notare nella
scena rock irlandese tanto che vengono ingaggiati
per aprire concerti importanti come ad
esempio quello dei Fleetwood Mac, il cui leader
Peter Green è un punto di riferimento per
il giovane Gary Moore. Fin dal suo debutto
solista, che risale al 1973 con il disco "Grinding
Stone", alterna fasi di popolarità a periodi
di minor successo, tuttavia sempre tentando
di esplorare nuovi generi e sfumature. La
sua produzione musicale spazia dal rock progressivo
e sperimentale - strizzando l'occhio
al jazz - all'heavy metal, che caratterizza la
sua musica durante gli anni Ottanta, arrivando
anche a fasi pop metal con gli album "Run for
Cover" (1985) e "Wild Frontier" (1987), per
poi tornare sul hard blues, al quale si riavvicina
all'inizio degli anni Novanta con il celebre
disco "Still Got the Blues", che contiene la hit
omonima.
Nel 1987 partecipa al FerryAid, progetto portato
avanti da un gruppo di cantanti famosi
riunito per incidere una versione del brano
"Let It Be" dei Beatles, i cui proventi sono
destinati all'aiuto dei parenti delle vittime di
un disastro del mare avvenuto a Zeebrugee
(Belgio): l'assolo di chitarra nel brano viene
eseguito da Gary Moore e da Mark Knopfler.
Nella sua lunga carriera Gary Moore ha suonato
e collaborato con band ed artisti del calibro
di Thin Lizzy, Jack Bruce e Ginger Baker
(Cream), Greg Lake, Cozy Powell, George
Harrison, Ozzy Osbourne, B.B. King, Albert
King e Albert Collins.

All'età di 83 anni, è scomparso, il 12 marzo,
il grandissimo batterista e didatta americano
Joe Morello, uno dei musicisti più rispettati e
ammirati del mondo.
Nel corso della sua lunga carriera ha registrato
oltre 120 tra dischi e CD, e ha pubblicato
(tra gli altri) i metodi per batteria Master Studies
I e II. Ha studiato con George Lawrence
Stone (l'autore del metodo Stick Control) e
Billy Gladstone, e ha collaborato con artisti
del calibro di Phil Woods, Stan Kenton, e
Dave Brubeck. Memorabili le sue performance
in brani come Take Five e Blue Rondo a la
Turk, contenute nell'album "Time Out" del
quartetto di Dave Brubek (1959). Dal 1968 in
poi Morello ha diretto i suoi interessi principalmente
verso l'attività didattica ed educativa
in genere. Ha ricevuto un'incredibile varietà
di riconoscimenti, e l'impatto che ha avuto
sulla scena musicale e batteristica internazionale
è immenso.

Il mondo del jazz e della musica di qualità
piange la scomparsa di Paul Motian, batterista
e compositore, morto il 22 novembre all'età
di 80 anni a NewYork. Paul Motian è stato
uno dei più grandi e influenti musicisti della
musica americana degli ultimi 50 anni e ha
contribuito a creare il suono di alcune formazioni
memorabili della musica jazz e non
solo. Dopo avere suonato la batteria con Thelonious
Monk a inizi carriera e poi con musicisti
come Lee Konitz, Tony Scott, Stan Getz
è diventato famoso nel trio del pianista Bill
Evans con cui ha collaborato tra il 1950 e il
1960 registrando album come "Waltz for
Debby" e nel quartetto americano di Keith
Jarrett nel 1970.

La cantante italiana Nilla Pizzi è morta il 12
marzo. Era nata a Sant'Agata Bolognese (BO)
nel 1919. Il suo vero nome è Adionilla. Nel
1937, appena diciottenne, vince "5000 lire per
un sorriso", concorso antesignano dell'oggi
celeberrimo "Miss Italia".
Nel 1942 partecipa ad un concorso canoro
indetto dall'Eiar (Ente Italiano Audizioni
Radiofoniche) che conta oltre 10.000 concorrenti:
Nilla Pizzi vince ed inizia ad esibirsi
con l'orchestra "Zeme".
Il regime fascista considera la sua voce troppo
sensuale, viene così bandita dalle frequenze
radiofoniche. Torna nell'etere nel 1946 con
l'orchestra del maestro Angelini, al quale la
cantante nel frattempo si è legata sentimentalmente.
Partecipa alla prima edizione del
Festival di Sanremo nel 1951: vince con il
brano ormai mitico "Grazie dei fior"; si piazza
anche seconda con "La luna si veste d'argento",
cantata in duo con Achille Togliani.
L'anno successivo al Festival di Sanremo
Nilla Pizza trionfa nuovamente e conquista
l'intero podio con le canzoni "Vola colomba",
"Papaveri e papere" e "Una donna prega".
Nel 1952 nasce anche il "Festival di Napoli",
che la Pizzi vince con "Desiderio 'e sole".
Nel 1953 è nuovamente a Sanremo: si piazza
seconda con "Campanaro", cantata in coppia
con Teddy Reno.
Nel 1958 la scena musicale italiana è monopolizzata
da Domenico Modugno, Nilla Pizzi
è l'unica artista che riesca ad insidiare il suo
trono: a Sanremo arriva seconda e terza,
rispettivamente con "L'edera" e "Amare un
altro". Nel 1959 vince "Canzonissima" con il
brano "L'edera", il Festival di Barcellona con
"Binario", in coppia con Claudio Villa, il Premio
della Critica del Festival della canzone
italiana (Premio della Critica Sanremese) con
"Adorami", e riesce anche a piazzarsi terza al
Festival di Napoli con "Vieneme 'nzuonno",
insieme a Sergio Bruni.
Negli anni '60 le nuove tendenze musicali,
l'avvento dei cosiddetti "urlatori" e del fenomeno
beat, mettono un po' in ombra l'artista.
Prende così la via dell'esilio aprendo un elegante
night per miliardari ad Acapulco, dove
cena con personaggi del calibro di Frank
Sinatra e Sammy Davis Jr.
Nel 1972 il suo album "Con tanta nostalgia"
vince il Premio della Critica Discografica.
Nel corso degli anni '90 partecipa a molte trasmissioni
televisive; affronta inoltre lunghissime
tournée in tutto il mondo. Nel 2001 sorprende
con la riedizione del singolo "Grazie
dei Fiori" cantata in versione rap assieme alla
boyband "2080".

È morto il 4 gennaio il cantante scozzese
Gerry Rafferty. Aveva 63 anni, era malato da
tempo ed era noto soprattutto per Baker
Street, celeberrima canzone del 1978. Il suo
ultimo album risaliva al 2000.
"Baker Street" fu un successo planetario che
lo portò alla notorietà mondiale: prima aveva
venduto qualcosa in Gran Bretagna - lui è
scozzese - dove dopo marciò sulla ricaduta di
quel successo ancora per un po'. Ma nel resto
del mondo restò una meteora.
Di "Baker Street" è entrato nella storia l'assolo
di sassofono, eseguito nel disco da Raphael
Ravenscroft, un musicista che ha suonato con
tanti grandissimi e che per quell'esecuzione
fu pagato 27 sterline. Nel 1992 la canzone fu
rifatta in una versione dance e fece di nuovo il
botto in tutto il mondo. Poi è stata in sigle e
colonne sonore a bizzeffe.
Rafferty era stato ricoverato in gravissime
condizioni per guai al fegato all'ospedale di
Bournemouth, la città dove viveva.

Amy Jade Winehouse è morta il 23 luglio.
Era nata nel 1983 a Enfield (Middlesex), in
Inghilterra. Cresce a Southgate, quartiere a
nord di Londra, dove la sua famiglia (di origine
ebreo-russe) è composta dal padre farmacista
e dalla madre infermiera. A dodici anni
frequenta la Sylvia Young Theatre School, ma
a tredici viene espulsa per il suo scarso profitto,
ad aggravare la situazione è anche il suo
trasgressivo piercing al naso. Frequenta poi la
Brit School di Selhurst (Croydon). A sedici
anni Amy Winehouse ha già imboccato la
strada del professionismo vocale: viene scoperta
da Simon Fuller, noto e astuto ideatore
di "Pop Idol": Amy viene quindi messa sotto
contratto dall'agenzia di management "19
Entertainment", che le procura un contratto
discografico con la Island Records.
L'esordio discografico arriva nel 2003 con
l'album "Frank": subito il lavoro riscuote
ottimi successi sia di critica che di pubblico.
Con le sue oltre 300.000 copie vendute ottiene
un disco di platino. La ricetta vincente
sembra essere il mix delle sofisticate sonorità
jazz/vintage e soprattutto la particolare
voce calda e convincente di Amy. La sua
voce appare infatti "nera" e molto più matura
di quanto la sua giovane età dovrebbe far
supporre.
Il singolo "Stronger than me", composto dalla
stessa Amy Winehouse assieme al produttore
Salaam Remi, le fa vincere un "Ivor Novello
Award", prestigioso premio inglese riservato
ad autori e compositori.
Torna in pubblico con un nuovo lavoro musicale
alla fine del 2006. Il nuovo disco si intitola
"Back to black" e si ispira a Phil Spector
e alla Motown, nonché alla musica dei gruppi
vocali femminili degli anni '50 e '60. Il produttore
è ancora Salaam Remi, affiancato da
Mark Ronson (già produttore di Robbie Williams,
Christina Aguilera e Lily Allen). Il singolo
estratto dall'album è "Rehab" (che parla
dei temi di cui Amy è stata vittima) che
proietta subito il disco nella top ten inglese
all'inizio del 2007. La cantante ha sofferto
durante tutta la sua carriera di problemi di
droga e alcool, e la sua vita personale molto
travagliata era stata spesso oggetto di attenzione
da parte dei media di tutto il mondo. I
suoi concerti venivano spesso annullati o rinviati,
mentre in altre occasioni la cantante si
esibiva in condizioni precarie e veniva
fischiata dal pubblico. Nell'agosto del 2009
divorziò dal marito Blake Fielder-Civil, sposato
in un matrimonio lampo pochi mesi
prima a Miami, e si trasferì per un lungo
periodo sull'isola di Santa Lucia.
Ai Grammy Awards 2008 (gli Oscar della
musica) di Los Angeles trionfa vincendo
quattro premi; non avendo ricevuto il visto
per entrare negli USA, ha dovuto partecipare
alla serata cantando da Londra.
Nonostante i vari tentativi di riabilitarsi, gli
eccessi della sua vita hanno il sopravvento sul
suo fisico: Amy Winehouse viene trovata
morta a Londra il 23 luglio 2011. Non aveva
ancora compiuto 28 anni.

Anno 2011.

Danza.

"Sit-in" contro i tagli al FUS.

Roma 23 marzo 2011: una data che entrerà
nella storia della Danza italiana.
Alle 14.41 precise, a nove minuti esatti dall'apertura
ufficiale della manifestazione di protesta
indetta da Federdanza contro i tagli al FUS,
prendendo di sorpresa anche l'agguerrito
manipolo di poliziotti di servizio a Montecitorio,
un assai più agguerrito (e numericamente
consistente) manipolo di giovanissimi ballerini,
ha preso idealmente d'assalto, con la tecnica
ormai collaudata del flash-mob, la piazza
del Parlamento mettendosi gioiosamente, e
rabbiosamente, a ballare: prima sulle note frenetiche
del Don Chisciotte, balletto amatissimo
e popolarissimo, poi sulla melodie del
Canto degli italiani, ovvero "Fratelli d'Italia".
E i poliziotti per un po' li hanno lasciati fare,
mentre un esercito di fotografi e cineoperatori
immortalava la scena. Affiancato da una
folla di curiosi e turisti, ciascuno armato di
macchinetta digitale o di videofonino.
Qualche minuto e poi, ottenuto il massimo del
risultato spettacolare e molti applausi a scena
aperta e prima di far perdere la pazienza ai
poliziotti, i giovanissimi ballerini, con ottimo
senso dei tempi teatrali, si sono ordinatamente
ritirati, sollevando ancora un boato di applausi.
La"prima giornata di mobilitazione nazionale"
indetta da Federdanza, con l'adesione di
gran parte del mondo della danza italiana (e
una valanga di adesioni di solidarietà da tutto
il mondo) è stata un successo!
Questa manifestazione è la prima mai convocata
in 150 anni di storia d'Italia: mentre i giovanissimi
ballavano, dietro le transenne alle
spalle dell'obelisco che divide la piazza, premeva
una folla fittissima - fra le cinquecento e
le mille persone - di personaggi curiosi: bimbette
con i capelli raccolti a crocchia e la classica
coroncina, come per un saggio; decine di
ragazzine in tuta che agitavano nell'aria ciascuna
un paio di classiche scarpette di raso.
E poi coreografi, maestri e ballerini da tutta
Italia. Con l'elenco dettagliato delle presenze
si potrebbe ricostruire un "Who'sWho" della
danza italiana degli ultimi quarant'anni.

Calendario italiano.

Danza (e non solo) a Napoli.

Il 2011 è stato un anno ricco di eventi, nel
campo della danza, della musica e del teatro,
a Napoli. Nell'ambito della danza, occorre
ricordare "Ottobre Danza" la manifestazione
che durante tutto il mese di ottobre per l'appunto,
ha visto grandissimi ospiti di valenza
internazionale e mondiale al Teatro San
Carlo, tra i quali Carolyn Carlson grande
nome della danza moderna - il Balletto di
Lione tutt'oggi uno dei punti fermi in Europa,
il Balletto nazionale di Corea famoso per il
collage di danza classica e danza popolare
coreana.
L'evento forte dell'anno attorno al quale ne
ruotano altrettanti di grande interesse, è stato
l'apertura dell'Acciaieria Sonora, un'arena
dalla capienza di 8.000 - 12.000 persone che
sorge nell'area precedentemente bonificata
dell'ex Italsider a Bagnoli. Nonostante le critiche
e i dubbi, Napoli richiedeva un'area per
concerti e spettacoli come l'Acciaieria, volta
alla riqualificazione culturale della città. Dall'estate
2011 si sono avvicendati sul palco
dell'arena personaggi di grande valore artistico.
Uno dei primi eventi, è stato, infatti, il
Neapolis Festival, due giornate di musica allo
stato puro: grandi gruppi internazionali quali
Mogwai, Architecture in Helsinki, Skunk
Anansie con la grande voce di Skin la prima
giornata di festival, mentre Crocodiles, Hercules
and love affair, Battles e Underworld il
secondo giorno, più i vincitori del contest
"Destinazione Neapolis" gli Shak and Speares
e i New York New York, due giovani
gruppi emergenti del panorama partenopeo.
L'atmosfera un po' dark, trasandata quasi
"desertica" dell'Acciaieria ha reso il Neapolis
Festival 2011 tra le manifestazioni più interessanti
quest'anno.
A seguire, a metà luglio, sul palco dell'Acciaieria
si è visto un ritorno attesissimo del
grande "Opera Popolare" Notre Dame de
Paris, dalle musiche di Riccardo Cocciante.
In occasione del decennale è partito un Tour
con un cast tutto nuovo. In conclusione di stagione,
a settembre, George Michael in concerto.
Un grandissimo successo, persone provenienti
da tutta l'Italia per assistere ad uno
spettacolo che di rado si vede da queste parti.

Milano Danza Expo.

Novegro, alle porte della Grande Milano,
nuova capitale della danza internazionale.
Milano Danza Expo, la fiera evento che si è
tenuta negli storici padiglioni del Parco Esposizioni
Novegro, conferma il suo trend di crescita
inarrestabile con un + 30% alla voce
espositori (+70% rispetto al 2009) e + 50% di
pubblico in biglietteria. Una crescita verticale,
costante nell'arco delle edizioni, che premia
l'investimento imprenditoriale da parte del
Comis, Ente Organizzatore dell'Expo, in un
segmento completamente nuovo all'interno
dell'affermato palinsesto fieristico (50 manifestazioni
e oltre 350.000 visitatori annui complessivi)
che caratterizza le attività del Parco.
Promossa in collaborazione con Regione
Lombardia, Provincia di Milano e Comune di
Segrate ed il contributo di importanti sponsor
(Nikon, Kinect per Microsoft, Vitasnella
Dance Award e Gasolina for humans), partner,
media e stampa specializzata, Milano
Danza Expo, Comis.
Per tre giorni i riflettori di appassionati, professionisti,
amatori, curiosi, addetti ai lavori ed
operatori, media, sono stati puntati sul Parterre
de Roi di Milano Danza Expo capace di sfoderare
contemporaneamente un bouquet di stelle
della danza italiane ed internazionali mai visto
prima in Italia in un contesto fieristico.
Milano Danza Expo è anche una prestigiosa
occasione per coltivare relazioni professionali,
condividere aspirazioni, sogni, idee e progetti.
Vivere ed interagire con i protagonisti
nazionali ed internazionali della danza e dello
spettacolo. Cura dei dettagli e dei contenuti.
Innovazione e originalità nelle proposte.
Comunicazione mirata. Un ambiente di qualità,
mono planare. Il tutto sito in una storica
location milanese.
A caratterizzare la terza edizione di Milano
Danza Expo, insieme ai tanti straordinari
interpreti, artisti, istituzioni e compagnie
come l'Accademia Teatro alla Scala che
hanno prestato esperienza, capacità e conoscenza
al salone della danza, un palinsesto
potentissimo costruito attorno a molteplici
attività che hanno spaziato dagli stages a spettacoli
di qualità rigorosamente gratuiti, dai
concorsi (oltre 3000 mila partecipanti) ai
seminari, dalle jam spontanee alle mostre
fotografiche fino dall'aree relax e divertimento.
Ai ballerini Milano Danza Expo ha dedicato
4 padiglioni, 2 teatri, 5 sale danza, 3 aree
tematiche, 1 palco show e tantissimo spazio
per danzare tutti gli stili del mondo.

Momix remix.

Illusionisti narratori di atmosfere, i Momix, la
compagnia di danza più conosciuta a livello
internazionale, che fa sognare il suo pubblico
coniugando musica e danza atletica, in un dialogo
costante fra oggetti e luci, ha celebrato il
suo 30° anniversario con Momix Remix.
Lo spettacolo è una raccolta delle coreografie
di maggior successo del fondatore Moses
Pendleton: da Passion a Baseball, da Opus
Cactus a Sun Flower Moon, passando dall'ultimo
show Bothanica, la performance di
danza più vista al mondo in un tour durato un
anno e mezzo, 150.000 spettatori solo in Italia
nelle due ultime stagioni, acclamato in
Brasile, Cile, Stati Uniti e Spagna.
Momix Remix ha portato in Italia tre nuove
coreografie nate dalla mente del regista e
coreografo americano Moses Pendleton che
promette nuove illusioni e narrazioni di
mondi nascosti: "Baths of Caracalla", musica:
"Reverence" di David e Steve Gordon dall'album
"Buddha Lounge", "If You Need Somebody",
musica: Johann Sebastian Bach e
"Duets", musica: "Wonderland" di Warp
Technique da "Transmissions vol. 2".

Festival Danza Contemporanea di Ferrara.

Come a ogni edizione il Festival porta nella
storica città estense una serie di prestigiosi
appuntamenti con artisti noti a livello internazionale.
Sul palco del Teatro Comunale l'apprezzata
rassegna si è aperta con "Eclipse"
del coreografo Saburo Teshigawara. Lo spettacolo,
che si ispira al rapporto tra luce e spazio,
è stato realizzato appositamente per il
Danza Contemporanea Festival 2011.
La Compagnia Artemis Danza si è dedicata
all'interpretazione di una delle opere più
amate della drammaturgia di Verdi, la "Traviata".
La coreografia di Monica Casadei attraverso
la forza e la poeticità dei corpi in movimento
sul palco esprime l'essenza del capolavoro
verdiano e la travolgente passione tra
Violetta e Alfredo.
Molto interessante il parallelo tra Boxe e
Danza proposto dallo spettacolo Boxe Boxe
della Compagnia francese Käfig, in scena per
la prima volta in Italia. Passi di danza che
diventano duelli accompagnati da sottofondi
di musica classica e contemporanea. Uno
spettacolo che sorprende grazie all'armoniosa
miscela di sport, arte e diversi generi di danza
diretta e coreografata da Mourad Merzouki.
Poi ancora una Prima italiana con la Compagnia
Virgilio Sieni che ha presentato "Nei
Volti" nel quale Sieni si lascia ispirare, nella
scrittura e nella performance, dai visi di persone
comuni che hanno affrontato situazioni
difficili.
Da non perdere il Progetto Damasco Corner
condotto da Virgilio Sieni e che, nell'assolo di
Giuseppe Comuniello, ha visto la partecipazione
di un gruppo di ballerini non vedenti.
Titolo dello spettacolo "Atlante Bianco", un
percorso fatto di gesti, suoni, ascolti, movimenti
corporei alla ricerca dei colori.

"Carmen" & "Donde muere el tango" a Cagliari.

La manifestazione nata nel 2010 come attività
collaterale della Scuola D'Arte Drammatica, è
organizzata in collaborazione con il Comune
di Cagliari e con il contributo della Provincia
e si è svolta nell'arco di due giorni.
Il primo giorno è andata in scena "Carmen": il
dramma del tradimento, della gelosia, del
decadimento morale si intravedono nella rilettura
proposta dal coreografo Alberto Alonso
della celebre opera lirica di Georges Bizet tratto
dalla novella omonima di Prosper Mérimée.
La "Carmen" è stata interpretata sul palcoscenico
dai danzatori Rachele Montis, Sergey
Sakharov, Uwe Endler, Stefania Sulis, Elena
Sakharova, Stefania Piras, Roberta Serra,
Valentina Pilia, Giorgia Puddu. La scena degli
zingari è stata realizzata da Inessa Galaeva, le
scenografie da Uwe Endler.
Nell'interpretazione del balletto diretto da
Elena Sakharova, la scena si apre nell'immaginaria
piazza del mercato di Siviglia, con il
cambio della guardia e l'uscita delle sigaraie
dalla fabbrica, tra le quali spicca Carmen.
Lei, una bella gitana, è la più vivace di tutte e
per attirare l'attenzione del brigadiere Josè
muove i passi di una voluttuosa habanera.
Rientrata al lavoro, Carmen si azzuffa con
una compagna e sarà proprio Josè che la arresta.
L'uomo però è innamorato e invece di
condurla in prigione la fa scappare. Per aver
mancato al suo dovere viene imprigionato.
Riacquistata la liberta si mette a cercare la
giovane, ma quando la trova, Carmen è in
compagnia di zingari e contrabbandieri. Josè
pur di stare vicino a lei si aggrega al gruppo.
Però non è felice, si sente trascurato dalla
donna, inoltre è tormentato dalla gelosia per il
torero Escamillo. Il giorno di festa a Siviglia
c'è la corrida e Carmen promette al torero il
suo amore. Ma sopraggiunge Josè che la supplica
di restare al suo fianco, Carmen però lo
respinge e lui in preda alla gelosia la uccide.
Il giorno dopo il Karalis Ballet si è ripresentato
all'Auditorium di Piazzetta Dettori, per la
replica di "Donde muere el tango" realizzato
da Roberta Serra con le coreografie e le scenografie
a cura di Uwe Endler.
Il fascino, la sensualità, l'erotismo e il pathos
dei passi di danza più noti dell'Argentina, un
avvincente connubio tra tango e teatralità,
sono interpretati sul palcoscenico da Rachele
Montis, Sergey Sakharov, Elena Sakharova,
Uwe Endler, Stefania Sulis, Stefania Piras,
Roberta Serra e Valentina Pilia.
In un magazzino apparentemente abbandonato
di un quartiere residenziale, quando tutto
tace, tre donne iniziano a pulire il locale, ma
un improvviso sottofondo musicale le travolge
e iniziano un passo a due con la loro scopa.
Richiamati dalle luci e dai rumori arrivano
uomini e donne che durante il giorno hanno
una vita normale, seguono i canoni della quotidianità,
ma al calar della notte si liberano dei
rigidi vestiti, indossano abiti sensuali e si
abbandonano al tango tra seduzione e passione.
Il locale è frequentato anche da due bellissime
prostitute, tra loro c'è una forte rivalità
che si spinge oltre il gioco della seduzione.
In questo crescendo d'emotività tra rabbia,
tradimento, amore e vendetta, le due rivali
impugnano un coltello per un duello all'ultimo
sangue.

"Jewels" alla Scala di Milano.

Per la prima volta il Balletto della Scala ha
rappresentato nella sua interezza il trittico
balanchiniano di cui si compone Jewels:
Smeraldi, Rubini e Diamanti.
Dodici recite che hanno visto in scena il
Corpo di Ballo e stelle del calibro di Alina
Somova, Leonid Sarafanov, Polina Semionova
e Guillaume Côté. Questo multiplo gioiello,
presentato a New York nel 1967, è una
lunga coreografia in tre "atti" senza spunti
narrativi e legata da un solo tema: le pietre
preziose. Balanchine fu ispirato dall'arte del
disegnatore di gioielli Claude Arpels e scelse
una musica che rivelasse l'essenza di ciascun
gioiello (Fauré per gli "Smeraldi", Stravinskij
per i "Rubini", Tchajkovskij per i "Diamanti").
Ogni sezione di Jewels è differente per
musica e atmosfera. Emeralds richiama le
danze ottocentesche del romanticismo francese.
Rubies è frizzante e spiritoso, e incarna
appieno la collaborazione fra Stravinskij e
Balanchine. Diamonds rievoca l'ordine e la
grandeur della Russia Imperiale e del Teatro
Mariinskij, dove Balanchine crebbe artisticamente.
In Emeralds le due coppie principali
erano Mariafrancesca Garritano con Antonino
Sutera, Petra Conti con Mick Zeni, ai quali si
sono alternati Gilda Gelati con Alessandro
Grillo e Mariafrancesca Garritano con Andrea
Volpintesta.
In Rubies, a Marta Romagna era affidato il
ruolo della ballerina solista: al suo fianco
Alessandra Vassallo giovane artista scaligera,
appena applaudita nel Gala des Étoiles, come
pure Antonella Albano e Federico Fresi.
Diamonds è stata l'occasione per ammirare,
per la prima volta insieme alla Scala, due
straordinarie coppie di star: Alina Somova e
Polina Semionova, (nelle recite conclusive),
entrambe al fianco di Guillaume Côté.
Sul podio David Coleman e, in alcune recite,
Alessandro Ferrari: per motivi personali il
maestro Paul Connelly è stato costretto a
rinunciare alla direzione di Jewels.

Trilogia della Divina Commedia al Teatro degli
Arcimboldi di Milano
.

La Divina Commedia nell'intuizione visionaria
di Emiliano Pellisari è la proposta del Teatro
Arcimboldi che ha chiuso la Sezione
Danza della Stagione 2010/2011.
Un sorprendente progetto teatrale, una trilogia
ispirata alla Divina Commedia. Inferno e
Cantica II i primi due capitoli del progetto, al
Teatro degli Arcimboldi di Milano, sul quale
il disegno della luce, la musica e gli effetti
speciali si sono coniugati con la danza, l'atletica
circense e la mimica e immagini straordinarie
sono apparse dal buio.
Sul palcoscenico più grande d'Europa ecco le
suggestioni e le allegorie delle affascinanti
macchine messe a punto da Emiliano Pellisari,
già autore di "Nogravity", lo spettacolo che
lo ha imposto - insieme alla sua compagnia -
all'attenzione del pubblico internazionale. In
attesa che nel 2012 si completi la trilogia, con
il capitolo dedicato al Paradiso, il pubblico
milanese ha avuto l'occasione di assistere a
due spettacoli che annullano la fisica della
realtà per condurlo nello spazio del sogno.
INFERNO: L'Inferno di Pellisari è il luogo
dove il reale e il virtuale si mescolano in un
caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte
dai più famosi canti danteschi. Un Inferno
paradossale come Escher, assurdo come
Magritte e crudelmente caravaggesco. Uno
spettacolo dove il disegno della luce, la musica
e gli effetti speciali si coniugano con la
danza, l'atletica circense e la mimica. Immagini
straordinarie appaiono dal buio senza
soluzione di continuità come in un quadro di
Bosch. Paolo e Francesca volano nel cielo,
schiere di dannati cadono al suolo come
foglie, i filosofi arabi galleggiano sospesi nel
limbo, Minosse è immobile sospeso al soffitto.
Angeli e Diavoli si affrontano nello spazio
mentre una grande stella pulsante appare nell'aria,
formata dal corpo dei danzatori.
CANTICA II: Cantica II, che ha debuttato in
prima nazionale al Teatro Mancinelli di
Orvieto, ha per protagonisti i costumi, i tessuti
e gli oggetti. I danzatori non sono più soli,
ma agiscono nello spazio sfruttando ogni
attrezzo di scena; sono corpi nudi che si intravedono
tra le maglie di grandi stoffe semitrasparenti,
che si librano nell'aria magicamente,
creando l'architettura di uno spazio ultramondano,
quello del Purgatorio: scale di
Escher appaiono dal soffitto, palloni galleggiano
nell'aria e creano un luogo sofisticato
ed elegante dalle atmosfere barocche. Cantica
II traduce Il Purgatorio richiamando un
Medioevo fantastico rappresentato attraverso
immagini allegoriche scandite da musiche
tratte dal repertorio classico intervallate da
sonorità contemporanee.

Igor Moiseev Ballet al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

Il Teatro degli Arcimboldi ha ospitato un
evento imperdibile per il mondo della danza
con l'esibizione della compagnia di danza
popolare del celebre coreografo russo Igor
Moiseev.
L'evento è ancor più unico perché l'Igor Moiseev
Ballet è assente dal nostro paese dal
2005 e da Milano in particolare dal 1994. Nel
passato la compagnia fu anche ospite del Teatro
alla Scala (nel 1962 e nel 1969) con un
pubblico in visibilio che accolse gli artisti tributandogli
il meritato successo.
L'Igor Moiseev Ballet nasce nel 1937. Il suo
fondatore e direttore, Igor Moiseev, è stato
uno dei maestri di ballo e coreografi più noti
di Russia, insignito di vari titoli e onorificenze
("Artista Emerito del Popolo Russo",
"Eroe dell'Emulazione Socialista", "Premio
Lenin", "Ordine per i Meriti alla Patria" di I e
III livello, "Premio Triumph" e più di trenta
altre onorificenze in patria e all'estero).
Nel 1943, per la prima volta al mondo, Igor
Moiseev fonda una scuola di danze popolari
con lo scopo di mostrare i vari stili folkloristici.
Partendo da un piccolo gruppo di giovani artisti
entusiasti dell'iniziativa, egli riunisce un
consistente numero di interpreti di grande
cultura artistica. A partire da quel momento, è
riuscito a creare un qualcosa di simile a
un'enciclopedia vivente della danza popolare.
Si esibisce regolarmente in diversi Paesi del
mondo riscuotendo ovunque un trionfale successo
e ponendosi come il primo ensemble
artistico che rappresenta la cultura russa nel
mondo. Viaggiando a piedi e a cavallo nel
Pamir, nel Caucaso e negli Urali, Moiseev si
convinse che la danza folkloristica avesse bisogno
di nuova vita sul palcoscenico in base alle
esigenze del teatro. Questa convinzione è
confermata dalla sua attività pratica con il
Teatro del Folklore e con l'All Union Festival
di danza folkloristica.
Ma sorsero delle controversie intorno all'iniziativa
di Moiseev. Particolarmente indignati
erano i "teorici" che sottolineavano l'importanza
di un folklore etnografico puro
per preservare le danze folkloristiche nelle loro
forme originarie. Moiseev, da parte sua, difese
il principio dell'azione teatrale, l'azione
nella danza e attraverso la danza che, secondo
lui, apre prospettive illimitate. Molti ballerini
provengono prevalentemente da villaggi, altri
hanno avuto una formazione di balletto classico:
la spontaneità del folklore e la rigidità
accademica vengono fuse in un unico stile di
danza, ecco il famoso stile di Moiseev.
Prima di Moiseev, non ci sono mai state delle
esperienze simili; e non esiste neanche una
tradizione in tal senso; tutto deve essere creato
per la prima volta. E, lavorando sodo, la
Compagnia riesce a "mettere in danza" l'idea
di Moiseev del Teatro della Danza.
Durante il tour in Cina (1954), il pubblico
cinese rimane piacevolmente sorpreso nel
vedere che i russi eseguono la vecchia danza
cinese dei nastri in modo estremamente
espressivo e autentico. La Compagnia di Moiseev
presenta la sua versione della danza ai
ballerini cinesi.
All'epoca, l'organico della Compagnia è
molto più omogeneo. Il repertorio include
decine di danze, scene coreografiche e suite.
Nel 1955 la Compagnia compie un ulteriore
"salto qualitativo" - questa volta a Parigi. I
ballerini della Compagnia sono piuttosto
preoccupati all'idea di andare in Occidente; si
tratta, infatti, della prima Compagnia sovietica
a farlo dopo la guerra. E poi Parigi ha già
segnato negativamente il destino di molte
Compagnie. Ma Moiseev si aspetta il successo;
e ha ragione. Lo scroscio di applausi al
Palais de Chaillot riduce in polvere la cortina
di ferro. Ancora una volta Parigi assiste alla
bravura e al fascino dell'arte russa.
Ben presto anche le migliaia di persone dall'altra
parte del pianeta avrebbero condiviso
lo stesso piacere dei parigini: la Compagnia di
Moiseev si esibisce a New York. Ancora una
volta sono i primi sovietici a farlo e, nuovamente,
è un trionfo. La tournée negli Stati
Uniti (1958) apre una nuova era nelle relazioni
tra Russia e Stati Uniti. Sembra che la
guerra fredda sia finita. Da quel momento, le
tournée negli Stati Uniti diventano una tradizione;
tutti gli spettacoli si concludono invariabilmente
con la quadriglia americana
Square Dance che viene danzata non solo sul
palcoscenico ma anche in platea, in galleria e,
persino, nella buca d'orchestra.
Fare tournée è l'anima della Compagnia.
Moiseev e i suoi ballerini visitano tutti i continenti.
Le recensioni delle loro rappresentazioni
riempirebbero molti volumi. Ma, ciò
che è ancora più importante, il fare tournée
apre una nuova era per la Compagnia stessa.
Il repertorio diventa più ricco e i doveri artistici
sempre più complicati. La scoperta e il
successo delle suite coreografiche indicano la
strada verso una più matura rappresentazione
teatrale nella quale la danza, la musica, la
regia, l'azione drammatica, i costumi e le luci
contribuiscono in egual misura al successo
dei ballerini.
Per fare nuovi esperimenti il coreografo non
ha bisogno solo di ballerini professionisti ma
di ballerini-attori che possano immediatamente
cogliere e sviluppare il pensiero del
coreografo. I requisiti diventano sempre più
complicati e la scuola si perfeziona. Così
nasce la scuola di danza di Moiseev. La Compagnia
dimostra i traguardi raggiunti dalla
scuola nello spettacolo intitolato "Il cammino
verso la danza" (1965). In questo "spettacolo lezione"
il vero processo della creazione si
rivela artisticamente: i ballerini dimostrano al
pubblico come da segmenti coreografici separati
si possano creare dei veri e propri dialoghi
coreografici. Questo "spettacolo-lezione"
dimostra non soltanto la "meravigliosa spontaneità"
della danza, ma anche l'abilità, la
coordinazione e l'unità di stile della Compagnia.
Allo stesso tempo Moiseev dimostra il
suo atteggiamento nei confronti degli attori: è
orgoglioso di loro, li tiene in altissima considerazione
e chiede loro molto.
Per Il cammino verso la danza Moiseev viene
insignito del premio Lenin. L'Igor Moiseev
Ballet è la prima compagnia di danza del
paese ad ottenere il titolo "accademico". Vengono
messe in scena nuove suite e nuove rappresentazioni
delle quali Moiseev può andare
fiero. Una di queste è la "Suite delle danze
greche" (1991). L'idea viene discussa con M.
Theodorakis che, per l'occasione, arrangia un
motivo popolare.
Moiseev lo fa suo e lo sviluppa in un affresco
plastico di grandi dimensioni. Grazie alla collaborazione
dei ballerini, il tutto è arricchito
con le sfumature tipiche di quel paese.
Questa Suite di Danze Greche fa parte oggi di
quel centinaio di miniature, scene e suite della
Compagnia che successivamente vengono
organizzate in cicli chiamati "Immagini del
Passato", "Immagini Sovietiche" e "Attraverso
i paesi del mondo".
Nelle Scene Folk, un'antologia di danze
molto colorate, ci sono divertentissimi scherzi,
zuffe e battibecchi, come ad esempio la
riunione dei ricchi nella piazza del mercato in
un qualche paese del distretto di Poltava
(Ucraina). È grazie ai suoi viaggi durante l'infanzia
che Moiseev riesce a portare in scena i
suoi personaggi autentici. In Witches Sabbath
vengono usati effetti straordinari: uno stroboscopio,
percussioni jazz, maschere, trampoli e
reliquie. E i tipi di danza vanno dal balletto
classico alla break-dance; ci sono battute raffinate
e impetuose improvvisazioni di Moiseev
e dei suoi ballerini. La rappresentazione
è un successo in tutto il mondo ma per la
Compagnia si trattava già di un successo di
ieri. Moiseev era infatti impegnato a cercare
nuovi ballerini, nuove idee e nuove trame per
i suoi nuovi balletti.
La suite di danze ebraiche "Family Joys"
viene presentata per la prima volta nel 1994,
durante il festival che ha segnato il 70° anniversario
di attività artistica di Moiseev.
Ma era stata concepita molto tempo prima...
Già nel 1939 Moiseev vuole mettere in scena
con la sua Compagnia la cerimonia nuziale
ebraica chiamata "Freilekhs".
I famosi attori ebraici S. Mikhoels e V. Zuskin
vengono invitati a partecipare al progetto.
All'epoca non viene realizzata ma non viene
dimenticata. Al contrario; con il passare degli
anni il progetto diventa sempre più ricco di
dettagli e di particolari. Adesso, dopo decenni
di preparativi in sordina, i personaggi della
cerimonia nuziale arrivano sul palcoscenico.
Durante la rappresentazione, i personaggi
fanno grande confusione e riescono a litigare
e a fare pace, a comprare e a vendere, a versare
lacrime e a ridere.
E questi litigi pittoreschi si risolvono nella
festa nuziale. Ma non siamo ancora alla fine:
il turbine finale di emozioni viene riprodotto
dai ballerini con ancor più grande forza.
Solo Moiseev poteva paragonare i ballerini
più recenti con i primi che fondarono la Compagnia.
La stessa qualità artistica e la dotazione
tecnica della Compagnia si sono sviluppati
tantissimo. I ballerini di oggi padroneggiano
tutti gli stili e i generi della danza. Ma i
ballerini di domani sicuramente sorpasseranno
quelli di oggi. Rimarrà immutata solo una
cosa: l'anima, la grazia e il carattere distintivo
della danza folkloristica.
Nel gennaio 2001 viene organizzato un gala
per celebrare il 95° compleanno di Igor Moiseev.
Il gala si svolge al Teatro Bolshoj, quella
sera Igor Moiseev riceve due onorificenze:
la medaglia Mozart dell'UNESCO per l'eccezionale
contributo alla cultura del mondo
musicale e il premio del Governo di Mosca
"Leggenda del secolo" di cui Igor Moiseev è
il primo insignito assoluto. Lo stesso anno la
rivista "Balletto" gli conferisce il premio
"Anima della danza".
Nell'aprile 2002 l'Igor Moiseev Ballet intraprende
una lunga tournée nelle maggiori città
americane e partecipa alla XX edizione del
festival "Primavera di Aprile" nella Corea del
Nord in cui riceve il primo premio.
Nel 2005 continuano le tournée negli Stati
Uniti, in Italia e in Corea del Nord. Negli Stati
Uniti, a settembre, la compagnia partecipa al
Festival di celebrazione del 25° anniversario
dell'Orchestra "Hollywood bowl".
Nel corso del 2007 la compagnia ha effettuato
tournée in Slovacchia, Repubblica Ceca,
Corea del Nord, Lettonia, Lituania, Estonia,
Ungheria a ha partecipato al Festival Internazionale
di Cartagine (Tunisia).
Nel 2008 l'Igor Moiseev Ballet ha celebrato il
50° anniversario dello scambio culturale tra
Stati Uniti e Russia. La compagnia ha tenuto
una lunga tournée negli Stati Uniti e si è esibita
a Toronto, in Canada.
Oggi l'Igor Moiseev Ballet continua ad arricchirsi
di nuovi progetti e nuove idee. Porta in
dote le capacità professionali e l'entusiasmo
giovanile. Grandi professionisti, gli artisti di
Moiseev sono sempre pronti per nuove tournée
e nuovi debutti. Le creazioni di questo
straordinario artista trasmettono amore, gioia
e felicità, così necessarie all'umanità.
Il 2 novembre 2007 Igor Moiseev ci ha lasciato
all'età di 101 anni.
Il 10 febbraio 2011 l'Igor Moiseev Ballet ha
celebrato il suo 74° anniversario.



ENGLISH NATIONAL BALLET AL TEATRO NUOVO DI TORINO.

Fondata nel 1950 da Alicia Markova e
Anton Dolin come London Festival
Ballet, nel 1988 muta il suo nome in
quello attuale per meglio indicare il
suo ruolo di compagnia nazionale di
balletto. Nei primi quindici anni di esistenza,
il gruppo si è fatto conoscere
in tutta Europa, in Medio Oriente, in
Nord e in Sud America, ed è stata la
prima grande Compagnia di Balletto a
esibirsi in Israele. Si è successivamente
esibita in Australia e in Oriente. Con
il nuovo millennio, la Compagnia ha
celebrato il suo cinquantesimo anniversario
come realtà di fama internazionale
del balletto classico. La formazione
britannica è impegnata in ampie
tournées in tutto il Regno Unito, oltre a
presentare stagioni di alto profilo a
Londra, dove ha sede. In aprile hanno
presentato a Torino lo spettacolo
"Gran Gala" in collaborazione con
"Danzarla la serata".



BOLZANO DANZA 2011.

A Palazzo Accursio, prestigiosa sede del Comune di Bologna, la giuria del Premio
Festival of Festivals ha assegnato a Bolzano Danza 2011 due importanti riconoscimenti.
Il festival organizzato dalla Fondazione Teatro Comunale di Bolzano, ha infatti
ricevuto il Premio Miglior Brochure (Award Best Printed Program) e il Premio Miglior
azione sul pubblico (Award Best Straight to the Audience).
Due ambiti riconoscimenti, eccezionalmente attribuiti alla stessa organizzazione, che
stimoleranno ancor più il già agguerrito team di Bolzano Danza a proseguire sulle
strade dell'innovazione, della ricerca e del coinvolgimento del pubblico, così come
nell'individuazione di sempre nuove vie di comunicazione. Unico festival di danza
ad essere stato premiato, e in due diverse categorie, Bolzano Danza si inserisce,
anche grazie a questi Awards, in una rosa sempre più ristretta e selettiva di eccellenze
culturali italiane.
Cos'è Festival of Festivals?
Festival of Festivals è un congresso che si rivolge agli operatori degli eventi culturali
(direttori artistici, direttori organizzativi, responsabili di programmazione, selezionatori
e consulenti, uffici marketing, uffici stampa) che possono trovare nell'incontro annuale
un'occasione di confronto e di crescita, nonché la possibilità di attivare importanti collaborazioni
volte ad implementare la competitività e l'efficienza del settore.



PURO TANGO.

Miguel Angel Zotto, ballerino, coreografo
riconosciuto dalla critica internazionale
come uno dei fautori della diffusione del
tango nel mondo come danza autentica
ritorna sui palcoscenici italiani con il suo
nuovo spettacolo Puro Tango, nato dopo
un lungo periodo di preparazione e nel
pieno della sua maturità artistica.
Dopo il riconoscimento nel 2009 del tango
argentino da parte dell'Unesco come
"patrimonio immateriale dell'umanità",
Zotto ha scelto in esclusiva l'Italia, tra tutti
i paesi per lanciare l'anteprima in Europa;
è risaputo infatti il suo forte legame con la
nostra terra, tanto da sentirla anche sua.
Zotto è originario di Campomaggiore, paesino
in provincia di Potenza. Lo spettacolo
ha debuttato ad Ottobre 2011 al Teatro
Olimpico di Roma per poi rimanere in tournée
per due mesi consecutivi.



ROLAND PETIT.

Il coreografo e danzatore francese Roland Petit è morto a Ginevra il 10 luglio all'età di
87 anni. Era nato a Villemomble il 13 gennaio del 1924. Tra le sue opere più note Le
jeune homme et la mort, su libretto di Jean Cocteau, con coreografia e costumi di
straordinaria modernità. Nel 1972 fondò il Ballet National de Marseille, che diresse per
ventisei anni. Il giovane Roland Petit si formò alla scuola di danza dell'Opéra di Parigi
sotto la direzione di Gustave Ricaux ed entrò a far parte del corpo di ballo dell'Opéra
nel 1939. Nei cinque anni successivi prese parte a numerosi spettacoli e conquistò i
suoi primi successi come coreografo con Orphée, Rêve d'Amour. A partire dal 1944
decise di concentrarsi sulle proprie opere al Teatro Sarah Bernhardt di Parigi assieme a
Irène Lidova e col sostegno di artisti come Christian Bérard e Jean Cocteau.
Nel 1945, aiutato finanziariamente da suo padre, Petit fondò la compagnia dei Ballets
des Champs-Elysées, in cui figurò da danzatore principale, maestro di ballo e coreografo.
Iniziò così a sperimentare, sviluppando il suo celebre stile acrobatico angolare. Con
Les Forains (1945) giunse il maggior successo mai ottenuto da Petit fino a quel momento.
L'anno successivo la sua compagnia ripropose anche Le Jeune Homme et la mort,
guadagnando notevoli consensi presso la critica, perché dimostrava che la danza poteva
essere considerata un'arte perfettamente in linea con la contemporaneità.
Ormai una griffe della danza, nel 1948 Petit diede vita al Ballets de Paris de Roland
Petit, con cui presentò i suoi successivi lavori: tra gli altri, Les Demoiselles de la nuit
(1948), L'Oeuf à la coque (1949), Carmen (1949), e La Croqueuse de diamants (1950).
Altri importanti ballerini emersero dalla compagnia di Petit. Si ricordano, ad esempio,
Renée (Zizi) Jeanmaire, capace di catalizzare l'attenzione con la passione della sua
danza in Carmen e che sposò Petit nel 1954.
Roland e Renée lavorarono assieme a Hollywood per molti film musicali, tra i quali si
ricordano in particolare Hans Christian Andersen (1952), Daddy Long Legs (1955) e
Anything Goes (1956). Nel 1960 uscì nelle sale Black Tights, le cui coreografie incorporavano
molti passi di danza inventati da Petit. Grazie al successo del film, per il
coreografo francese si aprirono nuove opportunità presso le compagnie di ballo più
prestigiose in tutto il mondo.
Nel 1970 Petit fu nominato direttore dell'Opéra di Parigi, esperienza di breve durata. È
del 1972 la nascita del Ballet de Marseille (poi Ballet National de Marseille-Roland
Petit), a cui il coreografo si dedicò fino al 1998, quando fu costretto a lasciare, non
prima di aver offerto al pubblico e alla danza lavori spumeggianti come Coppélia (1975)
e versioni sceniche di note opere letterarie (Nanà da Zola, Les intermittences du coeur
da Proust, Les hauts du Hurlevent dalla Brönte, Le fantòme de l'Opéra da Leroux).
Negli anni Ottanta si ricordano ancora fortunati lavori come Le mariage du Ciel et de
l'Infer (Milano, 1984), Le chat botté (Parigi, 1985), L'Ange bleu (Berlino, 1985), Ma
Pavlova (Parigi, 1985), Le diable amoreux (1989). Infine, nel decennio successivo, La
bella addormentata (1990), Pink Floyd Ballet (1991), Charlot dans avec nous (1991), Il
Gattopardo (Palermo, 1995), Chéri (Milano, 1996) e Le Lac des cygnes et ses maléfices
(Marsiglia, 1998).

Anno 2011.

Musica classica.

La musica classica e i nuovi media.

L'epoca delle videocassette è ormai preistoria.
Forse qualcuno da adolescente curava i concerti
classici trasmessi in televisione e aveva
sempre una cassetta pronta per la registrazione.
Ogni tanto capitava malauguratamente di
sovrascrivere un nastro oppure, nella foga di
non perdersi l'improvvisa e felice scoperta di
un concerto televisivo, iniziava la registrazione
in un qualsiasi punto della VHS, creando
così dei gramlot visivi incredibili. Ricordi
antichi. Oggi l'on demand ha risolto tutto.
Nel giro di pochi anni il web ha creato nuove
possibilità di fruizione e l'offerta di musica
classica sulle web tv è numerosissima. A
pagamento o "in chiaro", indipendenti o istituzionali,
e poi naturalmente e soprattutto i
canali di You Tube, Vimeo e tanti altri.
http://www.digitalconcerthall.com/ é la rivoluzionaria
web tv dei Berliner, che nel gennaio
del 2009, con la musica di Brahms diretta
da Sir Simon Rattle, ha trasmesso in diretta
streaming a pagamento il concerto. È oggi
possibile seguire tutta o parte della stagione
abbonandosi al canale sia sul sito ma anche
tramite Sony Internet Tv.
medici.tv è un canale a pagamento, con un
piccolo abbonamento mensile è possibile
accedere ad oltre 3000 titoli e seguire 80
eventi in diretta all'anno. Le modalità offerte
sono due: abbonamento a "Classic" per 7,90
euro al mese (o 79 euro l'anno) oppure "classic
plus" con 12,90 euro al mese (oppure 129
euro l'anno)
www.limenmusic.com  è una tv realizzata in
Italia, con centinaia di titoli prodotti autonomamente
e accesso gratuito al canale tramite
iscrizione. Offre agli utenti interessanti modalità
di navigazione e interazione creando
anche una idea di community (per esempio
appena iscritti sarà necessario regalare dei
punti ad altri utenti, anche sconosciuti)
http://liveweb.arte.tv/ è il sito del canaleArte:
non è interamente dedicata alla classica ma
spesso offre la possibilità di guardare i concerti
integralmente e gratuitamente
http://www.classicaltv.com/ Con contenuti in
parte a pagamento e in parte free è canale che
spazia dall'opera alla danza fino al jazz
Culturebox è un canale francese, "La prima
guida culturale in video", con un'ampia
sezione dedicata alla musica classica
Tra i canali su YouTube imperdibile questo
dedicato al Novecento, New MusicXX e naturalmente
quello dell'Orchestra Sinfonica di
You Tube, che con i sui 101 musicisti proveniente
da 33 Paesi è stata forse la prima
orchestra creata per un canale web.
Ci sono poi canali tematici dedicati ai singoli
strumenti:
alla chitarra
http://www.livestream.com/classicalguitarchannel
http://vimeo.com/channels/classicalguitar
all'organo
http://vimeo.com/channels/organ
al pianoforte
http://www.youtube.com/user/pianopera
http://vimeo.com/channels/thepiano
#20944705
alla musica da camera
http://vimeo.com/channels/chambermusic
e moltissimi altri ...

I maggiori festival italiani di musica classica.

20° Festival di Milano Musica 2 ottobre/17 novembre.

Il ventesimo Festival di Milano. Musica viene
quest'anno dedicato alla figura di Helmut
Lachenmann. La scelta degli organizzatori è
di evitare qualsiasi concerto monografico, e
di disseminare la presenza delle opere del
maestro di Stoccarda all'interno di programmi
alquanto variegati.
Più che soffermarsi su capolavori assoluti dell'ultimo
Lachenmann che sono o saranno proposti
a Milano lungo il Festival (dal magnifico
Schreiben al più vasto e sottile Concertini),
vale la pena qui spendere qualche parola sul
bell'incontro che ha regalato alla città di
Milano un autore così celebrato. Domenica 9
ottobre, infatti, Lachenmann si è presentato
agli incontri di San Fedele, in una semplice,
quasi monacale saletta, con una disponibilità
encomiabile a raccontarsi e a rispondere alle
domande. L'incontro è stato interrotto quando
si aveva la sensazione potesse durare per ore.
Da un lato, Lachenmann ha ripercorso programmaticamente
i momenti fondamentali di
svolta della sua formazione (il confronto con
la lezione di Stockhausen e l'amicizia controversa
con Nono); dall'altro lato, si è lasciato
andare a tutta una serie di metafore "gastronomiche"
che costruivano, per così dire, lo
sfondo oppositivo rispetto a una manifesta,
ancorché forse un po' imbarazzata, esigenza
di parlare nuovamente di spiritualità.
Rispetto alle provocazioni noniane di fine
anni Cinquanta che intimavano la necessità di
superare un'estetica "borghese", Lachenmann
ha propriamente risposto con una "chimica
del suono": tentare di perseguire qualcosa che
non è ancora del tutto possibile, forse persino
tentare un'aura nuova, in grado di aleggiare
come speranza senza tradizione, mappa senza
territorio esplorato.

Angelica 2011-Bologna, Teatro San Leonardo
13/14 maggio
.

In questi ultimi anni si è formato attorno a
Daniele Roccato, ottimo solista di pregio
internazionale, un ensemble di otto contrabbassisti
denominato Ludus Gravis. Una delle
occasioni migliori e più significative per
poterli ascoltare è stata l'ultima edizione di
Angelica, Festival Internazionale di Musica
che oramai vanta un ventennio di attività.
Nei concerti bolognesi tenutesi nel teatro San
musica classica 199
Musica classica
Leonardo, che fu del compianto Leo de Bernardinis,
l'ensemble si è cimentato nella trascrizione
di "In C", brano capostipite del
minimalismo, scritto da Terry Riley nel 1964.
Architetto della serata, assente/presente (in
collegamento via skype), è stato Stefano Scodanibbio,
sicuramente una delle figure di
primo piano della musica contemporanea italiana
di questi anni, e qui in qualità di trascrittore
(per il brano di Riley appunto), di
compositore e preparatore del programma del
primo concerto. In quest'ultimo, Movimento
X, un brano per otto contrabbassi di Stefano
Scodanibbio, commissionato da Angelica e in
prima esecuzione assoluta, ha fatto da ideale
pendant alla Composizione n. 2 "Dies Irae"
(1972-73) di Galina Ustvolskaja. Per chi
ancora non la conoscesse l'Ustvolskaja è una
delle figure più originali del secondo Novecento;
allieva di Shostakovic, si è smarcata
rapidamente dal maestro, costruendo un linguaggio
molto personale, accorato e nel contempo
quasi rabbioso, scarno e nel contempo
profondo. Fra tutte le opere dell'Ustvolskaja,
il Dies Irae è una delle più estreme, per quanto
totalmente estranea agli stilemi in voga nell'avanguardia
del tempo. I registri gravi, certo
già molto frequentati dalla compositrice di
San Pietroburgo (1919-2006), qui spadroneggiano
e accentuano una costruzione basata su
una frase molte semplice, eseguita dal pianoforte,
che si riproduce costantemente in modo
ossessivo. Ad intervallare il confronto tra questi
due brani, sono stati inseriti Mysterious
Adventure (1945) di John Cage per pianoforte
preparato, strumento poi richiamato dall'esecuzione
di Only connect (2001) di Scodanibbio,
e Mantram (1987) per contrabbasso solo
di Giacinto Scelsi, anche in questo caso inserito
per giocare sulla ripresa solistica di Daniele
Roccato nell'esecuzione di Due Pezzi Brillanti
(1985), brano funambolico composto dallo
stesso Scodanibbio. Oltre a ciò, proprio al centro
del concerto è stato inserito il brano forse
più concessivo nei riguardi del pubblico
medio, ossia il famoso e comunque sempre
suggestivo "Pari intervallo", qui trascritto per
cinque contrabbassi da Roccato.
È stata una serata "memorabile", impreziosita
da straordinarie esecuzioni solistiche, quelle
precisissime e misurate di Daniele Roccato e
quelle ispirate e penetranti di Fabrizio Ottaviucci,
un formidabile pianista che unisce
grande tecnica a una reale, originale grandezza
interpretativa (stupenda la sua resa di
Mysterious Adventure).
 

Festival Internazionale di Musica Pietre
che cantano 1/ 20 agosto
.

Torna in Abruzzo, nei borghi storici dell'Aquilano,
a contatto con la storia e la natura
abruzzesi, il Festival internazionale di Musica
"Pietre che Cantano", con una dodicesima
edizione che presenta anche quest'anno un
programma di grande spessore artistico e
musicale, per far parlare e ricordare con la
musica i luoghi d'arte dell'Aquila, di Ocre,
Bominaco, insieme a Fontecchio e Tione degli
Abruzzi, dove il festival è approdato per la
prima volta.
Nove concerti, un'opera lirica, una Passione
duecentesca, un'intera sezione dedicata ai
giovani musicisti, con workshop e concerti,
due incontri di approfondimento, uno dedicato
al rapporto tra musicisti e storia della cultura,
l'altro dedicato alla ricerca filologica e
musicale del Medioevo abruzzese, un happening
musicale e astronomico in alta quota sul
Sirente, e, per finire, un Convegno sull'iniziativa
Missing/Disperso, lanciata l'anno precedente
dal Festival, riflessione collettiva sul
rapporto tra patrimonio artistico e qualità
della vita, con particolare riferimento ai temi
del recupero e della ricostruzione post-sisma.
La XII edizione del Festival, tutta ambientata
nel territorio aquilano che fu teatro del terremoto;
un programma ambizioso, che pone in
evidenza la vivace e complessa identità di un
territorio. Ritrovare le radici per ripensare un
futuro coerente con la propria storia, con la
propria identità.
Una speciale inaugurazione in due serate,
all'Aquila e a Ocre, ha aperto l'edizione 2011
del Festival, rendendo omaggio ai due luoghi
simbolo della sua storia: si tratta del Chiostro
di San Domenico all'Aquila, riaperto al pubblico
proprio grazie ai concerti del festival, e
del Monastero di Santo Spirito a Ocre, sede
principale dei concerti fin dalla prima edizione
del 2000. Il primo appuntamento, che, riferendosi
ad una celebre definizione di Tchaikovsy,
ha per titolo "L'ensemble impossibile",
ha visto il debutto a Pietre che cantano di una
giovanissima e affascinante star del concertismo
internazionale, la splendida violinista
inglese Nicola Benedetti , affermata interprete
del grande repertorio violinistico, artista eclettica
che spazia nei generi più diversi e che
mette la sua notorietà anche a servizio di
importanti azioni umanitarie.
Nicola Benedetti, con la sua energia e la sua
creatività e il suo Earl Spencer Stradivari del
1712, si è esibita in trio con il giovane e affermato
violoncellista tedesco Leonard Elschenbroich
e il pianista anglo-ucraino Alexei
Gryniuk, due affezionati ospiti e amici del
festival. Il concerto, trasmesso in diretta da
RAI - Radio Tre, ha visto l'esecuzione del
Trio n. 3 in sol min. di Schumann e del
magnifico e monumentale Trio in la min. di
Tchaikovsky.
A seguire, un grande evento musicale multimediale,
"Lux et Tenebrae": il Quartetto di
Cremona, presenza sempre molto attesa dal
pubblico del festival, protagonista, insieme al
compositore Michelangelo Lupone, di un
concerto proiettato nell'attualità musicale e
tecnologica contemporanea, con un allestimento
spettacolare di grande fascino. Sono
stati eseguiti brani per quartetto e di musica
elettronica: oltre al raffinatissimo Quartetto
di Debussy, "Black Angels", per quartetto
elettrificato, del compositore americano
George Crumb, un potente e apocalittico
affresco sonoro in tre quadri, il cui ascolto è
potenziato dagli Olofoni di Lupone, proiettori
luminosi di suono di sofisticata tecnologia,
inseriti in una installazione sonora d'arte -
che include la proiezione di brani di Lupone -
e che ha investito di suoni e luci le mura e il
bosco del Monastero di S. Spirito d'Ocre.
Il concerto è realizzato in collaborazione con
il Dipartimento di Nuovi linguaggi e Tecnologie
del Conservatorio di Musica "A. Casella"
dell'Aquila e il Centro Ricerche Musicali di
Roma.
Ancora Liszt è il protagonista del terzo concerto
della serie "Anniversari" al Monastero
di Santo Spirito di Ocre: questa volta sono il
violino di Marco Rogliano e il pianoforte di
Andrea Dindo a dare al tema un originalissimo
contributo. I due interpreti hanno presentato
un repertorio di rarissima esecuzione, che
hanno di recente inciso per la Decca in un Cd
monografico: le opere per violino e pianoforte
di Liszt, nelle quali egli compete direttamente
con Paganini, da cui l'ungherese, giovanissimo,
derivò la feconda intuizione di un
nuovo modernissimo genere di concertismo,
basato sulla meraviglia del virtuosismo, e sul
culto divistico del concertista. Per completare
il programma tre Capricci di Paganini nella
versione con accompagnamento pianistico di
Schumann, e una rara Fantasia scritta a Weimar,
sotto il diretto influsso di Liszt, dal grande
violinista tedesco Joachim.
Nella Chiesa di S. Maria Assunta è stata rappresentata
la passione giullaresca "Ore plangamo
de lu Siniore", uno spettacolo prodotto
dal Teatro Stabile d'Abruzzo e dall'Istituto
Abruzzese di Storia Musicale in collaborazione
con l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila
e il patrocinio della Curia Metropolitana dell'Aquila.
Il musicologo Francesco Zimei, da
anni attento studioso della cultura musicale
medievale, ha ricostruito la drammaturgia e le
musiche dello spettacolo, partendo dal più
antico frammento di melodia su testo volgare
italiano (1150, Abbazia di Montecassino),
corrispondente ad un testo più ampio e completo
rinvenuto nel Codice aquilano di Celestino
V (XIII sec). L'allestimento di questa
antica Passione ricompone sulla scena elementi
scaturiti da una approfondita ricerca
filologica e coerenti con il momento storico
originario. Si tratta anche, probabilmente, del
primo spettacolo in tempi moderni a presentare
sulla scena, secondo il costume dell'epoca,
l'uso di un crocifisso dagli arti snodabili,
realizzato per l'occasione, su modello di un
originale del XIII sec. conservato a Fontecchio,
dallo scultore Paolo Iacomino, docente
all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. La
stessa coerenza è applicata al disegno dei
costumi, ripresi dalla storica dell'arte Giovanna
Di Matteo dalle figure degli affreschi dell'Oratorio
di San Pellegrino a Bominaco, ai
gesti e alle movenze dei personaggi, curati da
Lorenzo D'Amico, pure ricavati dall'iconografia
del tempo e da antiche tradizioni popolari,
e perfino all'uso di alcuni antichi strumenti
musicali, la cui presenza appare suggestivamente
documentata nelle scene della trecentesca
Via Crucis della chiesa di Santo Stefano
a Castelnuovo.
Lo spettacolo, della durata di circa un'ora, ha
una geometria di tipo cruciforme: aperto e
concluso da una processione - recante, nella
scena finale, il feretro del Cristo morto, con la
partecipazione del pubblico, è ambientato,
secondo il tipico anacronismo medievale,
all'interno della Chiesa, avendo come fulcro
centrale il Crocifisso, gli altri personaggi disposti
ai suoi lati, secondo l'iconografia del
tempo.



LA "SINFONIA DEI MILLE" DI MAHLER A ROMA.

Con la grandezza della monumentale Sinfonia dei Mille (L'Ottava) di Mahler, inserita
nel ciclo dedicato al compositore boemo in occasione del centenario dalla sua morte
(1911-2011), l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha inaugurato la nuova stagione
sinfonica in grande stile. Ha diretto il maestro Antonio Pappano che ha così festeggiato
il settimo anno in veste di Direttore Musicale di Santa Cecilia, anni in cui si è
guadagnato la stima e l'affetto del pubblico romano, e non solo, per la sua passione
e la sua umanità che trapelano anche dal podio.
Definita dallo stesso Mahler come la sua "opera più grande", certamente la più spettacolare
e maestosa, eseguita per la prima volta nel 1910 alla presenza di celebrità,
tra cui Richard Strauss e Saint Saens, Stefan Zwieg e Thomas Mann, l'Ottava, non a
caso ribattezzata anche Sinfonia dei Mille per l'alto numero di elementi presenti al
debutto, appare semplicemente perfetta per l'inaugurazione di lusso della nuova stagione
ceciliana che si preannuncia come sempre all'insegna della qualità.
Sul palco, l'Ottava ha fatto sfoggio dei professori d'orchestra, del Coro, dei solisti
tutti, del Coro di voci bianche e del Coro Nazionale Cinese (di Vijjad Upadhyaua), in
parte dislocati anche sul retropalco: non mille elementi, ma il colpo d'occhio è stato
impressionante, considerate anche la platea e le gallerie completamente gremite.
Grandiosa eppure eterogenea nella scelta dei testi, Veni, creator spiritus, inno medievale
di Rabano Mauro e la scena conclusiva del Faust di Goethe (osannato da Mahler)
che inneggiano alla redenzione dello spirito, l'Ottava è un fragore musicale che
assedia il pubblico. Pappano dal podio ha diretto con autorevolezza, mantenendo
armonia e creando equilibrio fra i non pochi elementi sul palco, inquadrando con passionalità
il tutto: il suono dell'orchestra è sempre di altissimo livello ed esplode impetuoso
e poi elegiaco per aprirsi ai momenti più cupi del Faust o per ripiegare con
struggente partecipazione. Il coro (diretto da Ciro Visco) è stato da brivido, ottima la
prova dei solisti (i soprani Manuela Uhl, Christine Brewer, Ailish Tynan, i contralti Sara
Mingardo e Maria Radner, il tenore Nikolai Schukoff, il baritono Christopher Maltman
il basso Georg Zeppenfeld).
L'eros è creatore del mondo sostiene Mahler e il pubblico (posti sold out per tre serate
consecutive) ha apprezzato la spettacolarità mai gratuita della monumentale Sinfonia
eseguita con toni solenni e possenti, ma non retorici. Alla fine standing ovation
e meritati applausi per tutti.

 

   

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