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Anno 2011 Televisione Teatro Festival teatrali e spettacoli Premi UBU Stagione di Prosa

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Anno 2011.

Televisione.

2011 favorevole alla pay tv.

Audience, professionalità, varietà dell'offerta
e novità sono state tutte caratteristiche che nel
2011 hanno portato la pay tv a guadagnarsi
una grossa fetta del pubblico televisivo italiano
e a diminuire notevolmente il gap che la
divideva dalla tv generalista. Per quest'ultima,
infatti, il 2011, se non è stato un anno
proprio da dimenticare, è stato quanto meno
un anno da non ripetersi.
Mentre per i programmi della tv generalista è
stato l'anno dei flop, con molte chiusure e
molti fallimenti, nonostante i successi isolati
di alcune trasmissioni, come quella di Fiorello
("Il più grande spettacolo dopo il week
end"), per la pay tv, al contrario, l'ultimo anno
è stato piuttosto favorevole, con un notevole
aumento sia di abbonati che di share. L'era del
monopolio della tv generalista, a guardare il
bilancio del 2011, sembra essere ormai al tramonto,
mentre le pay tv di Sky e di Mediaset
Premium stanno assumendo un ruolo sempre
più da protagoniste.
La Tv generalista attira meno perché i prodotti
proposti non sono più quelli che vuole il
pubblico, mentre la pay tv, attraverso i suoi
canali tematici, sa rispondere in modo più
soddisfacente alle richieste dei suoi spettatori
perché, pur rivolgendosi a categorie molto
diverse di persone, riesce a raggiungere, tramite
le sue offerte mirate, target ben definiti
di pubblico a cui propone programmi e contenuti
specifici.
In questa nuova fase del mercato televisivo, i
parametri per definire il gradimento dei programmi
appaiono un po' più complessi rispetto
a quando c'era solo la tv generalista. L'enorme
successo di alcuni programmi distribuiti
attraverso il canale di pay tv, infatti,
mostra come le richieste e le esigenze del
pubblico siano diventate sempre più specifiche
e selettive. Per questo le novità e la qualità
dei programmi che vengono proposti dalle
pay tv sembrano avere sempre una marcia in
più rispetto a quelli diffusi dalla tv generalista,
che spesso appaiono poco innovativi e di
qualità scadente. Altro aspetto rilevante è
l'Auditel mediatico che fa da sfondo al successo
dei programmi: i commenti su Twitter e
sui social network rappresentano infatti un
dato importante per misurare l'indice di gradimento
dei programmi televisivi.
Agli italiani la pay tv piace e gli effetti sulla
Tv generalista si sentono: negli ultimi due
anni i programmi delle tv generaliste hanno
perso il 10% di share, la pay-tv e il digitale,
invece, continuano a crescere. Fanno eccezione
La7 e Rai3. Per le Tv generaliste è stato un
anno nero, soprattutto per Rai1 e Canale5.
Dando uno sguardo ai dati degli ascolti, questa
situazione appare evidente: a guidare la
classifica delle perdite è Rai1, che ha perso il
3,76%, seguita poi dalle tre reti Mediaset,
Canale5, Italia1, Rete4 che hanno perso
rispettivamente l'1,61%, 0, 52% e 0,41% e da
Rai2, con il -0,24%. Scenario positivo, invece,
per Rai3, con una crescita generale di
share dello 0,12% e per La7, con un+1,6%.
A beneficiare di questa crisi della Tv generalista
sono, in particolare la pay tv e il digitale,
che hanno visto un incremento di spettatori dal
18,7% al 21,22%: Sky ha infatti superato i 5
milioni di abbonati e si gioca con Mediaset
Premium il podio del mercato italiano delle
pay tv, che appare sempre più redditizio. Accade
sempre più spesso di sentire che i programmi
delle Tv generaliste chiudano, mentre l'offerta
degli operatori di pay tv è sempre più
ampia: gli spettatori italiani stanno quindi lentamente
abbandonando la tv non a pagamento,
per cercare degli abbonamenti di pay tv che
sappiano rispondere alle loro preferenze.
Il settore pay tv è dominato da Sky che, dopo
aver bucato la soglia dei 5 milioni di abbonati,
dà filo da torcere ai competitors di Mediaset,
fermi a 1,9 milioni sommati a circa 2,5
milioni di carte ricaricabili attive.
"Sky è sempre stata un'azienda orientata al
futuro, e oggi è nelle condizioni migliori di
sempre per proseguire nella propria crescita"
ha affermato James Murdoch, presidente di
Sky Italia e numero uno della Divisione Internazionale
di News Corporation. Il debutto italiano
della pay tv satellitare è avvenuto nel
2003 in seguito alla fusione di Tele+ e Stream;
un'unione che ha creato un monopolio, pur
continuando a investire mettendo sul piatto 12
miliardi di euro in otto anni, con un indotto di
15 mila persone e circa 15 miliardi di euro.
La pay tv ha invaso i tablet e, anche grazie al
successo dell'alta definizione, è presente
nelle case del 67% degli abbonati: nel 2011
ha registrato un utile operativo pari a 175
milioni di euro. Ma non solo: la super pay tv
ha continuato la sua scalata verso il successo
attraverso il traino delle news con SkyTG24,
il settore sport, che fa confluire il maggior
numero di abbonati, e il cinema, che rivendica
il ruolo di "principale promotore dell'industria
cinematografica del Paese" con investimenti
che negli ultimi 12 mesi hanno sfiorato
i 90 milioni di euro.
La pay tv non trascura nemmeno gli utenti
baby: la società, infatti, ha annunciato la
nascita di "Sky per le Scuole", un progetto
che offrirà a tutte le scuole pubbliche secondarie
di primo grado l'attivazione di un abbonamento
quinquennale gratuito a un pacchetto
di canali di news e documentari. In un
panorama sempre più complesso e stratificato,
in cui le offerte si moltiplicano e si differenziano
per accontentare ogni profilo, l'utente
potrebbe essere disorientato.

Audience: cambia tutto!

L'audience registrato con la rilevazione del
"pubblico del giorno prima" tramite meter,
con l'avvento della pay tv, è ormai preistoria.
La registrazione dei dati si è fatta complicata
e stratificata, inglobando un aggregato di
fonti complementari: classica audience contemporanea
alla messa in onda, quella nelle
24 ore, 72 ore e 7 giorni successivi attraverso
registratori digitali, quella in streaming, quella
tramite i siti ufficiali delle emittenti o piattaforme
ad hoc, e i dati relativi all'attività sui
social network.
Come se non bastasse, a breve, si aggiungerà
anche il calcolo di utenti che seguono la programmazione
via tablet. Nielsen, colosso degli
istituti di misurazione degli ascolti, ha appena
avviato negli Stati Uniti la sperimentazione
sull'effetto di iPad e simili sugli indici tradizionali.
In accordo con quanto riportato da
Multichannel News, partner nell'iniziativa
saranno Time Warner Cable e Cablevision,
due dei maggiori operatori di pay tv d'oltreoceano,
rispettivamente primo e ottavo nella
classifica locale per numero di abbonati.
I colossi della pay tv mirano alla Tv Everywhere,
ovvero una fruizione ovunque e dovunque
- previa autenticazione - dei pacchetti di
cui si paga l'abbonamento. Prendendo in considerazione
le "app" proposte da altri gestori -
come Verizon - e di altri emittenti pay tv -
negli Stati Uniti, i potenziali "tablet-spettatori"
sarebbero già 2 milioni, forse 3. Naturalmente,
non sono mancate le polemiche, sfociate
in vere e proprie contestazioni legali, da
parte delle major, convinte che per offrire i
prodotti pay tv su tablet, gli operatori dovrebbero
stipulare licenze addizionali.
Ad ogni modo, la TV Everywhere sui tablet
ha riscosso un immediato successo. L'appetito
del pubblico nei confronti del consumo
"multischermo" è esploso a livello mondiale,
e l'annuale studio TV & Video Consumer
Trend Report di Ericsson condotto su un
campione di 13 mila utenti provenienti da
Australia, Austria, Brasile, Cina, Germania,
Olanda, Russia, Spagna, Svezia, Taiwan,
Regno Unito, Stati Uniti e Sud Corea ha rilevato
che nel 2011 il 40% delle famiglie utilizza
smartphone o tablet mentre guarda la tv.
In Danimarca il secondo operatore di pay tv,
Stofa, da oltre un anno ha lanciato software
specifici per aggiungere lo streaming da pc o
tablet alla consueta ricezione via cavo dei
canali in abbonamento. In Italia la situazione
ha vissuto significativa accelerazione a fine
agosto, con il debutto di SkY Go per iPad.
L'applicazione consentirà la visione di 20
canali pay tv del bouquet Sky direttamente su
tablet. A differenza degli Stati Uniti, però, i
cui servizi su tablet sono gratuiti per gli abbonati
alla pay tv, in Italia, Sky Go è considerato
un'opzione, al costo di 7 euro al mese.

La guerra Mediaset-Sky.

Mediaset si trova ad affrontare un periodo
piuttosto difficile. Il primo tasto dolente
riguarda gli ascolti, che sono nettamente in
calo, in modo particolare per quei programmi
che hanno realizzato ottime performance per
lungo tempo ma che ora hanno inevitabilmente
raggiunto un eccessivo livello di ripetitività.
È il caso, per esempio, del Grande Fratello.
Ad abbattersi su Mediaset e sulla sua situazione
già abbastanza critica ci hanno pensato
anche lo stop alla gara sulle frequenze, il
Beauty Contest, e la contrazione delle pubblicità
presenti sulle reti, che nei primi nove
mesi del 2011 sono calate del 2,9%.
Questi fattori potrebbero provocare un rischio
di tracollo per la holding di Arcore, che mai
aveva dovuto fronteggiare una situazione
simile dal '95. I titoli Mediaset a Piazza Affari
hanno registrato un calo, nonostante negli
ultimi tempi ci sia stata una lievissima ripresa.
Il titolo ha infatti ripreso un po' a respirare,
salendo del 6% da inizio anno e del 23%
dai minimi di novembre, quando il socio di
riferimento, Silvio Berlusconi, ha abbandonato
la carica di presidente del Consiglio.
Ma il colpo "di grazia" per la società di Cologno
è stato determinato dalla pay tv. Il vicepresidente
di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi,
qualche anno fa, aveva puntato gran parte
delle sue risorse proprio sul digitale, con l'obiettivo
di contrastare l'enorme successo che
Sky iniziava a riscuotere. L'investimento di
Mediaset in questo campo ha comportato una
spesa pari a quasi 1,5 miliardi di euro, mirando
ad un pareggio nel 2011. Pareggio che in
realtà non è mai arrivato: nel 2011 Mediaset
Premium dovrebbe aver chiuso con un passivo,
secondo le stime degli analisti, superiore ai
50 milioni. E per il 2012 è invece Mediobanca
a fare una stima: un rosso di 80 milioni.
L'ascesa della pay tv di Sky non sembra avere
freni. Anche se il 3D domestico su cui la pay
tv del gruppo Murdoch ha puntato molto nelle
vacanze natalizie stenta ad affermarsi, anche a
causa dei pochi contenuti ancora disponibili
sul mercato, a riportare in positivo il bilancio
di Sky è l'alta definizione. Mentre il digitale
terrestre appare ancora un po' indietro rispetto
alla pay tv che domina il mercato del satellitare,
Sky si dimostra molto forte nell'HD. I
dati parlano chiaro: il 70% dei 5 milioni di
abbonati ha scelto l'alta definizione.
Visto il grande successo dell'alta definizione
la pay tv di Sky ha quindi deciso di aumentare
l'offerta e ha aggiunto ben 13 canali in HD
rispetto a quelli già esistenti. I canali in alta
definizione diventeranno in tutto 52. L'ampliamento
dell'offerta dell'alta definizione interesserà
vari settori di intrattenimento del pacchetto
Sky e comprenderà cinema, intrattenimento,
serie tv, programmi per bambini, documentari,
viaggi, enogastronomia, musica, innovazioni
tecnologiche, scoperte scientifiche.

Switch off in Toscana.

Dal 7 novembre in Toscana è stato introdotto
il cosiddetto switch off: le trasmissioni televisive
sono passate dal sistema analogico a
quello digitale terrestre. La fase di transizione
è stata particolarmente complessa, come da
previsioni.
Le frequenze da assegnare infatti erano inferiori
al numero di emittenti interessate: appena
18. Per questa ragione il 23 agosto scorso
il ministero dello Sviluppo Economico
(Dipartimento per le Comunicazioni) ha bandito
una gara. I criteri sono stati i seguenti: 45
punti per la copertura territoriale, 30 punti per
il capitale sociale, 20 punti per il numero di
dipendenti a tempo indeterminato, 5 punti per
la storicità. I punteggi sono stati assegnati alle
varie emittenti rapportandoli a quelli della
prima in ogni categoria. Quindi, per esempio,
se l'emittente che ha più dipendenti ne ha 23,
a essa si conferiscono 20 punti e alle altre in
proporzione (13,04 per chi ne ha 15, 8,69 per
chi ne ha 10, e così via).
Il bando prevede e, anzi, incentiva la formazione
di intese o società consortili per l'assegnazione
di una frequenza condivisa, con l'unica
limitazione che i soggetti partecipanti
non operino in zone sovrapponibili. Il punteggio
per i vari consorzi non viene calcolato
sommando i singoli punteggi delle televisioni
partecipanti. Il criterio è invece il seguente: si
prende il punteggio della società capofila e si
moltiplica per un coefficiente basato sul
numero delle società partecipanti (massimo
cinque). Questo ha indotto varie emittenti ad
allearsi con soggetti con capitali sociali irrisori
o senza dipendenti o con copertura territoriale
e storicità irrilevanti: infatti, per il calcolo
del punteggio totale, quello che avrebbe
deciso l'assegnazione delle frequenze, conta
soltanto il numero dei partecipanti all'intesa e
non la loro attività.
Martedì 25 ottobre è stata pubblicata la graduatoria
della gara. Ma non è stata resa nota
l'assegnazione delle frequenze. Già questo ha
creato disagi, perché i tempi erano davvero
brevi: alcune emittenti avrebbero dovuto
acquistare le apparecchiature necessarie,
montarle e tararle in un mese, novembre, che
climaticamente non è dei migliori per salire in
cima a un traliccio su un monte. Il giorno successivo
alla sua pubblicazione, la graduatoria
è stata sospesa per alcune ore e poi ripubblicata
con una correzione, riguardante un consorzio
inizialmente al diciottesimo posto e
infine riposizionato al quattordicesimo dopo
il ricalcolo. Infine, non manca chi contesta il
proprio punteggio. "Noi Tv", piazzatasi ventesima,
rivendica per il personale dipendente
e la copertura territoriale due parziali più alti
che le garantirebbero una posizione tra le
prime diciotto.
A causa del meccanismo messo in piedi si
sono verificate alcune situazioni discutibili, il
che ha indotto l'Assostampa Toscana a
denunciare la premiazione di "scatole vuote".
Alcune buone posizioni sono andate infatti a
televisioni che pochi giorni prima del bando
avevano dichiarato aumenti di capitale anomali,
che non hanno dipendenti in Toscana o
che sono note per il mancato pagamento degli
stipendi ai giornalisti, protagonisti di proteste
anche piuttosto eclatanti. Il meccanismo
ministeriale ha penalizzato soprattutto due
emittenti storiche della Toscana, piazzatesi al
diciannovesimo e al ventesimo posto (prime
delle escluse): Antenna 5 di Empoli e Noi Tv
di Lucca. Si tratta di due televisioni che, in
base alle classifiche del Comitato Regionale
per le Comunicazioni, di cui il Ministero non
ha tenuto conto, sono riconosciute tra le più
importanti in Toscana (Noi Tv addirittura al
terzo posto).
Il ministero sta nuovamente verificando la
graduatoria in seguito ad altre contestazioni,
secondo cui sarebbe errata anche la seconda
stesura. Intanto, man mano che le singole
posizioni vengono verificate, i soggetti assegnatari
delle frequenze stanno ricevendo le
notifiche. È oggetto di controllo anche la possibile
sovrapposizione di frequenza a ogni
singola intesa o società consortile: nel caso, ci
sarebbero problemi di ricezione per gli abitanti
dei territori coperti. La confusione può
aumentare ancora. Le due principali emittenti
escluse confidano che ci sia spazio per almeno
due frequenze aggiuntive.


Le serie tv americane per l'anno nuovo.

Le serie televisive americane dell'anno scorso
si sono rivelate dimenticabili, e sono anche
andate molto male con gli ascolti: quindi
adesso i network reagiscono, cancellano tutto
e ci riprovano. Basta liste infinite di "procedurali"
(quelle con le trame indipendenti in
ogni episodio) con i poliziotti buoni e i poliziotti
cattivi, basta vampiri, si punta molto sul
pubblico femminile. Steven Spielberg crea
una serie per i canali in chiaro, Zooey
Deschanel icona del cinema indipendente è
nel cast di una serie FOX. Un po' di commedie
familiari poco rilevanti, genitori alle prese
con figli adolescenti o con neonati non previsti,
una strana abbondanza di personaggi delle
favole. Vediamo quali sono per un semplice
motivo: i migliori (e purtroppo non solo questi)
subito dopo arriveranno da noi.
Smash. Creata da Theresa Rebeck e Steven
Spielberg e presentata da qualcuno come "il
nuovo Glee" (da altri come "l'anti Glee")
Smash racconta il dietro le quinte di un musical
su Marylin Monroe nell'ambiente spietato
di Broadway.
Awake. Un ispettore di polizia, in seguito a un
incidente stradale, si trova proiettato a vivere
contemporaneamente due realtà diverse: nella
prima ha perso la moglie, nella seconda il
figlio. Quando elementi delle due realtà
cominciano a convergere tra loro, diventa
quasi impossibile scoprire quale delle due è
quella vera.
Alcatraz. È il nuovo progetto televisivo di JJ
Abrams, già creatore di Lost. Ambientata
nella famosissima isola-carcere nella baia di
San Francisco che ha già ispirato molti film,
la serie inizia con la riapparizione di venti
detenuti che trent'anni prima erano misteriosamente
scomparsi. Misteri e fantascienza,
elementi cari a Abrams, più la presenza di
Jorge Garcia (Hugo/Hurley in Lost) nel ruolo
di un personaggio scritto appositamente per
lui: dovrebbe essere abbastanza per convincere
i fan di Lost e gli appassionati del genere a
darci almeno uno sguardo.
Terra Nova. Una megaproduzione di Steven
Spielberg e Brannon Braga, racconta la spedizione
di un gruppo di persone che, per salvare
la Terra e la razza umana dalla morte certa
che sembra attenderle nel lontano 2149, intraprendono
un viaggio indietro nel tempo nell'era
preistorica.
Il socio, famoso romanzo di John Grisham,
racconta le vicende di un giovane avvocato
che si trova a lavorare per uno studio legale
corrotto e sorvegliato dall'FBI. Questa serie
sarà basata sul libro, forse come sequel alla
storia: la NBC, network che la trasmetterà,
confida talmente tanto nel progetto da non
aver ordinato neanche un primo episodio per
la valutazione. Ma chi ha letto il romanzo (o
ne ha visto l'adattamento cinematografico del
1993, con Tom Cruise), appassionandosi ai
suoi intrighi, sa già che sarà una base perfetta
per un prodotto di fiction a puntate.
Good Christian. Belles Una specie di Desperate
House wives che ne vuole raccogliere
pubblico ed eredità in un periodo di stanca.
Racconta le malignità e i segreti di un gruppo
di amiche protette dalla facciata della benestante
borghesia del sud.
The new girl. La protagonista è Zooey
Des Chanel, ormai icona dell'India, dal cinema
alla musica. Sarà Jessica Day, maestra elementare
della provincia americana che dopo aver
scoperto i tradimenti del fidanzato si trasferisce
a New York. Lì si trova a convivere con tre
ragazzi, da cui imparerà parecchie cose.
Prime suspect. L'ennesimo remake di una
serie britannica: una detective donna cerca di
farsi strada in un ambiente fortemente
maschilista.
Charlie's Angels. Era una serie tv famosissima
degli anni Settanta, diventata poi due film
per il cinema negli ultimi anni: tre investigatrici,
bravissime e bellissime, lavorano per
l'agenzia privata Charlie Townsend Investigations,
diretta da Charlie, capo misterioso che
non vediamo mai in faccia
The playboy club. Arriva una serie ambientata
in un club di Playboy di Chicago, qualche
decennio fa, tra mafiosi e conigliette.
Pan Am. La Pan American World Airways ha
dichiarato fallimento nel 1991, ma dagli anni
Trenta era stata la principale compagnia aerea
degli Stati Uniti. Questa serie ne racconterà il
periodo di massimo successo, concentrandosi
sui rapporti tra chi ne faceva parte: piloti,
hostess e possibili spie russe sotto copertura.
Ultimamente il filone del sovrannaturale
ambientato ai giorni nostri sembra non poter
prescindere dai vampiri: quest'anno, probabilmente
a seguito di un periodo di stanca e di
saturazione mediatica, il genere sembra percorrere
altre direzioni. Streghe, favole e attività
paranormali.
The secret circle. L. J. Smith è l'autrice della
serie di romanzi, di discutibile qualità, da cui
è stato tratto "The Vampire Diaries", telefilm
di grande successo: ora, da un'altra sua saga
fantastica a tema stregoneria, sarà tratto questo
"The Secret Circle". Il consiglio è di
moderare le aspettative, anche per gli appassionati
del genere.
Grimm. Una sorta di insolito "procedurale" a
tema fiabesco. Nick è un detective che deve
proteggere gli umani in un mondo in cui i
mostri delle fiabe dei fratelli Grimm sono
reali.
Once upon a time. Emma Swan ha avuto un
figlio, Henry, e ha deciso di darlo in adozione
a una famiglia di Story brooke, cittadina del
New England. Quando il bambino tornerà a
cercarla, dieci anni dopo, per portarla con sé
a Storybrooke, Emma scoprirà che la cittadina
si trova in un mondo parallelo in cui i personaggi
delle fiabe sono reali: lei stessa è
figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro,
ed è l'unica in grado di salvare il mondo delle
favole e quello reale dalle minacce dell'underworld.
The river. La famiglia di un conduttore di uno
show naturalistico scomparso in Amazzonia
parte alla sua ricerca, ma sarà ostacolata da
un'entità maligna. La serie usa uno stile documentaristico:
gli autori sono gli stessi del film
horror Paranormal Activity, le ambientazioni
ricorderanno Lost, l'entità maligna farà una
mistura di entrambi. Il produttore esecutivo
è Spielberg.
Hell on wheels. Rispettando lo spettro di temi
e generi diversi trattati dalla rete, questa volta
ci viene proposto un western ambientato nel
1860: racconta la nascita della prima ferrovia
transcontinentale americana e degli uomini che
l'hanno costruita.
Ringer. Per i nostalgici di Buffy, Sarah
Michelle Gellar torna in tv con un nuovo progetto:
sarà Bridget, una donna che dopo aver
assistito a un omicidio decide di assumere l'identità
di Siobhan, la sua gemella.

Da programma tv a "brand" commerciale.

Link è una rivista che tratta di televisione, una
delle migliori in Italia, e Michele Boroni un
esperto di cose di pubblicità e comunicazione,
nonché un celebre blogger sotto il nick
EmmeBi. Per l'ultimo numero di Link, Boroni
ha ragionato su quali siano stati i programmi
televisivi degli ultimi dieci anni in grado di
trasformarsi in brand, cioè di sconfinare oltre
il loro essere "semplici" show per diventare
un marchio riconoscibile a tutti gli effetti.
Se la definizione "trasformarsi in brand"
potrebbe essere un po' ostica per qualcuno, la
classifica trattando di prodotti unici, riconoscibili
e con un impatto si può tranquillamente
interpretare come l'elenco dei programmi
che hanno influenzato di più la nostra
cultura, per la forza della comunicazione e la
presenza nelle nostre vite.

GRANDE FRATELLO (Canale 5).

Per quarant'anni la citazione del "Grande Fratello"
rimandava all'onnipotente leader invisibile di
1984, il romanzo di George Orwell; dal 2000,
invece, il pensiero corre immediatamente
verso il reality show prodotto da Endemol. E
già l'avere influito così profondamente sull'immaginario
e sui riferimenti iconici della
cultura pop lo porta di diritto ad essere un
brand. Oltre a questo, il Grande Fratello è
stato il primo reality show della televisione
italiana, il più longevo e popolare. Un brand
mass-market, che ha portato la gente comune
ad essere, per la prima volta, protagonista
assoluta di uno show, senza troppe mediazioni.
Un brand che è uscito dalla tv e si è presentato
su altri media e piattaforme con la
stessa forza dirompente. Un brand, infine, che
ha profondamente mutato il modo di fare tv e
di costruire i palinsesti.

LOST (Fox-RaiDue).

Gli anni Zero sono stati
il decennio delle serie tv. Lost, il prodotto televisivo
più riuscito di J. J. Abrams, è il grande
racconto che ha superato i confini televisivi e
creato narrazioni parallele. Fenomeno di culto
e, allo stesso tempo, un successo popolare. Il
culto è stato alimentato da meccanismi in cui
lo spettatore viene coinvolto in prima persona
e chiamato a rintracciare e decifrare segnali e
collegamenti, innescando così un corto circuito
tra fiction e realtà. Ad esempio, tramite
alcune cross-promotion che hanno fatto vivere
alcuni personaggi e simboli della serie (l'Oceanic
Airlines, i numeri misteriosi, la rock
band Driveshaft ...) al di fuori del set dell'isola,
gli autori hanno attivato uno strumento di
comunicazione che ha incuriosito, coinvolto e
fidelizzato gli appassionati della serie. In Italia
il successo popolare va ricondotto più ai
buzz generati dai giornali e ai download sulla
rete piuttosto che agli ascolti tv.

AMICI (Italia 1 - Canale 5).

Inizialmente il talent show, nato nel 2001 e ispirato al format
originario inglese Pop Idol, andava in onda su
Italia 1 con il titolo "Saranno Famosi". In
seguito, per questioni legali legate ai diritti
d'autore della serie tv omonima, il nome è
stato cambiato in "Amici di Maria De Filippi"
(conosciuto meglio però come Amici), mantenendo
il font e il lettering dell'originale. Il
rebranding ha coinciso con una forte differenziazione
rispetto al format originale e globale,
aprendosi ad una maggiore interdisciplinarità
(anche ballo e recitazione oltre alla musica), a
una minore invasività nella vita e una focalizzazione
sulla vita scolastica dei ragazzi. Oltre
all'originale stile di conduzione della De
Filippi. Tutto questo ha portato al grande successo
popolare dello show che, oltre a lanciare
nel music business italiano i vincitori del
talent show, è diventato un'importante piattaforma
per la promozione di molti brand di
abbigliamento sportivo.

ZELIG (Italia 1 - Canale 5).

Lo Zelig è un locale milanese, nato nella metà degli anni
'80, che ha lanciato gran parte dei comici e
cabarettisti degli ultimi due decenni. Alla fine
degli anni '90 è diventato anche un varietà
televisivo prima su Italia 1 e poi su Canale 5
che, anno dopo anno, cambiando varie location
(dal locale di Via Monza fino al Teatro
degli Arcimboldi) è cresciuto al punto tale da
creare extension line tv (Zelig Circus e Zelig
Off) e "invadendo" pacificamente le librerie
(gli anni zero sono stati caratterizzati dal
grande successo commerciale dei libri scritti
dai comici), i teatri, le sagre e le feste di
mezza Italia. Come scrisse Aldo Grasso sul
Corriere della Sera lo scorso gennaio "In
Zelig non è il singolo comico che strappa la
risata (succede anche questo), ma è la bottega
che fa spettacolo, è il brand.".

HANNAH MONTANA (Disney Channel).

Hannah Montana e le altre teen fictions Disney
hanno sostituito negli anni Zero i cartoni
animati per il pubblico dei teen e pre-teen:
l'obiettivo era quello di dare loro l'opportunità
di essere essi stessi i veri protagonisti della
storia, per soddisfare il loro bisogno di vivere
in contesti reali, indipendenti dal mondo adulto.
Hannah Montana con il suo plot il racconto
della doppia vita della quattordicenne
Miley Stewart che vive la vita di tutti i giorni
a scuola senza svelare il proprio talento e la
sua second life da artista ne rappresenta l'archetipo
perfetto. Un personaggio di fantasia,
quasi trattato come una persona reale, una
vera pop star che ha poi lanciato la carriera
musicale di Miley Cyrus, l'attrice che interpreta
la protagonista principale. Intorno alla
serie tv sono stati organizzati decine e decine
di concorsi per coinvolgere gli spettatori nello
show e diventare protagonisti della sigla di
apertura. Da non dimenticare poi l'infinito
merchandising generato dalla serie, ennesimo
segnale che conferma la consacrazione della
teen star.

LA PROVA DEL CUOCO (RaiUno).

Durante gli anni Zero la cucina è stato uno dei
temi più caldi delle televisioni di mezzo
mondo. Negli States, come in Giappone o nel
Regno Unito, i cuochi sono diventati le vere
star dei palinsesti e i canali tematici per
fanatici di gastronomia sono spuntati come funghi nei
bouquet digitali. "La Prova del Cuoco" è la
versione italiana del format "Ready Steady
Cook" trasmesso dalla BBC2, una competizione
tra cuochi che devono preparare un
menù completo con limiti di tempo e budget.
Il popolare successo della versione italiana è
in parte anche dovuto all'allargamento del
target ai bambini, grazie a canzoni e a codici
estetici stile cartoon. La prova del Cuoco è
uno dei casi commerciale più di successo per
il licensing di Rai Trade: iniziative editoriali,
operazioni di co-marketing con marchi alimentari
e una linea di attrezzi da cucina sono
alcune delle operazioni di successo implementate
in questi anni.

CHI VUOL ESSERE MILIONARIO (Canale 5).

È forse il quiz format più popolare
di tutti i tempi: venduto in più di 100 paesi,
trasformato in gioco da tavola e in videogame
blockbuster. Sicuramente l'unico ad essere
diventato protagonista in un film da Oscar
(The Millionaire di Danny Boyle, 2008). In
Italia la conduzione rassicurante e amichevole
di Gerry Scotti ha reso il già popolare format
un importante traino per il tg della sera.
Le frasi "L'accendiamo" e "Chiedo l'aiuto da
casa/del pubblico" sono i nuovi "Lascia o
Raddoppia".

SANTORO (Raidue).

Santoro rappresenta al tempo stesso il ribaltamento e la sublimazione
della teoria ideata da Jacques Sèguèla all'inizio
degli anni '80, secondo cui il brand per
essere ben comunicato deve trasformarsi in
una star, con un suo carattere, un suo modo di
presentarsi, una sua identità.
In questo caso specifico è la persona a trasformarsi
in brand: Santoro con la sua conduzione
appassionata e volutamente "di parte" è
stato capace in questi anni di mobilitare
milioni di persone, di far passar in secondo
piano il nome dei suoi programmi (qualcuno
forse riesce a ricordarsi le differenze tra Il
Raggio Verde, Sciuscià e Anno Zero?) e di
creare il primo programma (Per Una Notte) in
streaming web grazie alle sottoscrizioni dei
suoi sostenitori. Inoltre Santoro è riuscito
anche a far parlare di sé perfino con la sua
assenza in tv.

LE IENE (Italia Uno).

Tra i vari show di infotainment irriverenti e satirici trasmessi in
Italia, Le Iene si è distinto, anno dopo anno,
per la sua capacità di uscire dallo schermo
televisivo. Ad esempio con l'operazione virale
e di guerrilla marketing "le Iene portano
bene", ovvero magliette portafortuna da offrire
ai giocatori di calcio per riti propiziatori,
diventando una sorta di piccolo culto tra il
difficile pubblico degli stadi.

"Servizio pubblico" di Santoro.

Servizio pubblico è un programma televisivo
e radiofonico d'approfondimento politico
condotto, a partire dal 3 novembre 2011, da
Michele Santoro.
Si tratta di una trasmissione multipiattaforma
in onda in streaming su Internet, su cielo, su
diverse televisioni locali, sulla televisione
satellitare e in radio (Radio Capital).
Inizialmente annunciata con il titolo di Comizi
d'amore, la trasmissione nasce dall'interruzione
in RAI dello storico talk-show politico
Anno zero, ed è contrassegnata da accese polemiche
sulla libertà d'informazione e d'espressione
in Italia, in particolare con riferimento al
controllo del servizio pubblico RAI da parte
dei partiti politici. Lo stesso Santoro dichiara
nel suo monologo d'introduzione alla prima
puntata che l'idea di un programma sostenuto
dal contributo economico di numerosi cittadini,
diffuso fuori dai tradizionali poli televisivi
su una multipiattaforma TV, web e radio, costituisce
il tentativo di una «rivoluzione civile,
democratica e pacifica», «contro il degrado
della TV generalista occupata dai partiti, sia
nel pubblico che nel privato».
Nel 2010 si era acceso un dibattito sulla censura
in RAI a seguito della diffusione di alcune
intercettazioni telefoniche nell'ambito dell'inchiesta
di Trani tra il commissario dell'AgCom
Giancarlo Innocenzi, l'allora Presidente del
Consiglio Berlusconi, ed il direttore generale
Mauro Masi. Dall'inchiesta erano emerse da
parte di Berlusconi delle «pressioni per arrivare
alla chiusura di Annozero» nonché ulteriori
pressioni per la chiusura degli altri programmi
RAI (Ballarò e Parla con me).
In aprile 2011 Santoro aveva subìto un ulteriore
ricorso presentato dal direttore generale
Mauro Masi alla Corte d'Appello di Roma,
con il quale si invocava la sospensione di
Annozero in attesa del giudizio di terzo grado
sulla vicenda del suo licenziamento (ricorso
anch'esso respinto). È in questo clima di tensione
che il 6 giugno 2011, alla vigilia della
sentenza di terzo grado che avrebbe posto
definitivamente termine al contenzioso, era
stata definitivamente concordata la «risoluzione
consensuale» del rapporto di lavoro tra
Santoro e la RAI, e annunciato che Annozero
non sarebbe stato presente nei palinsesti per
l'autunno successivo.
Visto il gran successo di Annozero in termini
di ascolti ed introiti pubblicitari, l'emittente
televisiva "LA7" si era interessata a Santoro
per produrre il talk-show. Tuttavia nonostante
un accordo quasi definitivo e nonostante il
titolo della società Telecom Italia Media (editrice
di LA7) il giorno seguente la notizia
fosse oggetto in borsa di un rialzo del 17%,
l'accordo, tra svariate polemiche, non si chiuse
«a causa di inconciliabili posizioni riguardo
alla gestione operativa dei rapporti fra
autore ed editore».
Nell'edizione delle 20 del TG LA7, il direttore
di testata Enrico Mentana, dopo aver mandato
in onda un servizio sull'argomento, si
rivolse all'editore del canale chiedendo pubblicamente
delle spiegazioni, perché «altrimenti
si è autorizzati a pensare che qualcuno
non volesse questo risultato», e cioè che
Mediaset avesse voluto impedire l'ingresso di
Santoro a LA7 per evitare il rafforzamento
della rete concorrente operando una «censura
di mercato». Anche Santoro sostenne che la
mancata firma del contratto era dipesa dall'intervento
di Berlusconi, e per queste sue
dichiarazioni è stato citato in giudizio da
Mediaset per danni.
Fallito l'ingaggio a LA7 Santoro, seguendo il
modello delle sue esperienze pregresse "Raiperunanotte"
e "Tutti in piedi", decide di auto-produrre
il suo nuovo programma per trasmetterlo
su una multipiattaforma Web e di emittenti
TV locali e satellitare, avvalendosi anche
del finanziamento volontario dei telespettatori
tramite sottoscrizioni a partire da 10 euro.
L'11 settembre 2011 Santoro annuncia ufficialmente
la sua nuova trasmissione con il
titolo di "Comizi d'amore", in omaggio a Pier
Paolo Pasolini e al suo film-inchiesta del
1965, annunciando inoltre la costituzione dell'Associazione
"Servizio Pubblico" dedita
alla raccolta fondi dei telespettatori. Il giorno
8 ottobre 2011 viene attivato il sito web del
programma e ha inizio la raccolta delle donazioni.
Nel suo primo giorno il sito registra
90.000 visitatori unici, in quattro giorni di
raccolta la redazione dichiara di aver raggiunto
400.000 euro, e nel corso della diretta della
prima puntata lo stesso Santoro annuncia il
raggiungimento di 100.000 sottoscrizioni per
un totale di circa un milione di euro, con
molti personaggi celebri che hanno pubblicamente
dichiarato la loro sottoscrizione.
Il 24 ottobre 2011 è annunciato definitivamente
il nuovo nome del programma: Servizio
pubblico. Il 3 novembre 2011 la prima
puntata di Servizio pubblico ottiene uno share
medio televisivo del 12% configurando la
multipiattaforma TV come il terzo canale più
visto a livello nazionale, e primo per l'informazione.
Nel Web la stessa puntata ottiene un
livello di ascolti record mai registrato in Italia
con più di 300.000 utenti medi contemporanei
e con 5 milioni di contatti complessivamente,
il sito ufficiale della trasmissione risulta il
primo canale sulla rete per 5 ore consecutive,
e su iPhone e iPad l'evento è il più seguito di
sempre con un picco di 4000 utenti.


Il Grande fratello arranca.

L'Undicesima edizione del reality show
"Grande Fratello" è andata in onda dal 18
ottobre 2010 al 18 aprile 2011 su Canale 5,
per una durata di 183 giorni. La conduttrice
del programma è stata, per il sesto anno consecutivo,
Alessia Marcuzzi e a farle da spalla
nelle vesti di opinionista in studio, c'è stato
per il quarto anno consecutivo il giornalista
Alfonso Signorini. In questa edizione sono
state apportate rilevanti modifiche al format,
soprattutto per cercare di fermare la continua
emorragia di spettatori e di gradimento. Fra le
novità più importanti, si nota l'abolizione
della passerella d'ingresso, (i concorrenti
entravano nella casa dall'area "dell'Arena") e
la "Porta rossa" è stata spostata sotto la casa.
La casa è stata completamente ricostruita ed è
più ampia rispetto a quella della decima edizione,
con un "tugurio" molto ampio e una
serie di stanze che sono state rivelate nel
corso delle prime settimane di gioco. Anche il
Pala studio dal quale Alessia Marcuzzi conduceva
ogni lunedì sera la diretta televisiva, era
stato completamente rinnovato, con una scenografia
più tecnologica. In un primo
momento, il montepremi per il concorrente
vincitore doveva essere di 250.000 euro, ma
successivamente, visto l'allungamento del
programma di circa due settimane più del previsto,
è salito a 300.000 euro. I concorrenti
hanno trascorso le festività del Natale e del
Capodanno all'interno della casa, in quanto il
reality ha coperto entrambe le parti della stagione
televisiva dell'emittente Mediaset: quella
autunnale e quella primaverile, durando
appunto 6 mesi esatti. I casting e i provini per
selezionare i concorrenti iniziarono sabato 20
marzo 2010 e in parte sono proseguiti anche a
programma decisamente inoltrato. Uno dei
concorrenti è stato scelto online direttamente
dai telespettatori, che hanno votato il video di
presentazione caricato dagli aspiranti concorrenti
sul sito della trasmissione: il concorrente
è stato scelto dagli autori tra i 50 video più
votati. La diretta 24 ore su 24 è stata trasmessa
dai canali Premium Extra 1 e Premium
Extra 2 di Mediaset Premium, mentre Canale
5 ha trasmesso dal lunedì al sabato una striscia
quotidiana registrata, all'interno del talk
show pomeridiano "Pomeriggio Cinque", e
all'interno del contenitore domenicale
"Domenica Cinque", trasmissioni entrambe
condotte (in solitaria) dalla sola conduttrice
Barbara D'Urso; dal 2011 il contenitore
domenicale Domenica Cinque è condotto
dalla coppia Claudio Brachino e Federica
Panicucci. Ulteriori pillole e repliche del daytime
sono state trasmesse da La5 sul digitale
terrestre e anche ogni mattina dal contenitore
Mattino Cinque (in onda su Canale 5), con la
conduzione a coppia di Federica Panicucci e
Paolo Del Debbio. Da questa edizione é stata
cancellata definitivamente la puntata speciale
"La nostra avventura", azione dovuta anche ai
bassi ascolti delle ultime edizioni.

Minzolini a giudizio.

Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è
stato rinviato a giudizio per peculato. Il rinvio
a giudizio è stato deciso dal gup Francesco
Patrone su richiesta della procura, e ha a
che fare con l'uso da parte di Minzolini di
una carta di credito aziendale messagli a disposizione
dalla RAI. Minzolini era stato
iscritto nel registro degli indagati a maggio,
in seguito all'esposto presentato dall'Italia
dei Valori. La procura sostiene che il direttore
del Tg1 ha abusato della carta di credito
per finalità che esulano dal suo incarico professionale.
La storia comincia a novembre del 2010. Al
momento di analizzare il bilancio 2010 della
RAI, venne fuori che le spese di rappresentanza
del direttore del Tg1 superavano di
molto quelle dei suoi omologhi di Tg2 e Tg3,
nonché quelle di presidente e direttore generale
della RAI. La carta di credito aziendale
American Express data a Minzolini, infatti,
da settembre del 2009 a settembre del 2010
era stata usata per pagare 65.000 euro: "oltre
5mila euro al mese", scriveva Repubblica,
"tra pranzi, hotel di lusso e weekend di lavoro
(Positano, Santa Margherita Ligure, Saturnia)".
Sempre Repubblica scriveva che "Minzolini
in 14 mesi avrebbe «effettuato 129
giorni lavorativi in trasferta», su 56 trasferte
(Istanbul, Londra, Marrakech, Cannes,
Praga) solo in 11 verrebbe «indicato lo scopo
della missione»". Il tutto mentre direttore
generale e presidente della RAI erano rimasti
dentro i 35.000 euro l'anno. Mario Orfeo,
allora direttore del Tg2, aveva speso 6-7.000
euro in tutto l'anno, come lui i vicedirettori
generali Antonio Marano e Giancarlo Leone.
Fin dal primo momento Minzolini aveva spiegato
di doversi muovere di più dei suoi colleghi,
avendo una redazione a Milano, e di fare
viaggi utili alla qualità del suo telegiornale,
prendendo contatti utili, promuovendo la
testata di cui era responsabile.
Nino Rizzo Nervo, consigliere di amministrazione
della RAI in quota centrosinistra, aveva
chiesto allora di aprire un'indagine interna:
l'allora direttore generale RAI Mauro Masi si
disse d'accordo, ma poi fece marcia indietro,
dicendo che la carta di credito era "una sorta
di benefit compensativo" e che il presidente
Garimberti "può sicuramente confermare".
Garimberti invece smentì: "Non ero in alcun
modo a conoscenza che la carta di credito
concessa al direttore del Tg1 fosse un benefit
compensativo".
Minzolini si è sempre detto completamente
estraneo a qualsiasi abuso della carta di credito
aziendale, che secondo lui era un "benefit".
«Vogliono usare questa storia dei rimborsi
spese per tenermi sotto schiaffo, ma io non ci
sto. Io quei soldi ora li restituisco». Nei giorni
successivi alla presentazione dell'esposto
venne fuori un altro dettaglio dell'accordo tra
Minzolini e Masi. Al momento di insediarsi
alla direzione del Tg1, infatti, Minzolini era
titolare di una rubrica settimanale su Panorama,
"Minzulpop", che la RAI gli chiese di
interrompere per dare all'azienda il diritto di
esclusiva. In cambio, Minzolini avrebbe avuto
il "benefit compensativo" della carta di credito
con limite di spesa da 5.200 euro al mese.
Minzolini ha già rimborsato, in tre rate, i
65.000 euro alla RAI, chiudendo il contenzioso
con l'azienda secondo un accordo con il
direttore generale Masi (e tornando a tenere la
rubrica "Minzulpop" per Panorama).


Ci hanno lasciato per andare all'altro mondo!

Biagio Agnes. Giornalista e dirigente d'azienda, 1928 - 2011.
Fu nominato direttore generale della RAI nel
1982, dopo aver lavorato per diversi telegiornali
dell'azienda e aver contribuito alla prima
edizione del Telegiornale delle 13.30 con
giornalisti in video. Alla fine degli anni Settanta
fu l'ideatore della terza rete dell'ente
radiotelevisivo di Stato, di cui nel 1979 divenne
il primo direttore della Testata giornalistica
ragionale. Nel 1990 divenne presidente
della Stet, e nel 1997 di Telemontecarlo.

Daniele Formica. Attore e registra teatrale, 1949 - 2011.
Oltre ad aver recitato in numerose commedie,
doppiò diversi personaggi nei film di animazione
come Cars, Robots, Mucche alla riscossa e Monsters & Co.

Enrico Manca. Giornalista e politico italiano, 1931 - 2011.
Fu presidente della RAI per sei anni dal 1986,
tra le altre cose. Nato a Roma il 27 novembre
1931 e laureato in giurisprudenza, esordì al
giornale radio Rai per poi militare nel Partito
socialista, di cui fu deputato per più di vent'anni:
dal 1972 al 1994. Attualmente era presidente
dell'Isimm (Istituto per lo studio dell'innovazione)
e della Fondazione Bordoni,
società che si occupa di ricerche, studi scientifici
nelle materie delle comunicazioni elettroniche,
dell'informatica e dell'elettronica.

Giorgio Celli. Etologo e divulgatore scientifico, 1935 - 2011.
«I gatti sono stati i miei maestri di etologia.
Maestri senza parole ma con gesti trasparenti;
ed io, a poco a poco, sono diventato un loro
ammiratore e loro complice». Giorgio Celli,
entomologo e professore all'Università di
Bologna, diventò un personaggio televisivo
grazie a programmi di divulgazione scientifica
negli anni '90, come "Nel regno degli animali".

Andrea Pesciarelli. Giornalista 1964 - 2011.
Caporedattore del politico del Tg5, è morto
nella notte tra il 7 e l'8 ottobre a causa di un
incidente stradale. Noto giornalista televisivo,
ha iniziato la carriera in Rai, per poi approdare
a Mediaset grazie al direttore Clemente Mimun.

Vittorio Citterich. Giornalista 1930 - 2011.
Volto storico della Rai, è stato giornalista e
conduttore del Tg1, di cui divenne Vicedirettore
negli anni '80. L'ultima volta apparve in
televisione nel 2008, quando partecipò al programma
"La Bibbia giorno e notte".


I DIECI CANALI PIÚ VISTI DEL DIGITALE TERRESTRE (FREE).

I dieci canali del digitale terrestre free più seguiti tra gennaio e maggio 2011 (elaborazione Geca Italia su dati Auditel Nielsen Tv).
1 - Rai4 conta mediamente su 263.181 spettatori al giorno
2 - La5, " " 255.486 spettatori al giorno
3 - Iris " " 248.092 spettatori al giorno
4 - Boing " " 191.191 spettatori al giorno
5 - Rai Movie " 155.055 spettatori al giorno
6 - Rai Premium " 153.134 spettatori al giorno
7 - Mediaset Extra " 148.479 spettatori al giorno
8 - Real Time " 144.928 spettatori al giorno
9 - K2, " 127.197 spettatori al giorno
10 - Rai Yoyo " 115.105 spettatori al giorno

Nella lista dei cinquanta canali più seguiti figurano anche Cielo (D. T. T. di Sky), undicesimo, La7D tredicesimo.
Tra le annotazioni più interessanti della ricerca bisogna segnalare che: i primi tredici canali raccolgono mediamente più di due
milioni di spettatori e si accaparrano l'87% dell'audience del digitale terrestre free; Rai Scuola in Prime Time è seguita mediamente
da 258 spettatori; il programma più seguito del digitale terrestre è stato il film Shaft trasmesso da Rai4 (642.986 spettatori);
La5 poggia sul successo di Alisa - Segui il tuo cuore (576.276 spettatori max) e sulla versione live del Grande Fratello
(che ha raggiunto fino a 539.872 spettatori); Boing può contare su seguito di tutto rispetto per Ben 10 (massimo 571.678 spettatori),
Spongebob (massimo 561.118 spettatori) e Il cane fifone (massimo 547.942 spettatori); su Real Time i programmi più
visti sono stati Il boss delle torte (335.852 spettatori) e Cucine da incubo (315.731 spettatori).


L'ALLONTANAMENTO DI MASI.

Mauro Masi, direttore generale Rai dal 2 aprile del 2009 è stato probabilmente il peggior
direttore che l'azienda abbia mai avuto, per la comprovata subalternità alle persone
che lo avevano messo lì e ai loro capricci, per l'incapacità di riconoscere e valorizzare
buoni programmi e buone idee - che anzi ha ostacolato - per la generale inadeguatezza
a ricoprire un ruolo che avrebbe bisogno di competenza, capacità di muoversi
nel presente e immaginare il futuro, per l'inesistente visione di servizio pubblico,
per le logiche clientelari con cui ha costruito palinsesti e arruolato conduttori.
Quello che si è continuato a fare di buono in Rai in questi due anni lo si è fatto malgrado
Masi. Il giudizio nei suoi confronti ebbe una dimostrazione esemplare nella
famosa telefonata che decise di fare all'inizio di una puntata di Annozero. C'è tutto: la
subalternità alla politica, l'equivoco sul proprio ruolo, la mediocrità e l'improvvisazione,
la sconfitta pubblica e plateale di un'iniziativa maldestra.
Per il mezzo di informazione tuttora più importante per l'Italia e gli italiani non potrà
andare peggio di così.


I PROGRAMMI PIÚ VISTI DEL 2011.

Guardando alla stagione televisiva del 2011 nel suo complesso, verrebbe voglia di definirla l'annata dei flop: programmi chiusi,
aspettative disattese, esperimenti finiti male hanno caratterizzato il periodo, mettendo in allarme Rai e Mediaset che hanno iniziato
a temere la crisi profonda della tv generalista. Ma accanto a tanti flop, ci sono stati anche fulgidi esempi di ascolti da record.
È stato Roberto Benigni (con il suo intervento sul palco del Festival di Sanremo) a guadagnare la palma di momento televisivo
più visto dell'anno. Sono stati 15 milioni gli italiani che si sono sintonizzati su Rai Uno ed hanno seguito l'appassionante
esegesi dell'Inno d'Italia, che Benigni ha spiegato con il consueto humour ma con grande precisione storica.
Subito dopo Benigni, nella classifica dei programmi più visti del 2011 c'è ovviamente Fiorello e il suo "Il più grande spettacolo
dopo il weekend": lo show man siciliano ha fatto il botto, per usare il suo stesso termine, totalizzando 12 milioni di spettatori
di media durante le quattro puntate del suo seguitissimo show. Bublè, Tony Bennet, Coldplay, lo stesso Benigni, Jovanotti:
sono stati tanti gli ospiti che si sono alternati sul palco del Teatro 5 di Cinecittà, contribuendo a realizzare quel varietà
vecchio stile che gli italiani hanno dimostrato di amare ancora moltissimo.
Si ferma a 8 milioni di spettatori Terence Hill e il suo "Don Matteo": la serie va in onda da 8 stagioni ma non ha perso un briciolo
dell'affetto che gli italiani gli tributano da sempre. Le avventure del prete detective, del simpatico maresciallo Nino Frassica
e del romantico-ma-non-troppo Capitano dei Carabinieri Simone Montedoro hanno toccato nelle puntate finali la media
del 32.26% di share.
E sugli 8 milioni di telespettatori si è attestata anche la fiction a sfondo sociale "Sarò sempre tuo padre", interpretata da Beppe Fiorello: un anno decisamente d'oro per i fratelli Beppe e Rosario, che si sono confermati tra i pochi in grado di riportare
ascolti e consensi alle reti Rai. E se Michele Santoro, prima di essere allontanato dalle reti Rai, aveva lasciato il segno con un
altissimo share per l'ultima puntata di "Annozero", il suo erede si conferma decisamente Giovanni Floris. Il programma di
approfondimento politico Ballarò, infatti, resta il più visto della tv italiana: con 6,3 milioni di telespettatori ha battuto anche l'ospitata
del premier Mario Monti da Bruno Vespa, che con "Porta a Porta" si è attestato a 6 milioni.
Anche "Ti lascio una canzone", lo show canterino di Antonella Clerici su Rai Uno, può dire di aver tenuto alto l'onore della
rete ammiraglia del servizio pubblico: con i suoi 5 milioni di telespettatori ha battuto anche il meglio del meglio di "C'è posta
per te", la puntata finale "Posta prioritaria" con Richard Gere, Julia Roberts e Kevin Costner.
In chiusura, va ricordato fra i fenomeni televisivi dell'anno il record di ascolti del Tg di La7, che sotto la guida di Enrico Mentana
ha toccato i 4 milioni di telespettatori.

Anno 2011.

Teatro.

I maggiori festival teatrali in Italia.

LXV Festa del Teatro di San Miniato. Dal 6 al
27 luglio in Piazza Duomo a San Miniato (PI)
Quest'anno è stato molto importante per la
Festa del Teatro di San Miniato, un anno che
ha visto inaugurarsi molteplici e prestigiose
collaborazioni con istituzioni nazionali ed
internazionali, segno insieme di grande apertura
e riconoscimento dell'importanza e della
centralità culturale che il Dramma Popolare di
San Miniato ha saputo conquistare in tanti
anni di lavoro e di presenza artistica.
Da citare è la collaborazione con il festival di
musica sacra Anima Mundi, al quale è dedicata
l'apertura del festival con lo spettacolo
"Le jongleur de Notre Dame" e quella con la
compagnia israeliana diretta da Gili Shanit,
con la coproduzione dello spettacolo "Il re
Davide". Molto importante infatti è stata la
collaborazione tra Fondazione Dramma Popolare
di San Miniato e festival Anima Mundi,
due preziose realtà del territorio pisano che a
partire da quest'anno produrranno insieme un
evento. Lo spettacolo è stato rappresentato in
entrambe le rassegne: nel mese di settembre
2010 a Pisa per il festival Anima Mundi e nel
mese di luglio del 2011 a San Miniato, in
occasione della Festa del Teatro.
La regista israeliana Gili Shanit ha creato
invece uno spettacolo multi-mediale, adattando
il libro originale di Joseph Heller e allo
stesso tempo dirigendo Avinoam Mor Haim,
uno dei più conosciuti attori del palcoscenico
israeliano il quale ha recitato in rappresentazioni
classiche e contemporanee, tra cui un
indimenticabile "Re Lear a Gerusalemme".
Questo spettacolo multimediale unisce nel suo
sfondo un film che è stato girato nella Cittadella
di David dentro la città vecchia. La
magnifica cittadella con i suoi labirinti, gli
affascinanti panorami sopra la città vecchia di
Gerusalemme e i suoi mercati ben rappresenta
la connessione tra questa e il Re David contemporaneo
- il testo moderno dello spettacolo
e la grandiosità dell'antichità che è stata così
ben preservata lungo le pagine della storia.
Molto importante per il Dramma Popolare è
stata la sottoscrizione di un accordo triennale
con il Teatro Metastasio Stabile della Toscana,
con il quale è stato coprodotto lo spettacolo
principale, "Sarabanda" di Ingmar Bergman,
l'ultimo lavoro del maestro svedese. Sarabanda
è uno spietato affresco delle relazioni
parentali, un dramma di rimpianti, rimorsi,
rancori che si muove sulla scena come quella
danza lenta e malinconica che dà il titolo
all'opera e nella quale avviene l'ultimo confronto
degli stessi personaggi, ma più crudeli
e maturi, di "Scene di un matrimonio".

Santarcangelo. 41 Festival internazionale del teatro in piazza Dall'8 al 17 luglio a Santarcangelo di Romagna.
Il Festival Internazionale del Teatro in Piazza,
diretto da Ermanna Montanari del Teatro delle
Albe, ogni sera, finiti gli spettacoli, ha aperto
le porte dell'Odeon club, lo storico locale nel
centro della cittadina, per accogliere gratuitamente
artisti e spettatori, componenti dello
staff e cittadini, e attraversare la notte con i percorsi
musicali. Non solo dopo festival, l'Odeon
è stata anche cornice per uno dei lavori in programma:
Black Fanfare e Dewey Dell vi hanno
ambientato il proprio innesto di musica e
danza, intitolato appunto Black Fanfare/Dewey
Dell. La musica di Black Fanfare si muove su
due arterie parallele - tra canzoni melodiche
che sfiorano l'inclinazione pop, pur seguendo
una ritmica che rimanda a suoni di una battaglia
immaginaria - e una corrente puramente
elettro-acustica. Dewey Dell concentra la propria
ricerca sul regno dell'informe come luogo
di incessanti trasformazioni e di contraddizioni
senza fine, in cui il movimento, in tutt'uno con
il costume, crea il soggetto.
Santarcangelo 41 è stato caratterizzato dalla
presenza di diversi laboratori e di cori appositamente
creati per il festival con il coinvolgimento
dei cittadini. Giovani e anziani, nativi e
migranti hanno lavorato per mesi con Dario
Giovannini musicista del gruppo e dell'associazione
Aidoru alla definizione dei temi
su cui incentrare i loro canti, le modalità di
dialogo musicale e la natura stessa di questo
inedito "coro doppio" che ha visto i suoi due
poli contrapposti sciogliersi e ricomporsi a
seconda delle tematiche, delle opinioni e delle
appartenenze diverse.
Il Coro Gregoriano a sua volta creato appositamente
per il festival attraverso un laboratorio
con i cittadini di Santarcangelo a cura di Elena
Sartori, maestra di canto e direttore d'orchestra,
e realizzato in collaborazione col Coro
Magnificat di Santarcangelo ha affrontato lo
studio del canto gregoriano in modo accessibile
a tutti. Si tratta infatti di un canto di ispirazione
semplice, popolare e assembleare nel
quale si deve riconoscere l'origine della cultura
musicale europea, e che solo in un secondo
momento è diventato la disciplina complessa
che ci è stata tramandata.
Tra le creazioni corali create per Santarcangelo
41 anche "Eresia della felicità", diretto da
Marco Martinelli e coprodotto con il Teatro
delle Albe/Ravenna Teatro, che ha coinvolto
circa ottanta ragazzi e bambini di Santarcangelo
(oltre a più di cento altri provenienti da
diverse parti d'Italia e del mondo) in una creazione
a cielo aperto che si è tenuta ogni giorno
per l'intera durata del festival allo Sferisterio:
ispirato allo slancio ribelle del poeta russo
Vladimir Majakovskij, Eresia della felicità è
frutto di un lungo laboratorio che si è tenuto a
Santarcangelo nei mesi invernali condotto da
Alessandro Argnani e Silviano Voltolina, con
la collaborazione di Anna Lisa Magnani e con
il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole elementari
e medie di Santarcangelo.
Ultimo, ma non ultimo, l'invito a partecipare
al lavoro della scenografa lettone Monika
Pormale. Cittadini, spettatori e artisti del
festival erano invitati a far parte di una performance
con il coinvolgimento di coppie di
persone disposte ad abbracciarsi per alcuni
minuti in uno spazio pubblico. L'immagine
era ispirata a un romanzo dello scrittore russo
Vladimir Sorokin, che definisce l'atto dell'abbracciarsi
come il "parlare la lingua dei
cuori" e mostra l'intimità di ogni momento in
cui due esseri umani sono insieme e si abbandonano
a una manifestazione di affetto.
Diverse coppie si sono prestate e tutti i cittadini,
gli spettatori, gli amministratori, gli artisti
e i collaboratori del festival, si sono concessi
questo tempo, per ricordare come siamo
tutti uguali anche e soprattutto nelle enormi
differenze che contraddistinguono i nostri
corpi e la nostra immagine quando ci abbandoniamo
a un abbraccio.
Per finire, ricordiamo che, al termine, è stata
nominata la nuova direzione artistica del
Festival di Santarcangelo, che sarà guidato nei
prossimi tre anni da Silvia Bottiroli, giovane
curatrice, studiosa e organizzatrice di teatro
che al Festival ha lavorato per diverso tempo,
da ultimo nel triennio appena concluso. Al
suo fianco, in qualità di codirettori, Rodolfo
Sacchettini e Cristina Ventrucci, a loro volta
componenti del coordinamento critico-organizzativo
di Santarcangelo 2009-2011.

Festival Nazionale Luigi Pirandello a Torino dal 5 luglio.
Il Festival Nazionale Luigi Pirandello è giunto
al quinto anno. Anche quest'anno si avvale
della partecipazione della Regione Sicilia, un
fatto importante nell'anno di Italia 150.
Nel 1901 Luigi Pirandello si reca a Coazze, in
Piemonte, ospite della sorella Lina. Di quel
soggiorno ci resta un delizioso taccuino, con
appunti su luoghi visitati e persone incontrate.
Disegna sul taccuino il campanile della Cattedrale
che porta una scritta che gli si imprime
nella mente: Ognuno a suo modo. In queste
pagine ci sono anticipazioni delle novelle Gioventù
(1902), Le Medaglie (1904), Di Guardia
(1905), del bozzetto La Messa di quest'anno
(1905), della poesia Cargiore (1903), La commedia
"Ciascuno a suo modo".
Il Festival è partito da Torino (Teatro Gobetti
e OGR dove è stata allestita la prestigiosa
mostra "Fare gli Italiani") per poi estendersi
nella Provincia di Torino, incentivando anche
gli aspetti turistici del territorio.
Tra gli allestimenti in cartellone: "E' una cosa
seria?" progetto di Balasso-Graglia con Natalino
Balasso, regia Giulio Graglia.
"Il ritorno" di Mariella Lo Giudice con il Teatro
Stabile di Catania.
"Diablogus" con Vetrano e Randisi.
Non è mancata una proposta in lingua piemontese
del "Giustino Roncella nato Boggiolo"
con Mario Brusa e una serie di giovani
compagnie.

"Presenti" per Omissis Festival dello spettacolo Contemporaneo. Dal 30 giugno a Gradisca d'Isonzo (GO).
Presenti erano tutti gli artisti e le compagnie
italiane e straniere che riflettono sull'oggi e
sui nuovi linguaggi teatrali e scenici, presenti
sono stati gli spettatori, chiamati a interagire
con gli spettacoli o a riflettere sui temi affrontati,
presente era infine l'Associazione Culturale
Mattatoio scenico, che ha voluto regalare
nuova edizione di Omissis al pubblico e al
territorio. Gradisca d'Isonzo è tornata quindi
ad essere il centro dell'avanguardia performativa
nazionale e internazionale, accogliendo
compagnie ed artisti provenienti dalla Polonia,
dalla Slovacchia, dalla Romania, dalla Germania
e dall'Italia. Anche quest'anno prime
nazionali ed anteprime regionali di originali
progetti di ricerca che superano le tradizionali
distinzioni di genere e ridefiniscono l'orizzonte
performativo del XXI secolo.
Linguaggi ibridi ed eterogenei dai quali partire
per una più ampia indagine sul tema portante
di questa edizione: i presenti, intesi sia
da un punto di vista temporale come la riflessione
sulle problematiche e le ricchezze dell'oggi,
sia da un punto di vista fisico, come
coloro che ci sono, ovvero gli artisti, le compagnie,
il pubblico e l'organizzazione.
Corpo / azione / musica / video / ironia / passione
/ dolore / sofferenza / amore gli ingredienti
di questa nuova edizione che ha visto
alternarsi performance, teatro, video, danza
nelle varie location naturali e storiche che la
città della Fortezza ha suggerito come sede
degli eventi.
Nella ormai consueta ottica di promozione e
divulgazione delle forme di innovazione e
sperimentazione di alto livello, il Festival ha
operato anche in fase di produzione supportando
il lavoro di giovani talenti del Friuli
Venezia Giulia. Anche in questa prospettiva è
stata pensata una retrospettiva video dedicata
ai Festivals europei che condividono con
"Omissis" la capacità di rinnovarsi e di dedicare
uno spazio ai nuovi linguaggi: il Festival
gradiscano diventa in questo modo il centro di
una rete di rapporti e collaborazioni tra realtà
operanti nel campo delle arti performative
dell'area mitteleuropea. I Paesi coinvolti quest'anno
nella piattaforma "Focus On" erano
Austria (con il Festival Spectrum di Villach),
Croazia (con Queer Zagreb) e Macedonia
(con F.R.I.K. Festival di Skofije).

Festival internazionale delle ville Tuscolane.
A Frascati dal 4 al 26 luglio.
A villa Torlonia, Francesca Reggiani in "Tutto
quello che le donne (non) dicono". Un "one
man show" tutto al femminile, un monologo,
per la regia di Valter Lupo, in cui la Reggiani
stigmatizza vizi, virtù, nevrosi e degenerazioni
della nostra società. Lo spettacolo è arricchito
dal repertorio dei personaggi più classici
parodiati dall'attrice, come Donatella Versace,
Sofia Loren, Susanna Agnelli, e da pillole
di stretta attualità. Il monologo è stato
scritto dall'attrice insieme a Valter Lupo e
Gianluca Giugliarelli e rappresenta un viaggio
nell'Italia contemporanea, fatto di tante
parole, veloci e puntuali, molta ironia e uno
sguardo attento sull'attualità, criticata con
osservazione puntuale. Senza dimenticare le
imitazioni femminili più conosciute dal pubblico
in tv: Sabrina Ferilli, Sofia Loren,
Monica Bellucci.
Sul palco di villa Aldobrandini, Maurizio
Crozza con "Fenomeni". Uno spettacolo rinnovato
e al passo con l'attualità dove l'artista
genovese ha portato in scena la propria ironia
attraverso personaggi conosciuti e inediti ispirati
alla politica e alla società, dal professor
Zichichi all'architetto Fuffas, da Brunetta a
Bersani e non solo, attraversando la vita e
l'attualità italiana con una verve impareggiabile
e un'irresistibile potenza comica. Un one
man show con al centro il nostro paese, i suoi
protagonisti e le sue vittime. Una fenomenologia
contemporanea graffiante e mutevole
che segue, giorno per giorno, l'evolversi
malinconico delle notizie.
Nella splendida cornice di villa Aldobrandini
i Kataklò Athletic Dance Theater in "Light",
un'opera corale, che attraverso una sequenza
di quadri coreografici conduce il pubblico in
un percorso in ascesa. Su, su, verso le vette
assolate, su verso il cielo e il suo orizzonte
infinito, in un crescendo di evoluzioni,
destrezze acrobatiche, prodezze atletiche,
immagini mozzafiato.
"900 di Alessandro Baricco", recitato da
EugenioAllegri. Il monologo di Baricco narra
la singolare storia di Danny Boodman T.D.
Lemon Novecento. Ancora neonato viene
abbandonato nel piroscafo Virginian, così
viene trovato per caso da Danny Boodman, un
marinaio di colore che gli farà da padre fino
all'età di otto anni, quando morirà in seguito
ad una ferita riportata durante una burrasca. Il
bambino scompare misteriosamente nei giorni
seguenti la morte del padre e quando
ricompare incomincia a suonare il pianoforte.
Egli incontra il narratore, anche lui musicista,
all'età di ventisette anni, quando viene assunto
come trombettista nel Virginian. Questo è
l'inizio di una sincera e duratura amicizia, la
quale non finirà nemmeno con l'abbandono
della nave da parte del narratore.
Lillo & Greg hanno chiuso la manifestazione
con lo spettacolo "Sketch & Soda" che racchiude
alcuni tra gli sketch più divertenti dell'ultima
produzione di Pasquale Petrolo (Lillo)
e Claudio Gregori (Greg). Lo show passa con
scanzonata leggerezza dalla satira (della coppia,
dell'alienazione da call center, della brama
del successo) a territori surreali (loop spaziotemporali,
sogno e realtà) con ritmo veloce.

Teatro Povero. Dal 23 luglio al 14 agosto a Monticchiello (Pienza).
Una tradizione di teatro sperimentale, giunta
alla 45° edizione, con una drammaturgia partecipata
da un intero paese, cui per primo
Giorgio Strehler dette il nome di auto-dramma.
Le assemblee della Compagnia e degli
abitanti hanno iniziato da gennaio a discutere
i possibili temi, le scalette e infine il copione.
Una lunga fase di gestazione in cui si mescolano
dimensioni lontane: storie di vita, memorie,
echi del dibattito pubblico e politico...
Da quasi cinquant'anni il Teatro Povero di
Monticchiello sorprende pubblico e critica
con le proprie messe in scena, esito di un
lavoro collettivo duro e sincero; sulla piazza
del borgo della Val d'Orcia ogni estate arriva
il frutto di un anno di discussioni, confronti,
elaborazioni. Dalle trasformazioni del mondo
contadino mezzadrile toscano di fine anni
Sessanta, fino alle recenti riflessioni sul valore
delle comunità, in tempi di ripiegamento
nel "particolare" della crisi economica e
sociale. Una formula mai paga di sé stessa,
che riaccende le ragioni piú sincere della produzione
artistica, quelle che aiutano a capire e
capirsi. Un patrimonio collettivo prezioso,
oggi forse più che mai. Questa volta, la sintesi
dell'intero processo porta gli attori-cittadini
di Monticchiello a interrogarsi su rischi,
derive e speranze di un mondo in rapidissima
e indecifrabile trasformazione, in un anno in
cui si incrociano traguardi collettivi tra loro
paradossali: da una parte una comunità che
celebra se stessa e la sua nascita come nazione,
dall'altra l'ennesimo record del debito
pubblico, che pare minare alle radici le ragioni
profonde della coesistenza tra generazioni.
Lo spettacolo, dunque, parte da una situazione
"quotidiana": la storia è quella di una famiglia
e di una comunità che si ritrovano attorno
al capezzale di una figura carismatica: la vecchia,
vecchissima Argelide. Carattere forte e
tenace, il suo, sanguigno e tutto popolare.
Mentre la sua gente sembra andare in mille
pezzi, incapace di reagire alle pressioni di una
situazione economica compromessa che spinge
ognuno verso il proprio interesse, sul letto
di Argelide si gioca ora la partita più importante:
cedere o meno alla tentazione di una
deriva ultima e definitiva? Abbandonarsi alla
festa allestita dai "vermi", figure grottesche e
astute, sempre pronte al banchetto, oppure
reagire? E se opportuno farlo, in nome di chi?
Di quale ottimismo farsi arma, quando le
regole del gioco sembrano non lasciare scampo?
Forse, dunque, la sola salvezza sarà nella
forza sovversiva della fantasia: l'unica in
grado di cambiare il gioco...
E quest'anno un riconoscimento prestigioso
ha premiato il lavoro di tutto un paese: infatti
il Teatro Povero di Monticchiello ha vinto il
premio Ubu (il più prestigioso riconoscimento
per la gente di teatro) nella sezione Premio
speciale, ottenendo la maggior votazione
accanto a Teatro Valle Occupato, Virgilio
Sieni, Mario Martone e altre realtà italiane.

Lo Spettacolo della Montagna. Dal 24 giugno
al 31 luglio a Torino in Valle di Susa e Val Sangone.
Il festival, giunto alla sua sedicesima edizione,
è ormai un appuntamento tradizionale che
rappresenta un modo preciso di progettare un
evento culturale itinerante, che riprende il suo
percorso guardando alle sue origini e, in
omaggio al monumento sulla civiltà alpina
(logo della manifestazione), che rappresenta
una donna con la gerla in spalla e che si trova
a Mocchie, (dove il festival è nato nel 1996),
dedica questa edizione della manifestazione
alle donne e al loro lavoro nel campo teatrale.
Un'edizione tutta al femminile dunque, che
oltre ad essere un omaggio, vuole riconoscere
la vitalità delle donne nell'ambito del teatro.
Il tema dell'arte al femminile si concilia,
anche in questa sedicesima edizione de "Lo
Spettacolo della Montagna", con i temi forti
che hanno caratterizzato il Festival: da una
parte l'incontro fra le diverse culture, l'attenzione
per la natura e l'ambiente, il teatro della
memoria e dell'impegno civile e dall'altra,
spettacoli che presentano aspetti innovativi
per l'uso dei linguaggi espressivi, che riescono
a coniugare il teatro con la musica, la
danza e le arti visive.
Il programma si snodava fra spettacoli che
hanno alternato momenti di riflessione a
momenti di svago: il teatro di strada e lo spettacolo-
concerto, convivono con il teatro d'attore
e con spettacoli tematici che affrontano
narrazioni ispirate alla convivenza civile, alla
natura, alle storie della montagna e al cibo. I
comuni, le pro-loco, le associazioni culturali,
le aziende agricole e gli spettatori che, con il
passare degli anni, sono diventati interlocutori
affezionati, "protagonisti". Una " sapiente
platea mobile" che segue gli itinerari teatrali
in Val di Susa, privilegiando, a volte, i luoghi
più impervi, quelli che danno più soddisfazione
ad essere raggiunti. Una platea "mista",
composta da valligiani e da cittadini.
Questa edizione si è svolta nell'anno del 150°
anniversario dell'Unità d'Italia, un avvenimento
che la manifestazione ha celebrato già
nel 2010 "aprendo" il festival, a Torino, con la
performance Demo.150 il progetto produttivo
biennale, ideato specificatamente sul tema
dell'Unità d'Italia. La seconda parte di questo
percorso di formazione e produzione si chiude
con Demo.centocinquanta.it. L'accento era
posto sul duplice significato di "demo" che,
oltre che "dimostrazione", significa "popolo",
da demos. Lo spettacolo prende spunto
dai primi articoli della costituzione italiana
per aprire delle riflessioni sul senso di appartenenza,
nella società attuale e su quali siano
i valori che determinano il sentirsi un'unica
nazione. Il linguaggio è quello del teatro
urbano e gli spazio scenici sono quelli delle
Officine Grandi Riparazioni e del PAV (Parco
Arte Vivente) di Torino.
Sempre sul tema del 150° anniversario dell'Unità
d'Italia, in alcune serate del festival,
sono state realizzate, a cura di Bobo Nigrone,
alcune brevi letture sceniche su testi tratti da
"Viaggio in Italia" di J.W. Goethe che ci restituiscono
uno sguardo sul nostro paese di
straordinaria attualità.
Fra tutti gli spettacoli di questa edizione, ci
piace ricordare il perfetto connubio tra teatro
di figura e teatro comico che è stato proposto
in modo originale a Chiomonte con lo spettacolo
"Senza denti", del duo Le due e un quarto.
Due infanti precoci hanno trasformato le
loro carrozzine in veicoli erranti su cui si spostano
autonomamente. Ritmi veloci, gag e
pupazzi viventi danno vita ad una performance
itinerante comico-grottesca con spettacolo
finale caustico/musicale.
La chiusura del festival, come da tradizione a
Mocchie (Condove), ha presentato il tema del
cibo e dei sapori, con lo spettacolo "Pasta
Madre", una piccola meditazione semiseria
sul pane quotidiano presentata dal Teatro
Popolare Europeo. L'attrice in scena,Antonella
Enrietto, rappresenta una cuoca sapiente e
allo stesso tempo una maestra di vita che
taglia, trita e sminuzza, cuoce, prega, medita,
racconta, canta, ricorda.
Gli accadimenti che solitamente precedono e
seguono gli spettacoli sono compresi in due
sezioni: "Saperi e sapori" e "Incontri".
La sezione Saperi e Sapori, a cura di Onda
Teatro, ha visto momenti di degustazione
alternarsi ai racconti e alle letture sceniche:
un incontro tra il teatro e la cultura del gusto,
nelle serate di San Didero, Chianocco e Mocchie
(Condove).
La sezione Incontri ha presentato, nelle serate
di Caprie (Celle), San Didero e Chianocco,
delle artiste e autrici di eventi e testi sugli
aspetti tematici specifici: Orietta Brombin,
artista ed esperta di educazione all'arte,
responsabile delle Attività educative e Formative
del PAV, ha ricordato l'esperienza del
Parco d'Arte Vivente di Torino; Sarah
Kaminshi, docente di Ebraico Moderno
all'Università di Torino, specializzata nella
didattica della Shoah, ha presentato il libro
"Io ti racconto Memorie ritrovate", Fondazione
Alberto Colonnetti Editore. Il volume
racconta un'esperienza pedagogica e artistica
della compagnia Onda Teatro: dal laboratorio
teatrale sul tema della memoria della Shoah,
condotto con una classe di quinta elementare,
alla messa in scena di uno spettacolo di narrazione:
"Io ti racconto. Settembre 1943, una
strage dimenticata".

Teatri Paralleli. Festival Nazionale di Teatro
delle Differenze
. Dal 5 al 10 luglio a Sant'Omero (TE).
Teatri Paralleli è l'unico festival di Teatro
Sociale in Abruzzo; promuove i nuovi linguaggi
espressivi attraverso il principio dell'inclusione
sociale.
In scena si sono esibite compagnie teatrali
composte da attori con diverse abilità provenienti
da tutta Italia. Ha iniziato la compagnia
Diverse Abilità di Roma con lo spettacolo "
La chiave dell'ascensore" per la regia di Alessandra
Panelli ( figlia di Paolo Panelli e Bice
Valori). Il giorno dopo Pepe e Sale di Gorizia
con lo spettacolo "Stella per Stella". La rassegna
è proseguita con la compagnia Il Dirigibile
di Forlì con "Ceneri della ribalta". È stata
poi la volta di Terra Teatro che con gli attori
del Teatro delle Formiche e per una co-produzione
col Tsa ha presentato in anteprima
"Vivo nel Vuoto". Ha chiuso il programma
del festival il Teatro Buffo di Roma con lo
spettacolo "La festa". Prima degli ultimi ospiti,
però, si sono esibiti i ragazzi che, durante
tutti i giorni del festival, avevano preparato,
attraverso un laboratorio intensivo, un evento
teatrale sul tema della diversità intesa come
risorsa. Durante le serate del festival inoltre,
sono stati esposti gli elaborati grafici degli
alunni della scuola elementare di Sant'Omero,
che si sono impegnati ad esprimere, con
disegni originali, la loro idea sulla disabilità.

All'ombra del Colosseo ... e fattela 'na risata!
Al Parco del Celio Colosseo dal 18 giugno al 4 settembre.
È giunta alla XXII edizione "All'Ombra del
Colosseo", la storica kermesse romana dedicata
al cabaret e alla comicità nella splendida
cornice del Parco del Celio, in un'arena di
duemila posti, a due passi dall'anfiteatro Flavio.
Come ogni anno, si sono alternati sul
palco i più famosi comici italiani provenienti
dalla televisione, dalla radio e dal teatro. Da
Max Giusti a Maurizio Battista, Antonio Giuliani,
Dario Cassini, Alessandro Di Carlo,
Lillo&Greg, Pablo & Pedro, Antonello Costa.
E ancora Area 51, Andrea Perroni, Rimbamband,
Nino Taranto, Luciano Lembo, Lando
Fiorini e molti altri ancora.
Ma quest'anno nella stesura del cartellone gli
organizzatori hanno voluto imprimere una
svolta significativa sul modello delle stagioni
teatrali: molti spettacoli, infatti, saranno in
programmazione non un solo giorno ma tutta
la settimana.
Lillo&Greg, con il loro spettacolo "Sketch &
Soda" che racchiude alcuni tra gli sketch più
divertenti della loro produzione; il mattatore
Antonio Giuliani, in occasione dei suoi vent'anni
di carriera, ha presentato il monologo
"One man show ... on tour"; Alessandro Di
Carlo, ha proposto "Ammazza che robba!!!";
mentre Maurizio Battista ha messo a fuoco i
tanti paradossi dei nostri tempi con "Sono
sempre più convinto".
L'istrionico Max Giusti, dopo i successi su
radio2, ha approfittato della rassegna per fare
il debutto nazionale del nuovo tour di Supermax.
Doppio spettacolo per l'ormai coppia
assodata di Pablo e Pedro, che hanno proposto
"Improvvisamente ... stooop", uno spettacolo
che mette a nudo, in chiave comica, tutto
quello che accade durante il "fuori onda" di
una trasmissione; mentre con "Te pare poco",
provano a sovvertire le più tradizionali regole
teatrali alternandosi sul palcoscenico tra gags
e sketches.
Numerose le serate della Rimbamband con "Il
sol ci ha dato alla testa", cinque straordinari
musicisti un po' suonati che incantano, creano,
illudono, emozionano, demistificano, provocano
e ... giocano.
Serate uniche per numerosi altri comici. Gli
Area 51 Comici in caduta libera, l'orgoglio
del cabaret romano in scena al Colosseo,
Nduccio con "La Gente sta esaurita" con la
partecipazione di Nino Taranto, che a sua volta
è stato all'arena con "Nino Taranto Show".
Spazio anche alla tradizione della canzone
romana con Lando Fiorini e Riccardo Galopeira
Angelini. Serate ad ingresso gratuito con il
Festival del Cabaret e Alessandro Serra con
"Ancora dice che so' polemico!".
Da sottolineare la serata di beneficenza che
aveva come slogan "Una risata per il cuore",
l'associazione onlus Insieme per un cuore più
sano, nata per favorire la ricerca, la cura ma
soprattutto la prevenzione delle malattie cardiovascolari,
supportata dai conduttori Dario
Bandiera e Hoara Borselli e dagli interventi di
Dario Cassini, Antonio Giuliani, Rimbamband,
Carmine Faraco, Luciano Lembo, I
Sequestratori e Gianluca Giugliarelli.

"Memoria viva!" Dal 24 giugno al 12 agosto al Teatro Romano di Ascoli Piceno.
L'inaugurazione è stata affidata a Gaia De
Laurentiis protagonista di "Lisistrata", messa
in scena e curata dal regista Stefano Artissunch
per la compagnia Synergie Teatrali,
anche lui in scena accanto agli attori Stefano
Tosoni e Gian Paolo Valentini. Lo spettacolo
è un colto e fantastico viaggio nella poetica di
Aristofane celebre commediografo fra i maggiori
del teatro classico. La particolarità della
rappresentazione è nella contaminazione fra
cabaret e burlesque che si evidenzia nelle
musiche, nelle atmosfere e nei costumi.
Qualche giorno dopo la scena è stata per Iliade,
una rilettura del noto capolavoro epico di
Alessandro Baricco proposta da Lorenza
Indovina e Blas Roca Rey nell'ambito del
Tau. La struttura drammaturgica è costruita
con un susseguirsi di monologhi nei quali
ogni personaggio racconta la propria porzione
di storia che segue fedelmente la narrazione
originale. Blas Roca Rey e Lorenza Indovina
con l'accompagnamento di tre musicisti
hanno accompagnato lo spettatore in un viaggio
commovente ed avvincente.
Il viaggio di Enea, la fondazione di Lavinium,
poi Roma, e le gesta dell'eroe troiano, uomo
e divino. Il poema latino è stato rivisitato nell'intensa
interpretazione di Enzo Decaro che
ha messo in scena in Eneide tutta la forza
della peregrinazione del principe Enea, figlio
di Anchise, progenitore del popolo romano.
Sul palco il viaggio, antico e moderno mito
dell'uomo, interpretato con classe ed arguzia,
passando attraverso le sonorità particolari
degli Afrolibè che hanno accompagnato la
voce dell'attore.
Vanessa Incontrada è stata la protagonista con
Maximilian Nisi di Miles Gloriosus di Plauto,
diretto dal regista Cristiano Roccamo. Plauto è
il padre del teatro comico popolare moderno.
Le sue commedie sanno entusiasmare il pubblico
per le sorprese e le battute comiche, gli
equivoci e gli scambi di persona, le beffe e i
raggiri, la caricatura e la parodia, i giochi di
parole e i doppi sensi. Nel mondo di Plauto
non esistono né moralità né umanità: i rapporti
tra gli uomini si basano sull'inganno e sulla
frode, oppure mirano a ricavare guadagno o
piacere. I sentimenti e gli affetti sinceri, quando
ci sono, sono comici e non commoventi.
Il Teatro Romano ha poi ospitato una vera e
propria signora della scena di grande fascino,
Monica Guerritore, protagonista della performance
evento, così definita nella presentazione
dello spettacolo, dal titolo Dall'Inferno...
all'Infinito. Le parole di Dante, Pier
Paolo Pasolini, PatriziaValduga, Elsa Morante,
Cesare Pavese, Giacomo Leopardi e Apollinaire
sulle musiche di Alberto Iglesias,
Giya Kancheli, Craig Armstrong ed etniche
indiane hanno dato vita ad un reading intenso
e coinvolgente.
Ancora parole dense e pregnanti nel magico
luogo antico. Questa volta sono quelle di
Pasolini attraverso la maestria degli attori
Alessio Boni e Marcello Prayer che hanno
presentato Realtà e verità. Serata per Pasolini
in 21 movimenti e chiusura. Un progettoomaggio
al poeta, scrittore, cineasta e critico
Pier Paolo Pasolini, particolare e pienamente
in linea con la sua direzione artistica, oltre
che di vita. I due attori ne hanno ripercorso la
poetica attraverso ventuno movimenti intrecciati
ed intrisi di realtà e verità del suo tempo,
ma ancor più prefigurazione dell'attualità.
La conclusione di Memoria viva! è stata affidata
a Canti d'amore di Catullo recitati dalla
voce di una grande protagonista femminile,
Vanessa Gravina, e resi ancora più coinvolgenti
dalle musiche originali di Gabriele
Bonolis eseguite dal Laboratorio Ensemble
diretto da Federico Paci. Il ciclo di liriche presentate
in questo progetto sono dedicate a
Lesbia (in realtà era Clodia moglie di Quinto
Cecilio Metello) donna molto affascinante
quanto lussuriosa e capricciosa per la quale
Catullo perse letteralmente la testa.

Fantastiche visioni. Dal 24 giugno al 5 agosto ad Ariccia (RM).
Ariccia, città del Gran Tour, amata da Goethe
e Gogol, anche quest'anno ospita una delle
più interessanti estati teatrali italiane, Fantastiche
Visioni, affermato appuntamento tra le
platee estive dei castelli romani, che, giunto
alla sua IV edizione, ha riunito in un'unica
rassegna dal 24 giugno al 5 agosto, spettacoli
tra i migliori della stagione.
Diretto da Giacomo Zito, ideatore del progetto
Ariccia Città Teatro che in pochi anni ha
contribuito a trasformare la cittadina in polo
culturale di prima grandezza "Fantastiche
Visioni" anche per il 2011 ha acceso i riflettori
sul teatro di alto livello inserendolo in una
cornice urbanistica che vanta la firma di Bernini
e che ben si presta ad accogliere eventi
teatrali sullo sfondo di scenari naturali unici.
Una rassegna, ad ingresso gratuito, realizzata
con il contributo del Comune diAriccia e della
Provincia di Roma, che ha portato nel cuore
del Lazio e a pochi chilometri da Roma, spettacoli
imperdibili con grandi nomi, che trovano
con la rassegna uno spazio decentrato rispetto
alla capitale, accogliente e a dimensione d'uomo.
Un palcoscenico ideale per gli ospiti dell'edizione
2011, personaggi del calibro di
Maurizio Micheli, Benedicta Boccoli, Alessio
Boni, Alessandro Benvenuti, Augusto e Toni
Fornari, Mario Pirovano, Paolo Rossi.
Proprio ai due fratelli Fornari e al loro irresistibile
"Fratelli d'Italia" era affidata l'apertura
venerdì 24 giugno, con uno spettacolo destinato
a coinvolgere con l'intelligenza dell'ironia
un vasto pubblico di adulti e bambini, all'interno
di una rassegna che non trascura nessuno.
Venerdì 1 luglio con la Compagnia Pantakin e
"L'Amor Comanda", che attraverso il linguaggio
universale della commedia dell'arte
ha raccontato l'amore contrastato di tre uomini
per la stessa donna. E poi ancora spazio ai
classici, venerdì 8 luglio, con l'anteprima de
"George Dandin. Il Marito Scornato" di
Molière, con Maurizio Micheli e Benedicta
Boccoli, regia di Alberto Gagnarli e, venerdì
15 luglio, Lu Santu Jullare Françesco di Dario
Fo, con Mario Pirovano, eletto dalla critica
migliore interprete del Premio Nobel.
Altro atteso evento unico, sabato 23 luglio,
quello che ha visto protagonista Alessio Boni
che, sempre all'insegna del buon teatro, ha
presentato uno degli spettacoli più apprezzati
della scorsa stagione: "Caravaggio. Nero D'Avorio",
per la regia di Gabriele Marchesini.
Protagonista di Fantastiche Visioni, venerdì
29 luglio, anche Alessandro Benvenuti, con
"Zio Birillo. Storie di Acide Amenità", un
reading musicale di brani originali firmati e
interpretati dall'attore e regista toscano,
accompagnato dal vivo da una formazione di
quattro elementi.
Gran finale affidato a Paolo Rossi, venerdì 5
agosto con "Serata del Disonore", che ha
chiuso la rassegna con uno spettacolo ironico
e dissacrante.
Un cartellone che ha rispecchiato a pieno il
progetto di Ariccia Città Teatro, che vede
nella cittadina, antica capitale della lega latina
e seicentesca residenza papale, un palcoscenico
urbanistico suggestivo, dove realizzare
spettacoli che attraggano spettatori di tutte
le età alla ricerca di eventi popolari ma di
prima eccellenza, per cogliere anche in questa
mirabile occasione l'opportunità di avvicinare
il pubblico allo spettacolo dal vivo.

Teatri di Pietra XII edizione. Dal 24 luglio al 7 agosto a Caserta.
Dopo un'anteprima al Parco Archeologico del
Monte Cila a Piedimonte Matese, ha preso il
via ufficialmente, con lo spettacolo "Il Ciclope"
la dodicesima edizione della manifestazione
Teatri di Pietra nei luoghi di Caserta,
ideata e organizzata da Capua Antica Festival
e diretta da Aurelio Gatti.
Il segmento casertano di Teatri di Pietra 2011,
ha proposto un calendario di dodici appuntamenti,
programmati in tre splendidi siti
archeologici: il Parco Archeologico del Monte
Cila a Piedimonte Matese, il Teatro Romano di
Teano e il Teatro Romano di Sessa Aurunca.
Monumenti e paesaggi di un territorio continuamente
da scoprire e da condividere, che
hanno ospitato otto opere teatrali di artisti
quali, fra gli altri, Elisabetta Pozzi, Eleonora
Brigliadori, Luciana Turina, Sebastiano Tringali,
Ernesto Lama, Marco Horvat. Proposte
che hanno in comune l'originalità della rilettura
del tema classico, coniugato con i luoghi
e declinato nelle sue diverse anime.
I teatri antichi e le aree archeologiche costituiscono
una dorsale di cultura ed emozione
che, salvaguardata, può moltiplicare gli investimenti
nella ricerca, nello spettacolo, nelle
arti, ma anche nello sviluppo sostenibile del
paesaggio e dei centri storici, delle comunità.
Da queste riflessioni si è sviluppato, anni or
sono, il progetto Teatri di Pietra, nato proprio
nell'area del casertano. L'obiettivo è la creazione
di un sistema turistico integrato, finalizzato
alla fruizione contemporanea delle
aree archeologiche attraverso lo spettacolo,
sperimentando lo studio di "modelli di utilizzo
e gestione innovativa" del patrimonio,
nelle più ampia prospettiva di una rinnovata
alleanza tra le cittadinanze e territori.

Benevento Città Spettacolo 2011. A Benevento dal 2 all'11 settembre.
Benevento Città Spettacolo è un Festival per
una città che diventa volentieri palcoscenico.
È storia antica, trentuno edizioni ne hanno
tracciato l'importante percorso. Ed ora questa,
che si propone di legare insieme con
forza, la produzione artistica di tanti talenti
con gli spazi della città di Benevento. Sì, perché
giunge alla sua trentaduesima edizione
uno dei Festival più antichi e prestigiosi in Italia,
Città Spettacolo, che si è svolto a Benevento,
città che, per l'occasione, si trasforma,
aprendo i suoi teatri e i suoi spazi di grande
bellezza per una moltiplicazione di palcoscenici,
capaci di ospitare gli oltre cinquanta
spettacoli in cartellone.
L'antico Teatro Romano, il Teatro Comunale,
il Teatro Massimo, il Teatro De Simone, il
Mulino Pacifico, l'Arco del Sacramento,
l'Hortus Conclusus, il Palazzo Paolo V, l'antica
corte del Conservatorio di musica, i sotterranei
del Palazzo della Provincia, il Chiostro
di Santa Sofia, Il Parco Cellarulo, le piazze e
i cortili, hanno ospitato appuntamenti di spettacolo,
prosa, musica, incontri letterari, performances,
microazioni e suggestivi racconti.
La manifestazione ha offerto a un pubblico
desideroso di divertirsi, emozionarsi, commuoversi,
spettacoli internazionali e molte
"prime" di grande respiro scenico, che proprio
da Benevento hanno iniziato il loro "percorso"
verso altri palcoscenici.
Un programma multiforme, denso di appuntamenti
e dal respiro europeo, che si è caratterizzato
per le importanti "prime nazionali",
realizzate in collaborazione con prestigiosi
Festival, come: "Viaggi di Ulisse" di Nicola
Piovani, in collaborazione con Ravello Festival,
"Fermentacion" di EnriqueVargas, in collaborazione
con il Festival Trono de Nuevas
Dramaturgias de Tarragona, "Ferito a morte"
di Raffaele La Capria, in collaborazione con
il Napoli Teatro Festival Italia e il Teatro Stabile
di Napoli, "Medea" diAntonio Tarantino,
con il Théatre des Lucioles de Paris - PAV,
"Budda, mon pére et moi" di Sergio Longobardi,
con il Théatre de La Villette di Parigi,
"Regina Madre" di Manlio Santanelli, con il
Moscow drama theatre,
Teatro e musica negli spettacoli dei Virtuosi
di San Martino, con un omaggio a Nino
Taranto, In Nome di Ciccio, e il Quartetto
Papanimico, con un singolare viaggio musicale
metafisico-ironico-onirico fra gli anni
'20 e gli anni '70.
La vivacità culturale diviene sinonimo di
attenzione, in un festival che offre i suoi
"spazi" alle fertili realtà del nostro panorama
teatrale. Da un'idea di Giulio Baffi e Giovanni
Petrone anche in questa edizione "Raccontami
Benevento", un ciclo di quattro racconti
affidati all'invenzione di un gruppo di attori
che hanno dato luogo ad emozionanti performances
in spazi bellissimi della città. Centrate
su linguaggi espressivi differenti ma uniti
nell'obiettivo di tracciare un percorso di
senso, gli eventi e le mostre hanno rappresentato
appuntamenti importanti della programmazione
"disegnata" dal direttore artistico,
arricchendone la proposta con perfomances,
letture sceniche, iniziative didattiche, gioiose
celebrazioni, momenti ludici ed emozionanti
memorabilia della scena teatrale.

Alcuni spettacoli in Italia.

Da giovedì 13 gennaio al Teatro Vittoria di
Roma sarà in scena Trappola per topi lo
spettacolo tratto dall'omonimo romanzo di
Agatha Christie che oltre ad essere un capolavoro
della letteratura, è lo spettacolo più replicato
della storia del teatro.
Rappresentato per la prima volta il 25 novembre
del 1952 nel West End a Londra è rimasto
in scena ininterrottamente per 55 anni con
numerose repliche in giro per il mondo, in 45
Paesi diversi avvalendosi della traduzione in
24 lingue, un record difficilmente eguagliabile,
merito del genio creativo di Agatha Christie
che definiva così il suo capolavoro: "è il
tipo di commedia alla quale si può portare
chiunque. Non è proprio un dramma, non è
proprio uno spettacolo dell'orrore, non è proprio
una commedia brillante, ma ha qualcosa
di tutte e tre e così accontenta la gente dai
gusti più disparati".
E' una miscela perfetta di suspense, thriller e
comicità. Per far funzionare questo perfetto
congegno è necessario lasciarsi trasportare
dal clima, dal periodo in cui è stato scritto.
Gli spettatori si ritrovano così catapultati in
una vecchia casa inglese, adattata a locanda, e
sentono l'odore dei mobili, dei tappeti, del
camino, lo scricchiolio delle scale di legno e
il cigolio delle porte. Siamo negli anni '50 in
pieno clima londinese, quando nella locanda
di Castel del Frate, i giovani albergatori Mollie
e Giles Ralston affrontano una drammatica
avventura assieme ai i loro cinque eccentrici
clienti. Tutti loro sembrano avere qualcosa
da nascondere, mentre un efferato omicidio
compiuto a Londra sembra stranamente collegato
con la locanda. Nel frattempo all'isolamento
ambientale, dovuto a una bufera di
neve, si aggiunge quello acustico. Le linee
telefoniche s'interrompono e le strade sono
bloccate. Grazie alla sua abilità di sciatore, il
sergente Trotter della polizia di Scotland Yard
riesce ad arrivare a Castel del Frate. Il poliziotto
deve tutelare la loro incolumità e risolvere
il mistero, ma il suo arrivo destabilizza
tutti. Appare ora chiaro che tra di loro si cela
l'assassino psicopatico che ha già ucciso una
donna a Londra e che potrebbe colpire ancora.
Ma sotto quale travestimento si maschera
il colpevole? Perché l'assassino si trova proprio
in quel piccolo albergo, lontano dal
mondo? Toccherà al sergente Trotter individuare
il misterioso omicida intenzionato a
colpire ancora?

L'altissimo gradimento del pubblico, l'ulteriore
perfezionamento dello spettacolo, l'introduzione
in scena della straordinaria interprete
Lucia Vasini sono alcuni dei motivi che
spiegano il ritorno del Mistero Buffo di Dario
Fo interpretato da Paolo Rossi. Nessun altro
spettacolo può esaltare allo stesso modo il
ritmo e la genialità di Rossi nel descrivere
l'immagine, nell'interpretare il pensiero del
suo grande maestro Fo utilizzando il linguaggio
contemporaneo.
"Questo Mistero Buffo, che non è mio, ma
appartiene ormai a tutti, vuole essere un
omaggio al mio maestro Dario Fo nella nostra
umile versione pop. Se Gesù Cristo tornasse
oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo
in grado di riconoscerlo e seguire la sua
rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli?"
Il Mistero Buffo che Paolo Rossi ripropone
non è una mera riproposizione del testo - o
meglio dell'insieme di testi - con cui Dario Fo
segnò agli inizi degli anni settanta una vera e
propria rivoluzione nel teatro contemporaneo
italiano, ma rimane comunque un'opera
geniale. Le storie di Gesù l'infanzia, la
resurrezione di Lazzaro, l'ultima cena, la passione
sono ambientate in questa versione in
una vera baracca di comici dell'arte, portatori
di racconti e di leggende, dove fra un tavolino
a tre gambe, il manichino di un immigrato
sempre presente insieme al musicista Emanuele
Dell'Aquila e la spalla ineffabile di
Lucia Vasini, Rossi interpreta il giullare e il
giullare interpreta la realtà. Se Dario Fo usava
il grammelot come altissima stilizzazione,
Rossi invece non insiste troppo su questa
risorsa linguistica, ma racconta con grande
affetto, quasi con intimità, le storie delle figure
che via via evoca. Compaiono nella storia
riferimenti contemporanei, facebook e telefonini,
immigrati che sbarcano sul Lago di
Garda come se fosse Lampedusa. Nei nuovi
Misteri che Paolo Rossi presenta nuovamente
a Torino altre storie dei Vangeli, occasione per
riflettere sul contemporaneo e ritrovare un
attore nel suo migliore stato di grazia.

La Compagnia dei "Comici Ritrovati", per la
sua XI produzione, torna alle origini "toscane"
con la messa in scena de Le Ragazze di
Sanfrediano
di Vasco Pratolini, uno dei
romanzi più rappresentativi del grande scrittore
fiorentino.
Un bel giovane, Aldo Sernesi, detto Bob, per
la somiglianza con l"attore Robert Taylor, fa
battere tutti i cuori delle giovani sanfredianine.
Approfittando della sua avvenenza "Il giovinotto
dalle belle ciglia" regge le fila di più
flirt contemporaneamente, dando naturalmente
ad intendere ad ognuna delle fidanzate di
essere la sola amata. Tutto sembra andargli a
gonfie vele, fino a quando una delle innamorate,
la furba Tosca, insospettita, scopre il
gioco di Bob, e ordisce con le altre belle una
congiura che si concluderà, in modo boccaccesco,
con una crudele beffa ai danni di Bob, in
una notte di luna, sul prato delle Cascine.
L'appuntamento fa parte della nona edizione
della rassegna di teatro e danza "Leggieri
d'Inverno", a cura della Compagnia Giardino
Chiuso e Comune di San Gimignano.

Al teatro Verdi di Santa Croce un appuntamento
con la stagione di prosa molto atteso:
in scena Italiani, italieni, italioti con Banda
Osiris e Ugo Dighero, regia e drammaturgia
di Giorgio Gallione.
Lo spettacolo è un'esilarante e corrosiva
radiografia del nostro paese, costruita sugli
scritti, le poesie, le "satire" e i breviari comici
di Michele Serra. Un esorcismo per musica
e parole per cantare le assurdità, i paradossi,
le vanità rovinose di noi Italiani, Italieni, Italioti.
Uno spettacolo dove il rumore del caos
dei nostri tempi diventa una sinfonia di risate
amare. Monologhi, canzoni, rime, ballate che
raccontano, irridono, svelano, sottolineano la
faccia ipocrita e arrogante dell'Italia. Affidandosi
al loro proverbiale e stralunato humour,
alla forza della fantasia e a un indomabile spirito
beffardo e iconoclasta, i quattro professori
della Banda Osiris, affiancati in questa
avventura dal talento bizzarro e virtuosistico
di Ugo Dighero, costruiscono così uno spettacolo
a cavallo tra un moderno canzoniere
politico e un' Opera da tre soldi di italica fattura;
una partitura eccentrica dove le invenzioni
musicali e quelle linguistiche si intrecciano,
canzonatorie, per costruire un varietà
contemporaneo dove il comico cerca di essere
ancora eversivo e il grottesco cerca di svelare
il contraffatto e il superfluo.

Le opere teatrali di Shakespeare sono tra le
più rappresentate sia integralmente sia rimaneggiate
e riadattate e forse le più difficili da
mettere in scena sono proprio le commedie.
Il suo teatro si caratterizza per gli intrighi e
per il linguaggio, i dialoghi sono così articolati
che non si può perdere neanche una battuta.
Si può capire, quindi, quanto sia difficile
mantenere la tinta shakespeariana quando si
affronta un riadattamento. Tanto più se si tratta
di una commedia dalla trama così intricata
e con ambienti e costumi così differenziati
come Sogno di una notte di mezza estate
(scritta alla fine del 1500). Tre mondi si alternano
in questo sogno: quello degli elfi e delle
fate, quello degli umani e quello dei sovrani.
Gli elfi sono mitici personaggi dei boschi guidati
dal re Oberon, le fate sono bellissime fanciulle
capeggiate dalla regina Titania; gli
umani sono rappresentati da un gruppetto di
operai-attori, comici improvvisati, capeggiati
da Nick Bottom, che devono mettere in scena,
a scopo di lucro, uno spettacolo per le nozze
dei nobili Teseo ed Ippolita, che sono appunto
i sovrani. In questo contesto si muovono
due coppie di innamorati (Ermia-Lisandro ed
Elena-Demetrio). Su tutti si libra Puck, un
folletto dai molteplici aspetti, che, spremendo
il succo magico del fiore vermiglio di Cupido
sugli occhi delle persone addormentate,
determina gli innamoramenti delle coppie e
gioca anche uno scherzo a Bottom che lo fa
svegliare con la testa d'asino. Scene, costumi
e luci devono contribuire a restituire la visione
onirica di questo intreccio serrato, dove
talvolta il sogno è più vero della realtà.
Ebbene tutti questi dettagli sono stati sorvolati
dalla Compagnia teatrale La Piccionaia - I
Carrara, che hanno fatto una sintesi della
commedia shakespeariana, puntando sulla
storia e non sulla caratterizzazione dei personaggi
e degli ambienti.
In una scenografia minimalista i giovani attori,
molto bravi nella gestualità, nella gestione
del palcoscenico, nelle acrobazie quasi da saltimbanco,
hanno prediletto l'aspetto giocoso
della commedia, sono stati divertenti e convincenti,
anche se hanno sollevato parecchie
perplessità specialmente nella scelta di eliminare
la figura di Puck che è il deus-ex-machina
di tutto l'intreccio.

Durante la guerra, un gruppo di attori si prodiga
a tener alto il morale degli inglesi e porta
in giro nei teatri di provincia il repertorio di
Shakespeare recitando anche sotto le bombe.
Il capocomico di questa compagnia, un attore
in declino, anziano e stanco, ma vanitoso, narciso
e capriccioso, continua a recitare perché
la finzione scenica gli dà l'illusione di "essere".
Accanto a lui Norman, il Servo di scena,
che gli fa da segretario, consigliere, amico e
lo difende dall'invadenza degli altri attori. E
tutto fino ad annullarsi, a perdere coscienza di
se stesso, della propria identità, della propria
esistenza. Crisi di memoria, smarrimenti,
attacchi di panico, gelosie e una fuga improvvisa
sono solo alcuni degli imprevisti che i
vari componenti del gruppo dovranno sopportare
prima di convincere il grande attore a
salire sul palcoscenico per l'ennesima (e ultima)
replica del Re Lear. Di grande intensità la
scena finale fra Sir e Norman in cui si svela
allo spettatore l'amore di Norman per Sir
Ronald e la sua delusione quando scopre di
essere l'unico escluso dalle memorie del maestro.
Si conclude così la piccola tragedia di
Norman, fido e infido servo che spende la sua
vita mediocre alla ricerca di sé e di un'opportunità
che non arriverà mai.
Superba l'interpretazione a tratti dolente
spesso ironica ma sempre misurata di Franco
Branciaroli (anche ottimo regista) che ha
saputo magnificamente esprimere la malinconica
solitudine del grande attore sulla via del
tramonto.


PREMI UBU.

La XXXIV edizione dei Premi Ubu, nati nel 1979 per iniziativa del critico teatrale di Repubblica Franco Quadri e collegati alla sua casa
editrice Ubu Libri, ha visto in gara alcuni tra gli spettacoli più importanti andati in scena nel 2011 e i nomi più significativi del panorama
teatrale italiano. Ben 61 i critici chiamati ad esprimere il proprio giudizio nelle diverse categorie in gara.

Miglior spettacolo: ex aequo The history boys regia di Elio De Capitani; Dopo la battaglia regia di Pippo Delbono;
La compagnia degli uomini regia di Luca Ronconi.
Miglior regia: Mario Martone per Operette morali da Giacomo leopardi - Valerio Binasco per Romeo e Giulietta di W. Shakespeare
Miglior scenografia: Maurizio Balò per Il Misantropo
Miglior attore: Gianrico Tedeschi
Miglior attrice: Mariangela Melato
Miglior attore non protagonista: Luca Micheletti
Miglior attrice non protagonista: Ida Marinelli
Miglior attore o attrice under 30: Tutti i ragazzi di The History Boys
Nuovo testo italiano: The End di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
Nuovo testo straniero: Lucido di Rafael Spregelburd
Miglior spettacolo straniero presentato in Italia: Vollmond Pina Bausch
Premio speciale: Teatro Povero di Monticchiello per il coinvolgimento di un intero paese in un progetto di teatro civile di forte
intensità poetica
Il festival Prospettiva di Torino, a cura di Mario Martone e Fabrizio Arcuri, terreno di confronto artistico internazionale rivolto alla
crescita del "nuovo"
Mario Perrotta per la "Trilogia sull'individuo sociale", del quale coglie la disgregazione nel mondo contemporaneo
Rai Radio 3 per aver riproposto con successo un genere "dimenticato" quale il radiodramma, valorizzandolo come arte
del presente
Virgilio Sieni non solo per il complesso del suo lavoro sul movimento, ma anche per la ricerca di nuovi linguaggi con interpreti
non professionisti
Teatro Valle Occupato per l'esempio di una possibilità nuova di vivere il teatro come bene comune


STAGIONE DI PROSA 2011-2012 TEATRO ALIGHIERI DI RAVENNA.

In una fase particolarmente delicata del Paese, in cui la classe di governo non ha in
agenda nessun progetto culturale, i teatri e le compagnie lavorano senza sosta e in
totale rischio di impresa, proponendo stagioni e rassegne e svolgendo quella che è
una delle funzioni primarie dell'attività teatrale, ovvero offrire spunti di riflessione di
fronte a una dilagante banalizzazione della vita quotidiana.
In questo desolato panorama, ma forte del sostegno accordato dal Comune e dal
pubblico della città, Ravenna Teatro (cooperativa dal 1991 che oggi conta 47 dipendenti)
presenta la Stagione di Prosa 2011-12, celebrando venti anni di solido rapporto
di convenzione con l'amministrazione locale, preso ad esempio da molte altre realtà
sparse sul territorio nazionale.
Venti anni in cui Ravenna Teatro ha sostenuto il proprio progetto artistico, con sensibilità
e attenzione, ribadendo l'impegno a nutrire la vita culturale della città, proponendo
spettacoli vicini al teatro di tradizione ma anche al tracciato dei nuovi percorsi,
durante i quali si sono avvicendati grandi maestri e attori ad inizio carriera. Sono stati
anni in cui la relazione con il pubblico è stata la condizione necessaria e fondamentale
che ha favorito lo sviluppo di una comunità che si specchia anche nel suo teatro,
che sia l'Alighieri, il Rasi, l'Almagià.
Sempre più numeroso in sala (in controtendenza con la media nazionale, a Ravenna le
presenze sono in sensibile aumento anno dopo anno), durante gli incontri con le compagnie,
alle presentazioni e, molto vivace, all'appuntamento primaverile con Marco
Martinelli, direttore artistico della Stagione di Prosa, il pubblico dell'Alighieri è riconosciuto
come tra i più preparati, capace di dare risposte calorose, critiche, partecipi.

 
         
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