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Zara.

(in serbo-croato Zadar). Città (69.556 ab.) della Croazia, capoluogo della provincia di Zadar-Knin (6.352 kmq; 272.003 ab.), situata su una stretta e lunga penisola parallela alla costa. • Econ. - Sede di cantieri navali e di industrie tessili, chimiche, del legno, del tabacco e di strumenti di precisione, conserva anche alcune delle sue fiorenti e caratteristiche industrie del passato: pesce inscatolato e maraschino. Attiva la pesca (sardine, spugne, ecc.) e sviluppato il turismo. • St. - Città dei Liburni, fu eretta a colonia romana (Iader) da Ottaviano nel 33 a.C., e divenne importante centro commerciale (vino e olio). Dopo il 540, passata sotto l'Impero d'Oriente, Z. divenne il più importante centro strategico-militare della Dalmazia bizantina e, caduta Ravenna (751), ne ereditò le funzioni, affermandosi come la principale città dell'Adriatico a base fortificata. Capitale del ducato di Dalmazia all'inizio del IX sec., nell'XI sec., premuta dagli Slavi, accettò la protezione di Venezia, riconoscendo al doge Pietro II Orseolo il titolo e l'ufficio di duca di Dalmazia. Per qualche tempo sotto l'influenza di Bisanzio, nel XII sec. divenne comune, elevando il vescovado ad arcivescovado (1154); oscillò tra la sovranità veneziana e quella ungherese, finché Enrico Dandolo non vi stabilì durevolmente il dominio della Serenissima (1202). Cessata la supremazia veneziana (1358), Z. si appoggiò ai sovrani ungheresi (Luigi il Grande, Elisabetta e Maria), nonché a Sigismondo di Lussemburgo e a Ladislao di Napoli che, nel 1409, la cedette a Venezia, alla quale rimase fino al 1797. Nei secc. XV-XVI ebbe vita intensa e fiorente, nonostante lo stato pressoché permanente di guerra tra Venezia e la Turchia. Dopo Lepanto (1571) la città riprese vigorosamente le sue funzioni di capoluogo e, all'inizio del XVIII sec., i confini della provincia furono portati alle Dinariche, dando maggior respiro alla città. Passata con la Pace di Presburgo (1805) a Napoleone insieme alla Dalmazia, fu unita al Regno Italico e, dal 1809, alle Province Illiriche; nel 1813 fu nuovamente occupata dagli Austriaci. Durante il XIX sec., e soprattutto nel 1848 e nel 1861, la popolazione di Z. manifestò accesi sentimenti italiani. Dichiarata città libera nel 1868, fu occupata il 4 novembre dagli Italiani e a essi assegnata dal Trattato di Rapallo (1920). Durante la seconda guerra mondiale, eretta nel 1941 a capoluogo della Dalmazia, venne bombardata massicciamente e nel 1943 cominciò l'esodo della popolazione italiana verso Trieste e altri luoghi al di là del confine. Divenuta iugoslava col trattato di pace del 1947, entrò a far parte della Croazia, proclamatasi indipendente nel 1991. • Urban. - Il centro è costituito da due nuclei: uno di origine romana, a maglia ortogonale, l'altro di origine medioevale, di impronta veneziana. Nel dopoguerra nuovi quartieri sorsero fuori dell'antico abitato e la città si estese anche attorno all'insenatura di Borik. • Arte - All'epoca romana risalgono i resti di due porte della cinta muraria, il foro lastricato e il capitolium di imponenti proporzioni. Tra i monumenti medioevali troviamo la chiesa bizantina di San Donato (IX sec. circa, su fondazioni di epoca romana), costruita con caratteristica pianta circolare; il duomo di Santa Anastasia (secc. XII-XIII), in stile romanico, con interno a tre navate divise da pilastri a colonne binate, matronei esagoni e cripta del IX sec. All'interno del duomo si trovano affreschi del XIII sec., tele di Vittore Carpaccio, un ciborio del XIV sec. e, nel Tesoro, preziosi reliquiari. Altri monumenti sono: la chiesa del monastero di Santa Maria, con campanile romanico (1105) e facciata di tipo veneziano, del XV sec.; la chiesa di San Crisogono (XII sec.); la chiesa di San Simeone (secc. XII-XVII), nella quale è conservata l'arca trecentesca del santo; la chiesa di San Francesco (XIII sec., rimaneggiata nei secc. XVII-XVIII). Fra gli edifici civili, di tipo veneto, il palazzo del Capitan Grando (XV sec.), la loggia civica (G.G. Sanmicheli), la porta Terraferma (M. Sanmicheli). A Z. si trovano anche il Museo Archeologico, con reperti dalla preistoria all'Alto Medioevo, e il Museo dell'arte sacra, con opere di oreficeria religiosa dei secc. XI-XVI.