Uomo politico guatemalteco.
Abbracciata la carriera militare, raggiunse le più alte cariche e durante
la dittatura d'Ubico fu nominato governatore. Nel 1945 fu a Washington quale
addetto militare e in Inghilterra con incarichi di ministro. Nel 1950
partecipò alle elezioni presidenziali, ma la nomina fu conferita a J.
Arbenz ed egli venne esiliato nel Salvador. Quattro anni più tardi
ritornò in Guatemala capeggiando il movimento di liberazione nazionale.
Arbenz fu deposto e gli succedette Castillo Armas, del quale
Y.
F.
divenne fedelissimo segretario. Quando (1957) Castillo
venne ucciso, egli si presentò nuovamente candidato alla presidenza. Il
suo partito, la Redención, di estrema destra, denunciò i raggiri
del vincitore M. Ortis Passarelli e fece deporre L.A. Gonzales Lopez, che
temporaneamente ricopriva la carica, mentre al suo posto fu nominato un
triumvirato militare. Nel 1958
Y.
F. fu nominato dal Congresso
(alle elezioni non aveva ottenuto voti sufficienti) presidente della Repubblica.
Il suo Governo, aspramente dittatoriale, favorì le insurrezioni di piazza
e gli scioperi, che iniziarono nel 1960 e furono espressione dell'insofferenza
popolare. Nel novembre dello stesso anno, mentre il movimento di liberazione
avanzava verso la capitale, con l'appoggio delle truppe regolari,
Y.
F. proclamò lo stato d'assedio e a fatica riuscì a
respingere gli insorti servendosi dell'esercito governativo. La ribellione,
tuttavia, poté essere completamente sedata soltanto quando gli Stati
Uniti d'America inviarono, dietro richiesta dello stesso
Y.
F.,
alcune unità della flotta a presidio delle acque territoriali di
Nicaragua e Guatemala. Restaurato il Governo dittatoriale, il presidente
accusò Cuba di aver provocato e favorito, mediante complotti e aiuti
militari, la rivolta guatemalteca. Nel 1961 fu nuovamente proclamato lo stato
d'assedio in seguito alla scoperta di una cospirazione ai danni del dittatore.
Un colpo di Stato militare lo depose nell'aprile 1963 (Retalhuleu 1895 -
Guatemala 1982).