Filosofo tedesco. Studiò a Jena e poi
all'università di Lipsia, dove si laureò in Filosofia ottenendo
anche la libera docenza. Allievo di G.W. Leibniz, ne fu fedele seguace. Il
grande filosofo razionalista prese a benvolere il giovane
W. e si
interessò per fargli avere la cattedra di Matematica presso
l'università di Halle. Dopo qualche anno
W. divenne anche
professore di Filosofia, sempre nella stessa università. Macchinazioni
accademiche e di palazzo fecero sì che gli venisse tolto l'incarico.
Salito al trono di Prussia Federico II il Grande,
W. fu reintegrato nel
suo ufficio che mantenne poi fino alla fine dei suoi giorni. Già sotto il
regno del re Federico I,
W. aveva pubblicato la sua prima opera,
Vernünfftige Gedanken von den Kräften des menschlichen Verstandes
(1712) nella quale confermava la sua adesione alle idee di Leibnitz, solo
più tardi contestate, almeno sotto alcuni aspetti. Nel 1729 diede alle
stampe
Vernünfftige Gedanken von Gott,
der Welt und der Seele des
Menschen, nel quale cercò di dedurre un diritto naturale o di ragione
da determinati presupposti antropologici, per arrivare sulla base di questi
presupposti a norme materiali. Nella stessa opera, entrando nel campo della
teologia razionale,
W. dichiarò di accettare l'argomento
ontologico di sant'Anselmo e la dimostrazione cosmologica dell'esistenza di Dio.
Il titolo della sua terza opera filosofica è
Vernünfftige
Gedanken von der Menschen Tun und Lassen, pubblicata nel 1720, nella quale
il filosofo fa conoscere il suo pensiero anche sul Materialismo e dichiara che
materialisti sono quei filosofi che ammettono soltanto l'esistenza degli
oggetti; in questo volume, inoltre,
W.
si sforza di armonizzare il
pensiero del suo maestro, Leibniz, con quello di Aristotele. La serie delle
opere comprende un totale di 23 testi in latino nei quali
W. espresse le
teorie che contribuirono a farlo riconoscere quale maggior esponente
dell'Illuminismo tedesco (Breslavia 1679 - Halle 1754).