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Wolfe, Tom.

Pseudonimo di Thomas Kennerly jr. Scrittore e giornalista statunitense. Laureatosi in Letteratura e Giornalismo alla Washington e alla Lee University, ottenne il dottorato in Studi americani alla Yale University. Iniziò l'attività giornalistica come reporter allo "Springfield Union", collaborando in seguito con "The Washington Post", "The New York Herald Tribune", "New York Magazine", "Esquire" e "Harper's Bazaar". Divenne in breve uno degli esponenti di punta del cosiddetto "nuovo giornalismo", commistione di precisione giornalisitica e fioritura narrativa, specializzandosi nell'analisi sociologica e di costume del jet set newyorchese. Nel 1965 diede alle stampe il suo primo libro, The kandy kolored tangerine-flake streamline baby, analisi brillante del fenomeno hippy. Scrisse quindi The electric kool-aid acid test (1968), sulla vita e le frequentazioni cultural-letterarie dello scrittore Ken Kesey; Radical chic and mau-mauing the flak catchers (1970), una raccolta di articoli di argomento vario; The painted word (1975), pungente satira sul mondo dell'arte contemporanea; The right stuff (1979), sulla vita di alcuni astronauti statunitensi e sulla loro considerazione agli occhi dell'opinione pubblica americana, che gli valse l'American Book Award per la saggistica - nel 1983 Philip Kaufman ne trasse il film Uomini veri; In our time (1980), con un corollario di suoi disegni. Nel 1987 apparve il suo primo romanzo, Il falò delle vanità, da cui Brian De Palma trasse l'omonimo film nel 1990. Successivamente W. pubblicò il romanzo Un uomo vero (1998), la raccolta di saggi La bestia umana (2003), sulle nevrosi e le contraddizioni dell'America di oggi, e il romanzo Io sono Charlotte Simmons (2005), ambientato in un prestigioso quanto immaginario e "immorale" campus universitario americano (n. Richmond, Virginia 1931).