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Winters, Yvor.

Poeta e critico statunitense. Docente di Letteratura Inglese alla Stanford University dal 1928, fu direttore della rivista universitaria "The Gyroscope" (1929-31) e della redazione per l'Ovest del Paese di "Hound and Horn" (1932-34). Iniziò la carriera letteraria come poeta, infondendo nelle sue opere il suo profondo moralismo e il suo personale rigore stilistico. Ricordiamo le raccolte: The Immobile Wind (1921), The Magpie's Shadow (1922) e The Bare Hills (1927), riuniti in seguito nel volume The Early Poems (1966); The Proof (1930); The Journey (1931); Before Disaster (1934); Poems (1940); The Giant Weapon (1943); Collected Poems (1952, ampliato nel 1960), vincitore del premio Bollingen. W. fu altresì critico prolifico e pungente, che, sebbene inserito nella scuola del New Criticism, basata sull'analisi prettamente tecnica dell'opera letteraria, si concentrò soprattutto sugli spunti morali dei quali si nutre l'arte. Tra le sue opere di argomento letterario ricordiamo: In Defense of Reason (1947), comprendente i volumi editi precedentemente Primitivism and Decadence (1937), nel quale traccia un parallelismo tra oscurità poetica e difficoltà storica americane, Maule's Curse (1938), nel quale sono criticate l'intolleranza e la rigidità morale degli scrittori statunitensi dell'Ottocento, e The Anatomy of Nonsense (1943), sulla produzione poetica novecentesca; Edwin Arlington Robinson (1946); The Function of Criticism: Problems and Exercises (1957); The Poetry of W.B. Yeats (1960); Forms of Discovery (1967); Uncollected Essays (1973) (Chicago 1900 - Palo Alto 1968).