eXTReMe Tracker
Tweet

Wilson, Thomas Woodrow.

Ventottesimo presidente degli Stati Uniti. Figlio di un pastore presbiteriano di origine scozzese, studiò a Princeton, dove insegnò (1890) Diritto ed Economia politica, divenendo rettore nel 1902. In quegli anni andò gradualmente modificando il suo orientamento ideologico, passando dalle posizioni conservatrici giovanili (tra il 1890 e il 1900 aveva lanciato vigorosi attacchi contro i populisti e le organizzazioni sindacali), a posizioni sempre più democratiche, facendo propri gli ideali progressisti. Eletto governatore del New Jersey (1910), condusse una vasta azione moralizzatrice della vita pubblica. Nel 1912, scelto dalla Convenzione democratica come candidato alla presidenza degli Stati Uniti, vinse le elezioni con una schiacciante maggioranza sui suoi avversari. Insediatosi alla Casa Bianca nel marzo 1913, avviò una importante azione riformatrice, promuovendo la riduzione delle tariffe doganali, il controllo federale sul sistema bancario, l'applicazione della tassazione progressiva nel sistema tributario, l'elezione dei senatori a suffragio universale diretto, la legalizzazione dello sciopero. Le basi della democrazia americana vennero in tal modo allargate, ma già nel 1914 l'"era progressista" si era esaurita, poiché ulteriori controlli apparivano inconciliabili con le esigenze di una struttura economica irreversibilmente dominata dalla tendenza alla concentrazione capitalistica. In politica estera W. tentò di gettare le basi per un'effettiva cooperazione tra con gli Stati dell'America Latina, ma quando furono minacciati gli interessi economici e politico-strategici degli Stati Uniti, non esitò a ricorrere all'intervento militare (Haiti, 1915; Santo Domingo, 1916; Messico, 1916). Allo scoppio della prima guerra mondiale proclamò la neutralità degli Stati Uniti, ponendosi come mediatore tra i belligeranti. Tale linea politica, unita alla ferma reazione contro gli eccessi della Germania, gli valse la rielezione alla presidenza (1916). Tuttavia, gli sviluppi del conflitto in Europa e, soprattutto, l'indiscriminata guerra sottomarina condotta dai Tedeschi, indussero W. a presentare al Senato la dichiarazione di guerra alla Germania (6 aprile 1917). Con la famosa elaborazione dei "quattordici punti" il presidente statunitense si pose l'obiettivo di assicurare al mondo una pace perpetua, stabilendo, tra le altre cose, la creazione di una Società delle Nazioni, nonché criteri per la soluzione dei problemi politico-territoriali sollevati dal conflitto, ispirati ai principi di nazionalità e di autodeterminazione. Presentatosi alla Conferenza di Pace (1919) con il suo programma, che si impegnò personalmente a sostenere nel corso dell'incontro, si scontrò con le difficoltà della situazione europea, tra le quali il non rispetto delle nazionalità nella costituzione della nuova carta dei confini, l'imposizione di condizioni insostenibili per la Germania e lo scarso potere attribuito alla Società delle Nazioni, che comunque venne inserita nei trattati di pace. Tornato in patria presentò (10 luglio 1919) al Senato il Trattato di Versailles, ma incontrò la fortissima opposizione del Congresso, a maggioranza repubblicana, in cui prevaleva nuovamente la corrente isolazionista. Si impegnò allora in un'estenuante campagna propagandistica attraverso gli Stati Uniti per illustrare direttamente al popolo la sua politica internazionale, durante la quale fu colpito da paralisi. Nel marzo 1920 la maggioranza del Senato respinse il trattato di pace e l'adesione degli USA alla Società delle Nazioni. Nella prima campagna elettorale in cui, su iniziativa dello stesso W., votarono le donne, il repubblicano W.G. Harding ottenne una schiacciante maggioranza sul democratico J.M. Cox, in cui W. confidava, in caso di vittoria, per l'affermazione delle sue idee. Lasciata la presidenza nel 1921, si ritirò a vita privata. La sua eredità fu accolta nel 1933 da F.D. Roosevelt che lo aveva appoggiato durante la campagna elettorale del 1912, entrando poi a far parte del suo Governo. Ebbe il premio Nobel per la pace nel 1919 (Staunton, Virginia 1856 - Washington 1924).