Regista cinematografico polacco. A 26 anni si
diplomò alla Scuola Nazionale di studi cinematografici di Lodz, dopo aver
partecipato alla Resistenza polacca contro i Tedeschi durante la seconda guerra
mondiale. Dal 1952 al 1954 girò alcuni film documentari; nel 1954 diresse
il suo primo lungometraggio intitolato
Generazione che rivelò le
sue grandi qualità di regista. Questo film aveva per soggetto il
comportamento dei giovani durante la seconda guerra mondiale; opera
anticonformista, fu la prima di una trilogia sulla guerra che comprendeva anche
I dannati di Varsavia (titolo originale:
Kanal) del 1957 e
Cenere e diamanti dell'anno successivo. Ne
I dannati W.
racconta la storia di un gruppetto di partigiani che, avendo cercato rifugio
nelle fogne di Varsavia, vi rimasero, invece, intrappolati dai Tedeschi; in
Cenere e diamanti, invece, il regista affronta il dramma del dopoguerra
quando, nella capitale polacca, imperversava la delinquenza, residuo
dell'abitudine a uccidere che la guerra aveva imposto ai giovani. L'attrazione
quasi morbosa per le scene di violenza ma anche il bisogno di esaltare nei suoi
film quel sentimento di amore che è nella natura umana, avvicinano
W. al regista spagnolo L. Buñuel. Con la differenza, però,
che il polacco appare più strettamente legato, di quel che non sia
Buñuel, ai problemi più vivi e più scottanti della propria
patria. Questo legame appare chiaramente anche in altri film di
W. e
particolarmente in:
Lotna (1958);
Ceneri (1965);
Le porte del
paradiso (1967). Se ne allontanano invece
Lady Macbeth siberiana
(1961), tratto da un racconto di Leskov;
Tutto da vendere (1968);
La
caccia alle mosche (1969);
Il bosco delle betulle (1971) nei quali
W. passa felicemente da un tema allegro e brillante da commedia a un
soggetto romantico e triste ma intensamente lirico. Al filone della guerra
appartengono
Samson;
Ingenui e perversi;
L'amore a
vent'anni e
Il paesaggio dopo la battaglia, girato, quest'ultimo, nel
1970. Oltre ai film
Le signorine di Wilko (1978) e
Il direttore
d'orchestra (1980), ambedue profonde meditazioni sul significato
dell'esistenza e dell'esilio,
W. ha operato una critica serrata dello
stalinismo vecchio e nuovo in
L'uomo di marmo (1976),
Senza
anestesia (1980) e
L'uomo di ferro (1981), Palma d'oro al Festival di
Cannes del 1981. Tra le sue opere successive sono da ricordare:
Danton (1982),
dagli alti contenuti ideologici,
Un amore in Germania (1983),
I demoni (1988, riduzione e adattamento da Dostoevskj).
Il dottor Korczak (1990),
Le nozze (1992),
Natasha (1994),
Zemsta - la Vendetta (2002),
Katyn (2007). Nel 1999
ha ricevuto l'Oscar alla carriera per la forte riflessione sempre presente nei suoi film
sulla vita e sulla morte, sullo storico destino della sua nazione e dell’uomo tragicamente
impotente di fronte alla storia (n. Suwalki, Polonia 1926).