Strumento di misura della potenza elettrica,
tarato in watt. Il tipo di strumento e le metodologie utilizzate variano molto a
seconda del campo di frequenza nel quale si lavora e dell'entità delle
potenza elettrica in gioco. Per frequenze piuttosto modeste, dell'ordine di 1
kHz, possono essere impiegati i
w.
elettrodinamici, costituiti da
una bobina fissa posta in serie con il circuito in esame e contenente a sua
volta una bobina rotante, posta in derivazione al circuito; questo tipo di
strumento può funzionare sia in corrente continua che in corrente
alternata, ma presenta lo svantaggio di un elevato consumo. Sono stati
sviluppati, pertanto,
w.
per basso costo, che consentono di
ottenere consumi ridotti mediante un'alta sovraccaricabilità e un piccolo
errore di fase. Ricordiamo, inoltre, i
w.
elettronici, basati
sulle tecniche di campionamento e adatti a frequenze fino a qualche MHz con
consumi limitati, e i
w.
a effetto Hall, basati sulla deviazione
dalla traiettoria delle linee di flusso di una corrente sottoposta all'azione di
un campo magnetico esterno. Per circuiti a corrente alternata sono adatti i
w.
a induzione, basati sul fenomeno dell'induzione magnetica e
costituiti da un induttore, formato da due coppie di bobine, e da un indotto,
formato da un cilindro di alluminio provvisto di indice. Per i sistemi polifase
è possibile utilizzare più
w. monofase, tanti quante sono
le fasi, oppure utilizzare speciali strumenti, detti
w.
polifase.
║
W.
di uscita: strumento di misura della potenza erogata da
un amplificatore ad audiofrequenza. È spesso costituito da un semplice
voltmetro per tensione alternata tarato in watt, dato che l'impedenza di carico
è generalmente costante.