Abate Ciccio.

Vedi SOLIMENA, FRANCESCO.
 

Abati, Bocca degli.

Membro di un'antica famiglia fiorentina, di Orsammichele, che aderì alla parte ghibellina. È rimasto famoso in quanto fu ricordato da Dante, nel canto XXXII dell'Inferno, fra i traditori politici. Infatti durante la battaglia di Montaperti, combattuta nel 1260 dai Fiorentini contro Senesi e fuoriusciti ghibellini, tagliando proditoriamente la mano di Iacopo dei Pazzi, che portava l'insegna della cavalleria di Firenze, provocò disordine nello schieramento e causò la sconfitta della sua città.
 

Abauzit, Firmin.

Scrittore e teologo protestante francese. Dopo la revoca dell'editto di Nantes, fu costretto a lasciare la Francia, vivendo esule a Ginevra, dove si occupò di studi di storia, di teologia e di scienze naturali. Il suo approccio al Cristianesimo, per il quale interpretava secondo "razionalità" la Rivelazione, gli meritò il giudizio di precursore del Modernismo e della critica liberale. Infatti fu assai stimato da Voltaire e da Rousseau che lo elogiò nella Nouvelle Héloise. L'edizione completa delle sue opere fu pubblicata postuma a Londra nel 1773 (Uzès 1679 - Ginevra 1767).
 

Abax.

Genere di insetti coleotteri della famiglia Carabidi. Di grandi dimensioni, carnivori, sono diffusi nelle zone temperate.
 

Abba.

Voce aramaica, der. di âb: padre. Qualifica, riferita dall'Antico Testamento e dalla tradizione rabbinica a profeti, sacerdoti e maestri, che esprime un concetto di paternità spirituale. Nel Nuovo Testamento il termine ricorre, sulla bocca di Gesù, con il significato di padre. Presso gli antichi cristiani veniva usato per indicare la relazione fra Dio, Padre celeste, e i suoi figli adottivi.
 

Abba, Giuseppe Cesare.

Patriota e scrittore italiano. Nel 1860 partecipò all'impresa dei Mille e seguì Garibaldi anche nel 1866 in Trentino. Stabilitosi a Pisa, diede alle stampe un poemetto in cinque canti, Arrigo (1866), di impronta aleardiana e un romanzo storico, tributo alle tendenze letterarie del suo tempo, Le rive della Bormida nel 1794 (1875). Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille è il titolo della terza e definitiva edizione (1891) dell'opera di genere memorialistico, che lo rese famoso. A. Carducci definì le Notarelle un piccolo capolavoro, e infatti l'autore riuscì a mantenere in esse la spontaneità dell'appunto impressionistico pur attraverso la rielaborazione letteraria e a narrare, con una lingua semplice e agile, la lotta e la vittoria con accenti epici, ma anche realistici, senza tralasciare l'aspetto aneddotico che è, infatti, assai ricco. Di scarso valore la produzione successiva, di cui citiamo Cose garibaldine (1907) (Cairo Montenotte 1838 - Brescia 1910).
 

Abbadie, Antoine d'.

Esploratore e geografo francese. Viaggiò, anche in compagnia del fratello Arnaud, in Egitto, Algeria e alta Etiopia. Visse qui dal 1837 al 1848, spingendosi da Gondar fino all'interno del Caffa e, primo europeo, fino all'alto corso del fiume Omo. Compilò studi geodetici e cartografici importantissimi (Géodesie de la Haute Èthiopie, Géographie d'Èthiopie) e raccolse notizie e materiale linguistico storico ed etnografico di grande valore. Nel 1867 fu nominato membro dell'Accademia delle scienze (Dublino 1810 - Parigi 1897).
 

Abbado.

Famiglia di musicisti italiani. ║ Michelangelo: violinista, diplomato al Conservatorio di Milano, e poi insegnante in diversi istituti musicali, concertista, membro di complessi cameristici (quartetto A.-Malipiero), trascrittore e rielaboratore di opere di Viotti, Paganini, Tartini. Musicologo, è stato autore del trattato Tecnica dei suoni armonici, di una monografia su Vivaldi e di vari saggi critici (Alba, Cuneo 1900 - Gardone Riviera, Brescia 1979). ║ Marcello: primogenito di Michelangelo. Pianista e compositore, si è diplomato al Conservatorio di Milano e dal 1966 ha intrapreso l'attività concertistica che lo ha visto protagonista di fortunate tourn‚e in Europa, Asia, Africa e America. Ha insegnato in diverse scuole di musica, dirigendo il Conservatorio di Pesaro prima e poi quello di Milano (n. Milano 1926). ║ Claudio: V. ABBADO, CLAUDIO.║ Roberto: figlio di Marcello. Direttore d'orchestra, ha compiuto gli studi musicali presso i Conservatori di Milano e di Roma. Direttore di importanti orchestre in Italia e all'estero, ha esordito nel 1979 anche in campo operistico dirigendo il Simon Boccanegra di Verdi a Macerata. Da allora si è dedicato in particolar modo al melodramma italiano dell'Ottocento (n. Milano 1954).
 

Abbado, Claudio.

Pianista e direttore d'orchestra italiano. Compiuti gli studi di composizione, pianoforte e direzione d'orchestra al Conservatorio di Milano, si diplomò nel 1955. Tra le sue prime esperienze, diresse e suonò con l'Orchestra d'archi di Milano formata dal padre, il violinista Michelangelo Abbado. Negli anni 1956-58 visse a Vienna, dove seguì i corsi di perfezionamento di Hans Swarowski. Insignito del premio Koussevitzky nel 1958, esordì alla Scala nel 1960. Da allora diresse le più prestigiose orchestre del mondo, imponendosi in breve tempo come uno dei migliori direttori d'orchestra della sua generazione. Direttore musicale dell'Orchestra del Teatro alla Scala dal 1968 al 1986, in quasi 20 anni di attività ampliò moltissimo il repertorio: la sua attenzione al Novecento contribuì alla diffusione delle opere di Schönberg, Berg, Webern e della musica post-weberniana, giungendo fino alle esperienze contemporanee. A. fece conoscere autori come Prokofiev, Bartók, Strauss, Stravinskij, Skrjabin, Hindemith, Penderecki, Stockhausen, Berio, Nono. Nello stesso tempo, un'accuratissima preparazione e ricerca filologica gli permise di affrontare in un nuovo modo le partiture, di rileggere in una più coerente prospettiva brani noti del repertorio tradizionale e di recuperare pezzi di autori dei quali si conosceva o si apprezzava solo una parte della produzione. Del repertorio classico e romantico, oltre ai cicli di Beethoven e di Brahms, A. eseguì per la prima volta in Italia brani di autori ancora poco suonati, come Mahler e Bruckner. Anche il repertorio operistico diretto da A. alla Scala comprese, oltre ai grandi punti di riferimento della tradizione, capolavori trascurati di autori più o meno noti, presentati in una nuova edizione critica, dopo un'attenta e puntuale ricostruzione della partitura. Dal 1972, per sua volontà e per la prima volta nella storia del teatro, la Scala si rivolse a studenti e lavoratori con agevolazioni pensate appositamente per sollecitare una vasta partecipazione popolare. A. fu quindi direttore artistico della London Symphony Orchestra (1979-88), della Staatsoper di Vienna (1986-91) e dei Berliner Philharmoniker (1989-2002), contribuendo a un notevole ampliamento del repertorio tradizionalmente proposto. Nel 1987 fu nominato direttore musicale generale della città di Vienna e dal 1994 al 2002 direttore artistico del Festival di Pasqua. Nel 1988 fondò il Festival Wien Modern, manifestazione iniziata come festival annuale di musica contemporanea, ampliatasi nel tempo fino a includere diversi aspetti dell'arte e dal 1991 anche un concorso internazionale per giovani compositori. Inarrestabile forgiatore di nuove orchestre, nell'arco della sua lunga carriera A. diede vita a sette formazioni: la European Community Youth Orchestra (1978), da cui nacque nel 1981 la Chamber Orchestra of Europe; la Filarmonica della Scala (1982); la Gustav Mahler Jugendorchester (1986), da cui nacque nel 1996 la Mahler Chamber Orchestra; la Lucerne Festival Orchestra (2003), composta da grandi solisti che operano stabilmente in altre orchestre e che suonano insieme esclusivamente per il Festival di Lucerna; l'Orchestra Mozart (2004). Insignito di numerosi riconoscimenti, ottenne l'Ehrenring (1973) e la Medaglia d'Oro Nicolaj (1980) dai Wiener Philharmoniker; la laurea honoris causa dalle università di Ferrara, Aberdeen e Cambridge; la Bundesverdienstkreuz mit Stern (2002), la più alta decorazione della Germania; il premio Una vita per la musica (2002). Nel 2003 la Japan Art Association gli conferì il Premium Imperiale, uno dei riconoscimenti più prestigiosi in ambito artistico, e l'università della Basilicata la laurea honoris causa in Lettere (n. Milano 1933).
 

Abbà Garimà.

Rilievo montuoso dell'Etiopia, nel Tigrè presso Adua, la cui cima più elevata tocca i 2.616 m. Nel marzo 1896 fu teatro degli scontri che portarono alla sconfitta italiana di Adua.
 

Abbagliamento.

Atto o effetto dell'abbagliare.

• Med. - Disturbo fisiopatologico dell'occhio consistente in una diminuzione delle capacità percettive della retina, dovuta alla presenza nel campo visivo di oggetti più e meno luminosi. A causa del necessario, ma non immediato, adattamento oculare alle diverse luminosità, la percezione dei corpi risulta imperfetta. La presenza di una vera sorgente luminosa (ad esempio i fari di un'automobile) provoca una momentanea diminuzione delle capacità visive. ║ A. da neve: infiammazione della congiuntiva, provocata dal riflesso dei raggi solari sulla neve.
 

Abbagnale, Carmine e Giuseppe.

Canottieri italiani. Avviati al canottaggio dallo zio Giuseppe Di Mura, Carmine (capovoga) e Giuseppe (secondo remo), insieme al timoniere Giuseppe Di Capua (n. Salerno 1958), dominarono nel due con a livello mondiale, segnando la storia del remo degli anni Ottanta e Novanta. Primi ai Giochi di Los Angeles nel 1984, bissarono il successo olimpico a Seul, nel 1988, venendo invece relegati al secondo posto a Barcellona nel 1992. Vincitori di cinque titoli italiani (1981, 1982, 1983, 1984, 1985), ai Mondiali conquistarono sette titoli iridati (1981, 1982, 1985, 1987, 1989, 1990, 1991), dovendosi accontentare dell'argento nel 1986 e nel 1993 e del bronzo nel 1983. Oltre che nel due con, i fratelli partenopei si cimentarono anche nell'otto, con cui vinsero due titoli italiani (1981, 1984), e nel quattro con, con cui si imposero a livello nazionale nel 1983. Dopo il ritiro dalla scena agonistica di Giuseppe (1994), Carmine formò un nuovo equipaggio con Gioacchino Cascone (secondo remo) e Antonio Cirillo (timoniere), insieme ai quali vinse l'argento ai Campionati del Mondo di Indianapolis (1994). Nel 1996 anche il più giovane dei due fratelli lasciò la scena agonistica (Carmine: n. Pompei, Napoli 1962; Giuseppe: n. Pompei, Napoli 1959).
 

Abbasanta.

Centro in provincia di Oristano, a 313 m s/m., sull'altopiano omonimo, compreso fra il monte Ferru e la valle del fiume Tirso. Nei suoi dintorni si trova l'imponente nuraghe Losa, costruito con enormi massi di basalto senza malta, dotato di due cinte murarie e di un mastio dell'VIII sec. 2.260 ab. CAP 09071.
 

Abbàside.

Relativo alla dinastia degli Abbasidi.

• Arte - Scuola a.: scuola pittorica sviluppatasi in Persia durante i secc. XII e XIII sotto la dinastia dei califfi Abbasidi. Essa produsse vari gruppi di miniature, illustrazioni di opere scientifiche e letterarie quali, ad esempio, la traduzione araba del Materia Medica di Dioscoride o le Maqamat. In queste decorazioni si riconosce ancora l'influsso dell'arte classica ed ellenistica, ma sono principalmente evidenti, sia dal punto di vista iconografico sia da quello stilistico, caratteristiche proprie dell'arte islamica, come la tendenza naturalistica nella rappresentazione dei soggetti e l'estrema precisione della raffigurazione degli ambienti e dei personaggi.
 

Abbàsidi.

Dinastia di califfi musulmani, discendenti di Abbas. Succeduti agli Omayyadi, gli A. regnarono dal 750 al 1258. Sotto gli A., il califfo acquistò sempre più il carattere di sovrano assoluto e, a differenza dell'età omayyade, il suo potere si fondava su un'autorità religiosa: in tal modo l'Impero arabo si trasformò in un impero islamico, composto da vari popoli che avevano pari diritti e pari dignità. Attorno al califfo era tutta una corte di devoti funzionari militari e civili tra i quali primeggiava il visir, effettivo capo del governo, e il solo che potesse qualche volta imporre il proprio volere al califfo. Il potere giudiziario era affidato a un giudice supremo, mentre quello militare era appannaggio di un generale, chiamato emiro. Lo stesso termine designava anche i governatori delle singole province, che non di rado, data anche la difficoltà delle comunicazioni, tendevano a instaurare un potere personale e ad avanzare pretese autonomistiche. Dal punto di vista sociale sparirono le vecchie tribù nomadi e guerriere e si affermò invece un'attiva borghesia dedita soprattutto al commercio. Tra i sovrani più importanti degli A. sono da ricordare al-Mansur, Harun al-Rashid (conosciuti in Occidente per i racconti delle Mille e una notte) e al-Mamun, che introdusse le scienze greche nella cultura araba. La dinastia degli A. ebbe termine con la presa di Baghdad (1258) da parte dei Mongoli e con l'uccisione dell'ultimo califfo, al-Mustasim, e di tutta la sua famiglia. Tuttavia, tre anni dopo, un presunto A., scampato alla strage, fu proclamato califfo alla corte del sultano d'Egitto, Baibars. Ebbe così inizio una serie di pseudo-califfi A. viventi in Egitto sotto la protezione dei Mamluki. L'ultimo di questi pseudo-califfi fu fatto prigioniero dal sultano ottomano Selim I nel 1517.
 

Abbassamento.

Atto ed effetto dell'abbassare, spostamento verso il basso. Diminuzione. Riduzione.
 

Abbasso.

(dal latino bassus: poco elevato). Giù, di sotto. ║ Grido di protesta, contrario ad evviva.

• Mar. - Qualsiasi luogo situato sotto il ponte coperto. ║ A. da riva: comando con cui si ordina a chi si trovi sull'alberatura dei velieri di scendere in coperta.
 

Abbate.

Vedi ABATE.
 

Abbazìa, Prigione dell'.

Antica prigione parigina costruita nel XVII sec. Inizialmente prigione abbaziale del monastero di Saint-Germain-des-Prés, poi prigione militare (nel 1792 fu teatro di eccidi), fu demolita nel 1857.
 

Abbe, Ernst.

Fisico e industriale tedesco. Professore di Fisica all'università di Jena e direttore dell'osservatorio astronomico, studiò il funzionamento di lenti e apparecchi ottici. Perfezionò l'uso del microscopio mediante vari dispositivi, tra cui il condensatore e il prisma che portano il suo nome. Nel 1875, associatosi all'industriale K. Zeiss, fondò la omonima società di strumenti ottici (Eisenach 1840 - Jena 1905). ║ Numero di A.: numero che indica il potere dispersivo di una sostanza.
 

Abbellimento.

Atto dell'abbellire, dell'ornare. Miglioramento dell'aspetto.

• Mus. - Nota singola o insieme di note inserite nella frase musicale per variare e arricchire la melodia. Tra gli a. più usati ricordiamo il trillo, il tremolo, il gorgheggio, l'acciaccatura, l'appoggiatura e il mordente.
 

Azzurro, Fiume.

Vedi YANGTZECHIANG.
 

Azzurrògnolo.

Di colore azzurro pallido e sbiadito.
 

Å.

Fis. - Simbolo di ångström.
 

Aa.

Antica voce alto germanica: acqua, fiume. Termine con cui si indicano i nomi di vari corsi d'acqua di Paesi celtici e germanici, della Svizzera e dei Paesi baltici.

• Farm. - Abbreviazione del termine ana, in ricette per la preparazione di medicamenti in cui due o più sostanze componenti siano prescritte in quantità uguale.
 

Aabenraa.

(o Åbenrå). Città (22.087 ab.) della Danimarca meridionale, sul fiordo omonimo aperto sul Piccolo Belt, capoluogo della contea di Sønderjylland. Di origine medioevale, appartenne alla Prussia dal 1864 al 1920, anno in cui tornò alla Danimarca per plebiscito popolare.
 

Aachen.

Vedi AQUISGRANA.
 

Aaiún, Al.

Città (30.000 ab.) del Marocco, nel Sahara Occidentale, a circa 20 km dalla costa atlantica, in un'oasi lungo il corso dell'uadi Saguia el-Hamra. Grazie alle sorgenti di acqua dolce che si trovano nei suoi pressi, sono coltivati ortaggi; sono inoltre praticati l'allevamento, l'artigianato e la pesca. Giacimenti di fosfati.
 

Aalborg.

(o Ålborg). Città (160.682 ab.) della Danimarca settentrionale, capoluogo della contea di Nordjylland. Sorge sulla riva meridionale del Limfjorden.

• Econ. - È un importante centro commerciale, peschereccio (aringhe) e industriale (industrie alimentari, chimiche, meccaniche, cantieri navali, del cemento), oltre che un attivissmo porto.

• Arte - Conserva la chiesa di S. Budolfo, trecentesca con restauri del XVIII sec., l'ospedale del XV sec. e numerose case borghesi costruite nello stile del Rinascimento nordico, tra le quali è nota la Svane-Apothek, del 1623.
 

Aarestrup, Emil.

Poeta danese. Medico di professione, coltivò la poesia come attività secondaria. A. viene considerato dalla critica come un autore erotico, oscillante fra fantasie romantiche e considerazioni realistiche. La sua produzione consiste essenzialmente in liriche e romanze (Copenaghen 1800 - Odense 1856).
 

Aarhus.

(o Århus). Città (282.137 ab.) della Danimarca, capoluogo della contea omonima e importantissimo porto sul Kattegat. Seconda città del Paese per importanza, deve la sua prosperità anche alla fertile regione circostante, il Jylland. Centro industriale, meccanico, cantieristico, petrolchimico, cartario, tessile e alimentare, ha un attivissimo porto. Sede vescovile già nel 948, assai sviluppata in età medievale e fino al sec. XVII, la città ebbe in seguito un periodo di declino da cui si sollevò, soprattutto economicamente, a metà del XIX sec. A. può vantare edifici gotici del XIII sec., come il monastero dei Fratelli neri e il duomo. ║ Contea di A. (4.561 kmq; 631.586 ab.): si estende nello Jylland centro-orientale in territorio pianeggiante. L'economia si basa sull'agricoltura (cereali, patate, barbabietole), l'allevamento (bovino e suino) e l'industria.
 

Aarlen.

Vedi ARLON.
 

Aaron, Pietro.

Musicologo italiano. Maestro di cappella a Imola, poi monaco, visse per lo più a Venezia. Pubblicò diverse opere teoriche importantissime, alcune per la prima volta in italiano, in cui mostra di svincolarsi dalle teorie contrappuntistiche per accettare la concezione del concatenamento di accordi, d'altra parte già sperimentata abbastanza comunemente. Ricordiamo: Thoscanello de la musica (1523), interessante anche da un punto di vista linguistico e Lucidario in musica (1545) (Firenze circa 1490 - Venezia 1545).
 

Aasen, Ivar.

Glottologo e poeta norvegese. Visse gli anni immediatamente successivi alla dichiarazione di indipendenza della Norvegia dalla secolare dominazione danese (1814). Nel clima di diffusa ricerca di identità nazionale egli realizzò numerose ricerche linguistiche nel campo dei dialetti norvegesi occidentali, da lui ritenuti estrema testimonianza dell'antica cultura norvegese. Partendo da queste fonti ancora vitali A. cercò di elaborare una nuova lingua anche letteraria, il landsmål, lingua paesana da contrapporre a quella ufficiale, il dano-norvegese dei centri urbani (riksmål). Frutto di questa sua attività fu la pubblicazione nel 1848 della Grammatica della lingua popolare norvegese, nel 1850 del Dizionario della lingua popolare norvegese e nel 1853 degli Esperimenti della lingua paesana in Norvegia. Con queste pubblicazioni A. dava norme linguistiche generali, riguardanti il lessico, la grammatica, l'ortografia e lo stile del landsmål. Nel 1892 il Parlamento decise il riconoscimento ufficiale del cosiddetto "neonorvegese" come paritetico alla lingua ufficiale, con conseguente inserimento dello stesso nei programmi scolastici. Questa decisione non fu però sufficiente a evitare un fenomeno di bilinguismo. A. pubblicò nella nuova lingua anche una raccolta di liriche, Symra (Volden 1813 - Oslo 1896).
 

AAU.

Sigla di Amateur Athletic Union. Organizzazione statunitense di atletica leggera per dilettanti, fondata nel 1888, che disciplina 17 sport fra i più diffusi.
 

Abakán.

Città (160.939 ab.) della Russia, capoluogo della Repubblica di Hakassia. Porto fluviale, alla confluenza del fiume omonimo con lo Ienisei, è centro commerciale di prodotti agricoli e di bestiame e sede di industrie alimentari e metalmeccaniche.
 

Abalkin, Leonid.

Uomo politico ed economista sovietico. Laureatosi nel 1952 presso l'Istituto Plekanov di Mosca e iscrittosi nel 1956 al PCUS, compì una brillante carriera universitaria, diventando anche direttore dell'Istituto di economia politica all'Accademia delle scienze sociali del PCUS. Collaboratore dal 1985 della rivista "Questioni di economia", delegato della città di Mosca nel 1988 alla XIX conferenza del PCUS, nelle prime libere elezioni del 1989 fu eletto deputato nelle liste del Partito comunista. Alcuni mesi dopo, lasciando il seggio parlamentare, assunse la carica di vicepresidente del Consiglio dei ministri per gestire i lavori della commissione per le riforme economiche. L'opposizione dell'ala conservatrice del partito a una profonda ristrutturazione dell'economia del Paese lo spinse alle dimissioni (n. Mosca 1930).
 

Abalone.

Gioco da tavolo. Di origine francese, è considerato un classico dei giochi di strategia e consiste in un tavoliere di forma esagonale con 61 fori collegati tra loro da numerose scanalature su cui scorrono delle biglie. L'obiettivo è quello di espellere 6 delle 14 biglie avversarie, impedendo la stessa azione al concorrente contro cui si gioca, nel rispetto di un preciso codice di mosse che regola il movimento delle biglie a seconda della loro posizione

Abamonti, Giuseppe.

Giurista e uomo politico italiano. Coinvolto nella congiura giacobina del 1794, riparò a Milano dove fondò nel 1797 il "Giornale dei patrioti italiani". Condannato nel 1799 all'esilio perpetuo per essere stato membro del Direttorio della Repubblica Partenopea, fu graziato nel 1801 e, durante il decennio della dominazione francese a Napoli, fu consigliere di Stato. Dopo la Restaurazione ricoprì la carica di alto magistrato della Corte Suprema (Caggiano 1759 - Napoli 1819).
 

Àbano, Pietro d'.

Medico, filosofo e astrologo italiano. Uno dei più colti ingegni del suo tempo, insegnò Medicina e Filosofia naturale all'università di Padova. Dopo una lunga serie di viaggi, fu il primo a diffondere in Italia la dottrina di Averroè e le teorie materialiste. Si dedicò anche all'astrologia, sostenendo la determinante influenza degli astri sugli avvenimenti e le azioni umane e negando la realtà di una divina provvidenza. Fu accusato di negromanzia e di eresia in quanto, non riconoscendo i miracoli, spiegava le resurrezioni narrate dai Vangeli come casi di morte apparente. Condannato dall'Inquisizione morì prima dell'esecuzione. La sua opera più nota è il Conciliator controversiarum quae inter philosophos et medicos versantur. Fu assai diffuso anche il trattatello De venenis, raccolta di ricette di medicamenti greche, romane e arabe (Abano Terme 1250 - Padova 1316).
 

Àbano Terme.

Centro in provincia di Padova, situato a 14 m s/m., in un vasto bacino idrotermale al margine orientale dei Colli Euganei. Già centro preistorico e poi romano, col nome di Aquae patavinae, A.T. era nota come stazione termale in età romana. Dopo un periodo di abbandono in età medioevale, le terme furono ripristinate nel XIII sec. dal comune di Padova e da allora le sorgenti del monte Ortone e quelle del Poggio di Montirone sono al centro di importanti complessi ospitalieri. Le acque termali, che sgorgano alla temperatura di 87° C, bromoiodurate, litiose, clorurato-sodiche, lievemente radioattive, da cui si traggono anche dei fanghi, sono indicate per la cura di affezioni artritiche, reumatiche e venose. L'economia della città poggia quasi totalmente sulle fonti termali, ma è sviluppata anche l'industria dei cosmetici. Da segnalare il convento del XV sec. che si trova sul monte Ortone, con affreschi coevi. 13.421 ab. CAP 35031.
 

Aba Novak, Vilmos.

Pittore e incisore ungherese. Visse per qualche tempo in Italia e poi a Parigi. Affermatosi inizialmente come incisore, influenzato dal Novecento italiano e dal Postimpressionismo francese, approdò a una tecnica pittorica molto personale, eseguendo soprattutto composizioni a fresco. Molti suoi quadri sono custoditi alla Galleria Nazionale di Budapest (Budapest 1894-1942).
 

Abante.

Mit. - Eroe greco, eponimo del popolo euboico degli Abanti, fondatore della città di Abe in Focide. Figlio di Linceo e di Ipermestra, padre di Acrisio, secondo la tradizione avrebbe dominato sull'Eubea, che un frammento di Esiodo designa come Abantide.
 

Abari.

Figura di taumaturgo, guaritore e indovino della mitologia greca. Ricordato da Pindaro, da Erodoto e da numerosi altri scrittori greci, era considerato un servitore di Apollo da cui, secondo il mito, aveva ricevuto in dono una freccia d'oro, a cavallo della quale si spostava per la Grecia attraverso l'aria, profetando e guarendo. I neopitagorici lo considerarono un precursore di Pitagora.
 

Abàrim.

Catena montuosa della Giordania, all'estremità nord-orientale del Mar Morto. Dal monte Nebo, che ne è la vetta più alta, Mosè contemplò il paese di Canaan, la terra promessa.
 

Abarth, Karl.

Pilota e costruttore di automobili austriaco naturalizzato italiano. Fondò a Torino nel 1949 la casa automobilistica Abarth & C. S.p.A., simboleggiata dallo scorpione, suo segno zodiacale. Si dedicò alla fabbricazione di vetture sportive (alcune delle quali raggiunsero anche significativi successi agonistici grazie alla guida di Tazio Nuvolari), alla trasformazione di vetture di serie, soprattutto di marca FIAT (corrispondendo alla domanda del vasto pubblico di prestazioni sportive a costi accessibili), alla produzione di marmitte e altri accessori meccanici. Nel 1971 la società fu assorbita dalla FIAT e A. ne divenne consulente (Vienna 1908-1979).
 

Abasìa.

(dal greco a privativo e básis: marcia). Difficoltà o impossibilità di camminare. Si manifesta in assenza di disturbi muscolari, collegata generalmente a cause psicologiche (isterismo). È spesso associata all'astasia (V.).
 

Abate.

(o abbate). Superiore di un monastero autonomo, retto con piena giurisdizione, perché‚ esente dall'autorità episcopale.

• Encicl. - In origine l'a. era il maestro cui si affidava chi intendeva dedicarsi alla vita ascetica (in questo caso corrisponde al moderno padre spirituale). In seguito, con la nascita e il moltiplicarsi di comunità autonome, all'a. fu affidata la conduzione materiale e spirituale del monastero, di cui assumeva ogni responsabilità. Fino a quasi tutto l'XI sec. la nomina degli a. rimase sotto l'influenza di re e signori locali; la riforma del Duecento diede nuovamente ai monaci piena libertà e autonomia nell'elezione degli a. Nei secc. XIV e XV comparve la figura dell'a. commendatario, a cui cioè veniva affidata in commenda la conduzione di un'abbazia: si trattava spesso di vescovi e di cardinali, ma talvolta anche di semplici sacerdoti. In Francia dal 1516 in poi, per il Concordato tra papa Leone X e Francesco I, molte abbazie vennero affidate dal re anche a ecclesiastici secolari: sorse quindi la nuova figura dell'a. secolare (ancora oggi nei territori francesi si usa chiamare abb‚ tutti gli ecclesiastici secolari).

• Dir. can. - Il diritto canonico vigente contempla tre importanti figure: l'a. primate, posto a capo di tutte le congregazioni di uno stesso ordine; l'a. generale, capo di una congregazione; l'a. ordinario o di un monastero sui iuris, cioè non soggetto alla giurisdizione di altri. Essi hanno diritto di intervenire, con voto deliberativo, al Concilio Ecumenico. Gli ordini monastici con a. generale sono: cassinese, basiliano, camaldolese, vallombrosano, cistercense, olivetano, silvestrino, mechitarista, certosino, dei canonici regolari laterani e dei premostratensi.

• St. - Nei secc. XII e XIV, capo del popolo, oppure di corporazioni di arti e di mestieri. Dal Cinquecento, titolo onorifico conferito a chi godeva di un beneficio ecclesiastico.
 

Abate, Nicolò dell'.

Vedi DELL'ABATE, NICOLÒ.
 

Abba, Marta.

Attrice drammatica italiana. Esordì nel 1924 con la compagnia di Virgilio Talli. Pirandello, che aveva scritto molti drammi segnatamente per lei, la volle come prima attrice del Teatro d'Arte stabile da lui fondato a Roma. Anche al termine dell'esperienza del Teatro d'Arte, la A. continuò a recitare il repertorio pirandelliano. Nel 1938 abbandonò il teatro (Milano 1900-1988).
 

Abbacòmite.

Nell'epoca carolingia e capetingia, abate laico (cioè privo di ordini sacri) insignito di titolo comitale. Godeva delle rendite di un'abbazia affidando a un priore la responsabilità dei compiti religiosi.
 

Abba Cornaglia, Pietro.

Compositore e organista italiano. Fu autore di pezzi di musica sacra, fra cui ricordiamo la cantata Caino ed Abele, una Messa da Requiem e l'opera lirica Una partita a scacchi (Alessandria 1851-1894).
 

Abbadìa, Luigia.

Soprano italiana. Figlia e allieva di Natale, grazie alla sua splendida voce, al calore delle sue interpretazioni e alla grande intelligenza artistica, riscosse successi memorabili. Gaetano Donizetti le dedicò l'opera Maria Padilla (Genova 1821 - Roma 1896).
 

Abbadìa, Natale.

Compositore e maestro di canto italiano. Fu autore di musica operistica, fra cui l'opera buffa L'imbroglione e il castigamatti, e sacra (Genova 1792-1875).
 

Abbadìa Cerreto.

Centro in provincia di Lodi, a 64 m s/m. Agricoltura (cereali, foraggi); allevamento bovino. Si sviluppò nel Medioevo intorno all'abbazia cistercense fondata nel 1084, della quale rimane la chiesa romanica di S. Pietro (secc. XIII-XIV). 214 ab. CAP 26834.
 

Abbadìa Isola.

Centro in provincia di Siena, nel comune di Monteriggioni, a 200 m s/m., posto fra i due rami sorgentizi del fiume Elsa. Sorse intorno a un'abbazia cistercense, fondata nel 1001 e fiorita fra il XII e il XIV sec. La chiesa romanica, che ancora vi si trova, conserva al suo interno affreschi del Quattrocento e una Madonna attribuita a Duccio da Boninsegna. 102 ab. CAP 53035.
 

Abbadìa Lariana.

Centro in provincia di Lecco, a 204 m s/m. Industrie tessili e meccaniche; turismo. Prende il nome dall'abbazia benedettina del IX sec., della quale rimangono il chiostro e gli affreschi del XVI sec. nella ex chiesa di S. Vincenzo. 2.359 ab. CAP 23821.
 

Abbadìa San Salvatore.

Centro in provincia di Siena, posto a 829 m s/m., sulle pendici del monte Amiata. Attività estrattiva dalle miniere di mercurio; mobilifici; turismo. Il nome deriva dall'abbazia benedettina fondata nel 743 da un re longobardo e divenuta ben presto potenza politico-economica della zona. Passata nel 1129 ai cistercensi, fu soppressa nel 1782. Il paese sorse intorno ad essa, per essere controllato poi via via da Siena, Orvieto, Firenze. La chiesa abbaziale è di stile romanico nella facciata, gotico nelle volte e nella trifora, mentre la cripta a colonnine è ancora quella dell'VIII sec. Al suo interno un crocifisso ligneo del XIII sec. e affreschi. 7.650 ab. CAP 53021.
 

Abbàdidi.

Dinastia arabo-musulmana al potere a Siviglia fra il 1023 e il 1091. Sorta sulle rovine della dinastia ommayyade, si dichiarò indipendente con Muhammad ibn Abbad, sottomise gli Stati vicini con Abbad al Mu'tadid e si concluse con Muhammad al Mu'tamid, ricordato per le sue gesta militari (occupò Córdoba), ma soprattutto per il suo mecenatismo. Il potere gli fu tolto dall'almoravida Yusuf ibn Tasfin che l'aveva in precedenza soccorso dagli attacchi di Alfonso VI di Castiglia.
 

Abbagnale, Agostino.

Canottiere italiano. Fratello di Giuseppe e Carmine. Dopo aver conquistato l'argento con l'otto ai Mondiali del 1985, alle Olimpiadi di Seul del 1988 si aggiudicò la medaglia d'oro nel quattro di coppia con Pietro Poli, Davide Tizzano e Gianluca Farina. Costretto ad abbandonare temporaneamente l'attività agonistica a causa di una tromboflebite alla gamba sinistra, fece ritorno alle competizioni nel 1995. L'anno seguente, in occasioni delle Olimpiadi di Atlanta, vinse l'oro nel doppio con Tizzano. Nel 1997 divenne campione del mondo nel quattro di coppia (insieme a Giovanni Calabrese, Rossano Galtarossa e Alessandro Corona), bissando il successo iridato nel 1998 (insieme ad Alessio Sartori, Galtarossa e Corona). Con lo stesso armo, composto da Sartori, Galtarossa e Simone Raineri, nel 2000 si laureò campione olimpico a Sydney. Campione italiano nel quattro di coppia (2000), ai Mondiali di Siviglia del 2002 con Franco Berra vinse l'argento nel due di coppia (n. Pompei 1966).
 

Abbagnano, Nicola.

Filosofo italiano. Discepolo di Aliotta, nel 1939 ottenne la cattedra di Storia della filosofia all'università di Torino, divenendo presto uno dei rappresentanti più illustri del pensiero laico e liberale del Novecento italiano. La sua approfondita indagine filosofica è stata da lui stesso definita "esistenzialismo positivo", in netta contrapposizione a quello "negativo" proposto dalle maggiori correnti moderne tedesche e francesi risalenti a Heidegger, Sartre e Jaspers. Il pensiero di A. si sviluppa organicamente traendo spunto dalla polemica antiromantica, per abbracciare la riflessione sulla scienza e approdare infine a una filosofia intesa come incessante ricerca incentrata sulla ragione. L'iniziativa razionale del singolo, in ultima analisi la sua libertà, fa dell'uomo un soggetto attivo nel mondo, capace di comprenderlo e di dominarlo. Essa sarà tanto più efficace quanto più saprà dimostrarsi consapevole dei suoi limiti: da ciò deriva una rivalutazione dell'esperienza concreta intesa come banco di prova per la ragione stessa. Il riscatto delle scienze (in particolare le scienze umane, dalla sociologia all'antropologia), il rinnovamento del metodo devono al pensiero di A. un contributo fondamentale. Filosofo, uomo di cultura, egli si è sempre schierato in prima fila nelle battaglie del suo tempo: membro dell'Accademia dei Lincei, è stato nominato nel 1985 assessore alla cultura del Comune di Milano, dope essere stato eletto nelle liste del PLI. Tra le sue opere citiamo: La struttura dell'esistenza (1939); Introduzione all'esistenzialismo (1942); Esistenzialismo positivo (1948); Possibilità e libertà (1957); Dizionario di filosofia (1960); Questa pazza filosofia, ovvero l'io prigioniero (1979); L'uomo progetto duemila (1980); La saggezza della vita (1985). Tra le opere di storiografia filosofica vanno ricordate: Guglielmo di Ockham (1931) e la sua Storia della filosofia in tre volumi, composta nel 1950 (Salerno 1901 - Milano 1990).
 

Abbaìno.

Elemento architettonico a fronte verticale, dotato di finestra, che sporge dal piano inclinato del tetto, allo scopo di illuminare e consentire il passaggio agli ambienti del sottotetto. Originario dell'architettura nordica di età medioevale, per consentire un utilizzo più funzionale dei vasti spazi creati dalla forte inclinazione dei tetti, l'a. divenne un elemento tipico dell'architettura francese tardo-gotica e del Rinascimento, come dimostrano gli elaborati a. dei castelli della Loira.
 

Abbamonti, Giuseppe.

Vedi ABAMONTI, GIUSEPPE.
 

Abbas.

Zio paterno di Maometto. In un primo momento avverso al nipote, dopo la sconfitta subita a Badr nel 624, divenne uno dei suoi più zelanti sostenitori. Da lui derivò il nome la celebre dinastia degli Abbasidi (V.), che conquistò il califfato circa cento anni dopo la sua morte, con Abu al-Abbas al-Saffah (La Mecca 566 - Medina 652).
 

Abbas, Ferhat.

Uomo politico algerino. Inizialmente su posizioni moderatamente filofrancesi (proposta di una federazione fra l'Algeria e la Francia), deputato alla Costituente francese nel 1946, membro nel 1948 e nel 1954 dell'Assemblea algerina, fu tra i principali realizzatori dell'indipendenza del suo Paese. Allo scoppio della guerra di liberazione fuggì al Cairo dove aderì al FLN (Front de Libération Nationale) e gli fu affidato il ruolo di primo ministro del Governo provvisorio algerino a Tunisi dal 1958 al 1961. Dopo la dichiarazione di indipendenza fu sostituito da Ben Khedda alla guida dell'esecutivo, mentre fu eletto presidente dell'Assemblea costituente. Nel 1963 si dimise per dissapori col presidente Ben Bella da cui fu arrestato l'anno seguente. Liberato, rimase in disparte per quasi un decennio, facendosi però portavoce nel 1976 di una protesta che si denunciava l'antidemocraticità del regime. Dopo un periodo di soggiorno sorvegliato, tornò in libertà nel 1979 (Taher, Costantina 1899 - Algeri 1985).
 

Abbas, Mohammed Abu el.

(detto Abul). Uomo politico e guerrigliero palestinese. Nel 1977 ha fondato il Fronte di Liberazione della Palestina (FLP) assumendone anche il comando. Si è reso responsabile di numerosi atti terroristici in Libano e in Palestina. Nel 1983 è entrato a far parte dell'OLP di Yasser Arafat e ha assunto incarichi importanti all'interno del Governo palestinese in esilio. Nel 1985 ha firmato uno dei più clamorosi atti terroristici degli anni Ottanta sequestrando, insieme a un commando armato di bombe e mitra, la nave da crociera italiana Achille Lauro che si trovava al largo delle coste egiziane con più di 500 persone a bordo. Il sequestro, durato due giorni, è costato la vita a un ebreo statunitense. Arresosi dopo circa 48 ore con la garanzia di aver salva la vita, A. è stato condannato all'ergastolo per sequestro di persona e omicidio volontario nel luglio 1986 dal tribunale di Genova che lo ha giudicato in contumacia. Resosi irreperibile, ha continuato l'attività terroristica a capo del FLP, finanziato dal Governo libico, fino al 1990, e da quello iracheno. Nei suoi confronti è stato spiccato un mandato di cattura internazionale (n. Haifa, Israele 1947).
 

Abbas I il Grande.

Scià di Persia. Appartenente alla dinastia dei Safawidi, salì al trono nel 1587 alla deposizione del padre, in un momento critico per il suo Paese, funestato da anarchia interna e tensione alle frontiere. Affrontò vittoriosamente Uzbechi, Ottomani e Portoghesi, cui tolse nel 1622 la colonia dell'isola di Hormuz, importante per l'accesso al Golfo Persico. Sul piano interno organizzò lo Stato in senso centralistico, secondo i criteri di un'autocrazia orientale. Sciita, tollerò tuttavia cristiani ed europei nel suo Regno, intrattenendo rapporti stabili con Spagna e Inghilterra (1557-1629).
 

Abbas II.

Scià di Persia. Pronipote di Abbas I il Grande, salì al trono nel 1642. Pur continuando una politica di tolleranza religiosa e di buon vicinato, specie con la Turchia, non riuscì a contrastare la decadenza sia della dinastia Sawafide sia dello Stato (1633-1667).
 

Abbate, Onofrio.

Medico, naturalista e poligrafo italiano. Emigrato in Egitto nel 1845, vi rimase per tutta la vita, assolvendo anche a numerose cariche pubbliche. In particolare si occupò della direzione, ad Alessandria, dell'ospedale governativo. Lasciò un cospicuo numero di scritti, incentrati soprattutto sulle condizioni sanitarie dell'Egitto e in generale di argomento medico, che chiamò Egyptiaca (1909). Dal 1882 fu conosciuto come A. Pascià (Palermo 1824 - Il Cairo 1915).
 

Abbateggio.

Centro in provincia di Pescara, a 450 m s/m., alle pendici della Maiella. Agricoltura. 250 ab. CAP 65020.
 

Abbati, Giuseppe.

Pittore italiano. Formatosi all'Accademia veneziana, si trasferì a Napoli, dove aderì all'impresa dei Mille. Stabilitosi a Firenze, si unì al gruppo dei Macchiaioli e divenne una delle figure di maggior rilievo della cosiddetta "scuola di Pergentina". Partecipò alla prima Esposizione Nazionale del 1861. Di nuovo garibaldino nel 1866, si ritirò poi a vivere a Castiglioncello, vicino a Livorno. Predilesse paesaggi, marine o interni di chiese. Le sue opere, ora per lo più raccolte nelle gallerie di arte moderna di Firenze e di Roma o in collezioni private, si distinguono per sensibilità malinconica e sobrietà di stile (Napoli 1836 - Firenze 1868).
 

Abbatini, Antonio Maria.

Compositore italiano. Autore di musica sacra, si dedicò in particolare alla polifonia, allontanandosi dall'austerità palestriniana in favore di un'espressività drammatica, derivata dall'influenza dell'opera sul gusto musicale. L'A. stesso, d'altra parte, scrisse musica operistica e fu uno degli iniziatori del genere comico lirico (Dal male il bene, 1653; Jone, 1666), in cui accentuava i caratteri dei personaggi, avvelendosi del cosiddetto recitativo secco, e imprimeva una particolare intensità ai pezzi corali, soprattutto alla fine degli atti (Città di Castello, Perugia 1597-1679).
 

Abbattimento.

(dal latino ad-battere: gettar giù). L'atto e l'effetto dell'abbattere. ║ Fig. - Depressione, fisica e psichica, mancanza di energie.

• Ind. estratt. - A. dei minerali: complesso delle operazioni di attacco e distacco, eseguite mediante mine, attrezzi o macchine, finalizzate ad asportare rocce o minerali dai loro giacimenti naturali.
 

Abbattuta.

Zona di bosco in cui siano stati abbattuti gli alberi.

• Mil. - Elemento di difesa militare di tipo passivo, costituito da un insieme di alberi abbattuti e disposti con i rami verso il nemico per scompaginarne la formazione di attacco.

• Mar. - Movimento di rotazione della nave, rispetto al proprio asse verticale, dovuto all'azione del vento sulla velatura durante il cambiamento di direzione.
 

Abbatucci, Giacomo Pietro.

Generale corso. Luogotenente del patriota Pasquale Paoli, in un primo tempo difese l'indipendenza dell'isola contro i Francesi, poi accettò l'annessione della Corsica alla Francia. Abbracciata la carriera militare, pervenne anche al grado di generale (Zicavo 1723 - Ajaccio 1813).
 

Abbaye, L'.

Comunità di letterati francesi costituitasi nel 1906 per iniziativa di Charles Vildrac. Prese il nome dall'abbazia di Créteil, località di riunione del gruppo. Fu sciolta nel 1908.
 

Abbazìa.

(in croato Opatija). Centro (10.000 ab.) della Croazia, nella penisola d'Istria. È situata sul Golfo del Quarnaro, ai piedi del monte Maggiore. Trae nome da un'abbazia benedettina che sorge nelle vicinanze. Turismo. Con il trattato di Rapallo (1920) fu assegnata all'Italia per passare alla Jugoslavia con il trattato di Parigi (1947).
 

A.

Prima lettera dell'alfabeto italiano. La grafia di questa lettera è un adattamento, come quasi tutte le altre, dall'alfabeto fenicio mediato da quello greco. Dalla parola fenicia 'lp che significa toro, perché‚ il segno originale era appunto una testa di toro stilizzata, deriva sia il termine greco alpha sia quello ebraico aleph, sia quello arabo alif. L'evoluzione formale della lettera a, dalla maiuscola greca sinistrorsa alla lapidaria romana e via via attraverso le forme medioevali e poi umanistiche, è stata sicuramente minore di quella di altre lettere. Essa, che viene considerata di genere femminile, è anche la prima vocale dell'alfabeto e assume in s‚ l'idea simbolica di principio, contrapposta alla zeta che viene a rappresentare la fine, come per il greco l'alfa è complementare all'omega.

• Fon. - È una vocale gutturale, con luogo di articolazione intermedio, cioè, fra quello arretrato delle vocali velari e quello avanzato delle palatali. In italiano ha un suono unico, escludendo minime variazioni dovute ai diversi contesti fonetici e, quando sia unita alle consonanti c e g, conferisce loro la valenza gutturale. Dal punto di vista storico la a italiana continua sia la forma breve sia quella lunga della vocale latina.

• Elettr. - Simbolo dell'ampere. • Filos. - Nella logica formale, di ascendenza scolastica, A definisce la proposizione universale affermativa. ║ A = A: formula che esprime il principio di identità; A = non A: indica il principio di contraddizione.

• Mat. - Simbolo indicante una costante. ║ In molti sistemi orientali di numerazione vale 1. ║ Nella numerazione greca la lettera à con apice alto a destra vale 1, con apice basso a sinistra 1.000.

• Mus. - Nell'antica notazione medioevale, ancora usata nei Paesi di lingua inglese e tedesca, indicava il suono la.
 

A.

(dal latino ad: verso, presso). Preposizione semplice. Può assumere, particolarmente nell'uso scritto, la forma eufonica ad davanti a parola iniziante per vocale (soprattutto a). Si fonde con gli articoli determinativi dando origine alle preposizioni articolate al, allo, alla, ai, agli, alle. Stabilisce diverse relazioni con sostantivi o verbi, introducendo quindi molti complementi. ║ Complemento di termine: dare qualcosa a qualcuno. ║ Complemento di stato in luogo: abitare a Milano. ║ Complemento di moto a luogo: andare a Roma. ║ Complemento di tempo: svegliarsi alle dieci. ║ Complemento di età: a trent'anni. ║ Complemento di modo o maniera: a memoria. ║ Complemento di mezzo o strumento: andare a piedi. ║ Complemento di causa: rise alla battuta. ║ Complemento di fine o scopo: le sentinelle furono poste a guardia del ponte. ║ Complemento di vantaggio o svantaggio: fumare nuoce alla salute. ║ Complemento di limitazione: coraggioso a parole. ║ Complemento di qualità: una gonna a pieghe. ║ Complemento di prezzo e misura: vendere a mille lire il pezzo. ║ Complemento di pena: condannare all'ergastolo. ║ Complemento di paragone: l'asino è simile al cavallo. ║ Complemento di relazione: a mio parere.
 

A-.

Primo elemento di composti, il cosiddetto alfa privativo, di origine greca o di formazione moderna, indicante mancanza, privazione o concetti negativi. In linea teorica dovrebbe corrispondere al prefisso italiano in-, anche se, da un punto di vista semantico, il valore delle formazioni non coincide, indicando, i termini con prefisso a-, mancanza o estraneità mentre quelli con prefisso in- opposizione e avversione (si veda la differenza fra amorale e immorale).
 

Aalen.

Città (63.000 ab.) della Germania, nel Baden-Württemberg, nei pressi del Giura Svevo. Sede di industrie siderurgiche, meccaniche, chimiche, tessili e alimentari, di manifatture della lana e del cuoio, vanta nelle sue vicinanze vasti giacimenti di minerali di ferro.
 

Aalesund.

(o Ålesund). Città (35.097 ab.) della Norvegia, nella contea di Möre og Romsdal, sulla costa occidentale della Scandinavia, all'imbocco del fiordo di Stor. Sorge su tre piccole isole, collegate fra loro e ad una piccola penisola. È interamente costruita in pietra, dopo che nel 1904 un incendio distrusse la precedente città in legno. È uno dei maggiori porti pescherecci del Paese ed è sede di industrie per la trasformazione e la conservazione del pesce, di cantieri navali, di fonderie e di industrie chimiche e tessili.
 

Aalst.

Vedi ALOST.
 

Aaltonen, Väinö.

Scultore finlandese. Fu uno dei maggiori esponenti della scultura moderna finlandese. Realizzò la sua prima esposizione nel 1916, cui seguirono numerose sculture monumentali commemorative (monumento agli eroi di Savonlinna, bassorilievo dell'università di Helsinki) e ritratti di personaggi ufficiali (statua dell'atleta Paavo Nurmi, di Jan Sibelius, di A. Kivi). Predilisse il granito, ma non mancarono lavori in bronzo e in marmo. Il suo stile, tradizionale e plastico, mediò le forme tradizionali con più moderne suggestioni cubiste ed espressioniste (Kaarina, Turku 1894 - Helsinki 1966).
 

Aamodt, Kjetil Andre.

Sciatore norvegese. Atleta versatile, dopo aver vinto l'argento in supergigante ai Mondiali di Saalbach del 1991, nel 1992 conquistò il titolo olimpico della stessa specialità ad Albertville, dove fu anche bronzo in slalom gigante. Nel 1993 a Morioka si laureò campione del mondo in slalom speciale e gigante, piazzandosi al secondo posto in combinata. Vincitore della Coppa del Mondo generale nel 1994, nello stesso anno alle Olimpiadi di Lillehammer si aggiudicò due argenti, in discesa libera e in combinata, e un bronzo in supergigante. Ancora bronzo in supergigante ai Mondiali di Sierra Nevada (1996), fu campione del mondo in combinata sia nel 1997 al Sestriere sia nel 1999 a Vail (dove conquistò anche un bronzo in discesa). Nella stagione 1999-2000 divenne il quarto sciatore nella storia della Coppa del Mondo ad aver vinto in tutte e cinque le specialità alpine, affiancando Pirmin Zürbriggen, Marc Girardelli e Günther Mader. Alla fine dell'annata, secondo in Coppa del Mondo (come nelle stagioni 1996-97, 1998-99 e 2001-02), si aggiudicò le coppette di slalom speciale e combinata. Nel 2001 ai Mondiali austriaci di Sankt Anton ottenne il titolo della combinata e l'argento in slalom gigante, mentre alle Olimpiadi di Salt Lake City del 2002 conquistò l'oro in combinata e in supergigante. Ai Mondiali di Saint Moritz del 2003 vinse un argento in discesa libera e un bronzo in supergigante, stabilendo il record di medaglie iridate (12) (n. Oslo 1971).
 

Aanrud, Hans.

Scrittore e drammaturgo norvegese. Con le sue raccolte di novelle, ambientate nel mondo rustico della Norvegia orientale, si inserì in un filone letterario assai fecondo in questo Paese. Fu anche giornalista, critico teatrale e autore di alcune commedie satiriche. Tra le sue opere: Racconti (in 5 voll. pubblicati fra il 1891 e il 1910), La cicogna (1895) e Il gallo (1906) (Vestre Gausdal 1863 - Oslo 1953).
 

Aarau.

Città (16.100 ab.) della Svizzera, capitale del cantone di Argovia. Sorge in una piana alluvionale, sulle rive del fiume Aare e ai piedi del Giura, disponendo in abbondanza di energia idrica che, fin dal 1600, la città sfruttò per il funzionamento delle sue industrie tessili. È sede di industrie meccaniche (che producono strumenti di precisione), ottiche, elettroniche e calzaturifici.

• St. - Fondata nel XIII sec. come piazzaforte difensiva della valle dell'Aare, la città fu possesso degli Asburgo fino al 1415, anno in cui passò a Berna, restando città municipale fino al 1798. Per qualche anno, in base alla Costituzione napoleonica, fu capitale della Repubblica Elvetica e dal 1803 capitale del suo Cantone.
 

Aare.

Fiume (295 km) della Svizzera, affluente di sinistra del Reno. Nasce da due ghiacciai del Finsteraarhorn, nelle Alpi Bernesi, e percorre la valle di Hasli dove alimenta le centrali idroelettriche di Handegg e Innertkirchen; forma i laghi di Brienz e Thun e, divenuto navigabile, bagna Berna, attraversa il Lago di Biel, in cui però è stato deviato artificialmente tramite canali, e corre ai piedi del Giura, ricevendo le acque di diversi affluenti. Bagna altre città, fra cui Solothurn, Olten e Aarau fino a confluire nel Reno presso Koblenz.
 

Aare.

Massiccio delle Alpi Bernesi, culminante nel Finsteraarhorn (4.275 m). Vi nascono numerosi corsi d'acqua, tra cui il Rodano, il Reno e l'Aare.
 

Aba, Samuel.

Nobile ungherese. Cognato di Stefano il Santo, alla morte di quest'ultimo si oppose alla legittima successione di Pietro Orseolo, nel 1041, capeggiando la rivolta dei Magiari, avversari della sua politica filo imperiale. Acclamato re d'Ungheria, lottò contro Pietro e contro l'imperatore Enrico III, fino al 1044, quando fu ucciso come usurpatore (m. 1044).
 

Ab absurdo.

Locuzione latina: dall'assurdo. Nella logica classica, tipo di argomentazione che dimostra la validità di una proposizione attraverso la prova dell'assurdità della proposizione contraria. Questo procedimento viene talvolta seguito anche in matematica ed è chiamato "dimostrazione per assurdo".
 

Àbacà.

Fibra tessile, detta anche canapa di Manila, ricavata da alcune piante della famiglia Musacee, in particolare dalla Musa textilis coltivata nella Filippine. Si ottiene dal falso fusto, formato dai piccioli delle lunghe foglie avvolte le une sulle altre, lungo anche 7 m. Con le fibre migliori, estratte di solito dalle foglie più interne, si confezionano tele e tessuti leggeri e resistenti, con le più grossolane corde e gomene.
 

Àbaco.

Tavoletta di forma rettangolare usata per eseguire calcoli. ║ Per estens. - Libretto delle prime elementari nozioni di aritmetica; tavola pitagorica; arte di conteggiare.

• Encicl. - L'a. era già conosciuto e usato da Cinesi, Babilonesi, Greci e Romani. Nella forma più perfezionata l'a. romano era formato da un certo numero di sottili aste di ferro o bacchette, in cui venivano infilati e fatti scorrere gettoni o palline forate indicanti progressivamente, in sezioni di diverse dimensioni, le unità, le decine, le centinaia. In Occidente l'uso dell'a. si diffuse a partire dal Mille, soprattutto grazie a Gerberto d'Aurillac, poi papa Silvestro II. Cadde in disuso progressivamente in seguito all'introduzione delle cifre arabe (XII sec.), ma fu usato fino al Seicento, nelle attività commerciali. Oggi l'a. è ancora impiegato nei Paesi orientali, mentre in Occidente ha conservato una funzione didattica come pallottoliere nella prima istruzione.

• Mat. - Rappresentazione grafica di una funzione che consente di calcolarne in modo approssimativo, ma immediato, i valori.

• Arred. - Presso i Romani, tavolino in marmo usato per esporre suppellettili preziose o offerte agli dei.

• Arch. - Negli ordini architettonici classici, parte superiore del capitello, detta anche dado, sulla quale poggiava l'architrave o l'arco. Nell'ordine ionico greco, l'a. era molto sottile e aveva una sola scanalatura, nel corinzio aveva la forma di un parallelepipedo a facce piane. L'a. fu adottato anche in epoca medievale, ma la sua forma e la sua funzione mutarono, ed esso si trasformò in un elemento piuttosto alto e robusto. Nell'architettura moderna l'a. è quasi del tutto scomparso.
 

Abacùc.

Profeta ebraico. Fu l'autore dell'omonimo libro dell'Antico Testamento, ottavo dei dodici cosiddetti minori. La sua profezia è costituita da 56 versetti divisi in tre capitoli. I primi due, in uno stile ricercato e immaginoso, riportano un dialogo fra Dio e il profeta in cui si annuncia il castigo di Israele per mano dei Caldei e la rovina di empi e idolatri. Il terzo capitolo, un inno che ricorda molto lo stile dei salmi, canta la teofania e la potenza di Yahweh. L'unico metodo di datazione possibile di questo scritto è quello interno: gli accenni allo spostamento dei Caldei verso Occidente, senza che però risulti ancora il loro arrivo a Gerusalemme, spinge a collocare la composizione al tempo del Regno di Joachim, tra la fine del VII e il principio del VI sec. a.C.
 

Abadàn.

Città (206.073 ab.) e porto dell'Iran sud-occidentale, nella provincia del Khuzistan. Sorge sull'isola omonima nel delta dello Shatt el-Arab. La città, già porto marittimo in età abbaside nei secc. VIII e IX, fu a lungo contesa fra la Turchia e la Persia, finché venne assegnata a quest'ultima con un trattato del 1847. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi della zona, affidata alla Anglo-Persian Oil Company, portò a costruire qui la prima raffineria nel 1909, grazie alla facilità dei collegamenti fluviali della città con l'interno e col Golfo Persico. Allo sviluppo economico, che ne ha fatto il maggiore centro di deposito e raffinazione, nonch‚ punto nevralgico di raccordo di numerosi oleodotti del Paese, ha corrisposto un parallelo sviluppo urbanistico. La capacità produttiva degli impianti, nazionalizzati nel 1951, è stata compromessa dagli attacchi subiti nel 1980, durante la guerra del Golfo.
 

Abàdidi.

Vedi ABBADIDI.
 

Abadie, Paul.

Architetto francese. Esponente della corrente eclettica, si dedicò in particolare al restauro, a volte un po' troppo radicale, di diverse chiese nelle città di Angoulême, Bordeaux e Périgueux. Autore di numerosi edifici in stile medievale, come l'Hôtel-de-ville di Angoulême, la sua fama è legata alla chiesa parigina del Sacré-Coeur a Montmartre, ispirata allo stile bizantino e romanico, sia lombardo che francese (Parigi 1812 - Chatou 1884).
 

Abai.

Fiume (1.000 km) dell'Etiopia, corrispondente al primo tratto del Nilo azzurro, affluente di destra del Nilo con le acque dell'Acrocoro etiopico. È compreso fra il lago Tana, di cui è emissario, e i confini occidentali etiopici.
 

Abakán.

Fiume (560 km) della Russia. Scorre in Siberia ed è affluente dello Ienissei di cui è uno dei maggiori rami sorgentizi.
 
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