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Viviani, René-Raphaël.

Uomo politico francese. Laureatosi in Giurisprudenza presso l'università di Algeri, si trasferì poi nel continente per aprire uno studio legale a Parigi. Contemporaneamente all'attività professionale cominciò a svolgere anche un'attività politica - si era iscritto al Partito socialista francese - che lo portò, nel 1893, sui banchi del Parlamento, e, poco dopo, ad assumere le funzioni di capogruppo dei deputati socialisti. Nel 1902 venne sconfitto alle elezioni politiche e nel 1904 fondò con J. Jaurès il nuovo Partito socialista unificato al cui successo, nelle elezioni del 1906, contribuì grandemente con i suoi articoli apparsi su "L'Humanité". Nello stesso 1906 entrò a far parte del Governo Clemenceau come ministro del Lavoro, carica che conservò fino al 1910 anche in altri successivi Governi. Nel 1913 Deumergue gli affidò il portafoglio dell'Istruzione; dopo una sua netta vittoria alle elezioni del 1914 ebbe l'incarico di costituire il nuovo Governo radical-socialista, durante il quale cercò di opporsi in tutti i modi alla guerra con la Germania; visti vani i suoi sforzi fece il possibile per migliorare la posizione militare e diplomatica della Francia in previsione dell'intervento. Fino alla fine del 1915 fu presidente del Consiglio dei ministri e quando venne sostituito in quella carica da Briand, questi lo nominò ministro della Giustizia. Fece poi parte di una missione francese negli Stati Uniti incaricata di sollecitare l'intervento americano a fianco degli Alleati; si recò a Washington insieme con il generale Joffre. Nel 1921 rappresentò la Francia alla Conferenza navale di Washington e, più tardi, alla Società delle Nazioni. Ha pubblicato alcune opere storiche (L'action du parti socialiste e Histoire de la Restaraution) e altre sul tema del lavoro (Les retraites ouvriéres et paysannes: "Le ritenute agli operai e ai contadini") (Sidi-Bel-Abbès, Algeria 1863 - Plessis-Piquet 1925).