Divinità romana. Come la greca Nike (V.), personificazione della vittoria. Nel 294 a.C. venne votato il tempio eretto in suo onore sul Palatino dal console Lucio Postumio. Ciò che rappresentava fece sì che la dea venisse in un secondo tempo assunta a rappresentare le vittorie ottenute dai capi politici (V. Augusta) e, successivamente, fosse eletta protettrice dei soldati e dei combattenti in genere. Nel 357 Costanzo diede ordine che venisse rimossa l'ara della V. fatta erigere da Augusto nel 29 a.C. scatenando una serie di polemiche in ambito pagano. Ricollocata al suo posto durante il regno di Giuliano, venne definitivamente rimossa con Graziano (382), cui seguì l'insuccesso del tentativo di ripristino fatto nel 384 da Simmaco e Vettio Agorio Pretestato nei confronti di Valentiniano II, quest'ultimo sostenuto nel suo operato da sant'Ambrogio.