Mercante e uomo politico italiano. In
contrasto coi Guelfucci e costretto a fuggire (1419) da Città di
Castello, vi ritornò con l'appoggio di Braccio da Montone. Rientrato
nuovamente dopo un'ulteriore fuga,
V.
fu tra gli otto della
magistratura cui Eugenio IV delegò il potere sulla città.
Ambasciatore nel 1438 e nel 1440 presso il papa, ottenne il vicariato per
Città di Castello, dove fu venerato come sostenitore della libertà
(m. Città di Castello, Perugia 1462).