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Vitèllio, Àulo.

Imperatore romano. Di famiglia aristocratica, venne designato console (48) e proconsole d'Africa; posto al comando delle legioni della Germania inferiore venne acclamato imperatore (2 gennaio 69) dalle truppe ribelli a Galba. Dopo l'assassinio di quest'ultimo e la successione di Otone al trono (15 gennaio), V. si mise in marcia per l'Italia, sostenuto da numerose provincie (Gallia Belgica, Lugdunense, Narbonense, Rezia, Aquitania, Britannia e Spagna), superando facilmente la debole resistenza oppostagli da Otone, suicidatosi dopo la sconfitta di Bredriaco (aprile 69). Incapace tuttavia di sfruttare la posizione raggiunta, dopo l'ulteriore riconoscimento dell'Oriente, e di moderare i propri risentimenti nei confronti degli avversari, V. incontrò l'opposizione delle legioni del Danubio che gli mossero contro sotto il vessillo di Vespasiano (riconosciuto imperatore in Egitto il 1° luglio), sconfiggendolo duramente a Cremona. V. tentò di organizzare un'estrema resistenza presso Roma dove tuttavia le truppe del nuovo reggente, guidate da M. Antonio Primo, irruppero il 20 dicembre, catturando e gettando V. dalle gemonie (V. GEMONIE, SCALE) (15-69).