Pseudonimo di
Iàcopo Barozzi. Architetto italiano. Tra gli artefici più celebrati dell'architettura
manierista, nonché uno dei massimi rappresentanti dell'architettura
religiosa controriformista, ebbe anche vastissimo seguito come trattatista.
Scarse le notizie biografiche: studiò pittura e prospettiva a Bologna,
subendovi l'influenza di Sebastiano Serlio. Dal 1534 fu a Roma, lavorando
dapprima come architetto alle fabbriche vaticane e quindi come segretario
dell'Accademia vitruviana. Dal 1541 al 1543 fu in Francia, al servizio di
Francesco I, ma non si sa con certezza cosa fece. Di ritorno a Bologna,
sovrintese a lavori di carattere tecnico, come la costruzione del ponte sul
Samoggia e del canale del Navile; contemporaneamente progettava il completamento
della chiesa di San Petronio e dava inizio ai lavori di palazzo Piella e del
portico dei Banchi. Con il ritorno a Roma nel 1550 inizia per il
V. il
periodo più intenso e fortunato della sua carriera, per il quale
poté considerarsi, specie presso la famiglia Dal Monte e presso la casa
Farnese, l'erede di Antonio da Sangallo. I primi lavori di
V. a Roma
furono il palazzo principale della villa di papa Giulio III (oggi sede del Museo
Etrusco), e il tempietto di Sant'Andrea sulla via Flaminia (1554), primo esempio
di schema pseudocentrale dovuto all'adozione dell'ellisse invece del cerchio.
Per il cardinale Alessandro Farnese
V. progettò il palazzo di
Caprarola (1559-64), presso Viterbo. Sulla pianta pentagonale ideata da Sangallo
egli innalzò pareti animate da finestre e da loggiati, e concepì
il suggestivo cortile ellittico. Con la chiesa del Gesù a Roma (1568)
egli definì la tipologia delle chiese della Controriforma: terminato solo
dopo la morte del
V., l'edificio recupera e sviluppa dinamicamente il
motivo dell'interno ad aula unica con cappelle laterali, che già
l'Alberti aveva adottato per la chiesa di Sant'Andrea a Mantova. Dopo la morte
di Michelangelo,
V. ebbe l'incarico di dirigere la fabbrica di San Pietro
(1564-73) di cui progettò le due cupole minori. Altre sue opere sono: la
chiesa di Sant'Anna, l'oratorio di San Marcello, i portichetti sulla scalea del
Campidoglio; il palazzo ducale di Parma; il palazzo Farnese di Piacenza; la
chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi; villa Mondragone a Frascati; il
palazzo dei Pecora, la Loggia del Mercato e la Madonna delle Grazie, a
Montepulciano; la villa Gambara, poi Lante, a Bagnaia. Importante per gli
sviluppi futuri dell'architettura barocca fu il suo trattato teorico-pratico
Regola delli cinque ordini di architettura (1562); ebbe sepoltura nel
Pantheon (Vignola, Modena 1507 - Roma 1573).