eXTReMe Tracker
Tweet

Vietnam.

(o Viet-nam). Stato (331.040 kmq; 83.181.000 ab.) dell'Asia sud-orientale, situato nel settore orientale nella Penisola Indocinese. Si affaccia a Est sul Mare Cinese meridionale e a Sud-Ovest sul golfo del Siam; confina a Nord con la Cina, a Ovest col Laos e con la Cambogia. Capitale: Hanoi. Città principali: Ho Chi Minh (ex Saigon), Haiphong, Da Nang, Nha Trang. Ordinamento: Repubblica socialista. Secondo la Costituzione del 1992 il potere legislativo è esercitato dall'Assemblea nazionale composta da 450 membri, eletti ogni cinque anni a suffragio universale, ai quali spetta il compito di eleggere il presidente della Repubblica, che resta in carica cinque anni. Il Consiglio dei ministri (presieduto da un primo ministro) esercita il potere esecutivo. La nuova Costituzione (che ha sostituito quella del 1980) ribadisce il ruolo guida del Partito comunista, pur introducendo la proprietà privata e rinunciando al marxismo-leninismo. Moneta: dong, suddiviso in 100 xu. Lingua: vietnamita (annamita). Religione: taoista e buddista (nelle regioni centro-meridionali); consistenti minoranze di cattolici e caodaisti.

GEOGRAFIA

Il territorio vietnamita è suddiviso in tre regioni distinte: il Tonchino a Nord, inserito nel territorio cinese, il quale forma una pianura alluvionale attorno al delta del Fiume Rosso (in vietnamita, Song Hong Ha o Songkoi); la Cocincina a Sud, la maggiore pianura del Paese, formata anch'essa dai depositi alluvionali dell'altro grande fiume del V., il Mekong; l'Annam, fascia litoranea montuosa che unisce le due precedenti regioni. A Nord essa coincide con la Cordigliera Annamitica, formazione calcarea poco elevata che separa il V. dal Laos e dalla Cambogia, senza tuttavia che il confine segua una linea di cresta o di displuvio. Questa fascia (che al centro del paese si restringe fino a circa 90 km) si allarga quindi verso Sud dando origine ad altipiani che raggiungono i 1500 m di altezza. Altri rilievi presenti nel territorio vietnamita sono, a Nord, le ultime propaggini dei monti dello Yunnan cinese, che si connettono con la cordigliera anammitica. Montuoso per circa tre quarti della sua superficie, il V. ha le sue vette più alte nel Fan Si Pan (3.142 m) e nel Phu Luong (2.985 m), monti che fanno parte dei massicci del Nord, posti tra la valle del Fiume Rosso e quella del Fiume Nero. Il sistema idrografico del V. è caratterizzato dai grandi delta del Fiume Rosso e del Mekong, dai quali deriva una fittissima rete di canali per l'utilizzo agricolo (risicoltura) e per la navigazione interna. Il Fiume Rosso ha i suoi principali affluenti nel Fiume Nero (Song Da) e, un po' più a monte, nel Fiume Chiaro (Song Lo). A causa delle piogge monsoniche e data la loro natura di fiumi pensili, essi sono soggetti a variazioni di portata molto notevoli che spesso provocano l'inondazione delle pianure del Tonchino. Anche il Mekong è soggetto a imponenti portate di piena, che tuttavia trovano sfogo sia nel lago cambogiano del Tonle Sap che nelle aree paludose nel delta. Il sistema deltizio del Mekong (che scorre in V. solo per i terminali 220 dei suoi 4.500 km di lunghezza) è suddiviso in due bracci principali, il Tien Giang e il Hau Giang, a loro volta suddivisi in rami minori. L'idrografia del V. è completata dai fiumi che originano dalla Cordigliera anammitica, le cui foci hanno creato brevi pianure litoranee a carattere alluvionale, che si alternano alle propaggini collinari che dominano la costa. La particolare conformazione del V., allungato per oltre 2.000 km in direzione Nord-Sud, la sua morfologia e la vicinanza del mare comportano certe differenziazioni climatiche a livello locale; per esempio, maggiori precipitazioni invernali nel Tonchino, temperature più basse nelle regioni montuose, il verificarsi di tifoni estivi sulle coste meridionali. Tuttavia, il tratto climatico fondamentale è la presenza delle due stagioni monsoniche: un inverno asciutto e un'estate piovosa, che va da giugno ai primi mesi invernali ed è preceduta da un periodo caldo e afoso. Le piogge superano i 1.500 mm all'anno nelle pianure deltizie, mentre raggiungono addirittura i 4000 mm nelle regioni centro-meridionali della Cordigliera Annamitica. Le temperature oscillano fra i 25 e i 30 °C, con scarse escursioni annue e diurne tranne che nel Tonchino, più esposto a influssi continentali, dove si registra una media di 16 °C in gennaio ad una media di 28 °C in luglio.
Cartina del Vietnam

Hanoi: ingresso al Tempio del lago della Spada Restituita


ECONOMIA

Paese ancora essenzialmente agricolo, il V. si presenta tuttavia ancora diviso tra un Nord e un Sud segnati da una diversa evoluzione socio-economica che ha prodotto strutture produttive opposte. Nel Nord, dagli anni Cinquanta del XX sec. la riforma in senso collettivistico dell'economia ha prodotto una certa modernizzazione dell'agricoltura e ha avviato un'industrializzazione su base statale e cooperativa, in parte collegata con il mondo rurale; nel Sud perdurava invece la struttura economica imposta dal regime coloniale, basata sul latifondo e una maggiore diffusione delle coltivazioni commerciali (piantagioni di caffè, tè, gomma) piuttosto che alimentari. La lunga e devastante guerra contro gli Stati Uniti ha impoverito le risorse del Paese e ne ha ulteriormente rallentato lo sviluppo: le infrastrutture industriali del Nord venivano danneggiate dai bombardamenti, al Sud cominciava a verificarsi un massiccio fenomeno di esodo dalle campagne. Oltre che dallo sforzo di riparazione degli immensi danni causati dalla guerra, il periodo successivo alla riunificazione politica del Paese (1976) fu dunque caratterizzato dall'obiettivo di uniformare i due diversi sistemi produttivi. Dopo aver cercato di estendere anche al Sud la collettivizzazione agricola, a partire dal 1986 il Governo avviò una politica di cauta apertura all'economia di mercato, favorendo la creazione di imprese private, anche con il concorso di capitali di provenienza asiatica ed occidentale (attratti anche dal fatto di poter disporre di manodopera abbondante, poco costosa, flessibile e generalmente istruita) e incrementando gli scambi commerciali con Giappone, Taiwan, Hongkong, Singapore e altri paesi dell'ASEAN. Ad agevolare tali scambi contribuiva il ripristino di una rete infrastrutturale (strade, ferrovie, vie d'acqua interne e i porti di Haiphong, Da Nang, Ho Chi-minh) riportata ad uno stato di efficienza dopo le distruzioni belliche. Un primo significativo successo della politica economica vietnamita fu il raggiungimento dell'autosufficienza alimentare (1983) mentre, negli anni compresi tra il 1985 e 1993, il PIL cresceva mediamente del 7% annuo e di quasi il 9% nel 1994; l'inflazione subiva un prodigioso arretramento, passando dal 700% (1987-89) al 4% (1993). Nonostante la ripresa economica, il reddito pro capite continua a rimanere basso (poco più di 1000 dollari nel 1993) e la disoccupazione è valutata attorno al 12%.L'agricoltura, praticata sul 20% della superficie territoriale, occupa circa i due terzi della popolazione attiva. Per la coltivazione del riso, elemento base dell'alimentazione vietnamita, è ancora impiegata la tradizionale tecnica dell'inondazione stagionale, ma sono diffusi anche metodi di irrigazione controllata, tanto da consentire due raccolti l'anno. La produzione risicola, concentrata soprattutto nelle pianure del Tonchino e della Cocincina, consta di 190-200 milioni di q all'anno. Dopo il riso seguono, anche se a grande distanza, le produzioni di mais (8,5 milioni di q) coltivato nelle aree montuose, di manioca (30 milioni di q), della patata e di ortaggi vari (cipolle, fagioli). Una certa diffusione hanno le produzioni frutticole (banane, ananas, agrumi) e le colture destinate alla trasformazione industriale (canna da zucchero, soia, arachidi, cotone, juta, caffè, tè, tabacco), praticate soprattutto nel Sud. Nonostante l'imponente distruzione causata dai defolianti impiegati durante la guerra, il patrimonio forestale, che copre il 30% del territorio vietnamita, resta cospicuo ed è ancora sottoposto a reintegro. L'esportazione di essenze lignee pregiate è stata sospesa dal 1992, ma è rilevante lo sfruttamento del bambù per fabbricare abitazioni, mobili, utensili. Importanza marginale ha l'allevamento, tranne che per quanto riguarda i suini e i volatili da cortile, che fungono però da complemento della dieta alimentare della gente dei villaggi. Notevolmente sviluppata l'attività della pesca, praticata sia in acque marine che nelle risaie allagate, con oltre 1 milione di t di pescato all'anno. I prodotti ittici hanno grande importanza nell'alimentazione locale, sia sotto forma di consumo diretto che attraverso la preparazione del nuoc-mam, condimento tipico del V., ottenuto dalla fermentazione del pesce. Le risorse minerarie del Nord (in primo luogo carbone, poi fosfati e minerali metalliferi come stagno, ferro, zinco) non sono ingenti, ma hanno permesso un certo sviluppo dell'industria siderurgica, metallurgica, meccanica e chimica. I giacimenti sottomarini di petrolio scoperti dal 1984 forniscono circa 6 milioni di t di greggio destinati tutti all'esportazione, garantendo oltre un quarto degli introiti del Paese. Nel Sud è più diffusa la piccola impresa, impegnata in settori tradizionali come il tessile e l'alimentare (birrifici, zuccherifici, riserie); presenti anche fabbriche di materiale da costruzione, cartiere, manifatture del tabacco, impianti per la lavorazione della gomma.

STORIA

L'origine storica del V. è da individuarsi nel regno del Nam-Viet, costituitosi come Stato indipendente dal 208 a.C. e successivamente annesso alla Cina. Nel 939 il Nam-Viet, liberatosi dalla sudditanza all'impero cinese e avendo assunto il nome di Dai-Viet, iniziò sotto le varie dinastie nazionali un lungo processo di annessione, che giunse fino ad includere nel 1471 l'Annam meridionale. Verso la metà del XVI sec., in coincidenza con la prima colonizzazione europea, il territorio vietnamita era di fatto diviso in due Stati, l'uno comprendente le regioni settentrionali (Tonchino), l'altro, comprendente le regioni meridionali (Cocincina). La penetrazione francese nell'area indocinese era iniziata nella prima metà del XVIII sec. e aveva portato nel 1787 alla firma di un accordo con la Cocincina. Questa regione fu la base per la riunificazione del territorio vietnamita, che avvenne nel 1802 per iniziativa della potente famiglia Nguyen la quale, col determinante appoggio francese, impose la propria sovranità su tutto il Paese. La presenza della Francia divenne più massiccia nei decenni successivi: nel 1862 i Nguyen, per fronteggiare il pericolo di una rivolta contadina nel Nord, firmarono un primo trattato coloniale con la Francia, sottoscrivendo nel 1874 un nuovo trattato che sanciva l'estensione del regime coloniale su tutto il territorio. Nel 1887 veniva creata l'Indocina francese, comprendente l'intero V. oltre che la Cambogia e il Laos. Dagli inizi del XX sec. la dominazione coloniale fu osteggiata da formazioni politiche nazionaliste rivoluzionarie, dalle quali nacque nel 1930 il Partito comunista indocinese (Lao Dog, partito del lavoro), il cui maggiore esponente era Ho Chi-Minh, convinto assertore della necessità di integrare la lotta per l'emancipazione proletaria con la lotta anticoloniale. La durissima repressione seguita all'insurrezione contadina scoppiata nell'estate del 1930 nel V. centrale limitò notevolmente l'azione del movimento di liberazione, almeno sino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Nel 1940 fu stipulato un accordo tra l'amministrazione francese, espressa dal regime di Vichy, e il Giappone, che diventava forza di occupazione nell'Indocina. Nel maggio dell'anno seguente nasceva il Viet-minh (Lega per l'indipendenza del V.) che in breve tempo sarebbe riuscito a guadagnare alla causa della rivoluzione masse sempre più imponenti. Nel marzo 1945 il Giappone aveva dichiarato decaduta l'amministrazione francese e riconosciuta l'indipendenza del V. sotto la sovranità dell'imperatore dell'Annam, Bao Dai. Nell'estate dello stesso anno, tuttavia, il Viet-minh riuscì a conquistare Hanoi e ad assumere il controllo del Paese. Il 2 settembre 1945 - dopo l'abdicazione di Bao Dai e la resa del Giappone - veniva proclamata la Repubblica Democratica del Vietnam (RDV), con Ho Chi-Minh presidente. La Francia, dopo avere in un primo tempo sottoscritto un accordo con il nuovo Stato, nel 1946 tentò di ripristinare il dominio coloniale su tutto il Paese. Il Viet-minh rispose all'attacco francese organizzando un vasto movimento di resistenza partigiana al comando del generale Giap. Dopo i primi successi, le forze francesi si trovarono a dover fronteggiare l'aspra guerriglia delle formazioni partigiane. Nel 1948 la Francia riconosceva lo Stato del V. (Annam, Tonchino, Cocincina, con capitale Saigon) sotto la sovranità di Bao Dai che, da parte sua, si impegnava ad aderire all'Unione Francese. Nonostante il forte impegno militare francese e gli aiuti finanziari concessi dagli Stati Uniti al regime di Bao Dai, le sorti della guerra cominciarono a volgere decisamente in favore della RDV, ufficialmente riconosciuta nel 1951 dall'Unione Sovietica e dagli altri Stati comunisti, tanto più che la vittoria della Cina comunista poneva fine all'isolamento del Viet-minh in Asia. La disfatta francese a Dien Bien-Phu (maggio 1954) rappresentò l'atto conclusivo della guerra d'Indocina. La Conferenza di Ginevra (aprile-luglio 1954) fra il Governo francese e quello del Viet-minh stabilì la provvisoria divisione del Paese lungo il 17° parallelo in attesa delle elezioni politiche generali del 1956. Al Nord si formò la Repubblica Democratica del V., che durante la guerra aveva conquistato ampie zone rurali, al Sud si costituiva lo Stato del V., filoccidentale. Le elezioni che secondo gli accordi di Ginevra avrebbe dovuto ripristinare l'integrità nazionale del V. non si fecero mai, osteggiate dagli Stati Uniti che si proponevano di fare del V. del Sud un baluardo anticomunista in Asia. Nel frattempo (ottobre 1955) Ngo-dinh-Diem, già capo del Governo del V. del Sud, aveva deposto l'imperatore Bao Dai proclamando la Repubblica del V. Instaurato un regime autoritario, sostenuto dagli Stati Uniti, Diem rifiutò, alla scadenza prestabilita, di convocare le elezioni, provocando la sollevazione (1957) dei contadini che ripresero la lotta armata. L'azione di guerriglia dei partigiani sud-vietnamiti, detti Vietcong e organizzati nel Fronte nazionale di liberazione (FNL), proseguirà intensissima con l'aiuto del Governo nord-vietnamita, che riceverà a sua volta aiuti dall'Unione Sovietica e dalla Cina. Nell'ambito della politica interna, il Governo nord-vietnamita, dominato dal partito del Fronte patriottico che nel 1955 aveva sostituito il Viet-minh, avviava il processo di costituzione di uno stato socialista (sancito dalla nuova costituzione del 1959) introducendo la collettivizzazione dei mezzi di produzione e il sistema cooperativistico. Intanto, il Governo di Diem incontrava un'ostilità sempre più diffusa, tanto che gli stessi Stati Uniti ritirarono il proprio appoggio. Nel 1963 un colpo di Stato militare rovesciava il regime di Diem, senza però riuscire a dare allo Stato del Sud la stabilità politica necessaria a governare il conflitto con la parte nord-vietnamita. Dopo un succedersi di colpi di stato militari, nel 1965 si insediò al potere una giunta presieduta da Nguyen-van-Thieu. Nello stesso anno, senza alcuna dichiarazione di guerra, perseguendo l'intento di colpire l'economia nord-vietnamita e indurre il Governo a ritirare il suo appoggio ai guerriglieri Vietcong, gli Stati Uniti iniziarono una serie di bombardamenti contro obiettivi militari e civili nel V. del Nord. Fallito il tentativo di piegare la resistenza vietcong nel Sud attraverso i bombardamenti nel territorio nord-vietnamita, gli Stati Uniti intervennero allora con contingenti militari sempre più numerosi (16.500 uomini nel dicembre 1963, 166.000 nel dicembre 1965, 316.000 alla fine del 1966, 465.000 nel 1967, circa 550.000 nella primavera del 1968) senza però riuscire a piegare le forze di liberazione, che nel gennaio 1968 lanciarono un'offensiva generalizzata contro oltre un centinaio di città del Sud (la cosiddetta "offensiva del Têt"). La constatazione di non riuscire a sbloccare la situazione bellica, unitamente allo sdegno suscitato presso l'opinione pubblica statunitense e mondiale per il dispendio di vite umane causato dal protrarsi della guerra, indusse il Governo statunitense a ridurre il proprio impegno militare attuando la cosiddetta vietnamizzazione del conflitto. Le trattative di pace avviate a Parigi nel marzo 1968 ebbero l'effetto di far sospendere temporaneamente i bombardamenti sul Nord, ma nei mesi successivi non riuscirono a produrre altri risultati apprezzabili. Nel 1969 il Fronte di Liberazione nazionale del V. del Sud dava vita al Governo rivoluzionario provvisorio, (GRP) immediatamente riconosciuto dall'Unione Sovietica, dalla Cina e da vari altri Paesi, non solo comunisti, costituendo una base politica alternativa al Governo di Van Thieu, trasformato ormai in un centro di potere personale, teso allo smantellamento di ogni opposizione costituzionale. Nel 1972 furono ripresi a Parigi i colloqui di pace interrotti l'anno precedente, che si conclusero con la stesura di una bozza di accordo, destinata però a restare per alcun tempo inattuata: il conflitto si riaccese coinvolgendo anche Laos e Cambogia e, mentre le forze di Hanoi e del Governo provvisorio rivoluzionario lanciavano un'ampia offensiva nel Sud, i bombardamenti statunitensi sul V. del Nord ripresero con rinnovata violenza. Tuttavia l'accordo di pace venne sottoscritto il 27 gennaio 1973; esso contemplava l'immediata cessazione del fuoco, il ritiro delle truppe americane entro 60 giorni e il mantenimento provvisorio del Governo filostatunitense e di quello rivoluzionario a Saigon, fino allo svolgimento di elezioni per la riunificazione. Ancora una volta, tuttavia, le consultazioni non furono convocate. Nel dicembre 1974 il Governo rivoluzionario provvisorio iniziò una nuova grande offensiva che si concluse nell'aprile 1975 con la conquista di Saigon (ribattezzata Ho Chi Min) da parte delle truppe del GRP e di quelle del V. del Nord. Dalla riunificazione del Paese nasceva quindi la Repubblica socialista del Viet Nam, proclamata ufficialmente nel luglio 1976 dall'Assemblea nazionale eletta in aprile; la costituzione nordvietnamita del 1959 venne estesa a tutto il Paese, sostituita dalla nuova costituzione nel 1980, in cui veniva abbandonata la rigida impostazione marxista-leninista anche se vi era ribadito il ruolo guida del partito comunista. Il nuovo Governo dovette affrontare gli immani problemi derivanti dalla ricostruzione e dal superamento della dicotomia tra il Sud, relativamente occidentalizzato e il Nord; la popolazione urbana del Sud si mostrò poco propensa ad assecondare il programma governativo di ripopolamento delle campagne e la comunità commerciale (composta prevalentemente da Cinesi) si oppose all'accresciuto intervento statale nell'economia. Sul piano internazionale, inoltre, il nuovo Paese si trovò a gestire difficili rapporti con la Cambogia, influenzata politicamente dalla Cina e contraria al disegno vietnamita di una forte integrazione fra i tre Stati indocinesi. La conflittualità con il Governo di Pechino degenerò allorché, nel 1979, le truppe vietnamite occuparono la Cambogia instaurando un regime filovietnamita che resse il Paese fino ai primi anni Novanta. L'evolversi degli avvenimenti determinò l'isolamento diplomatico del V.: nel 1979-80 il Giappone, i paesi dell'ASEAN e quelli della CEE sospesero i loro aiuti economici, condizionandone la ripresa al ritiro delle truppe di Hanoi dalla Cambogia. Vennero così aggravati gli effetti dell'embargo statunitense, deciso nel 1969 nei confronti della RDV ed esteso nel 1975 al resto del Paese. A causa della difficile situazione, dal 1978 e per tutto il decennio successivo milioni di persone (boat people) lasciarono il V. nel disperato tentativo di espatriare attraverso il golfo del Siam. Sul piano interno il regime comunista continuò il processo di integrazione forzata tra il Sud e il Nord incrementando la militarizzazione del Paese (l'esercito toccò, per la prima volta, la cifra record di 1.220.000 effettivi), finché una nuova classe dirigente, guidata da Nguyen-van-Linh (leader riformista del partito dal dicembre 1986), non cominciò ad introdurre una riforma dell'economia, offrendo condizioni favorevoli agli investimenti stranieri e concedendo spazio alle piccole imprese private. Se queste iniziative favorirono sensibilmente il commercio con il Giappone, Singapore ed altri Paesi, le esitazioni del Governo di Hanoi a decretare il ritiro delle truppe dalla Cambogia compromisero la ripresa di relazioni pacifiche sia con gli Stati Uniti ed altri governi occidentali che con la Cina. Alla fine, la distensione dei rapporti fra Cina e Unione Sovietica della seconda metà degli anni Ottanta permise, a partire dal 1988, l'avvio di una soluzione della questione cambogiana: nel settembre del 1989 le truppe vietnamite si ritiravano da Phnom Penh, determinando un inizio di normalizzazione dei rapporti con Pechino; nonostante le dispute territoriali in relazione alle frontiere comuni e alla sovranità sulle Isole Paracelso e alle Isole Spratly, intensi rapporti economici sono stati sviluppati dai due paesi negli anni successivi. La risoluzione della questione cambogiana permise inoltre al V. di riallacciare rapporti diplomatici e commerciali con molti paesi asiatici ed europei, parando al tempo stesso il colpo inferto alla propria economia dalla crisi dell'Unione Sovietica, sua tradizionale alleata. Non migliorò la situazione politica interna, sempre all'insegna di un rigido dogmatismo ed autoritarismo; il V. approvò infatti la repressione del Governo cinese contro i manifestanti di Piazza Tien-An Men. Nel 1991 Nguyen Van Linh venne sostituito nella guida del partito da Do Muoi e Vo Van Kiet, riformatore, subentrò a Do Muoi come primo ministro. Nel 1992 venne adottata una nuova Costituzione che ha creato la carica di presidente della Repubblica, alla quale fu eletto nel luglio il generale Le Duc Anh. La politica estera del V. ha fatto registrare ulteriori passi avanti nella cooperazione con i Paesi indocinesi (accordo dell'aprile 1995 con Cambogia, Laos e Tailandia per lo sviluppo del bacino del Mekong) e nelle relazioni con gli altri Paesi asiatici (ingresso del V. nell'ASEAN nel luglio 1995). Gli sforzi diplomatici del Governo di Hanoi sono stati coronati dalla cessazione dell'embargo da parte degli Stati Uniti e dalla ripresa delle relazioni diplomatiche ed economiche con quel Paese (1994-95). Restano critici, all'interno, i rapporti con le opposizioni al regime e con i movimenti di difesa dei diritti umani. Nel 1997 la vita socio-economica fu caratterizzata dalle continue proteste dei contadini, dagli effetti della crisi monetaria dei vicini Paesi e dalle rassicurazioni del Governo finalizzate a contenere possibili rivolte. Nel settembre dello stesso anno fu eletto il nuovo presidente Tran Duc Luong e il nuovo primo ministro Phan van Khai. Nel 2000, in occasione del 25° anniversario della liberazione dell'allora Saigon il Governo annunciò la liberazione di oltre 10.000 prigionieri e V. e USA raggiunsero uno storico accordo per l'avvio di normali relazioni commerciali (poco dopo ad Ho Chi Minh venne aperta la prima Borsa del Paese). Nel febbraio 2001 il presidente russo Putin si recò in visita ufficiale ad Hanoi, dove venne siglata un'intesa mirante a una cooperazione diplomatica e militare tra V. e Russia e furono sottoscritti accordi in materia bancaria, di calamità naturali e di sfruttamento del petrolio e del gas naturale. Le elezioni del giugno 2002 videro la vittoria del Partito comunista al Governo. Nel successivo mese di luglio il presidente uscente Duc Luong e il primo ministro van Khai vennero riconfermati dal Parlamento per un secondo mandato quinquennale. Nel gennaio 2004 il Paese confermò il primo decesso umano causato dall'aviaria; nel corso dell'anno il virus uccise oltre 30 persone. Nel giugno 2005 il primo ministro van Khai si recò negli Stati Uniti, si trattò della prima visita di un leader vietnamita dalla fine della guerra degli anni '60-'70. Sempre nello stesso anno Nguyen Minh Triet, già segretario generale del Partito comunista, divenne presidente della Repubblica e Nguyen Tan Dung andò a ricoprire la carica di primo ministro; entrambi gli uomini politici appartengono all'ala più favorevole alle riforme e sono considerati strenui avversari della corruzione nelle istituzioni. Dal gennaio 2007 il Paese, dopo anni di trattative, entrò ufficialmente nel WTO, dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
La guerra del Vietnam (1960-75)


POPOLAZIONE

L'etnia dominante è quella dei Viet o Kinh (l'8'7,2% della popolazione totale), ma esistono numerose minoranze. Tra queste, il gruppo Muong (1,2% del totale), di etnia strettamente affine ai Viet, tradizionalmente dedito all'agricoltura e residente in prevalenza nelle pianura e sulle zone costiere; la minoranza Thai (4,8%), stanziata nella regione montuosa settentrionale, e quella Mon-Khmer (2,6%), concentrata per lo più sui monti centro-meridionali. Le diversità etniche sono salvaguardate dallo Stato, che ha riconosciuto autonomia amministrativa alle regioni popolate dalle minoranze. Storicamente significativa la presenza dei Cinesi (1,6%) soprattutto in Cocincina e nella provincia di Ho Chi-minh (nel 1989 rappresentavano oltre il 10% del totale della popolazione), sebbene ora meno consistente dopo l'esodo seguito alla guerra e all'unificazione del Paese. Negli ultimi anni il ritmo di incremento demografico - dopo le perdite di vite umane e gli esodi dei profughi - è stimato attorno al 2,1% annuo, quindi piuttosto elevato anche se fortunatamente lontano dal 4% fatto registrare nei primi anni successivi all'indipendenza. Dopo la riunificazione del Paese, il Governo ha attuato politiche di migrazione interna per il ripopolamento delle aree rurali abbandonate, onde arginare il massiccio fenomeno dell'inurbamento. Nonostante questi sforzi, tuttavia, la popolazione vietnamita è distribuita in modo molto diseguale: mentre le zone montuose e la maggior parte degli altipiani sono quasi spopolate, la capitale e gli altri centri urbani raccolgono circa il 20% della popolazione totale; particolarmente critica è la situazione dei settori risicoli (delta del Fiume Rosso) e delle città della Cocincina, dove la densità raggiunge picchi altissimi (oltre 1.000 ab./kmq). Il fenomeno dell'espatrio clandestino via mare (boat people) ha alimentato negli anni Ottanta consistenti comunità vietnamite all'estero.