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Vertov, Dziga.

Pseudonimo di Denis Arkad'eviè Kaufman. Regista cinematografico sovietico. Dopo avere studiato Musica e Medicina, si arruolò nell'Armata Rossa dove affinò le sue doti di giornalista. Nel 1918 iniziò l'attività di operatore cinematografico dedicandosi all'attualità e impiegandosi in seguito presso gli studi cinematografici di Mosca. Nel 1922 fu tra i fondatori del gruppo Kinoki, insieme al fratello Mikhail, cameraman, e alla moglie, Yelizaveta Svilova, editor. Dal 1922 al 1925 diresse il cinegiornale "Kinopravda" e nel 1924 promosse Kinoglaz (Cine-occhio), manifesto del gruppo nel quale si teorizzava l'importanza dell'immediatezza cinematografica di stampo documentaristico. L'atteggiamento di V. nei confronti della riproduzione (o meglio registrazione) della realtà lo trasformò nel più innovatore rappresentante della cinematografia d'attualità, bene esemplificata nella realizzazione di cinegiornali e di reportage di profondo impegno. La forte vena idealistica, però, lo rese inviso alla seconda fase del regime sovietico, quella legata all'ascesa al potere di Stalin, e al consolidamento del realismo socialista, per cui il regista venne tacciato di formalismo ed estremismo e convinto a ritirarsi dall'attività. Resta comunque un innovatore, colui che riuscì a dare spessore e dignità ad un genere, quello del documentario sociale, per l'epoca innovativo e di rottura. Tra le opere di V., ricordiamo: Avanti Soviet! (1926); La sesta parte del mondo (1926); L'undicesimo (1928); L'uomo con la macchina da presa (1929), considerato il suo capolavoro; Entusiasmo (1930); Tre canti su Lenin (1934); Ninnananna (1937). Nel 1966 venne pubblicata postuma una raccolta di scritti, Articoli, diari, progetti (Bialystok, Polonia 1896 - Mosca 1954).