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Veronesi, Luìgi.

Pittore italiano. Avvicinatosi al mondo dell'arte tramite R. Giolli e E. Persico, nel 1932 fu a Parigi dove conobbe F. Léger, G. Vantongerloo e si accostò ai costruttivisti russi e olandesi. Nel 1933 aderì al movimento Campo grafico e l'anno seguente al gruppo Abstraction-Création, realizzando contemporaneamente progetti grafici e copertine per riviste quali "Casabella" e "Campo grafico". Nel 1935 partecipò alla prima esposizione collettiva d'arte astratta italiana tenutasi a Torino, e, da quell'anno, si rivolse alla sperimentazione fotografica, in particolare ai collage, all'astrattismo e allo studio del fotogramma, approfondendo inoltre nuove tecniche di illuminazione scenografica, quali l'impiego di luci colorate mobili per sottolineare l'espressività dell'attore; nel 1939 curò l'edizione di 14 variazioni di un tema pittorico, con l'accompagnamento di altrettante composizioni musicali costruite da R. Malipiero. Dopo essersi interessato a L. Moholy-Nagy e ai costruttivisti svizzeri, nel 1949 aderì al MAC (Movimento Arte Concreta), nel cui ambito ideò opere di una tessitura geometrica più concreta, per ritornare successivamente a forme di natura organica (ciclo Organico, 1960-63) assai più eteree ed eleganti. Con gli anni Settanta V. deviò la propria ricerca verso un approfondimento dei legami tra suono e colore, allestendo progetti scenografici per la Scala (1982-83) e realizzando le "musiche", traduzioni visive di composizioni musicali; dal 1973 al 1977 l'artista fu docente di Composizione e cromatologia presso l'Accademia di Brera e dal 1980 al 1987 alla Nuova Accademia di Milano (Milano 1908-1998).