Città del Veneto e capoluogo della provincia
omonima. È situata a 59 m s/m., nella pianura veneta, ai piedi dei Monti
Lessini, ed è bagnata dal fiume Adige. 253.208 ab. CAP 37100. •
Econ. - L'attività agricola (produzione ortofrutticola), in passato
largamente presente nel territorio cittadino, è attualmente relegata in
aree marginali. L'attività industriale ha un peso decisivo nell'economia
veronese e può contare su una buona varietà di settori: meccanico,
chimico, agro-alimentare (celebre l'industria dolciaria per la produzione del
pandoro, dolce tipico di
V.), della carta, grafico-editoriale, delle
calzature, dell'abbigliamento. Accanto alle grandi industrie, sono diffuse le
piccole e medie imprese. Notevoli sono le funzioni commerciali svolte dalla
città, favorite da una posizione geografica favorevole, lungo vie di
comunicazioni fondamentali. La città ospita manifestazioni fieristiche di
interesse internazionale: si ricorderanno la Fiera internazionale
dell'agricoltura e della zootecnia, Eurocarne, Vinitaly. Questi appuntamenti
fieristici, unitamente agli interessanti monumenti di varie epoche, alle
manifestazioni artistiche dell'Arena, al richiamo esercitato dalla romantica
storia di Giulietta e Romeo, attraggono su
V. un importante flusso
turistico. • St. - Abitata in principio da Reti o Euganei,
V. fu
probabilmente a fianco dei Romani nel 225 a.C. contro i Galli e nel 216 a.C.
contro Annibale, a Canne. Nell'89 a.C. divenne colonia latina, quarant'anni
più tardi ottenne la piena cittadinanza romana. Di fronte alla minaccia
dei Barbari, la città, per la sua posizione geografica, ebbe una funzione
strategica sempre più marcata; nel 265 l'imperatore Gallieno vi
costituì una colonia militare e riedificò la cinta muraria, sotto
la quale nel 312 Costantino ebbe la meglio su Ruricio Pompeiano, prefetto del
pretorio di Massenzio. Sede di diocesi sin dal III sec.,
V. fu elevata da
Teodorico a centro del suo Regno. Nel corso della guerra gotico-bizantina
(535-553), gli Ostrogoti restarono a lungo in possesso della città.
Occupata dai Longobardi nel 568,
V., scelta come residenza da re Alboino,
divenne successivamente sede di ducato. Caduta in mano a Carlomagno (774),
nonostante la difesa di Adelchi, divenne, sotto i Franchi, centro di un
comitato; all'epoca del Regno Italico fu per lungo tempo residenza di Pipino e
di Berengario, che vi morì assassinato nel 924. Nel 937 Ottone I
creò la Marca di
V. (V. OLTRE),
assegnata ai duchi di Baviera. La città ebbe forti legami con il mondo
germanico: i suoi vescovi furono per lungo tempo tedeschi e il Governo comitale
divenne appannaggio dei Sambonifacio, di remote origini saliche; la lotta per le
investiture, pertanto, la vide schierata a favore dell'Impero. L'ascesa di una
classe di mercanti favorì la nascita del comune, costituito nel 1136.
V. fu protagonista delle lotte contro Federico I Barbarossa, cui era
stata precedentemente legata: nel 1164 istituì la Lega della Marca
veronese, destinata a fondersi, tre anni dopo, con la Lega Lombarda; nel 1176
prese parte alla battaglia di Legnano. La pace di Costanza (1183)
significò per la città il riconoscimento dell'autonomia e della
libertà di commercio con la Germania. A partire dal 1197 il governo
cittadino fu affidato a un podestà; l'influenza di
V. si andava
nel frattempo allargando verso l'area del Garda, in contrasto con Ferrara e
Mantova. In questo periodo la vita politica interna fu caratterizzata dalle
lotte tra le principali famiglie; da questi conflitti emerse la figura di
Ezzelino III da Romano, che, sconfitti i Sambonifacio, divenne podestà
(1226-30) e in seguito, forte del sostegno di Federico II, assunse di fatto la
signoria di
V., nonché di Vicenza e Padova. Dopo la morte di
Ezzelino (1259), il cui dominio si era contraddistinto per ferocia, la
città, mantenendosi comunque ghibellina, fu retta dalle Arti, che
elessero capitano del popolo Mastino della Scala. La necessità di
contrastare i guelfi e i nobili fuoriusciti (che godevano dell'appoggio di
Padova, Mantova e Ferrara) portò alla rielezione annuale di Mastino,
creando in tal modo i presupposti per l'avvento della signoria. Le forme del
governo comunale furono liquidate da Alberto della Scala, che era stato eletto
capitano e rettore dopo l'uccisione del fratello Mastino, avvenuta nel 1277.
Morto Alberto nel 1301, gli succedette nella signoria Cangrande I (1311-29) che
ampliò notevolmente i propri domini nel Veneto (entrando in possesso di
Vicenza, Padova, Belluno, Feltre, Treviso); sotto di lui fiorì, inoltre,
la vita della corte. L'espansione dello Stato veronese continuò
inizialmente anche sotto Mastino II (1329-51); la guerra mossa a
V. da
un'alleanza veneto-fiorentino-lombarda (1336-39) ridimensionò, tuttavia,
sensibilmente i territori in mano agli Scaligeri, che conservarono soltanto
V. e Vicenza. Incominciò così la decadenza politica della
città, culminata, nel 1387, nella conquista da parte di Gian Galeazzo
Visconti, che annesse lo Stato veronese. Consumatosi in breve un tentativo di
restaurazione della signoria scaligera, messo in atto da Guglielmo (1404),
V., dopo una fugace parentesi sotto Francesco da Carrara, fu incorporata,
nel 1405, nei territori della Repubblica di Venezia, sotto la quale rimase,
fatto salvo il periodo (1509-17) in cui fu occupata dall'imperatore Massimiliano
I, fino al giugno 1796, quando vi si insediarono i Francesi. Il comportamento di
questi ultimi suscitò nella città un acuto malcontento, che si
espresse nella sommossa delle Pasque veronesi (17-23 aprile 1797), soffocata
dagli occupanti. Il Trattato di Campoformio (1797) sancì il passaggio di
V. agli Austriaci; la pace di Lunéville (1801) lasciò
all'Austria la parte della città a sinistra dell'Adige, assegnando alla
Repubblica italiana la parte a sinistra del fiume. Nel 1805
V., nella sua
integrità, fu inserita nel Regno Italico e costituita capoluogo del
dipartimento dell'Adige. Nel 1814 gli Austriaci rientrarono in possesso della
città e la mantennero fino al 1866, facendone un caposaldo militare.
Nell'ottobre del 1866, in seguito alla terza guerra d'indipendenza,
V.
entrò a far parte del giovane Stato italiano. Tra i diversi personaggi
celebri cui la città ha dato i natali, si ricorderanno Catullo, P.
Caliari, detto il Veronese, M. Sammicheli, I. Pindemonte, E. Salgari. ║
Congresso di V.: congresso tra le potenze della Santa Alleanza svoltosi
nella città veneta tra l'ottobre e il dicembre del 1822; il congresso
vide la partecipazione degli imperatori d'Austria e di Russia, e dei sovrani di
Prussia, Napoli e Sardegna. Il congresso, che nelle intenzioni originarie,
avrebbe dovuto essere dedicato soltanto alle questioni italiane, finì col
dare grande rilievo alla questione greca e soprattutto a quella spagnola.
Riguardo all'Italia si stabilì l'allontanamento delle truppe austriache
dal Piemonte entro il 1° ottobre 1823, la successione di Carlo Alberto al
trono di Sardegna, la riduzione del corpo austriaco di occupazione presente a
Napoli. Non venne approvata, invece, l'introduzione, auspicata da Metternich, di
un sistema unico postale e di difesa in Italia sotto il controllo austriaco; il
papato e la Francia avversarono, infatti, la proposta, per non concedere
ulteriore potere agli Austriaci nella penisola. Per quanto riguarda la questione
greca, si registrò unità d'intenti tra Austriaci, Inglesi e Russi
per il mantenimento dell'assetto territoriale balcanico, come dimostrò la
mancata ammissione al congresso dei plenipotenziari della rivoluzione greca; la
sovranità del sultano veniva così riconosciuta come legittima.
Più problematica si presentò, invece, la questione spagnola, a
causa dell'avversione inglese all'intervento armato (per cui premeva
particolarmente la Russia) per reintegrare Fernando VII; gli Inglesi temevano,
infatti, che si decidesse di allargare l'operazione anche alle colonie spagnole
d'America. L'intervento francese in Spagna fu poi autorizzato, mentre, di fronte
all'irrigidirsi delle posizioni, non venne prese alcuna decisione in merito a un
intervento francese in America latina. ║
Marca di V.: fu costituita
da Ottone I nel 937, che la attribuì ai duchi di Baviera, garantendosi
così la principale via di transito per l'Italia. Nel territorio della
Marca di
V. erano compresi gran parte del Veneto (salvo Venezia, Adria e
Rovigo), il Trentino e il Friuli. Frammentasi nell'XI sec., venne meno come
realtà politica nel secolo successivo. ║
Processo di V.:
processo intentato nel gennaio del 1944 da un tribunale speciale della
Repubblica Sociale Italiana contro 19 gerarchi fascisti che avevano concesso il
loro voto all'ordine del giorno Grandi (che determinò la caduta di B.
Mussolini) nella seduta del Gran Consiglio svoltasi tra il 24 e il 25 luglio
1943. Il processo, pesantemente condizionato dai Tedeschi, ebbe carattere
sommario e si concluse con la condanna a morte di tutti gli imputati, fatta
eccezione per T. Cianetti (che subito dopo il voto aveva inviato a Mussolini una
lettera di ritrattazione), e con la fucilazione (l'11 gennaio) degli imputati
presenti, tra cui G. Ciano, genero di Mussolini. • Urban. - All'interno di
una delle due grandi e caratteristiche anse dell'Adige, sulla riva destra del
fiume, si estende la
V.
antica, in cui si è parzialmente
mantenuto l'impianto viario dell'epoca romana; la caratteristica piazza delle
Erbe corrisponde al sito dell'antico foro. La città è circondata
dalla cerchia delle mura medioevali, cui sono stati apportati successivi
rinforzi e amplificazioni fino all'Ottocento, sotto gli Austriaci, a
dimostrazione della funzione militare costantemente assolta dalla città
nei vari momenti della sua storia. L'espansione urbanistica al di fuori delle
mura ebbe inizio soltanto nella prima metà del XX sec., in corrispondenza
con il primo sviluppo industriale, e si orientò lungo le principali vie
di comunicazione. Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, il nucleo
storico, duramente colpito dai bombardamenti, è stato sottoposto a
un'importante opera di ricostruzione. • Arte -
V. conserva notevoli
testimonianze di età romana; tra queste figurano i resti della porta dei
Borsari e di quella dei Leoni, fornite di finestre ad arco. Interessante l'arco
dei Gavi (si deve a L. Vitruvio Cerdone), che presenta, oltre a un fornice
principale, due aperture ad arco laterali. Nell'area del duomo sorgevano delle
terme. Il ponte della Pietra, di epoca augustea, fu distrutto nel 1945 e
successivamente ricostruito; ai tempi di Augusto risale anche il teatro sul
Colle di San Pietro (altura che presentava una sistemazione a terrazze e
scalinate), contraddistinto da una fronte scenica a nicchioni e gradinate. Il
celebre anfiteatro di forma ellittica, conosciuto come Arena, è datato
alla prima metà del I sec. d.C.: l'esterno è a tre piani di ordine
tuscanico, le gradinate sono state sottoposte a restauro; l'edificio costituisce
uno dei simboli della città e dal 1924 ospita spettacoli lirici estivi.
Si può probabilmente datare al V sec. il sacello dedicato alle sante
Teuteria e Tosca. Rilevanti sono i monumenti veronesi in stile romanico e
gotico. Importante chiesa romanica è quella di San Zeno, a tre navate, in
cui si apprezzano, tra l'altro, le decorazioni scultoree (di Nicolaus e
Guglielmo) della facciata (portata a termine nel 1138), le porte bronzee del XII
sec., la nitida struttura architettonica; notevoli, all'interno, gli affreschi
due-trecenteschi e il trittico di A. Mantegna (1457-59). Romanico è anche
il duomo, edificato nel XII sec. (rimaneggiamenti in stile gotico furono
eseguiti nel secolo successivo); particolarmente pregevoli sono l'abside e il
portale scolpito da Nicolaus; l'interno offre tele di vari artisti (tra i quali
Tiziano). Con la cattedrale danno vita a un insieme unitario il battistero di
San Giovanni in Fonte e la chiesa di Sant'Elena, entrambi del XII sec. Il
passaggio dal Romanico al Gotico è incarnato dalla chiesa di San Fermo:
il piano inferiore dell'edificio, infatti, risale all'XI sec., mentre quello
superiore appartiene ai secc. XIV-XV ed è arricchito da interessanti
affreschi. Caratteri pienamente gotici presenta la chiesa di Sant'Anastasia
(1291-1323), al cui interno si conservano affreschi e tele di diversi artisti
(quali Altichiero, Pisanello, Giolfino). Gotica è anche la chiesa di
Sant'Eufemia, la cui costruzione fu portata a termine nel Quattrocento. Degni di
nota sono inoltre diversi monumenti sepolcrali dell'epoca, come le Arche
scaligere del sepolcreto di Santa Maria Antica (quella di Cangrande I, per
esempio, risale al 1330); rilevante fu in queste opere l'intervento dei Maestri
Campionesi, di cui si apprezzano le sculture decorative. Importanti monumenti
civili trecenteschi sono il palazzo della Prefettura, la casa detta di Giulietta
in via Cappello e soprattutto il Castelvecchio, fatto edificare da Cangrande II
della Scala dopo la metà del secolo; notevole è anche il ponte
scaligero adiacente (anch'esso, al pari del ponte della Pietra, fu distrutto dai
Tedeschi e ricostruito dopo la seconda guerra mondiale). Una delle opere
più significative del Rinascimento veronese è la Loggia del
Consiglio (1476-88), il cui autore potrebbe essere individuato in fra Giocondo;
interessante è anche la chiesa di San Giorgio in Braida (1477-1536), in
cui sono custodite tele di artisti come il Romanino e il Veronese. Grande
protagonista dell'architettura veronese del Cinquecento fu comunque M.
Sanmicheli, cui si devono molte opere, come Porta Nuova (1535-40), porta del
Palio (1542-57), diversi palazzi (Bevilacqua, Canossa, Guastaverza,
Lavezola-Pompei), una parte della facciata della chiesa di Santa Maria in
Organo, per la quale d'altro canto, fu importante l'opera di fra Giovanni da
Verona (campanile, tarsie del coro). Il Barocco è rappresentato a
V. dal palazzo Maffei (1668); in stile neoclassico è il palazzo
del Municipio (1838), che si deve a G. Barbieri. La città vanta
istituzioni culturali di rilievo: Castelvecchio ospita il Museo Civico in cui
sono custodite opere di grandi pittori veneti (tra cui A. Mantegna, G. Tiepolo,
Tintoretto, Tiziano). Notevoli sono anche il Museo Archeologico, che ha sede
nell'ex convento di San Girolamo, il Museo lapidario Maffeiano (la prima
raccolta europea di lapidi antiche e medioevali, fondata da Scipione Maffei nel
1714), il Museo di storia naturale, che ha sede nel palazzo Lavezola-Pompei, la
Galleria d'arte moderna e contemporanea, ospitata nel settecentesco palazzo
Forti-Emilei. Le principali biblioteche della città sono la Biblioteca
Capitolare, fondata nel 1790 e l'antica Biblioteca capitolare (VI sec.). Di
grande interesse per gli studiosi della storia cittadina è l'Archivio
storico comunale. ║
Provincia di V. (3.121 kmq; 826.582 ab.):
confina a Nord con la provincia di Trento, a Ovest con le provincie di Brescia e
Mantova (con quest'ultima anche a Sud-Ovest), a Sud-Est con la provincia di
Rovigo, a Est con le province di Padova e Vicenza. Il territorio è
prevalentemente montuoso (massiccio del Monte Baldo, sezione occidentale dei
Monti Lessini) e collinare (anfiteatro morenico del Garda, propaggini
meridionali dei Lessini) nella parte settentrionale, pianeggiante a Sud. Il
clima è tipicamente continentale in pianura, mentre presenta caratteri
mediterranei lungo il Lago di Garda. Le attività del settore primario
hanno tuttora un peso rilevante nell'economia provinciale; in pianura si pratica
un'agricoltura moderna e meccanizzata: cereali (granoturco, frumento, orzo),
alberi da frutta (mele, pere, pesche, ciliegie, fragole), barbabietole da
zucchero, tabacco, foraggi sono le principali coltivazioni. Molto diffuso
è l'allevamento (bovini, pollame). Nella fascia collinare è
importante la viticoltura specializzata, da cui si ricavano vini di grande
qualità (Bardolino, Soave, Valpolicella). Nella zona del Lago di Garda
viene coltivato l'olivo. L'industria, in passato concentrata nel capoluogo e in
poche altre località, ha raggiunto successivamente anche altri centri;
importante è la presenza della media impresa. Assai vari sono i settori:
agro-alimentare, della carta, poligrafico, chimico, termomeccanico, tessile e
dell'abbigliamento; le risorse del sottosuolo (marmi colorati, terre coloranti,
materiali da costruzione) sono alla base dell'industria estrattiva e di quella
edile. Vivace è anche l'artigianato (lavorazione dell'oro e dell'argento,
del ferro battuto, mobili d'arte, ecc.). Le attività terziarie, dagli
anni Ottanta, hanno fatto registrare una progressiva ascesa. Il turismo ha il
suo punto di forza nella zona del Lago di Garda; una certa attrazione esercita
anche l'area montana. I centri principali sono: Bussolengo, Cerea, Legnago,
Negrar, Peschiera del Garda, San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto, Villafranca
di
V.
Veduta aerea di Verona
L'Arena di Verona
Verona: veduta sull'Adige
Panorama di Bardolino (Verona)