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Venosta, Val.

(in tedesco Vintschgau). Valle (70 km) dell'Alto Adige, nelle Alpi Retiche, percorsa dal primo tratto del fiume Adige, fino alla confluenza di questo con il Passirio. Orientata nella sezione superiore (fino a Malles) in senso Nord-Sud, poi in senso Ovest-Est, si estende dal Passo di Resia alla conca di Merano ed è limitata a Nord dalle Alpi Venoste e a Sud dal massiccio dell'Ortles. Valle di origine glaciale dal fondo ampio e pianeggiante, si caratterizza per poderosi conoidi di deiezioni formati dagli affluenti dell'Adige allo sbocco delle valli laterali, alcune delle quali sono pensili e ostruite da barre glaciali. La parte inferiore della valle, disposta longitudinalmente, è coltivata a frutteti, viti, cereali e ortaggi. Al di sopra delle fasce coltivate, oltre i 1.000 m, entrambi i versanti sono coperti di boschi e, nella fascia sommitale, di pascoli. I centri principali, spesso costruiti sui conoidi, sono Silandro, Glorenza, Malles e Curon; le valli laterali sono poco abitate. L'intera valle è percorsa dalla statale che, attraverso il Passo di Resia, scende nella Valle dell'Inn. Una linea ferroviaria collega Merano a Malles. Oltre all'agricoltura e alla pastorizia, le attività principali sono il commercio del legname e l'industria alberghiera. • St. - La valle ripete il nome dei Venostes, il popolo che, all'epoca della conquista romana da parte di Cesare, la abitava quasi interamente, da Nauders (Nodrio), poco oltre il Passo di Resia, a Lagundo, presso Merano. In età altomedioevale fu contesa tra Trento e i conti di Rezia. Alla fine del XII sec. la valle era organizzata in un decanato (Valis Venosta), al pari della contigua Valle dell'Inn (Vallis Engadina), poi sorsero le quattro giurisdizioni di Nodrio, Glorenza, Silandro e Merano, cui si aggiunsero varie signorie laiche ed ecclesiastiche. All'inizio del XIII sec. Merano passò sotto la giurisdizione della contea del Tirolo.