Re di Boemia e di Germania. Nacque dal terzo
matrimonio dell'imperatore Carlo IV di Lussemburgo. Associato dal padre al trono
di Boemia sin dai primi anni della sua vita, fu incoronato re di Germania nel
1376. Nonostante l'elezione a re dei romani, avvenuta dopo la morte del padre
(1378), non fu mai incoronato a Roma e non ottenne l'universale riconoscimento
come imperatore. Nel 1386 intervenne in Ungheria per garantire l'ascesa al trono
del fratello Sigismondo. Nella realtà tedesca, caratterizzata dagli
attriti tra principi e città, non seppe svolgere un'azione risoluta.
Nella stessa Boemia non mancarono acuti dissensi nei suoi confronti; il
contrasto tra
V. e l'arcivescovo di Praga Giovanni di Jenštein
sfociò nell'assassinio, da parte del re, di un consigliere
dell'arcivescovo stesso. L'episodio provocò una ribellione del clero e
della nobiltà boema, che ridussero in prigionia
V. (1394). La
mediazione del fratello Sigismondo consentì al re di riottenere la
libertà; il suo potere risultò comunque compromesso, né gli
giovò, sul piano politico, la posizione assunta nello Scisma d'Occidente
contro l'antipapa romano Benedetto XIII (1398) che poteva contare su forti
seguaci in Germania: nel 1400, pertanto,
V. fu deposto dall'Impero e il
suo titolo di re dei romani andò al conte palatino Ruperto. Nel 1402
divenne prigioniero del fratello Sigismondo a Vienna e rimase in questa
condizione per un anno e mezzo. Il conferimento del titolo imperiale a
Sigismondo stesso, nel 1410, stroncò le sue ultime ambizioni in merito.
Nel conflitto tra cattolici e hussiti in Boemia
V. ebbe una posizione
altalenante. Morì nel corso di una rivolta antihussita (Norimberga 1361 -
Praga 1419).