(fino al 1990
Venarìa).
Centro in provincia di Torino, 9 km a Nord-Ovest del capoluogo; è situato
a 262 m s/m., ai piedi delle Alpi Graie, in prossimità della confluenza
della Ceronda con la Stura. 335.660 ab. CAP 10078. • Econ. - Agricoltura;
industrie tessili, meccaniche, del legno e stabilimenti per la lavorazione delle
materie plastiche. • St. - Abitata in età preromana e nota come
Castrum Altessani,
V.
R.
venne infeudata a diversi
signori dal Medioevo sino al XVI sec., quando divenne possesso dei duchi di
Savoia che vi crearono manifatture seriche e la innalzarono, nel secolo
successivo, a riserva venatoria privata, costruendovi un casino da caccia o
venaria, da cui il mutamento di nome della località. • Arte
-
V.
R. conserva un castello, sorto sul luogo del casino innalzato
da Amedeo di Castellamonte per Carlo Emanuele II e incendiato nel 1693 dal
maresciallo N. de Catinat. Progettato e iniziato da M. Garove alla fine del XVII
sec., il castello fu completato da F. Juvara che vi aggiunse la monumentale
Galleria Grande (1717-18), la chiesa di Sant'Uberto e le scuderie (1721). In
prossimità di
V. sorge la villa della Mandria (1713), di Juvara,
voluta da Vittorio Amedeo II e ampliata da Vittorio Emanuele II, oggi parco
naturale regionale.