(dal latino
vellus, der. di
vellere:
strappare). Il mantello di un animale lanuto:
il v.
della pecora.
║ La lana tosata di tali animali. ║ Per estens. - Il pelame di
animali da pelliccia o di ogni altro animale. • Poet. - Chioma, capelli.
• Mit. -
V.
d'oro: il manto dell'ariete alato inviato da
Zeus per portare in salvo Elle e Frisso, destinati al sacrificio dal padre
Atamante su istigazione della seconda moglie Ino. Una volta in salvo nella
Colchide (Elle era caduto in mare annegando), Frisso sacrificò l'ariete a
Zeus e ne offrì il
v. al re Eeta, che lo consacrò ad Ares
appendendolo a una quercia nel bosco sacro al dio. Il
v. d'oro
costituì la meta della spedizione degli Argonauti guidati da Giasone. Una
libera interpretazione di questo mito è offerta dal poeta austriaco F.
Grillparzer nella trilogia
Das goldens Vliess (1818-21). • Ind. -
Dopo essere stati staccati dal corpo dell'animale mediante tosatura oppure
depilazione (se l'animale è stato macellato), i
v. vengono
selezionati e suddivisi in modo da formare lotti più omogenei possibile.
Nella pecora la lana di migliore qualità è quella delle spalle,
con ciocche piccole e a punta, e dei fianchi, con ciocche piatte. Prima di
essere lavorate, le fibre dei
v. devono essere liberate dalle varie
impurità (terriccio, paglie, peli morti, sudore, ecc.) che le
intridono.