Nome generico di tutte le navi, aventi dimensione
superiore alle semplici imbarcazioni, che vanno a vela, utilizzando il vento
come unica forza propulsiva; esistono anche
v. con motore ausiliario da
usare in caso di necessità (differenti dal
motoveliero, che usa
indifferentemente i due mezzi di propulsione). • Mar. - I
v. si
differenziano in numerosissime tipi, a seconda del numero degli alberi e delle
vele nonché della forma di queste, ma anche della grandezza e forma dello
scafo, dell'impiego, dell'epoca e del luogo di diffusione. Il
v. classico
ha tre alberi con vele quadre (il terzo può portare anche una vela
aurica) e bompresso con più fiocchi. La velocità di un
v.
è determinata da due forze principali: la spinta esercitata dal vento sul
complesso velico e la resistenza opposta sullo scafo dall'acqua. Se la forza del
vento è diretta secondo l'asse del
v., l'imbarcazione
avanzerà nella direzione utile e avrà un leggero appruamento, se
la forza è perpendicolare, la nave si sposterà lateralmente
(
scarroccio), tenderà a poggiare o a orzare producendo con
ciò un'inclinazione laterale (
sbandamento). Per ottenere il
massimo sfruttamento del vento, le vele vanno orientate in modo che la loro
superficie (considerata piana) sia orientata secondo la bisettrice dell'angolo
fra la direzione della chiglia e quella del vento. Per minimizzare lo scarroccio
e lo sbandamento si dà il massimo sviluppo alla chiglia e si aumenta sia
la stabilità di forma della nave allargando lo scafo nella parte
superiore, sia la stabilità di peso portando in basso carichi o zavorra,
in modo da ottenere un basso centro di gravità.