Il processo costituito dalla nascita, dalla
crescita e dallo sviluppo delle piante. ║ L'insieme dei raggruppamenti
vegetali di una determinata area che, nel loro assieme, formano il rivestimento
vegetale della superficie terrestre. A differenza della flora, che rappresenta
semplicemente l'insieme delle piante di un certo territorio, la
v.
consta, a seconda degli ambienti, di formazioni vegetali diverse che si
identificano, in base alla loro struttura, in diversi tipi (steppa, foresta,
tundra, savana, ecc.) indipendentemente dalla composizione specifica della
flora. Ciò significa che un determinato tipo di
v. può
trovarsi in ambienti assai diversi e avere una composizione differente pur
mantenendo le medesime caratteristiche d'insieme e offrendo dunque paesaggi e
una fisionomia del tutto simili; ne sono degli esempi la boscaglia mediterranea
e l'omologa formazione fruticosa presente lungo le coste della California oppure
la
v. a cactacee e agavi dell'altopiano del Messico e quella a euforbie
cactiformi e aloe presenti in Africa. Lo studio della
v. di una
determinata area geografica, che presuppone un'approfondita conoscenza della
flora e delle formazioni vegetali sopra menzionate, rappresenta la branca della
botanica che prende il nome di
fitogeografia. L'aspetto e la
distribuzione della
v. sono continuamente influenzati da una serie di
fattori: climatici, biotici, edafici e storici. Tali fattori influiscono su un
dato territorio determinando un susseguirsi di diversi raggruppamenti vegetali
in serie progressive o regressive (
dinamismo della v.) fino al
raggiungimento del cosiddetto
climax, ovvero uno stato di equilibrio tra
tutti questi fattori nel quale la
v. si mantiene stabile. I principali
fattori climatici sono la temperatura, l'umidità e i venti, mentre quelli
biotici sono rappresentati dagli stessi organismi (piante, animali, batteri,
alghe e funghi), ciascuno dei quali direttamente o indirettamente influenza in
qualche modo tutti gli altri. Il fattore biotico che più di ogni altro ha
condizionato e tuttora condiziona la storia della
v. del nostro pianeta
è senza ombra di dubbio l'uomo che, con i suoi numerosi e non sempre
felici interventi, sta provocando profondi e talvolta irreversibili mutamenti
della
v. Valga per tutti l'esempio della foresta vergine delle regioni
equatoriali, come quella amazzonica, la cui progressiva e inesorabile
distruzione sta apportando pesanti alterazioni all'equilibrio ecologico e
climatico del pianeta. I fattori edafici sono rappresentati dalle condizioni
chimiche e fisiche del terreno, costituito da una porzione organica e da una
inorganica. ║
Tipi di v.: innanzitutto la
v. si distingue in
acquatica, meno influenzata dal clima e caratterizzata da una grande
analogia di forme biologiche, comprendente una zona litorale marina, una zona
marina di alto mare e una zona litorale d'acqua dolce, e in
terrestre,
che risente fortemente del clima, nella quale si distinguono i seguenti tipi:
foreste, savane, steppe, praterie, deserti e tundre. Nell'ambito di questi tipi
fondamentali la
v. è stata distinta (in base al clima e alla
fisionomia) in:
lignosa,
herbosa,
deserta, e nei
gruppi
speciali. Oltre a queste tipologie di base vi sono dei tipi di
v.,
detti
transizioni, che rappresentano il passaggio, più o meno
graduale, tra i tipi fondamentali di
v. Le transizioni sono dovute alla
degradazione dei tipi fondamentali in seguito alla modificazione delle
condizioni naturali, come ad esempio i cambiamenti climatici, o a causa
dell'azione dell'uomo (disboscamenti, incendi, ecc.). Nei vari tipi le
fitocenosi, ovvero le associazioni vegetali, possono essere
chiuse quando
il rivestimento vegetale è continuo, o
aperte, in caso siano
interrotte. In base all'influenza del clima e degli altri fattori esterni si
distinguono inoltre formazioni climatiche o regionali, a loro volta suddivise in
boschive, erbacee e desertiche, e formazioni edafiche o stazionali, inizialmente
distinte in soli tre tipi (idrofite, xerofite e alofite) successivamente portati
a tredici. ║
Classificazione: in base a un criterio pratico
proposto da R. Tomaselli anche a fini cartografici, la
v. è
suddivisa in
naturale e in
artificiale, ciascuna delle quali
può a sua volta contenere una
v.
reale, quella che si
presenta nel momento in cui viene osservata, e una
v.
potenziale,
quel tipo di
v. che si costituirebbe in un'area ecologica o in un
determinato ambiente partendo dalle condizioni reali di flora e di fauna
qualora, rimanendo costanti le condizioni in atto del clima, l'influenza
dell'uomo sul rivestimento vegetale cessasse. In base a un criterio geografico
la
v. terrestre viene suddivisa in:
v.
della fascia
tropicale;
v.
delle zone temperate calde, che comprende in
sequenza i semideserti steppici e quelli arbustacei, le steppe subtropicali, la
foresta, la macchia mediterranea, le foreste di latifoglie sempreverdi e poi
quelle di latifoglie decidue, pure o frammiste ad aghifoglie sempreverdi;
v.
delle fasce temperate fredde, che va incontro a modificazioni
profondamente diverse sia nel passare dalle zone periferiche dei continenti, a
clima umido (ricche di foreste di latifoglie decidue a cui seguono verso nord le
foreste di aghifoglie sempreverdi), alle zone via via più continentali e
aride (ove si trovano vaste praterie o steppe), sia nell'avvicinarsi ai poli;
v.
della fascia fredda, presente in vastissime aree in America,
Europa e Asia e costituita da foreste di aghifoglie sempreverdi a cui poco alla
volta si sostituisce la tundra della fascia polare;
v.
desertica;
v.
d'altitudine, a sua volta distinta in
v.
montana
o
subalpina, caratterizzata il più delle volte da zone sovrapposte
di latifoglie e di conifere, e in
v.
alpina, in cui le condizioni
climatiche sono simili a quelle delle zone polari, costituita da pascoli a Nord
dei quali crescono licheni e piccole piante nivali caratteristiche della tundra
alpina. • Med. - Termine con il quale vengono indicate formazioni
patologiche sporgenti e spesso diramate, quali ad esempio la
v.
venerea, altrimenti nota come
condiloma acuminato, e la
v.
adenoide (V. ADENOIDE).