Capitale (2.134.500 ab.) della Polonia e
capoluogo del voivodato di Masovia. Bagnata dalla
Vistola,
V. si estende in un'area pianeggiante, nel punto di convergenza
delle più importanti vie di comunicazione europea. • Econ. - Grande
importanza riveste, nell'economia cittadina, l'industria, articolata in diversi
settori: meccanico, metallurgico, elettrotecnico, farmaceutico, chimico, del
vetro, della carta, tessile, alimentare. La posizione nevralgica della
città favorisce anche le attività commerciali. Fondamentale
è poi il suo ruolo culturale nella vita del Paese: oltre a essere sede
universitaria, la città ospita un'Accademia delle scienze, istituti di
ricerca, musei, teatri ed eventi culturali di richiamo internazionale. •
St. - La prima menzione di
V. nei documenti risale ai principi del
Duecento, quando i duchi di Masovia, edificando il loro castello in quello che
allora era un villaggio, ne favorirono lo sviluppo. Nel 1339 i Cavalieri
Teutonici si contesero il possesso della località; incendiata nel 1431,
V. fu ricostruita più a Ovest. Nel 1526, in seguito all'estinzione
della dinastia ducale, la città fu inserita nel Regno di Polonia.
Divenuti più stretti i rapporti tra Polonia e Lituania con l'Unione di
Lublino (1569),
V., in virtù della sua posizione centrale tra i
due Stati, fu scelta presto dai re come residenza preferita. Nel 1596 fu
dichiarata capitale ufficiale da Sigismondo III Vasa e divenne in breve il
centro della vita politica polacca; negli anni Venti del Seicento fu munita di
nuove fortificazioni. La guerra con la Svezia verso la metà del Seicento
arrestò bruscamente la crescita di
V. Nel 1655 e nel 1656 la
città fu occupata per due volte dagli Svedesi. All'inizio del Settecento
la popolazione di
V. era scesa a 20.000 ab., a causa delle guerre e della
peste. Nella seconda parte del secolo incominciò per la città un
periodo di ripresa durante il quale la popolazione salì numericamente;
importante fu il Regno di Stanislao II Augusto Poniatowski (1764-95), sotto il
quale
V. acquisì un aspetto monumentale. Nel 1794 la città
insorse contro i Russi e venne ripresa da A.V. Suvorov. Nel 1795 la terza
spartizione della Polonia segnò il passaggio di
V. sotto la
Prussia; lo sviluppo della città conobbe una nuova battuta d'arresto
destinata a protrarsi per tutta l'età napoleonica. Nel 1816, con la
fondazione dell'università, incominciò una nuova fioritura per
V., che divenne l'anima della resistenza contro la Russia (a cui il
Congresso di Vienna, nel 1815, aveva assegnato la Polonia), destinata a sfociare
nell'insurrezione scoppiata nel novembre 1830 e domata dai Russi nel settembre
1831. Il dominio russo, invero, coincise per la città con una forte
crescita industriale; a partire dal 1905, grazie alla svolta costituzionale del
Governo russo, riprese fiato anche la vita culturale. La prima guerra mondiale
portò all'occupazione di
V. da parte della Germania per tre anni.
Nel novembre 1918 la città riacquistò il suo ruolo di capitale
della Polonia, tornata a essere uno Stato indipendente. Nell'agosto 1920,
durante la guerra russo-polacca, l'avanzata dell'Armata Rossa minacciò
seriamente
V., che riuscì a sventare l'offensiva con le milizie
del generale J. Piłsudski. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale
V. contava 1.300.000 ab. Con l'ingresso delle forze armate naziste l'8
settembre 1939, incominciò per la città il periodo più
drammatico della sua storia; bombardata dall'aviazione tedesca,
V., che
non poteva più disporre di acqua e di viveri, si arrese il 28 settembre.
La spietata occupazione tedesca culminò il 19 aprile 1943 nell'attacco al
ghetto ebraico, a cui seguì il massacro dei membri di questa
comunità, che costituivano quasi 1/3 della popolazione cittadina.
L'insurrezione della città contro gli occupanti tedeschi, iniziata il
1° agosto 1944, fu stroncata il 20 ottobre. Le forze armate sovietiche,
stanziate a Praga, non si mossero per appoggiare gli insorti, che vennero
massacrati o deportati; a
V. vennero inflitte tremende distruzioni. La
città fu liberata dalle forze armate sovietiche e polacche il 17 gennaio
1945, e il 1° febbraio venne reintegrata come capitale. Dal 1975 al 1998 è stata capoluogo del voivodato di
V. ║
Ducato
di V.: la sua nascita fu sancita dal Trattato di Tilsit (7 luglio
1807) tra Napoleone I e Alessandro I. Nel ducato furono inclusi i territori
occupati dalla Prussia nella seconda e nella terza spartizione della Polonia, e
una parte del territorio sottratto allo Stato polacco (di cui il ducato non
rappresentò certo una ricostituzione) con la prima spartizione. Il ducato
di
V. fu affidato al re di Sassonia Federico Augusto. Il Trattato di
Schönbrunn (1809) consentì al ducato di acquisire la Galizia
occidentale, con Cracovia e Lublino. La nuova entità politica
portò alla ricostituzione dell'esercito polacco, sotto la guida del
principe J. Poniatowski, che prese parte a diversi eventi militari, ponendo le
basi per l'esercito del Regno di Polonia, costituito dal Congresso di Vienna. In
questo Regno, posto sotto la sovranità dello zar Alessandro,
confluì gran parte del territorio del ducato di
V.; la zona
occidentale fu attribuita alla Prussia. Il distretto di Cracovia diede vita a
una Repubblica fino al 1846, quando venne annessa all'Austria. ║
Patto
di V.: alleanza politico-militare multilaterale, sottoscritta dagli Stati a
regime socialista dell'Est Europeo, nel 1955, e rimasta operativa fino al 1991.
Nell'alleanza entrarono l'Unione Sovietica, l'Albania (che, però, ne
uscì, nel 1968), la Bulgaria, la Cecoslovacchia, la Polonia, la
Repubblica Democratica Tedesca, la Romania, l'Ungheria. Il Patto di
V.
nasceva dalla volontà dell'Unione Sovietica di esercitare uno stretto
controllo sugli Stati satelliti (con i quali esistevano già in precedenza
degli accordi bilaterali) e di creare un'alleanza antagonista a quella sancita
dai Paesi occidentali con il Patto Atlantico (1949), che aveva comportato, tra
l'altro, il riarmo della Repubblica Federale di Germania. Il Patto di
V.
impegnava i contraenti alla difesa reciproca, alla consultazione politica,
all'integrazione militare; quest'ultima si tradusse di fatto in una
standardizzazione delle forze armate dei Paesi satelliti secondo i modelli
imposti dall'Unione Sovietica. L'egemonia sovietica sull'alleanza si espresse a
tutti i livelli: i due organi istituzionali del Patto, il Comitato politico
consultivo e l'alto Comando riunito, avevano sede a Mosca; l'alto comando,
inoltre, fu guidato sempre da un ufficiale sovietico. L'alleanza, di fatto
già liquidata nel 1990 con l'uscita della Repubblica Democratica Tedesca,
fu sciolta formalmente nell'aprile 1991. ║
Trattati di V.:
locuzione con cui si definiscono i principali trattati conclusi a
V.
Trattato del 24 febbraio 1768: sottoscritto da Russia e Polonia,
attribuì agli ortodossi parità di diritti con i cattolici e
sancì di fatto la pesante influenza della Russia nelle vicende polacche.
Trattati del 18 settembre 1773: conclusi separatamente dalla Polonia con
Austria, Prussia e Russia, ratificavano il riconoscimento polacco alla
concessione del proprio territorio, in seguito alla spartizione stabilita dai
tre Stati suddetti con il Trattato di Pietroburgo nell'agosto 1772.
Trattato
del 29 marzo 1790: sottoscritto da Prussia e Polonia, garantiva
reciprocamente i due Stati e fu dettato dall'intenzione prussiana di collocare
la Polonia nel fronte europeo antirusso; le vicende successive portarono,
però, la Prussia a rivedere le proprie posizioni e crearono le premesse
per la seconda spartizione della Polonia, messa in atto dallo Stato prussiano
con la Russia nel gennaio 1793.
Trattato austro-russo del 10 giugno
1849:
impegnava la Russia a sostenere l'Austria contro i patrioti
insorti d'Ungheria.
• Urban. - A un precedente sviluppo urbano in
senso parallelo alla Vistola, si è sostituito, a partire dal Settecento,
uno sviluppo trasversale rispetto al corso del fiume, secondo un orientamento
seguito poi anche nei piani urbanistici moderni. Dopo le distruzioni della
seconda guerra mondiale, la città è stata ricostruita perseguendo
una disposizione razionale dei quartieri; il centro storico è stato
reintegrato nel suo aspetto settecentesco. • Arte - Dopo la seconda guerra
mondiale i monumenti antichi colpiti sono stati riedificati nel rispetto del
loro stile originario; tra questi figurano la cattedrale e la chiesa della
Vergine, edifici gotici del Trecento. Sono state ricostruite fedelmente anche le
chiese in stile barocco e rococò, così come il castello del 1621.
Molti monumenti di
V. risalgono al Sei-Settecento; degne di rilievo sono
le chiese di San Bonifacio (XVII sec.), della Visitazione, di Sant'Anna, di
Santa Croce (XVIII sec.). Diversi sono gli edifici civili rimarchevoli: il
palazzo Krasiński (1676); il palazzo Kazimierzowski (XVII sec.), che
attualmente ospita l'università; il palazzo Wilanów (1684),
residenza rurale di Giovanni III Sobieski; il palazzo Łazienki (1777),
edificato per Stanislao Augusto. Tra i monumenti ottocenteschi spicca la chiesa
di Sant'Alessandro (1827). Degni di nota sono anche alcuni edifici
novecenteschi: la Banca dell'economia nazionale (1929-31); il palazzo della
cultura e della scienza; la stazione Est (1962); la stazione Powsle (1936).
Importanti sono il Museo nazionale, che offre collezioni d'arte antica,
bizantina e copta e una galleria di pittura polacca ed europea, e il Museo
archeologico.
Varsavia: il palazzo della Cultura