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Vanini, Giùlio Cèsare Lucìlio.

Filosofo e medico italiano. Entrato nell'ordine dei Carmelitani, si spostò per l'Europa con il confratello Bonaventura Ginocchi, viaggiando soprattutto nei Paesi riformati. Convertitosi all'Anglicanesimo, ritornò poi al Cattolicesimo a seguito delle accuse di libertinaggio a lui mosse proprio dalla comunità anglicana. Ottenne comunque il permesso di pubblicare due sue opere, Amphitheatrum Aeternae Providentiae divino-magicum, christiano-physicum, necnon astrologo-catholicum, adversus veteres philosophos, atheos epicureos, peripateticos et stoicos (1615) e i dialoghi De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis (1616), editi da uno stampatore non cattolico, cosa che attirò su V. sospetti e accuse di libertinaggio. Spostatosi da Praga a Tolosa sotto falso nome, V. si pose in contrasto anche con i teologi francesi che contribuirono alla sua condanna al taglio della lingua e al rogo, in quanto bestemmiatore e ateo. Da alcuni considerato un martire del libero pensiero, V. sviluppò teorie nelle quali trovavano spazio spunti magico-astrologici e la concezione aristotelica dell'universo scevro dalle manifestazioni soprannaturali proprie della tradizione cristiana (Taurisano, Lecce 1585 - Tolosa, Francia 1619).