Regista cinematografico italiano. Dopo aver
girato, tra il 1949 e il 1959, una quarantina di cortometraggi che lo rivelarono
tra i migliori documentaristi di quegli anni, e dopo essere stato aiuto regista
(nel 1955 di M. Soldati nel film
La donna del fiume e nel 1959 di V.
Zurlini nel film
L'estate violenta), nel 1960 esordì come regista
con un lungometraggio,
La lunga notte del '43, ricavato da un racconto di
G. Bassani, per molti critici la sua opera migliore per efficacia espressiva e
pulizia della narrazione. Considerato, anche grazie all'episodio
La
separazione legale de
Le italiane e l'amore (1961), tra i più
promettenti registi dei primi anni Sessanta, nei suoi film successivi (
La
banda Casaroli, 1962, sulla delinquenza bolognese del dopoguerra;
La
calda vita, 1964, da un romanzo di P.A. Quarantotti Gambini;
Le stagioni
del nostro amore, 1966, difficile cronaca di una crisi
ideologico-intellettuale) raggiunse risultati diseguali. Dopo aver diretto un
western all'italiana (
I lunghi giorni della vendetta, 1967) con lo
pseudonimo di
Stan Vance, riuscì a ritrovare compiutezza e
vitalità in opere di carattere più specificatamente
storico-politico (
Bronte:
cronaca di un massacro che i libri di storia
non hanno mai raccontato, 1971;
La violenza:
quinto potere,
1972;
Il delitto Matteotti, 1973). Meno convincenti sono i successivi
Amore amaro (1974), da un racconto di C. Bernari, e
Il deserto dei
Tartari (1976), dal romanzo di D. Buzzati. Nel 1979 diresse
Un dramma
borghese, da un romanzo di G. Morselli, nel 1980
La baraonda, e nel
1984
La neve nel bicchiere, film di memorie contadine tratto da un
romanzo (1957) di Nerino Rossi (n. Ferrara 1926).