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Vanbrugh, John, sir.

Architetto e commediografo inglese. Nato in una famiglia benestante di origine fiamminga, nel 1681 fu mandato in Francia per approfondire gli studi artistici; tornato in Inghilterra dopo due anni, intraprese la carriera militare. Nel 1690 fu arrestato a Calais, con l'accusa di spionaggio e scontò un periodo di prigionia a Vincennes e alla Bastiglia, durante il quale incominciò a palesarsi il suo interesse per il teatro. Rientrato a Londra nel 1696, si affermò come uno dei principali commediografi. La sua prima prova fu The relapse (1696), concepita come seguito di Love's last shift di C. Cibber. L'anno seguente compose The provok'd wife, su incarico di Lord Halifax. Le commedie di V. si caratterizzano, oltre che per gli effetti scenici, per la satira dirompente; a fronte dei lusinghieri successi di pubblico, le sue opere suscitarono accese polemiche da parte dei critici puritani. Nei primi anni del Settecento V. continuò la sua attività di commediografo, preparando per lo più adattamenti da testi francesi: The country house (1702), The confederacy (1705). A partire dal 1699, tuttavia, i suoi interessi si rivolsero prevalentemente all'architettura; suoi furono i progetti di Castle Howard (1699-1726) per il conte di Carlisle e di Blenheim Palace per John Churchill, duca di Marlborough; quest'ultima costruzione, iniziata nel 1705, venne abbandonata da V. nel 1716, a causa di dissidi con la duchessa, e fu portata a compimento da N. Hawksmoor 11 anni più tardi. Nelle realizzazioni architettoniche di V. si evidenziano la plasticità dei volumi e le originali soluzioni compositive. Nel Vanbrugh's Castle a Blackheat (1717-18) emerge l'interesse di V. per l'architettura medioevale, che si ritrova, unitamente alla presenza di elementi classici, anche nella Seaton Delaval Hall nel Northumberland (1720-21). V. ricoprì anche incarichi politico-diplomatici nelle file del Partito Whig (Londra 1664-1726).