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Van Dyck, Antoon.

Pittore fiammingo. Talento precoce, dopo l'apprendistato con il pittore H. van Balen, già nel 1615 apriva una bottega e nel 1618 era maestro nella gilda. Questa prima fase della sua arte è rappresentata da opere quali la serie di Apostoli a mezza figura (custoditi in diversi musei), in cui si colgono richiami al Realismo di Caravaggio. Nel 1618, il pittore intraprese una breve collaborazione con P.P. Rubens, con cui decorò la chiesa di San Carlo Borromeo di Anversa. Il marcato influsso di Rubens su V.D. si coglie, attraverso certi aspetti di intensità coloristica, in alcune opere giovanili: S. Martino, Sileno Ebbro, Cristo portacroce. In breve iniziò a emergere la spiccata inclinazione di V.D. per il ritratto, ambito in cui la sua arte mostrò i caratteri più originali e toccò i suoi vertici, raggiungendo un grande equilibrio compositivo; il pittore seppe coniugare nel ritratto l'acuta capacità di individualizzazione con la volontà di attingere un ideale formale. Si ricorderanno, a questo proposito, il Ritratto di famiglia (San Pietroburgo, Ermitage), il Ritratto di Frans Snyders (New York, Collezione Frick), il Ritratto di Snyders e della moglie (Kassel, Staatliche Kunstsammlungen), l'Autoritratto (Monaco, Alte Pinakothek). Dopo essersi trattenuto brevemente a Londra, nel 1621 V.D. si diresse in Italia, dove rimase fino al 1627; la città in cui soggiornò più a lungo fu Genova (all'inizio della sua esperienza italiana e negli anni 1623-27), ma si fermò anche a Roma, Venezia, Firenze e Palermo. Gli anni del soggiorno italiano ebbero significative ripercussioni sulla pittura di V.D., che si caratterizzò per la sobrietà e per un'armonia lineare; particolarmente importante fu l'influsso di Tiziano, che indusse l'artista a colori sfumati e accordati secondo le leggi del tonalismo, a composizioni eleganti in contrasto con la concitazione barocca. Della sua esperienza italiana, oltre ai numerosi ritratti di personaggi dell'aristocrazia genovese (appartenenti alle famiglie Adorno, Barbi, Brignole, Durazzo, Spinola), custoditi in gran parte a Genova, presso palazzo Bianco e palazzo Rosso, e presso la National Gallery di Washington, si ricordano i ritratti eseguiti a Roma (tra cui Il Cardinal Bentivoglio, Firenze, galleria Palatina) e la Madonna del Rosario (Palermo, oratorio del Rosario). Rientrato ad Anversa nel 1627, V.D. vi si fermò fino al 1632; l'assenza di Rubens (impegnato in Spagna e in Inghilterra) gli consentì di ottenere le principali commissioni di dipinti per le chiese fiamminghe: Estasi di sant'Agostino (1628, Anversa, chiesa di sant'Agostino), Cristo tra i ladroni (1630-32, Mechlin, Saint-Rombout), Compianto (Anversa, Museo reale di belle arti), Nozze mistiche di santa Caterina e Madonna e santi (Vienna, Kunsthistorisches Museum), Madonna e donatori (Parigi, Louvre). Questi quadri di soggetto religioso si caratterizzano per le eleganti soluzioni cromatiche e luministiche. Il ritorno ad Anversa coincise anche con una nuova fase della ritrattistica di V.D., all'insegna di una maggiore intimità (ritratto di Gaspard de Crayer, Vaduz, galleria del Liechtenstein). In questo periodo il pittore fiammingo incominciò a dedicarsi alle incisioni per i ritratti di uomini illustri del suo tempo (un centinaio): l'opera complessiva, denominata Iconografia di V.D., venne pubblicata ad Anversa nel 1645. Nel 1632 il pittore partì alla volta di Londra, dove soggiornò (se si eccettua una breve permanenza ad Anversa e a Bruxelles) fino alla fine dei suoi giorni, e fu pittore di corte di Carlo I. La produzione inglese di V.D. consta quasi esclusivamente di ritratti; egli rappresentò nelle sue opere, in cui emerge un'ispirazione malinconica, la famiglia reale e la nobiltà, colte nello sfarzo della loro esistenza e collocate in un'ambientazione ideale. Quest'ultima fase dell'esperienza artistica di V.D. consegnò alcune opere di notevole valore ed esercitò un duraturo influsso sulla ritrattistica inglese; tra i quadri più significativi ricordiamo: Carlo I a cavallo (1635-36, Londra, National Gallery), Carlo I a caccia (1635, Parigi, Louvre), Sir Thomas Warthon (1635-40, San Pietroburgo, Ermitage), Thomas Killigrew e Lord William Crofts (1638, Windsor, Royal Collection) (Anversa 1599 - Londra 1641).