eXTReMe Tracker
Tweet

Vallone, Raffaele.

(detto Raf). Attore cinematografico e teatrale italiano. Laureato in Giurisprudenza e Filosofia, dopo avere intrapreso le carriere di calciatore e giornalista, debuttò nel cinema nel 1949 in Riso amaro, di G. De Santis, divenendo ben presto interprete del tardo neorealismo italiano (Non c'è pace tra gli ulivi, 1950, di De Santis; Il cammino della speranza, 1950, di P. Germi; Anna, 1952, di A. Lattuada; La ciociara, 1960, di V. De Sica). La popolarità lo portò a lavorare anche all'estero, soprattutto in Francia (Teresa Raquin, 1953, di M. Carné) e negli Stati Uniti (Uno sguardo dal ponte, 1962, di S. Lumet; El Cid, 1961, di A. Mann; Jean Harlow, la donna che non sapeva amare, 1965, di G. Douglas; Lettera al Kremlino, 1970, di J. Huston; Il padrino III, 1990, di F.F. Coppola). Volto amato dal pubblico televisivo grazie alla partecipazione agli sceneggiati Il Mulino del Po (1962), diretto da S. Bolchi e Marco Visconti (1975), diretto da A.G. Majano, intraprese anche una carriera parallela in ambito teatrale. Dopo il debutto nel 1957 con Uno sguardo dal ponte, di Miller, diretto da P. Brook, seppe dividersi nel triplice ruolo di attore, regista e autore. Alla fine degli anni Sessanta volle cimentarsi con una nuova edizione del dramma di Miller che aveva segnato il suo debutto (ne avrebbe diretta e interpretata una terza nel 1980), insieme a un altro testo del drammaturgo americano (Il prezzo). Nel 1970 portò in scena il suo Proibito? Da chi?, continuando negli anni seguenti a recitare (Sei personaggi in cerca d'autore, 1973, di L. Pirandello, per la regia di J. Bertheau; Il costruttore Solness, 1975, di H. Ibsen, diretto da F. Piccoli) e dedicandosi alla regia lirica con Norma (1974), di V. Bellini. Gli anni Ottanta lo videro interprete di Nostalgia (1984), di F. Jung e La medesima strada (1988), di Eraclito, Empedocle, Parmenide, Sofocle, entrambi per la regia di K.M. Grüber, e di Tito Andronico (1989), di W. Shakespeare, con la regia di Peter Stein; nel 1983 curò un'altra regia lirica, Adriana Lecouvreur, di F. Cilea, rappresentata al Metropolitan di New York. Nel 1991 mise in scena Frankie & Johnny, di T. McNelly; nel 1992 interpretò il testo di R. Familiari Il presidente per la regia di K. Zanussi; del 1993 è Tommaso Moro, da un testo apocrifo di Shakespeare, per la regia di E.M. Caserta. Negli anni Novanta partecipò a diversi film per la TV (The first circle, 1990; Vino santo, 1999; Toni, 1999). Nel 2001 pubblicò il libro autobiografico Alfabeto della memoria (Tropea, Catanzaro 1916 - Roma 2002).