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Valletta, Giuseppe.

Erudito, giurista e filosofo italiano. Ebbe un ruolo importante nel rinnovamento culturale di Napoli, sua città natale, tra Seicento e Settecento, mettendo a disposizione le notevoli risorse economiche di cui beneficiava. A lui si deve il rilancio dell'Accademia degli Investiganti e la creazione di una fornita biblioteca (confluita successivamente nella Biblioteca oratoriana dei Gerolamini), che divenne un punto di riferimento fondamentale per la cultura partenopea (tra i suoi fruitori figura anche G.B. Vico). Per sua iniziativa venne istituita anche una cattedra di Greco nell'università cittadina. In campo giuridico importante fu la sua opera Intorno al procedimento ordinario e canonico nelle cause che si trattano nel Tribunale del santo Officio nella città e nel Regno di Napoli, scritta, tra il 1691e il 1694 (ne abbiamo diverse stesure), in forma di lettera al pontefice Innocenzo XII; all'origine di questo contributo vi fu l'incarico, ricevuto dalla Deputazione napoletana, di intervenire sul problema dei tribunali dell'Inquisizione. Nell'opera V. affermava che la società ecclesiastica, a differenza di quella civile che si fonda sulla ragione di Stato, deve ricorrere unicamente alla persuasione, all'amore e alla pace per raggiungere il proprio fine spirituale; erano considerati, quindi, contrari al diritto di natura i metodi dei Tribunali ecclesiastici non rispettosi della pubblicità dei processi e dei diritti della difesa. In questo scritto di carattere giuridico si avvertono, comunque, i capisaldi della filosofia di V.: la difesa della libertà filosofica e della filosofia moderna contro le censure e la tradizione aristotelico-tomistica. Nella sua opera principale, l'Istoria filosofica (1697-1704), la filosofia moderna (il riferimento era alla corrente sperimentale e corpuscolare) veniva ricollegata a una tradizione comprendente Mosè, Pitagora, Democrito, Platone, Epicuro; l'Aristotelismo era considerato come causa di tutte le eresie all'interno della religione cristiana (Napoli 1636-1714).