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Valeri, Diego.

Scrittore italiano. Studioso di letterature straniere (dal 1939 tenne la cattedra di Letteratura francese all'università di Padova) fu acuto saggista (Poeti francesi del nostro tempo, 1924; Da Racine a Picasso, 1956) e pregevole traduttore (Madame Bovary di G. Flaubert, 1936; Lirici tedeschi, 1959; Lirici francesi, 1960), trovando nella poesia la sua migliore e più alta espressione. Rivelatosi con due raccolte di liriche (Le gaie tristezze, 1913 e Umana, 1915) dagli accenti crepuscolari, dannunziani e simbolisti, nelle successive antologie (Crisalide, 1919; Ariele 1924; Poesie vecchie e nuove, 1930; Scherzo e finale, 1937; Tempo che muore, 1942; Terzo tempo, 1950; Flauto a due canne, 1958; Poesie, 1962; Verità di uno, 1970 e Calle del vento 1975) li stemperò in un parlato ritmico dai toni lievi e soffusi. Prosatore elegante, scrisse intensi volumi su Venezia e sul Veneto (I colli Euganei, 1932; Fantasie veneziane, 1934; Guida sentimentale di Venezia, 1942) e libri per ragazzi. Socio nazionale dei Lincei (1967) (Piove di Sacco, Padova 1887 - Venezia 1976).