Imperatore romano d'Occidente. Figlio del
generale Costanzo e di Galla Placidia, sorella di Onorio, fu da questi designato
alla successione. Salì al trono imperiale nel 425, dopo che l'usurpatore
Giovanni, che si era insediato al potere (423) con l'appoggio del Senato, venne
giustiziato dai comandanti di Teodosio II, imperatore d'Oriente. Rimasto sotto
la reggenza della madre fino al 437, subì poi un'influenza sempre
maggiore da parte di Ezio, suo ministro e generale, impostosi alfine sul rivale
Bonifacio. In un periodo in cui l'Impero d'Occidente toccava il fondo della sua
decadenza, quasi totalmente sottomesso ai barbari, Ezio seppe rafforzare
l'autorità imperiale e svolse un'abile politica di equilibrio tra le
popolazioni barbariche, riuscendo così a fronteggiare l'avanzata degli
Unni, sconfiggendo Attila nella battaglia dei Campi Catalaunici (451). Tuttavia
V., insofferente del potere del grande generale e sobillato dagli
avversari di questi, durante un'udienza lo uccise (454). Già inviso per
la sua vita licenziosa, dopo questo gesto l'imperatore cadde in una congiura
orditagli sulla Via Prenestina, assassinato da due sicari di Petronio Massimo
(Ravenna 419 - Roma 455).