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Vailland, Roger.

Saggista, romanziere e giornalista francese. Ottenuta la laurea a Reims, dove fondò il gruppo dei cosiddetti Simplistes, si trasferì a Parigi; nella capitale francese, con R. Daumal e alcuni esponenti del movimento surrealista creò la rivista “Le Grand Jeu”. Divenne in seguito inviato speciale prima di “Paris Midi” e poi di “Paris Soir”, compiendo numerosi viaggi e scrivendo interessanti servizi sui Balcani, sulla Palestina, sul Medio Oriente e, dopo l'occupazione italiana, sull'Etiopia. Scoppiata la seconda guerra mondiale, prese parte alla Resistenza, alla quale dedicò il suo primo romanzo, Drole de jeu (1945), che gli valse il Premio Interallié, seguito da Bon pied, bon oeil (1950). Fondamentalmente anarchico, V. si iscrisse nel 1952 al Partito comunista francese, che però abbandonò quattro anni dopo. Nel 1954 pubblicò Beau masque e nel 1955 325.000 Francs. Nel 1957 il romanzo La loi, ambientato nell'Italia meridionale, gli valse il premio Goncourt. Nel 1960, con il romanzo La fête, e quindi con La Truite (1964), V. abbandonò il filone politico per seguire quello del libertinismo al quale aveva già dedicato numerosi saggi (Esquisse pour un portait du vrai libertin, 1946; Laclos par lui-même, 1953; Eloge du cardinal de Bernis, 1956). Attratto dal mondo artificiale delle droghe e dell'alcool, fu autore di un diario, iniziato a redigere nel 1942 a Parigi e pubblicato postumo nel 1968 con il titolo Ecrits intimes (Acy-en-Multien, Oise 1907 - Meillonas, Ain 1965).