Filosofo tedesco. Di formazione kantiana (fu
tra i fondatori della rivista “Kant Studien”, che per primo diresse
dal 1897, e della Kant-Gesellschaft, nel 1905), fu docente di Filosofia
all'università di Strasburgo (1877) e quindi di Halle (1884-1906).
Elaborò la teoria del “come se” che risente dell'influsso di
Nietzsche e del Pragmatismo, con la quale
V. sostiene la sostanziale
finzione della conoscenza umana, valida in quanto utile: le varie scienze si
basano infatti su concezioni soggettive, immaginarie, spesso anche
contraddittorie, le quali altro non sono che finzioni create dall'uomo, ma
valide in quanto noi operiamo
come se fossero vere, permettendoci di
padroneggiare la realtà, intesa come massa di rappresentazioni. Le
categorie gnoseologiche e i concetti scientifici, in base a questa concezione,
sarebbero quindi solo mezzi attraverso cui gli individui organizzano
praticamente il materiale sensibile, senza che questo possa essere in alcun modo
sottoposto a confronto con una realtà oggettiva. Tra le opere di
V., citiamo
Nietzsche come filosofo (1876);
Commento alla
Critica della ragion pura di Kant (2 volumi, 1881-99);
Filosofia del
“come se” (1911) (Nehren, Württemberg 1852 - Halle
1933).