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Vèneti.

Nome di un'antica popolazione dell'area veneta, detti anche Paleoveneti per distinguerli dai seguenti. ║ Abitanti della Venezia Euganea e, più in generale, delle Tre Venezie (V. VENETO). • Encicl. - Gli scrittori classici individuavano per lo più nell'Asia Minore l'area d'origine dei V., insediati in epoca preromana nella pianura veneta e nelle vicine aree collinari. Alcuni autori hanno sostenuto, tuttavia, un loro arrivo in Italia dall'area celtica transalpina. In tempi moderni, prendendo spunto da un passo di Erodoto, si è pensato anche a una loro derivazione illirica. Lo sviluppo della civiltà dei V. (che raggiunse i suoi esiti più alti nella civiltà atestina) si articolò dalla prima Età del Ferro fino ai tempi della conquista romana; la loro cultura materiale, pur avendo recepito contributi sia dalla regione padana e subalpina sia dal mondo adriatico e centro-europeo, presenta caratteristiche marcatamente originali. Grande importanza ebbero nella loro economia l'agricoltura, l'allevamento (particolare fama ebbe quello dei cavalli) e le attività commerciali (notevole il commercio dell'ambra). Importanti per la ricostruzione della loro civiltà sono i sepolcreti; da segnalare, a questo proposito, la prevalenza presso i V. del rituale dell'incinerazione. All'essenzialità dei corredi funerari del periodo più antico (IX-VIII sec.: significativi, in questo senso, i sepolcreti di Padova ed Este), fa da contraltare la ricchezza (che appare distribuita tra la popolazione) dei corredi del VII sec., in cui compaiono interessanti oggetti di produzione locale (bronzi, ceramiche) e beni di lusso importati. L'influsso degli artigiani etruschi favorì, nella seconda metà del VII sec., l'affermazione dell'"arte delle situle", la creazione artistica più rappresentativa dei V.: si tratta di vasi e coperchi in lamina di bronzo, decorati a sbalzo; tale espressione artistica, raggiunto il culmine verso il 600 a.C., scomparve nel VI sec. a.C. All'inizio di quello stesso secolo incominciarono a essere realizzate ceramiche dipinte con decorazione a fasce rosse e nere, che costituirono un'altra produzione caratteristica, destinata a protrarsi fino al III sec. a.C. Notevole fu anche la produzione di stele funerarie in pietra con decorazione scolpita a basso rilievo, localizzata a Padova (V-I sec. a.C.). Il VI sec. a.C. segnò per la civiltà dei V. importanti cambiamenti: si stabilirono solidi legami commerciali con l'area greca; si andò probabilmente sviluppando un primo insediamento di carattere urbano (Padova, Este); acquisirono importanza luoghi di culto e fu introdotta la scrittura (ampiamente divulgata proprio in un luogo di culto, come il santuario di Reitia a Este). I reperti archeologici rivelano già alla fine del VI sec. la comparsa di elementi di origine celtica; invasioni celtiche si verificarono comunque nei primi anni del IV sec. a.C., senza provocare probabilmente ai V. perdite territoriali. L'ingresso dei V. nell'alleanza romana risalirebbe al 225 a.C.; nel 181 a.C. fu fondata la colonia di Aquileia. In seguito alla guerra sociale, il loro territorio ottenne il diritto latino e poi quello romano; dopo essere stata parte della Gallia Cisalpina, l'area confluì nella decima regione (Venezia e Istria, V.) augustea. ║ Popolazione dell'antichità stanziata sulle coste atlantiche della Gallia, in un'area compresa tra la Loira e la Senna, con capitale Darioritum (l'attuale Vannes). Dopo essere stati sottomessi da Giulio Cesare, si ribellarono nel 56 a.C. e guidarono una notevole coalizione antiromana di popolazioni costiere: furono sconfitti da Cesare (per terra) e da Decimo Bruto (per mare).