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Vènere.

Pianeta del Sistema solare, il secondo in ordine di distanza dal Sole e il sesto per dimensione. È l'oggetto celeste che raggiunge la più intensa luminosità, dopo il Sole e la Luna (la sua magnitudine apparente massima è - 4,4); tale fenomeno è dovuto tanto alla distanza relativamente breve dalla Terra (il valore varia tra 40.000.000 km e 190.000.000 km), quanto all'elevata riflettività (intorno al 75%) del mantello nuvoloso che la circonda. V. presenta un diametro medio (12.104 km) inferiore non di molto a quello della Terra (12.756 km). Anche la massa (4,87·1024 kg) e la densità media (5,25 g/cm3) non si discostano di molto dai valori terrestri. V., che rientra con Mercurio nel gruppo dei pianeti inferiori (ossia più vicini al Sole che alla Terra), presenta uno schiacciamento polare trascurabile. L'orbita di rivoluzione descritta dal pianeta intorno al Sole è leggermente ellittica e ha un semiasse maggiore di 0,72 U.A. (108.200.000 km); l'eccentricità (0,007) è la più piccola in assoluto tra i pianeti. Il periodo di rivoluzione di V., ossia l'anno sidereo, ha una durata di 224,7 giorni. È, invece, di circa 584 giorni il periodo di rivoluzione sinodico (il periodo di tempo necessario perché il pianeta, osservato dalla Terra, ritorni nella stessa posizione rispetto al Sole). V. offre le migliori condizioni per l'osservazione nei periodi in cui l'elongazione dal Sole (ossia la differenza tra la longitudine del pianeta e quella solare) è massima: 47° Est (in questo caso V. è visibile subito dopo il tramonto) o 47° Ovest (il pianeta appare immediatamente prima dell'alba). V. presenta delle fasi simili a quelle lunari; nella posizione di congiunzione superiore (quando il pianeta è alla massima distanza dalla Terra) il suo disco, totalmente illuminato dal Sole, appare più piccolo (si tratta della fase piena). Nella posizione di congiunzione inferiore (quando il pianeta è più vicino alla Terra) V. diventa invisibile, perché il Sole illumina l'emisfero del pianeta opposto alla Terra (si tratta della fase minima). Le misurazioni effettuate dalle sonde spaziali hanno permesso di stabilire che il pianeta ruota in senso retrogrado (opposto a quello della Terra) con un periodo di 243,08 giorni: il suo periodo di rotazione ha quindi una durata maggiore rispetto a quello di rivoluzione (caso unico tra i pianeti). Su V. non si verifica il ciclo delle stagioni, in quanto l'inclinazione dell'equatore rispetto al piano dell'orbita è di soli 2°. ║ L'atmosfera di V.: V. è il pianeta interno caratterizzato dall'atmosfera più massiccia e fa registrare una pressione al suolo di circa 95 bar. Il principale componente della sua atmosfera è di gran lunga l'anidride carbonica (96,5%), cui si aggiungono l'azoto (3,5%) e tracce di anidride solforosa, argo, ossido di carbonio, ossigeno. Riguardo alle sensibili differenze tra la composizione dell'atmosfera di V. e quella dell'atmosfera terrestre occorre precisare che in termini quantitativi assoluti l'anidride carbonica è presente sui due pianeti in misura analoga; l'atmosfera di V. ne contiene, però, una quantità 30.000 volte circa superiore a quella dell'atmosfera terrestre perché, a differenza di quanto avviene sulla Terra, questo gas non può disciogliersi nelle acque degli oceani, che non esistono, e non può fissarsi nelle rocce, a causa dell'elevata temperatura superficiale. Assai scarso è il vapore acqueo presente nell'atmosfera di V. La temperatura al suolo di V. supera i 460 C°; negli strati più bassi dell'atmosfera la temperatura non fa registrare sensibili variazioni né in relazione alla latitudine, né, in uno stesso luogo, in relazione alle diverse ore del giorno: fondamentale è, in tutto questo, l'effetto serra. ║ La superficie di V.: dalle immagini, fornite dalle sonde, relative alla superficie del pianeta si deduce l'esistenza di processi di erosione, probabilmente chimica (anche se la sua natura non è stata ancora individuata). Le rocce presentano per lo più una composizione simile a quella dei basalti che costituiscono la crosta oceanica terrestre, anche se con un contenuto di determinati elementi (potassio, zolfo) in taluni casi superiore. Grazie alle esplorazioni condotte dalle sonde spaziali è stato possibile ricostruire quasi completamente la topografia di V.: il 65% circa della superficie planetaria è occupata da pianure; tra le aree montagnose principali spiccano la Terra di Afrodite (lungo l'equatore) e la Terra di Ishtar (nell'emisfero settentrionale), che ha un'estensione simile a quella dell'Australia e comprende le montagne più elevate, i Monti di Maxwell (con quote di circa 11.000 m). Particolari strutture del pianeta sono le tesserae e le coronae; le prime si configurano come altopiani caratterizzati da un'alternanza di creste e di solchi e hanno un'estensione di migliaia di chilometri. Le coronae si presentano, invece, come regioni circolari (con un diametro compreso tra i 150 e i 600 km), in cui è possibile individuare una zona centrale dalla topografia complicata e anelli concentrici formati da rilievi e valli. Si è accertata la presenza sulla superficie del pianeta di circa 900 crateri da impatto (dovuti a meteoriti) che hanno consentito, tra l'altro, di calcolare l'età media della superficie planetaria (accostabile a quella dei continenti terrestri) in circa 500.000.000 di anni. ║ La superficie interna di V.: in attesa di osservazioni dettagliate, si può ragionevolmente pensare che essa presenti caratteristiche paragonabili a quelle della superficie interna terrestre, in quanto i due pianeti hanno una massa e una densità non dissimili. I tre strati fondamentali dell'interno di V. sarebbero pertanto un nucleo centrale metallico (che potrebbe essere parzialmente liquido), un mantello di silicati, una crosta basaltica (probabilmente meno rigida di quella terrestre, a causa della temperatura superficiale elevata). Notevole è la presenza di vulcani su tutta la superficie del pianeta; quelli a forma di duomi, caratterizzati da pareti ripide, traggono origine verosimilmente da lave particolarmente viscose, mentre da lave più fluide sarebbero derivati i vulcani a forma di scudo. Altre strutture di origine vulcanica sono caratteristiche di V. e non possono essere in alcun modo paragonabili a quelle terrestri (è il caso dei canali). Degni di nota sono anche i profondi canyon di origine tettonica che attraversano la crosta del pianeta; particolarmente interessante, in questo senso, è la topografia della Regione Beta (caratterizzata, oltre che dai canyon, da grandi vulcani) accostabile per molti aspetti a quella Rift Valley terrestre. Su V., comunque, secondo gli studiosi, non si sarebbe verificata una tettonica a zolle simile a quella che ha interessato la superficie della Terra. Dalle missioni spaziali non sono, peraltro, giunte né conferme, né smentite circa l'attuale presenza sul pianeta di attività vulcanica. ║ Esplorazioni di V.: nonostante la vicinanza alla Terra V. fino alla fine degli anni Cinquanta non è stata oggetto di osservazioni scientifiche, in quanto l'atmosfera nuvolosa che l'avvolge la rende impenetrabile alla radiazione visibile. Lo studio del pianeta, pertanto, si basò a lungo su ipotesi e congetture; si affermò così l'idea (basata sulla vicinanza dei due pianeti e sull'analogia della rispettive masse e dimensioni) di una somiglianza tra V. e la Terra. Alla fine degli anni Cinquanta l'osservazione del pianeta nel campo delle onde radio aprì la strada a uno studio scientificamente più rigoroso e alla consapevolezza della sua grande diversità rispetto alla Terra. Nel 1962, con il lancio della statunitense Mariner II (seguita da Mariner V, nel 1967, e da Mariner X, nel 1974), cominciò l'esplorazione di V. per mezzo di sonde spaziali. Notevole fu anche il programma messo a punto dall'URSS con le sonde Venera (V.). Un ulteriore contributo alla conoscenza del pianeta è stato poi fornito dall'URSS con il lancio delle sonde Vega I e II (destinate alla cometa di Halley), che nel giugno 1985 hanno lasciato cadere sul pianeta capsule planetarie e palloni per gli studi atmosferici. I risultati più significativi sono comunque da ascrivere alle missioni statunitensi Pioneer-Venus e Magellano. La prima missione aveva come obiettivo principale lo studio dell'atmosfera venusiana e poteva contare sull'Orbiter (o modulo orbitale) e sul Multiprobe, in cui erano comprese quattro capsule per esplorare l'atmosfera; i due componenti furono lanciati rispettivamente nel maggio e nell'agosto del 1978. La missione dell'Orbiter intorno al pianeta, in particolare, si è protratta dalla fine del 1978 al momento della sua caduta nell'atmosfera, avvenuta nell'ottobre 1992. Alla missione Magellano si deve, invece, una minuziosa mappatura della superficie planetaria (ha riguardato circa il 98% del totale), realizzata mediante la tecnica radar. La sonda, lanciata nel maggio 1989, è entrata in orbita intorno a V. nell'agosto 1990 e ha concluso le operazioni nell'ottobre 1994, dopo aver studiato anche il campo gravitazionale del pianeta, per consentire una conoscenza più precisa della struttura interna.

CARATTERISTICHE DI VENERE
FISICHE
Albedo
Diametro apparente dalla Terra
Diametro equatoriale
Densità media
Massa
Gravità alla superficie
Periodo di rotazione equatoriale

0,49
max. 66'',7; min. 10,9'',0
12.104 km
5,25 g/cm3
4,9 1024kg
8,87 m/s2
243 gg.
ORBITALI
Distanza media dal Sole
Distanza massima dalla Terra
Distanza minima dalla Terra
Eccentricità dell'orbita
Inclinazione orbitale
Inclinazione assiale
Magnitudine all'opposizione
Periodo di rivoluzione siderale
Periodo di rivoluzione sinodica
Velocità orbitale media

108.200.000 di km
190.000.000 di km
42.000.000 di km
0,0068
3°24'
178°
max. -4; min. +4
224,70 gg.
583,92 gg.
35 km/s