Romanzo storico di V. Hugo, pubblicato nel
1869. Involontariamente comico, il romanzo è invece carico di una forte
vena polemica nei confronti dell'Inghilterra del XVII sec. L'azione ha luogo in
Inghilterra, durante il regno della regina Anna. Ursus, stravagante tipo di
saltimbanco filosofo, gira sul suo carrozzone insieme a Homo, un lupo
addomesticato. Egli raccoglie due piccoli trovatelli, Dea, una bambina cieca, e
Gwynplaine, ragazzo sfigurato in modo tale da avere sempre un'espressione simile
a un ghigno all'origine del suo soprannome, “l'uomo che ride”. Per
problemi dinastici - la scomparsa dell'erede ufficiale - il titolo di lord
Clancharlie è conteso da più parti fino a quando non si viene a
scoprire che Gwynplaine è proprio il figlio del passato lord, rapito,
sfigurato e abbandonato anni prima da una banda di
comprachios, vagabondi
che rapiscono bambini per mutilarli o renderli deformi e venderli quindi come
fenomeni da baraccone. Barkilphedro, un ufficiale dell'Ammiragliato
profondamente contrario all'ascesa al titolo di conte del possibile candidato,
Lord David Dirry-Moir, fa in modo che la verità venga scoperta,
nascondendola però proprio a Ursus e a Dea, ai quali confessa invece che
il ragazzo, del quale Dea è innamorata, è morto. Entrato
finalmente nella Camera dei Lord, Gwynplaine ne scatena però
l'ilarità e, sconcertato e deluso dalla vita a Londra, decide di partire
alla ricerca di Dea e di Ursus. Il suo viaggio lo porterà da loro ma Dea,
stremata dal dolore per la sua presunta morte, spira tra le sue braccia. Il
giovane allora si getta in acqua lasciandosi annegare.