Teologo irlandese. In seguito a una crisi
religiosa, si convertì dal Calvinismo all'Anglicanesimo e
successivamente, diciottenne, al Cattolicesimo (1879). Al 1880 risale il suo
ingresso nella Compagnia di Gesù. Dal 1894 al 1896 insegnò
Teologia morale nel collegio di Stonyhurst. Le sue tendenze moderniste,
l'esigenza di armonizzare fede e cultura moderna si rivelarono nei suoi
interventi sulla rivista dei Gesuiti inglesi, “The Month”, e in
alcuni scritti anonimi. Nel 1906, identificato come autore della
Lettera a un
professore di antropologia (
A much abused letter, precedentemente
pubblicata in forma anonima), venne espulso dalla Compagnia di Gesù e
sospeso
a divinis. La sua espulsione, che precedette di poco le misure
ecclesiastiche contro il Modernismo (decreto
Lamentabili, enciclica
Pascendi) suscitò grandi polemiche. Si andò così
intensificando l'impegno di
T. in favore del Modernismo e la diffusione
delle sue opere. Nel suo pensiero religioso, fortemente antiteologico, assume un
ruolo centrale la polemica contro le dimostrazioni logiche della scolastica, che
ha strettamente correlato religione e filosofia, facendo scaturire un conflitto
tra fede e ragione (cui il teologo irlandese nega la possibilità di
attingere il sapere metafisico).
T. attribuisce, peraltro, alle
formulazioni dogmatiche un valore pratico, ma non speculativo: i dogmi sono la
lex credendi in cui si traduce la comune esperienza del divino (
lex
orandi) che unisce tutti i fedeli nella Chiesa. Nel pensiero religioso di
T. si colgono, in definitiva, sensibili venature soggettivistiche, legate
alla contrapposizione tra sentimento e speculazione teologica. Oltre alla
già citata
Lettera, si ricorderanno tra le sue opere:
Nova et
vetera (1897),
Religion as a factor of life (1902),
Lex
orandi:
or prayer and creed (1903),
Lex credendi (1906),
Through Scylla and Charybdis (1907),
Christianity at the
crossroad (postumo, 1909) (Dublino 1861 - Storrington, Sussex 1909).