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Turenne, Henri de la Tour d'Auvergne visconte di.

Generale francese. Secondo nato di Henri, duca di Bouillon, e della figlia di Guglielmo il Taciturno Elisabetta di Nassau, fu avviato al Protestantesimo fin dalla giovane età; introdotto alla disciplina militare dagli zii Maurizio e Federico Enrico di Nassau, prese le armi per la prima volta a fianco di questi ultimi nella guerra d'Indipendenza olandese (1625-29). Nominato colonnello da Richelieu (1630), combatté in Italia (1630-31), in Lorena e sul Reno (1635). Passò quindi al servizio di Bernardo di Sassonia-Weimar, partecipando come maresciallo di campo alla presa di Breisach (1638) e di Torino (1640). Ottenute le nomine di luogotenente generale (1642) e di maresciallo di Francia (1643), nell'ultimo periodo della guerra dei Trent'anni fu posto a capo dell'armata di Germania, riportando nel 1644 una schiacciante vittoria sui Bavaresi di Mercy a Donaueschingen. Unite le proprie truppe a quelle del duca d'Enghien (il futuro principe di Condé), sconfisse nuovamente Mercy a Friburgo (1644) e conquistò Philippsburg e Magonza. Nel maggio 1645 fu sopraffatto nei pressi di Marienthal, ma tre mesi dopo, sempre in collaborazione con Condé, trionfò a Nördlingen. Quindi, dopo aver ottenuto una pace separata dall'elettore di Baviera (1647), raggiunse Monaco insieme agli Svedesi di Wrangel e sconfisse gli imperiali a Sommershausen (1647). Passato dalla parte della Fronda e caduto in disgrazia presso Mazzarino, fu dichiarato colpevole di lesa maestà e costretto a ritirarsi in Olanda, dove rimase fino alla Pace di Rueil (1649). Al suo rientro in Francia si schierò con il partito di Condé, ma dopo l'incarcerazione dei principi (gennaio 1650) dovette trasferirsi a Stenay, dove si infatuò della duchessa di Longueville, sorella del Condé. Si alleò quindi con gli Spagnoli, insieme ai quali si spinse attraverso la Piccardia fino a Parigi; scontratosi a Rethel con Ch. d'Hocquincourt, subì una pesante sconfitta. Ripristinati i contatti con la corte dopo la scarcerazione dei principi e l'esilio di Mazzarino (1651), T. fu posto a capo delle truppe reali, con le quali affrontò Condé permettendo a Luigi XIV di tornare a Parigi (1652). Inviato a liberare l'Artois dagli invasori Spagnoli e da Condé, dopo diversi scontri trionfò definitivamente su quest'ultimo nella battaglia delle Dune (15 giugno 1658). Maresciallo generale, pianificò insieme a Louvois le strategie delle guerra di Devoluzione (1667-68), impossessandosi in pochi mesi dei territori corrispondenti alle attuali Fiandre francesi. Positivamente colpito dalla Exposition de la foi di A. de Bossuet, nel 1668 si convertì al Cattolicesimo. Comandante di una delle tre armate d'invasione in Olanda (1674), impedì alle truppe di Guglielmo d'Orange di riunirsi con quelle degli imperiali, guidate da Montecuccoli. Costretto a varcare nuovamente il Reno in seguito alla ricongiunzione delle forze nemiche, durante la temporanea assenza di Montecuccoli dal comando riportò numerose vittorie sugli imperiali. Considerato uno dei massimi esponenti del mondo militare moderno, T. è peraltro autore di Memorie e lettere (Sedan 1611 - Sassbach, Baden 1675).