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Trasfusione.

Med. - Pratica clinica consistente nell'infusione nel circolo sanguigno di un individuo (ricevente o accettore) di sangue intero, di plasma o di emoderivati ottenuti per donazione volontaria da parte di un altro individuo (donatore). La t. così come la donazione di sangue devono avvenire in centri specializzati in grado di garantire, oltre all'anonimato del donatore, la qualità del sangue e adeguati standard igienico-sanitari. La t. diretta, utilizzata in passato, è stata sostituita dalla t. indiretta, in cui il sangue in toto, alcune sue frazioni o determinati suoi derivati, ottenuti precedentemente per donazione, vengono infusi goccia a goccia in una vena periferica del ricevente o in altre sedi (come il seno longitudinale superiore nei neonati e il midollo osseo), o vengono inoculati per via endoarteriosa. Prima di essere trasfuso, il sangue intero estratto dai donatori viene sottoposto al controllo del gruppo sanguigno e a una serie di accertamenti diagnostici, finalizzati ad abbattere il pericolo di infezioni post-trasfusionali come l'epatite B e C, l'AIDS, il tifo e il paratifo, la sifilide. Il sangue viene quindi sottoposto a un processo di frazionamento per poter essere utilizzato in modo mirato. Mediante tale operazione, attuata da speciali macchine (separatori cellulari) sulla base delle differenze morfologiche e di peso molecolare dei vari componenti, è possibile suddividere il sangue nelle sue frazioni ottenendo piastrine, globuli rossi, globuli bianchi, plasma, siero e fattori della coagulazione. Gli emocomponenti così ottenuti vengono conservati fino al momento dell'uso in sacche o in flaconi sterili, sottovuoto, a bassa temperatura e, a seconda del tipo, in presenza di specifiche soluzioni stabilizzanti. In alternativa al prelievo di sangue intero, in alcuni casi si può ricorrere alla aferesi, un sistema che consente di prelevare selettivamente dal donatore soltanto gli elementi necessari reinfondendogli immediatamente la quota non utilizzata. Con questo sistema è possibile, tra l'altro, rimuovere le sostanze responsabili di un determinato quadro morboso e preparare particolari frazioni di sangue. In altri casi è possibile praticare l'autotrasfusione o t. autologa, nelle sue varianti; questa tecnica permette all'individuo sano di prepararsi una riserva di sangue che potrà utilizzare per sé in caso di intervento chirurgico. Il sangue intero viene utilizzato solamente nel caso di condizioni patologiche fortemente anemizzanti (provocate dalla perdita di più del 40% del sangue totale) quali emorragie operatorie, traumatiche o patologiche, crisi emolitiche, nelle anemie croniche in fase avanzata, nelle leucocitopenie, nonché nelle trombocitopenie gravi. In caso si debba sostituire gran parte del sangue circolante, si ricorre alla t. sostitutiva, un sistema che consiste nel prelevare ripetutamente dal ricevente piccole quantità di sangue e sostituirlo con quello del donatore fino a raggiungere un ricambio sanguigno pressoché totale. La pratica trasfusionale non va esente da complicazioni, che possono essere legate a un'infusione troppo rapida del sangue, all'eccessiva quantità della massa trasfusa, alla possibilità di trasmissione di malattie infettive o all'incompatibilità di gruppo o di sottogruppo sanguigno, alla formazione di embolie da coaguli o da bolle d'aria, a reazioni infiammatorie della vena utilizzata (tromboflebiti). La pratica trasfusionale deve essere, quindi, svolta sotto stretto controllo medico, in strutture specializzate e nel rispetto più assoluto delle norme igienico-sanitarie, che comprendono tra l'altro l'uso di aghi e contenitori sterili monouso e l'esecuzione di tutti i test diagnostici previsti dalla legge. Per tentare di far fronte al crescente bisogno di sangue e dei suoi derivati, la FDA, i National Institutes of Health e altre organizzazioni hanno avviato numerosi studi finalizzati alla ricerca di un “sangue artificiale” e di adeguati sostituti di sintesi in grado di soddisfare il maggior numero di esigenze cliniche. Grazie all'ingegneria genetica è stato infatti possibile ottenere emoglobina ricombinante e fattori della coagulazione. • Bot. - Tessuto di t.: nelle foglie di alcune gimnosperme, come il tasso, il ginepro, la sequoia, l'araucaria, tessuto costituito da cellule parenchimatose e da tracheidi che accompagna il tessuto vascolare.